BASKET NBA - STAGIONE 2015-16 [FOTO-VIDEO]

La cronaca della stagione - Le partite clou e le finali playoff

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    CHICAGO SUONA LA SESTA
    Harden 33, Rockets go!


    Pazzi Kings sopra di 27 ma battono i Lakers all'ultimo secondo

    Chicago si conferma il meglio che l’Est ha da offrire dopo Cleveland prolungando a sei partite la striscia di vittoria, piegando i Boston Celtics allo United Center. Fanno festa anche Houston, che supera gli Utah Jazz grazie a 33 punti di James Harden, e Atlanta, capace di sbancare Philadelphia.

    Chicago Bulls-Boston Celtics 101-92

    Questi sono i Chicago Bulls che tutti aspettavano. Devastanti in attacco, con la nona partita consecutiva con almeno 100 punti (a Chicago non succedeva dal 1995); attenti in difesa, tanto da tenere Boston al 35,7% dal campo sulla strada della sesta vittoria consecutiva che certifica il ruolo di seconda forza a Est dietro ai Cleveland Cavaliers di LeBron James. “In attacco siamo molto pericolosi, ma è in difesa che stiamo cercando di migliorare come squadra” racconta a fine partita Derrick Rose, diciotto punti e sprazzi della sua classe perduta (“Ho 27 anni, non sono mica vecchio” ricorda con una punta d’orgoglio). E’ uno dei sei giocatori dei Chicago Bulls (22 vinte e 12 perse in stagione) in doppia cifra: Jimmy Butler è stato il più produttivo, 19 punti nonostante il 5/14 al tiro reso meno pesante da 10 assist (massimo in carriera eguagliato per la seconda gara di fila); lo spagnolo Pau Gasol il più dominante, con una sontuosa doppia doppia da 17 punti e 18 rimbalzi da festeggiare con una cena con l’amico Placido Domingo. Boston (19-17) incassa la quarta sconfitta nelle ultime 5 partite, non riuscendo a rimediare di squadra (7 giocatori in doppia cifra) ai troppi errori al tiro. I Celtics hanno avuto il merito di non mollare, ma hanno pagato la mancanza di un affidabile go-to-guy (Isaiah Thomas ha chiuso con 14 punti ma 5/17 dal campo), preziosissima ultima spiaggia in situazioni in cui la palla proprio non vuole entrare. Boston, con Jay Larranaga in panchina al posto di Brad Stevens (in Indiana per far visita a Andrew Smith, suo ex giocatore aJimmy Butler che sta combattendo contro il cancro), chiude il primo quarto avanti 27-21 grazie a 10 punti di Olynyk, allunga fino al 41-31 firmato Johnson a 4’32” dall’intervallo ma incassa la rimonta dei Bulls, che chiudono il primo tempo avanti 48-47 grazie a un parziale di 15-4 suggellato da Derrick Rose (12 punti nel primo tempo). Chicago riparte forte nella ripresa, con Gasol che domina e ispira il +12 (61-49 a 8’07” dalla terza sirena) e un gioco più arioso (7 assist nel 3° periodo contro i 10 del primo tempo). Ma Boston, 7/32 dal campo nel terzo quarto, non si arrende e nel periodo conclusivo, iniziato sotto 74-63, rientra grazie alla dirompente grinta di Sullinger e all’energia di Smart. Sull’87-81 con 5’39” da giocare Chicago alza il suo muro difensivo e concede ai Celtics solo due canestri dal campo nei successivi 5’, mentre in attacco Derrick Rose e Jimmy Butler ricostruiscono la dote che permette ai Chicago Bulls di continuare la sua serie vincente.

    Chicago: Butler 19 (4/11 da due, 1/3 da tre, 8/9 tiri liberi), Rose 18, Gasol 17. Rimbalzi: Gasol 18. Assist: Butler 10.
    Boston: Crowder 17 (5/13, 1/4, 4/7 tl), Olynyk 16, Thomas 14. Rimbalzi: Sullinger 11. Assist: Turner 6.

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    Houston Rockets-Utah Jazz 103-94

    Aggrappati alla barba di James Harden. Privi di Dwight Howard (forfait all’ultimo per problemi alla schiena) e Ty Lawson (squalificato 3 partite per una condanna per guida in stato di ebbrezza rimediata la scorsa stagione in California), i Rockets sbrigano soffrendo la pratica Utah grazie ai 33 punti della loro superstar, sopra quota 30 per la terza volta nelle ultime 4 partite nonostante lo 0/7 dall’arco. Houston (18-19) si prende la W con una ripresa da 64 punti e il 65,7% al tiro, dopo un primo tempo in cui la difesa ospite, la quinta migliore della NBA per punti concessi, era riuscita ad imbrigliare tutti i Rockets che di nome non fanno Harden (16 punti per il Barba col 6/12 al tiro, 23 per i compagni con 10/28). La buona notizia per i Jazz (15-20) è il ritorno di Rudy Gobert: il centro francese, imprescindibile àncora difensiva della squadra di Snyder, non giocava dal 30 novembre e ha chiuso con 6 punti e 3 rimbalzi in 15’. La cattiva è che quella in Texas è la terza sconfitta consecutiva, le ultime due entrambe contro i Rockets. E dire che Utah era partita meglio, chiudendo il primo quarto avanti 25-22 nonostante 8 palle perse e 10 punti di Harden, e arrivando al riposo sul 44-39. I Rockets cambiano marcia nel terzo periodo, ribaltando il 48-41 Jazz firmato Whitey con 10’19” da giocare nel 72-66 Houston al suono della sirena ispirato da 10 punti di Harden. Utah non si arrende e quando Capela firma l’88-78 Rockets con 5’44” sul cronometro: i Jazz ricuciono fino a -4, ma vengono ricacciati indietro dai numeri di Harden, alla 15ª partita stagionale con almeno 30 punti. Per rilanciare Houston ne serviranno altre.

    Houston: Harden 33 (13/18, 0/7, 7/10 tl), Jones 14, Terry 12, Thornton 12. Rimbalzi: Capela 10. Assist: Beverley 4.
    Utah: Hayward 15 (5/6, 1/7, 2/4 tl), Booker 12, Johnson 11. Rimbalzi: Lyles 9, Booker 9. Assist: Neto 7.

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    Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 98-126

    Philadelphia: Okafor 21 (9/16, 3/4 tl), Smith 12, Grant 11. Rimbalzi: Noel 13. Assist: Smith 7.
    Atlanta: Bazemore 22 (5/7, 3/8, 3/3 tl), Millsap 18, Horford 18. Rimbalzi: Horford 9. Assist: Schroder 6.

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    Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 118-115

    L’ultima partita di Bryant a Sacramento, nell’ultima stagione di quest'arena, è finita come meritava: con una gara decisa all’ultimo secondo. Hanno vinto i Kings, capaci al solito di complicarsi la vita, dopo essere stati sopra di 27 punti. I giovani Lakers, guidati dai 27 punti di Russell, massimo in carriera, hanno messo la freccia nel finale. Ma i padroni di casa hanno saputo reagire, il floater di Rondo ha ipotecato la vittoria 118-115. Perché poi la tripla per il pari di Williams ha trovato solo il ferro. Kobe ha segnato 28 punti in 31’, osannato dai tifosi locali e da quelli Lakers infiltrati nell’Arena dei materassi. Ma nel finale non era sul parquet. C’era Belinelli – 11 punti in 27’ - che ha stretto i denti per evitare la seconda beffa per Sacto dopo quella patita nel doppio supplementare di Dallas. Coach Karl era furioso a fine partita, aveva la bava alla bocca, inviperito per l’immaturità dei suoi e per l’assenza di difesa. Ma non può fare lo schizzinoso: i suoi Kings, nonostante facciano un passo avanti e uno indietro, sono a mezza partita dall’ottavo posto ad Ovest, occupato dagli Utah Jazz. Subito 25-4 Kings. I Lakers vanno in giro per festeggiare Kobe più che per vincere, di questi tempi. La serata a tema indiano – Bollywood- qui a Sacto è stata scelta dal proprietario indiano Ranadive per una sfida in cui la W è molto probabile. C’è anche Miss America 2014, indiana, ma il pubblico locale sembra apprezzare (“tutti i gusti son gusti” diceva quello che mangiava il sapone) Jamie Fox, l’attore, seduto in prima fila. Buu e applausi, ma sempre centro dell’attenzione per Kobe, ogni volta che tocca palla. 38-21 a fine 1° quarto. E il maxischermo passa il video tributo di carriera per Bryant, nemico di mille battaglie. Con un Thank You Kobe finale, applauditissimo. Lui intanto ha la borsa del ghiaccio sulla spalla destra... Belinelli sforna un gioco da 4 punti e poi si esibisce addirittura in una schiacciata davanti ai genitori, appena arrivati in visita in California. Al pubblico bastano un paio di giocate “effetti speciali” di Kobe Bryant per ripartite col “Kobe, Kobe”. La schiacciata di Bryant sull'alley oop di Clarkson riporta indietro virtualmente le lancette del tempo. Intanto 69-48 all’intervallo e gara a senso unico, dominata da Sacto. Cousins con 20 punti, Bryant con 18 (ha scollinato i 33.000 in carriera). Beli già con 8 e 3 assist. Nel secondo tempo Bryant segna 8 punti di fila, imbarazzando Gay, solito obiettore di coscienza in difesa. Rajon Rondo regala 3 cioccolatini a Acy per altrettante schiacciate. 102-86 a fine 3° quarto. Chiusa, vero? Falso. DeMarcus Cousins riesce ad avere problemi di falli anche in una gara cosi, 5 per tutto l’ultimo quarto. La tripla di Russell vale il -6. Poi ancora lui colpisce per il -1. Da -27. E’ sorpasso Lakers, sul 109-108. Il parziale del 4° quarto adesso è 23-6. Punto a punto. Kobe Bryant in panca. Clarkson segna il +2. Cousins dalla lunetta fa 1/2. E poi Rondo segna in penetrazione il canestro del 116-15 con 22” da giocare. Clarkson pasticcia, Boogie dalla lunetta stavolta è implacabile: 2/2. +3 Kings con 7” da giocare. E la tripla finale di Lou Williams non trova il canestro.

    Sacramento: Belinelli 11 pt (4/9), 3 assist, Cousins 29, Acy e Gay 18. Rimbalzi: Cousins 10. Assist: Rondo 12.
    Los Angeles: Bryant 28, Russell 27, Williams 20. Rimbalzi: Randle 10. Assist: Clarkson/Russell 4.

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    I WARRIORS NON SI FERMANO PIÚ
    San Antonio ringrazia...Calderon. Cavs ok


    Lo spagnolo dei Knicks sbaglia il tiro decisivo: gli Spurs tirano un sospiro di sollievo e conservano l'imbattibilità casalinga

    Una tripla sbagliata di Calderon grazia allo scadere San Antonio, che eguaglia la miglior partenza della sua storia, con 32 vittorie in 38 partite, e mantiene l’imbattibilità casalinga. Ma i Knicks se la giocano fino in fondo con Porzingis (28 punti), così come i Lakers (Lou Williams al massimo in carriera: 44) che cedono solo negli ultimi secondi ai Thunder. Lo spettacolo balistico di Thompson (7/10 da tre) sovrasta fin dal primo quarto la serata da 40 punti di Lillard, dando ai Warriors il successo a Portland. Toronto vola sui Wizards grazie ad un super DeRozan. JR Smith annega di triple i Timberwolves, sostituendo un James particolarmente tranquillo e trascinando i Cavs alla 12ª vittoria nelle ultime 14 partite. Vendetta degli ex Dragic e Green a Phoenix. Bene Indiana su New Orleans, che perde Anthony Davis per una brutta botta alla parte bassa della schiena, e i Bucks su Dallas.

    Minnesota Timberwolves-Cleveland Cavaliers 99-125

    In una serata sul velluto della coppia James-Irving, 26 punti combinati, a trascinare i Cavs (25-9) alla vittoria sui Minnesota Timberwolves (12-25) ci hanno pensato Love (20) e Smith (27, season-high). Segnali di cui Cleveland ha bisogno, soprattutto in chiave postseason. LeBron James sfiora comunque la tripla doppia, chiudendo la sua gara con 13 punti, 12 rimbalzi e 8 assist. Il 1° quarto è un capolavoro da 35 punti totali che vale il titolo di miglior avvio di partita della stagione. Minnesota prova a rimanere attaccata alla partita ma, nonostante un super-Wiggins (35 punti), i Cavaliers possono correre (22 punti in transizione, contro i soli 5 dei Timberwolves) e scappano sul +16 alla sirena del riposo lungo. Shumpert (23) entra caldissimo dalla panchina, altro cenno accolto ben volentieri da coach Blatt. Il vantaggio dei Cavaliers si dilata fino al +20 nella terza frazione. Towns (22) tenta di riparare i suoi dalla pioggia di triple di Smith (5/6 dall'arco) mangiando qualche punto agli avversari negli ultimi 12', ma è troppo poco.

    Minnesota: Wiggins 35 (9/12, 3/7 da 3, 8/12 tl), Towns, Muhammad 22, Rubio 8. Rimbalzi: Towns, Dieng 6. Assist: Rubio 6.
    Cleveland: Smith 27 (5/6, 5/6 da 3, 2/2 tl), Shumpert 23, Love 20. Rimbalzi: James 12. Assist: James 8.

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    San Antonio Spurs-New York Knicks 100-99

    Finisce sul ferro la tripla dall’angolo allo scadere di Calderon pescato da Galloway, così gli Spurs possono celebrare il miglior inizio eguagliato della loro storia (32-6) e il record franchigia di 22 vittorie casalinghe di fila a inizio stagione. La notizia è che i Knicks (18-20), pur interrompendo la striscia di tre successi di seguito, se la giocano fino in fondo su un campo del genere, contro una squadra alla settima vittoria consecutiva. Ci riescono anche grazie al 9/21 da tre (43%) sulle spalle di Porzingis che sfiora il massimo in carriera di 29 punti, finendo a 28 con 21 tiri, più 11 rimbalzi, di fianco a un Anthony prezioso sotto i tabelloni (12 rimbalzi, 5 in attacco) e ai liberi (8/10) anche se il tiro non è sempre entrato (5/15). Finiti sotto di 12 a cavallo degli ultimi due quarti, i Knicks con un 12-2 a metà quarto periodo sono rientrati a un possesso di distanza negli ultimi tre minuti. Qui c’è voluto che Aldridge (16 punti e 9 rimbalzi, 4 d’attacco) e due volte Parker (16 punti e 8 assist) ricacciassero indietro NY, capace con Afflalo e Porzingis di tornare sul -1 nell’ultimo minuto. NY ha così per le mani la palla della vittoria, dopo il tiro sbagliato da Parker a 15” dalla fine. Ma Calderon sbaglia.

    San Antonio: Leonard 19 (8/17, 0/2, 3/4 tl), Aldridge Parker e Ginobili 16. Rimbalzi: Leonard 12. Assist: Parker 8.
    New York: Porzingis 28 (8/14, 3/7, 3/4 tl), Anthony 20, Lopez 12, Galloway 11, Thomas 10. Rimbalzi: Anthony 12. Assist: Calderon 5.


    Portland Trail Blazers-Golden State Warriors 108-128

    Con un primo quarto da diciannove punti con 5 triple, finendo per la terza partita di fila con almeno 30 punti (con 7/10 da tre, 6 rimbalzi e 5 assist), Klay Thompson innesca da subito la fuga dei Golden State Warriors (34-2) sul campo di Portland (15-24), a cui non basta la quarta partita in carriera da almeno 40 punti di Damian Lillard, massimo stagionale alla terza gara dopo il rientro dalla fascite plantare, per evitare la terza sconfitta di fila. Il 18/32 da tre dei Warriors alimenta a gara in corso la fuga californiana già sull’8-24 dopo 8’, poi +24 prima del riposo fino al 67-92 di metà terzo quarto. Impossibile tenere il passo di Golden State, a ritmi che portano comunque Portand a 108 punti in una gara sì attenta a rimbalzo (12 in attacco) e reattiva nei recuperi (12), ma in cui i Blazers non arrivano al 40% al tiro. Ci si mettono anche il massimo in carriera di un Rush quasi perfetto (20, 8/9 al tiro, 4 triple), l’ennesima tripla doppia di Draymond Green (11 punti, 13 rimbalzi, 10 assist) e uno Stephen Curry che, nonostante il persistente dolore alla gamba sinistra, chiude comunque a 26 punti con 18 tiri e 9 assist. Per gli invincibili Golden State Warriors è così il quinto successo di fila.

    Portland: Lillard 40 (6/12, 6/15, 10/12 tl), Crabbe 17, McCollum 17. Rimbalzi: Davis e Aminu 7. Assist: Lillard 10.
    Golden State: Thompson 36 (6/12, 7/10, 3/4 tl), Curry 26, Rush 20, Green 11. Rimbalzi: Green 13. Assist: Green 10.

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    Washington Wizards-Toronto Raptors 88-97

    Washington: Wall 21 (6/15, 2/5 da 3, 3/3 tl), Porter 16, Gortat 12. Rimbalzi: Gortat 10. Assist: Wall, Dudley 4.
    Toronto: DeRozan 35 (10/20, 1/4 da 3, 12/13 tl), Lowry 21, Scola 11. Rimbalzi: Lowry 10. Assist: Lowry 4.

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    New Orleans Pelicans-Indiana Pacers 86-91

    New Orleans: Evans 27 (7/14, 3/5 da 3, 4/4 tl), Anderson 21, Cole 15. Rimbalzi: Ajinca 12. Assist: Evans 5.
    Indiana: Mahinmi 17 (7/12, 3/4 tl), Miles 15, George 13. Rimbalzi: Mahinmi 10. Assist: Ellis 8.


    Milwaukee Bucks-Dallas Mavericks 96-95

    Milwaukee: Middleton 27 (10/18, 7/9 tl), Henson 16, Carter-Williams 15. Rimbalzi: Monroe, Carter-Williams 12. Assist: Carter-Williams 8.
    Dallas: Nowitzki 20 (2/7, 4/10 da 3, 4/4 tl), Harris 19, Matthews 12. Rimbalzi: Pachulia 15. Assist: Williams 6.


    Phoenix Suns-Miami Heat 95-103

    Phoenix: Knight 26 (10/18, 1/6, 3/3 tl), Booker 16, Teletovic 13. Rimbalzi: Tucker 11. Assist: Knight e Goodwin 4.
    Miami: Wade 27 (9/14, 9/10 tl), Dragic 22, Green 21, Bosh 14, Deng 10. Rimbalzi: Winslow 10. Assist: Dragic 7.

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    Los Angeles Lakers-Oklahoma City Thunder 113-117

    LA Lakers: Williams 44 (7/11, 5/14, 15/15 tl), Bryant 19, Clarkson 17. Rimbalzi: Randle 8. Assist: Bryant 6.
    Oklahoma City: Westbrook 36 (10/20, 1/4, 13/16 tl), Durant 24, Kanter 15, Payne 11, Adams 10. Rimbalzi: Westbrook 12. Assist: Westbrook 7.

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    Memphis Grizzlies-Denver Nuggets 91-84

    Memphis: Randolph 24 (9/19 da due, 6/8 tiri liberi), Green 16, Barnes 15. Rimbalzi: Green 9, Allen 9. Assist: Chalmers 4.
    Denver: GALLINARI 29 (6/12, 2/6, 11/11 tl), 8 rimbalzi, 3 assist, 2 palle perse e 2 falli in 35’29”. Arthur 12, Harris 11. Rimbalzi: Arthur 9, Barton 9. Assist: Nelson 9.


    Brooklyn Nets-Orlando Magic 77-83

    Brooklyn: Lopez 17 (6/15). Rimbalzi: Young 9. Assist: Sloan 5.
    Orlando: Vucevic, Oladipo 20. Rimbalzi: Harris 12, Vucevic 10. Assist: Harris 8.

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    CURRY SEI UN SOGNO: 38 PUNTI
    E Golden State è 35-2



    Horford e Millsap trascinano gli Hawks al successo su Chicago. Bene Washington, bestia nera dei Magic


    Horford e Millsap dominano i Chicago Bulls e trascinano gli Atlanta Hawks alla vittoria nel big match della notte per i piani alti della Eastern Conference. Bene Washington che, con la dodicesima vittoria consecutiva, si aggiudica il titolo di bestia nera dei Magic, che non vincono contro i capitolini dal marzo del 2013. Nonostante un coach Casey non soddisfatto della gara, i suoi Raptors passano sui Sixers. Grazie ai 34 punti di un super Hayward Utah chiude le porte di casa in faccia ai Miami Heat. Ottava vittoria di fila per i Clippers grazie alla splendida prova del play Chris Paul.

    Sacramento Kings-Golden State Warriors 116-128

    35 vittorie 2 sconfitte. I Golden State Warriors continuano a vincere, a impressionare. Battono i Kings a Sacramento 128-116. Curry segna 38 punti, favoloso e implacabile nel finale, Green ci aggiunge 25 punti e 9 rimbalzi. I Kings giocano una partita decente, buona in attacco, come dice Coach Karl a fine gara, come conferma Belinelli, autore di 13 punti in 32’, al solito ottimo nel finale dopo un inizio da dimenticare al tiro. “Bravi loro, si passano tutti la palla, sono la squadra piu forte della lega in questo momento, c’è poco da fare. Puniscono ogni errore avversario, come solo le grandissime squadre sanno fare”. Invasione dei tifosi ospiti per la seconda gara di fila, all’Arena dei materassi. Dopo i sostenitori Lakers di Kobe Bryant, la città è invasa da supporters di Curry. Subito 25-16 Kings, che danno il meglio giocando in velocità, in transizione. Meno pensano e meglio è…Ma Green bombarda da 3 punti, e Golden State rientra: 27-26 Kings a fine 1° quarto. Warriors un po’ svogliati, già con 11 palle perse con 10’ da giocare nel 2° quarto (saranno solo 18 alla fine). Belinelli spadella all’inizio, tira 0/6 pur prendendo tiri giusti, senza forzare lo spartito. Green è già con 15 punti. Ma si becca un fallo tecnico, quando esagera con le proteste. Intanto Steph Curry si scalda, dopo 3 punti nei primi 12’ ne segna 16 nel solo 2° quarto. Cousins si vede chiamato il 3° fallo appena prima dell’intervallo. Entra pure Seth Curry, che gioca contro il fratellone. 60-58 per gli ospiti a fine primo tempo. Golden State Warriors già con 12 triple a segno a meta gara (saranno 19). Boogie (che chiuderà con 33 punti, ma stentando ancora con la gara in bilico) commette il 4° fallo in attacco, a inizio ripresa. Si siede. Green segna due volte in contropiede per il 74-64.. La tripla di Curry in faccia al fratello, fuori equilibrio, vale il +12. 96-84 dopo 36’. L’ultimo quarto è un’esibizione Warriors. Che fanno spettacolo. La tripla di Belinelli riporta i Kings a -7 con 3’30” da giocare. Poi addirittura -5. Ma i Warriors non si scompongono. Il canestro che chiude i conti è la puntuale tripla di Curry alla quale risponde ancora Beli dal perimetro. Ma non è abbastanza…Finisce col coro War/riors ritmato, a Sacto. E 128-116 per i fenomeni della Baia.

    Sacramento: Belinelli 13 (5/14) in 32’, 3 rimbalzi. Cousins 33 pt, Gay 23. Rimbalzi: Cousins 10. Assist: Rondo 12.
    Golden State: Curry 38 punti, Green 25, Thompson 15. Rimbalzi: Bogut 11. Assist: Curry 11.

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    Atlanta Hawks-Chicago Bulls 120-105

    Gli Hawks (23-15) si aggiudicano lo scontro al top della Eastern Conference contro i Bulls (22-13), trascinati dalla coppia Horford-Millsap che scrivono, rispettivamente, 33 punti, 10 rimbalzi e 4 stoppate e 18 punti e 6 stoppate. Un dominio, quello di Atlanta, ben visibile sin dai primi minuti della partita. La squadra di coach Budenholzer parte fortissimo, volando presto sul 12-5 e costringendo i Bulls al primo time out d'emergenza, proprio mentre Teague lascia il parquet, direzione spogliatoi, con il sospetto (che si rivelerà infondato, tornerà ad inizio 2° quarto) di una distorsione alla caviglia. Derrick Rose (17) fa vedere qualche accelerazione in modalità “vintage” ma dall'altra parte gli Atlanta Hawks mettono in piedi un clinic di basket offensivo. La circolazione perfetta (non casuali i 33 assist a fine match) crea tiri sempre in ritmo, che tradotto significa: 57% dal campo e +16 ad inizio 2° quarto. Il classico piazzato dalla media di Gasol non entra, brutta notizia per i Bulls, che rimangono aggrappati solo grazie ai punti di Gibson (10) e alla triple di Mirotic (24), ma le 12 palle perse nei primi 24 minuti pesano tanto. 64-51 per i padroni di casa alla sirena del riposo lungo. Korver (13) soffre, e non poco, in marcatura la fisicità di Butler ma appena ha spazio colpisce dai 7 e 25. Proprio da lui arriva la tripla che ricaccia indietro il primo tentativo di recupero di Chicago ad inizio 3° quarto, quando la gara si fa bruttina. I Bulls rientrano, con Rose che va al ferro per il -3, appena prima di mollare definitivamente la presa, nell'ultima frazione aperto dall'11-2 di parziale con il quale Atlanta tocca quota 100 (oltre al 50% da 3) con Chicago inchiodata agli 85. Nei minuti decisivi i Chicago Bulls cercano il solito Jimmy Butler (27) e il post basso Pau Gasol, ma Horford è un gigante, tanto in difesa sullo spagnolo quanto in attacco. Dal lui e Millsap, dopo il mini break tutto firmato McDermott, arriva il nuovo +15. Quello definitivo.

    Atlanta: Horford 33 (14/18, 1/3 da 3, 2/2 tl), Millsap 18, Scott 14; rimbalzi: Horford 10; assist: Schroder 10.
    Chicago: Butler 27 (7/14, 1/3 da 3, 10/12 tl), Mirotic 24, Rose 17; rimbalzi: Mirotic 10; assist: Gasol, Rose 5.

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    Detroit Pistons-Brooklyn Nets 103-89

    Detroit: Jackson, Drummond 23, Ilyasova 19. Rimbalzi: Ilyasova 13, Drummond 11. Assist: Jackson 8.
    Brooklyn: BARGNANI 2 (1/4 da due) con un rimbalzo in 6’. Lopez 19 (8/11), Sloan 15. Rimbalzi: Young 9. Assist: Sloan 10.

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    Orlando Magic-Washington Wizards 99-105

    Orlando: Vucevic 23 (10/17, 3/4 tl), Oladipo 17, Frye 12; rimbalzi: Gordon 10; assist: Vucevic, Oladipo 5.
    Washington: Wall 24 (7/11, 3/6 da 3, 1/1 tl), Dudley, Porter, Sessions 16, Gortat 12; rimbalzi: Gortat 10; assist: Wall 10.

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    Philadelphia 76ers-Toronto Raptors 95-108

    Philadelphia: Smith 28 (10/20, 2/2 da 3, 2/4 tl), Okafor 19, Landry 11; rimbalzi: Noel 8; assist: McConnell 8.
    Toronto: Lowry 25 (9/13, 1/4 da 3, 4/5 tl), DeRozan 19, Valanciunas 17; rimbalzi: Valanciunas 9; assist: Lowry, DeRozan 5.

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    Utah Jazz-Miami Heat 98-83

    Utah: Hayward 34 (12/16, 2/6 da 3, 4/10 tl), Johnson 14, Neto 13; rimbalzi: Lyles 10; assist: Neto 5.
    Miami: Bosh 24 (9/10, 2/6 da 3), Dragic 16, Green 13; rimbalzi: Whiteside 11; assist: Udrih, Wade 4.

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    LosAngeles Clippers-Charlotte Hornets 97-83

    LA Clippers: Paul 25 (8/14 da due, 3/5 da tre), Crawford 19, Redick 17. Rimbalzi: Jordan 19. Assist: Paul 7.
    Charlotte: Lin 26 (6/12, 3/4, 5/6 tl), Lamb 18, Walker 11. Rimbalzi: Zeller 13, Lamb 13. Assist: Lin 4.
     
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    RIVOLUZIONE BROOKLYN
    Via coach Hollins e il g.m. Che fine farà Bargnani?


    Il patron Mikhail Prokhorov: "E' il momento di ripartire da zero e di dare una nuova visione alla direzione della squadra"

    Mikhail Prokhorov ha deciso di premere il pulsante rosso sulla disastrosa stagione di Brooklyn...

    Via coach Lionel Hollins, con panchina affidata fino a fine stagione all'assistente Tony Brown, che da giocatore vanta un'esperienza italiana a metà anni Novanta. Via il g.m. Billy King, riassegnato ad altro incarico dopo aver avuto carta bianca per la costruzione di una squadra che finora ha perso 27 partite su 37. Domani alle 16 ora italiana Mikhail Prokhorov chiarirà in prima persona il futuro della squadra, che non potrà ripartire dal draft 2016 visto che ha da tempo ceduto a Boston la sua scelta al primo giro. La rivoluzione dei Nets addensa ulteriori nubi sul futuro NBA di Andrea Bargnani, che negli ultimi tempi era finito ai margini delle rotazioni di coach Lionel Hollins: avrebbe cominciato a considerare l'ipotesi di un ritorno in Europa.


    LA RIVOLUZIONE

    E' stato Prokhorov in prima persona ad avviare la rivoluzione. "Dopo attenta considerazione, ho deciso che è il momento di ripartire da zero e di dare una nuova visione alla direzione della squadra - sono le parole attribuite al patron russo -. Prendere adesso questa decisione permette alla nostra franchigia di utilizzare il resto della stagione per valutare candidati con esperienza importante. E' chiaro, da come si sono messe le cose, che ci serve una nuova leadership. Con al timone dirigenza e coach con la mentalità giusta, potremo creare cultura vincente e identità, dando a Brooklyn un team divertente di cui andare fieri. Negli ultimi 6 anni abbiamo imparato tanto, e quell'esperienza ci guiderà nelle scelte future. Sono più determinato che mai a costruire qui una squadra vincente". Le linee guida sembrano chiare: ricostruire. Senza scelte bisognerà passare per trade e, la prossima estate, per il mercato free agent. Un pezzo da 90 che potrebbe lasciare è Joe Johnson: il suo contrattone da 24,8 milioni di dollari scade a fine stagione, ma l'esterno sta vivendo la sua peggior annata dal 2003 in termini di punti segnati (11,1 di media) e la peggiore in carriera al tiro dal campo (36,9%). In questa situazione si inserisce Andrea Bargnani. Il Mago con i Nets ha un contratto fino a fine stagione con opzione (del giocatore) per il prossimo anno. Ma la sua esperienza a Brooklyn, che nelle speranze estive doveva essere il rilancio dopo le due sofferte stagioni a New York, non sta andando come il 30enne azzurro si aspettava. Finora 32 presenze, nessuna da titolare, con 6,7 punti di media e un minutaggio ridottosi progressivamente (24 minuti complessivi in 5 partite da quando il calendario dice 2016) fino al "non entrato - decisione dell'allenatore" di venerdì nella sconfitta casalinga contro Orlando. Anche per questo Bargnani avrebbe iniziato a prendere in considerazione l'ipotesi di tornare in Europa. Dove le squadre pronte ad affidargli un ruolo importante non mancherebbero. E nella lista ci sarebbe anche Milano, per un suggestivo ritorno in Italia dove un giocatore con le sue caratteristiche farebbe la differenza. In estate per Bargnani si era mosso il Fenerbahçe, dove il Mago avrebbe ritrovato Maurizio Gherardini, il dirigente che convinse Toronto a sceglierlo con la prima chiamata assoluta al draft 2006. . Ma se dovesse farsi avanti l'Olimpia, resistere sarebbe però difficile.
     
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    LA NONA MERAVIGLIA DI PAUL
    Clippers ok all'overtime


    Los Angeles supera, a fatica, New Orleans, ma realizza così una striscia di nove vittorie di fila

    Los Angeles Clippers-New Orleans 114-111 d.t.s.

    Continua spedita la marcia dei Los Angeles Clippers che però hanno bisogno di un supplementare per sbarazzarsi dei Pelicans e conquistare così il loro nono successo consecutivo. I problemi alla schiena tengono ai box Anthony Davis, i New Orleans Pelicans però, reduci da quattro sconfitte nelle ultime cinque gare disputate, si presentano allo Staples con il giusto atteggiamento, sfruttando anche la falsa partenza di Chris Paul e compagni. I padroni di casa, infatti, ci mettono parecchio a carburare e soprattutto soffrono la verve di Ryan Anderson nel primo quarto. Ryan Anderson trova il canestro da qualsiasi posizione, New Orleans così passa a condurre. Il buon impatto dalla panchina di Jamal Crawford aiuta ma i Los Angeles Clippers giocano con un pizzico di presunzione e subiscono un parziale di 11-0 a cavallo tra la fine del quarto e l’inizio del secondo che li caccia al -9.


    A cambiare la direzione della sfida però ci pensa l’inusuale coppia Austin Rivers-Pablo Prigioni. L’argentino sforna assist, Rivers firma tre canestri in poco più di un minuto, i Clippers così producono un contro-parziale di 15-3 e passano a condurre. Arrivano poi le giocate di CP3 nel finale ad allontanare la squadra californiana che chiude un primo tempo a due facce in crescendo e va al riposo avanti 56-49. New Orleans non regala nulla nemmeno nel terzo quarto. Omer Asik prova a mettere in difficoltà DeAndre Jordan, Tyreke Evans poi trova ritmo dal perimetro, gli ospiti continuano a inseguire ma restano aggrappati al match nonostante il solito Crawford metta in mostra la sua “instant offense” appena entrato sul parquet. I Clips provano a scappare nel finale della frazione e in apertura di quarto periodo con il canestro di Rivers toccano il +12. Tutto finito? Per nulla. New Orleans, infatti, risponde con personalità. Jrue Holiday ed Evans riportano in scia gli ospiti che spaventano lo Staples Center tornanod dl -2 con la tripla di Holiday a 3’30’’ dalla sirena. I New Orleans Pelicans costruiscono buoni tiri nei minuti finali ma quando conta di più non riescono a trovare la retina. Sul banco degli imputati ci va soprattutto Dante Cunningham che fallisce una comoda tripla del potenziale sorpasso a sette secondi dalla sirena. JJ Redick però lascia in vita i Pelicans con un 1/2 dalla lunetta e sul capovolgimento di fronte arriva l’assurdo fallo di Rivers sulla conclusione dalla lunga distanza di Holiday. Il giocatore di New Orleans ringrazia, realizza tutti e tre i liberi e trascina così il match al supplementare. Nell’overtime si gioca punto a punto fino a 1’15’’ dalla sirena quando Paul, con una magia, firma una tripla fondamentale che spinge i Los Angeles Clippers al +5. I padroni di casa non riescono a chiudere il discorso a causa dei troppi errori dalla lunetta negli ultimi 67’’ del match, New Orleans così allo scadere ha l’opportunità di pareggiare i conti ma non riesce a costruire un buon tiro; arriva così la forzatissima conclusione di Anderson che muore così sul ferro.

    Los Angeles Clippers: Paul 25 (7/14, 3/4), Crawford 21, Johnson 15. Rimbalzi: Jordan 11. Assist: Paul 11.
    New Orleans: Holiday 29 (10/23, 1/4), Evans 26, Anderson 16. Rimbalzi: Asik, Holiday 11, Anderson 10. Assist: Evans 7.

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    SUPER LEBRON JAMES COI 76ers
    E Lillard oscura Durant. Nowitzki eterno


    Houston supera Indiana in volata. Gran rimonta di Memphis su Boston, i Lakers senza Bryant cedono a Utah

    Lo spettacolo della notte Nba i fuochi d’artificio di Damian Lillard a Portland, 17 punti con cinque triple negli ultimi tre minuti per ribaltare e vincere la partita contro i Thunder di un Westbrook fin lì inarrestabile. King James trascina, con una super partita da 37 punti, i suoi Cavs sui 76ers, mentre Minnesota cade sotto i colpi dell'eterno Nowitzki, un vecchietto da 29 punti. Anthony incanta per efficienza e basket totale, sfiorando la tripla doppia, nella vittoria dei Knicks su Milwaukee, mentre le triple e la difesa di Ariza alimentano l’affermazione all’overtime di Houston su Indiana. Bene i Grizzlies che rimontano i 21 punti di svantaggio e passano sui Celtics, Hayward guida i Jazz al successo sul campo dei Lakers senza Kobe Bryant.

    Philadelphia 76ers-Cleveland Cavaliers 85-95

    Non è stato il massacro che ci si attendeva leggendo sul tabellone il nome delle 2 squadre, ma i Cavaliers (26-9) si aggiudicano la settima vittoria consecutiva, questa volta ai danni dei poveri Sixers (4-36), grazie all'ennesima super partita di James che chiude con 37 punti (con 15/22 al tiro), 7 rimbalzi e 9 assist. Tripla doppia sfiorata per King James che ha risposto così alla modalità combattiva di Philly di questa notte. Cleveland riesce infatti a prendere il pieno controllo della gara solo nell'ultima frazione. La tripla di Ish Smith (18 punti+10 assist) porta i Sixers a – 2 (81-79) con 8'22” ancora sul cronometro, il momento in cui LeBron trasforma il quarto nel suo palcoscenico. 2 jumper, un giro in lunetta e una tripla e, in un attimo, i Cavs toccano il nuovo +10. Ancora suoi i 4 punti consecutivi, a 3' dalla sirena finale, che chiudono definitivamente la pratica Philly. Sintetico ma dritto al punto King James nel post partita: “I miei compagni hanno avuto molto bisogno di me questa sera, ed io sono stato in grado di andar loro incontro”.

    Philadelphia: Okafor 21 (9/15, 3/5 tl), Smith 18, Noel 12. Rimbalzi: Noel 9. Assist: Smith 10.
    Cleveland: James 37 (12/17, 3/5 da 3, 4/7 tl), Love 15, Smith 14. Rimbalzi: Love 11. Assist: James 9.

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    Portland Trail Blazers-Oklahoma City Thunder 115-110

    Il gran finale da cinque triple e 17 punti in tre minuti di Damian Lillard ribalta una partita che i Thunder (26-12) avevano in controllo, chiudendo a tre la striscia di sconfitte dei Blazers (16-24). Lillard chiude con 8/14 da tre, 7 rimbalzi, 9 assist, e poco importa delle 7 perse, affiancato dai 22 punti con 7 rimbalzi, 6 assist e 4 triple di McCollum per spingere Portland al massimo stagionale di 19 triple segnate. Il resto arriva col gran lavoro a rimbalzo d’attacco (20) di Plumlee (6) e Davis (5) e dalla valanga di perse (19) con cui i Thunder buttano via una giornata da 10/21 da tre e 26/36 ai liberi. Eppure gli ospiti, pur avendo poco dalla panchina (16 punti), fanno la partita grazie anche all’efficacia di Adams (17 punti, 10 rimbalzi, 6/6 dal campo) di fianco a Durant e a un Westbrook ad altissimo tasso di spettacolarità, aggiungendo ai 25 punti anche 9 rimbalzi e soprattutto 15 assist. Peccato che la partita gliela vinca in faccia l’avversario diretto Lillard. Sul 95-103 con la tripla di Roberson a 3’19” dalla fine, Lillard infila tre triple in tre azioni e, anche se Westbrook risponde con un paio di canestri da due, basta ai Blazers per tornare 104-107. Crabbe con un’altra tripla ricuce sul -1 prima che Lillard riprenda il discorso con la tripla del 110 pari a 1’31” dalla fine e, dopo una persa di Ibaka, per quella del 113-110 a 1’12” dal termine. Da qui in poi ci pensano due grandi difese di Plumlee, che prima subisce il fallo in attacco di Russell Westbrook e poi stoppa Ibaka per completare l’opera.

    Portland: Lillard 31 (1/4, 8/14, 5/6 tl), McCollum 22, Aminu 16, Plumlee e Crabbe 11, Davis 10. Rimbalzi: Plumlee 11. Asssit: Lillard 8.
    Oklahoma City: Durant 28 (8/17, 2/6, 6/6 tl), Westbrook 25, Adams 17, Ibaka 14, Roberson 10. Rimbalzi: Adams 10. Assist: Westbroook 15.

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    Minnesota Timberwolves-Dallas Mavericks 87-93

    Minnesota: Wiggins 21 (7/15, 1/4 da 3, 4/5 tl), Muhammad 16, Rubio 12. Rimbalzi: Rubio, Wiggins, Dieng 7. Assist: Rubio 8.
    Dallas: Nowitzki 29 (8/15, 4/7 da 3, 1/1 tl), Parsons 14, Pachulia 13. Rimbalzi: Pachulia 11. Assist: Williams, Barea 4.


    Memphis Grizzlies-Boston Celtics 101-98

    Memphis: Randolph 25 (7/16, 1/1 da 3, 8/8 tl), Chalmers 18, Barnes 12. Rimbalzi: Randolph 13. Assist: Chalmers 4.
    Boston: Thomas 35 (7/11, 4/8 da 3, 9/9 tl), Johnson, Bradley 14, Sullinger 11. Rimbalzi: Johnson 9. Assist: Thomas 8.

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    Houston Rockets-Indiana Pacers 107-103 dts

    Houston: Ariza 24 (3/5, 5/9, 3/4 tl), Howard e Harden 21, Beverley 16, Brewer 12. Rimbalzi: Howard 17. Assist: Harden 9.
    Indiana: George 20 (4/7, 3/10, 3/3 tl), Mahinmi G.Hill e Stuckey 13, Ellis 11. Rimbalzi: Mahinmi 7. Assist: Ellis 13.

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    New York Knicks-Milwaukee Bucks 100-88

    New York: Anthony 24 (9/11, 1/5, 3/4 tl), Porzingis 15, Lopez e Thomas 13. Afflalo 11. Rimbalzi: Anthony 10. Assist: Anthony 8.
    Milwaukee: Monroe 28 (11/16, 6/7 tl), Middleton 20, Parker 14, Vaughn 10. Rimbalzi: Antetokounmop e Monroe 10. Assist: Carter-Williams 6.

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    Los Angeles Lakers-Utah Jazz 74-86

    LA Lakers: Williams 18 (4/9, 1/8, 7/9 tl), Clarkson 14, Randle 11, Nance 10. Rimbalzi: Nance 11. Assist: Williams 6.
    Utah: Hayward 25 (9/18, 1/3, 4/6 tl), Hood 14, Gobert e Burke 10. Rimbalzi: Lyles 9. Assist: Hood 4.

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    Denver Nuggets-Charlotte Hornets 95-92

    Denver: GALLINARI 27 (5/10 da due, 2/8 da tre, 11/13 tiri liberi), 6 rimbalzi, 1 recupero, 1 stoppata, 2palle perse e 1 fallo in 33'51". Harris 12, Mudiay 11, Barton 10. Rimbalzi: Barton 8. Assist: Jokic 9.
    Charlotte: Zeller 15 (6/11, 3/4 tl), Lamb 15 (5/9, 1/5, 2/2 tl), Kaminsky 14. Rimbalzi: Lamb 8. Assist: Batum 7.

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    CURRY ACCENDE I WARRIORS
    Wade non basta: Heat K.0.


    Brooklyn-San Antonio 79-106. La prima di Tony Brown è da dimenticare

    Guidate da Stephen Curry e John Wall, Golden State e Washington abbattono due delle big a Est, Miami e Chicago, vanificando le prestazioni di quantità di Dwyane Wade e Derrick Rose. Grazie anche all’impatto dalla panchina delle seconde linee, guidate rispettivamente da Barnes e Sessions.

    Golden State Warriors-Miami Heat 111-103

    Marreese Speights resta a sedere per tre quarti, entra all’inizio del quarto periodo e con tre canestri in fila dà ai Warriors (36-2) l’allungo a cui Miami (22-16) non riesce a replicare. Golden State, che aveva già allungato in doppia cifra di margine con un 13-3 in 6’ a inizio ripresa, tocca così la vittoria numero 36, a metà strada per raggiungere il record di 72 vittorie dei Bulls, così come 36° è anche il successo casalingo consecutivo, quarta striscia più lunga della storia Nba eguagliando Philadelphia 1965-67: anche qui il record è dei Bulls ‘94-96 (33). Il motore è il solito Curry da 31 punti e 6 assist ma con una gran mole di tiri, 27, affiancato dai 17 punti di Thompson e dai 22 con 12 rimbalzi e 6 assist di Green, anche se la storia della partita - orientata dalle seconde linee - riserva un posto speciale della serata ai 12 punti dalla panchina di Barnes. Dall’altra parte, Wade chiude con ben 20 punti e 11 assist, a tre rimbalzi dalla tripla doppia, ma viene tenuto al 30%, e al 40% Bosh (con 0/5 da tre) con 4 perse, nonostante i 12 rimbalzi, con gli Heat traditi dalla coppia Dragic-Green più di quanto dicano le cifre. Miami alla terza partita (1-1 le altre) del suo giro di sei partite di fila in trasferta.

    Golden State: Curry 31 (7/16, 4/11, 5/6 tl), Green 22, Thompson 17, Barnes 12. Rimbalzi: Green 12. Assist: tre con 6.
    Miami: Wade 20 (6/20, 8/8 tl), Green e Bosh 15, Deng 14, Dragic e Johnson 13. Rimbalzi: Bosh 12. Assist: Wade 11

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    Brooklyn Nets-San Antonio Spurs 79-106

    Non cambia la musica per i Nets. Il nuovo corso, dopo il licenziamento del General Manager Billy King e del tecnico Lionel Hollins, si apre con l’ennesima debacle. Contro gli Spurs naturalmente e’ difficile per tutti e Brooklyn bagna così l’esordio da head coach nella Nba di Tony Brown con una netta sconfitta, la decima consecutiva tra le mura amiche i Nets, senza mai davvero mettere in difficoltà San Antonio. Prima del match Andrea Bargnani e il suo allenatore in maglia azzurra, Ettore Messina, parlano a lungo a bordo campo. L’assistente di Popovich si dice “preoccupato” dell’attuale situazione del Mago e soprattutto del suo scarso minutaggio. Nella “prima” di coach Brown il trend non cambia molto, l’azzurro si ritaglia 15’, ma almeno sette sono di “Garbage Time”, e chiude con sette punti e due rimbalzi a referto. Tony Brown inserisce in quintetto Wayne Ellington e Donald Sloan e nei primi minuti Brooklyn riesce a reggere il confronto con gli Spurs. Brook Lopez in attacco si fa sentire, dall’altra parte del campo però si fa dominare da LaMarcus Aldridge. San Antonio sbaglia parecchio a livello offensivo nel primo quarto ma la sua superiorità sembra comunque evidente. Le giocate di Manu Ginobili e Boris Diaw regalano alla squadra texana il vantaggio in doppia cifra a metà del secondo periodo, Brooklyn prova a restare aggrappata al match con i canestri di Joe Johnson nel finale della frazione e in un modo o nell’altro riesce a non far scappare gli Spurs arrivando all’intervallo in ritardo di sette lunghezze. La buona volontà però non basta. Nel terzo quarto, infatti, San Antonio accelera e per i Nets sono guai. Kawhi Leonard fa venire il mal di testa a Johnson, Aldridge continua a dominare la zona pitturata e gli ospiti con un parziale di 17-5 scappano al +16. Entra anche Boban Marjanovic, salutato da una vera e propria ovazione. La Boban-mania che ha contagiato San Antonio va in scena anche al Barclays quindi e il serbo risponde al calore dei tifosi con una serie di giocate da leccarsi i baffi. Ginobili inventa un assist da cinema, Marjanovic va a schiacciare e gli Spurs toccano quota +22 nelle battute finali di un terzo quarto dominato in lungo e in largo. Brooklyn tenta una timida reazione all’inizio del quarto periodo, realizzando sei punti consecutivi ma oramai la gara e’ saldamente nelle mani della squadra di Popovich. San Antonio decide così di chiudere i conti e con un parziale di 12-0, chiuso dal layup di Diaw, fa partire i titoli di coda arrivando al +27 a 6’56’’ dalla sirena.

    Brooklyn: BARGNANI 7 (3/6 da due e 1/1 ai liberi) con due rimbalzi in 15’. Lopez 18 (8/17), Johnson 16. Rimbalzi: Young 9. Assist: Larkin 6. San Antonio: Aldridge 25 (12/17), Leonard 17. Rimbalzi: Aldridge 11. Assist: Ginobili 5.

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    Chicago Bulls-Washington Wizards 100-114

    Chicago: Rose 23 (6/10, 2/3, 5/5 tl), Butler 19, Gasol 15, Brooks 10. Rimbalzi: Gasol 10. Assist: Butler 7.
    Washington: Wall 17 (5/15, 2/4, 1/1 tl), Sessions 16, Porter Nené e Temple 14. Rimbalzi: Gooden 12. Assist: Wall 10.
     
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    LEBRON SBANCA CASA NOWITZKI
    Ciclone Spurs a forza 9. Milwaukee affonda Chicago


    Irving sembra finalmente tornato ai suoi livelli dopo il lungo infortunio: 22 punti e il tiro da 3 che risolve la sfida con Dallas

    I Cavs di Lebron James salvi solo al supplementare. I San Antonio Spurs si aggiudicano la nona vittoria consecutiva. Con un Tony Parker da 31 punti e 2 panchinari come Diaw e Ginobili, gli speroni passano sui Pistons. Indiana rifila un'ulteriore mazzata al disastroso momento dei Suns, vincendo di 19. Il gran finale da 12 punti negli ultimi tre minuti di Durant (30 punti alla fine) dà ai Thunder il successo in volata su Minnesota, così come in volata Milwaukee (con 29 punti di Antetokounmpo e i canestri decisivi di Middleton) sorprende Chicago alla terza sconfitta di fila, e i Lakers (Bryant si ferma di nuovo) vincono grazie a Williams la sfida tra le peggiori squadre a Ovest con New Orleans priva di Davis. Bene New York, che perde Carmelo Anthony per un infortunio alla caviglia ma vince sui Celtics e Houston, capace di cambiare ritmo nel 4° quarto e spezzare il match contro Memphis.

    Dallas Mavericks-Cleveland Cavaliers 107-110 d.t.s.

    Nemmeno Dallas riesce a rallentare i Cavaliers. Finisce 110-107 per i Cavs dopo un tempo supplementare. I Mavs toccano anche il +16 nel primo tempo ma subiscono il ritorno di LeBron e compagni e alla fine si devono inchinare dopo un supplementare. A fare la differenza ci pensa un Kyrie Irving il quale sembra davvero aver messo definitivamente alle spalle il lungo infortunio che gli ha fatto saltare le prime 24 gare della stagione. Il play dei Cavs firma un paio di triple pesantissime, compresa quella da distanza siderale che in pratica manda al tappeto i Mavericks a 13’’ dalla fine del supplementare. Si parte e i padroni di casa provano subito a fare la voce grossa. Dallas segna i primi 10 punti della gara e continua a tenere il piede sull’acceleratore, toccando il +16 già a metà della prima frazione. La falsa partenza però scuote i Cavs che si mettono a difendere per davvero e rispondono alla chiamata di Dallas con il parziale di 15-0 che zittisce il pubblico dell’American Airlines Center. Tutto da rifare per Dirk Nowitzki e compagni che comunque, dopo il passaggio a vuoto nella parte finale del primo quarto, continuano a trovare buone soluzioni a livello offensivo. Chandler Parsons e Zaza Pachulia tornano a fare male alla difesa dei Cavs nella seconda frazione, Dallas riparte e arriva al +9, due triple consecutive di Dellavedova rimettono in scia i Cavs che comunque al riposo devono inseguire con un ritardo di cinque lunghezze. Cleveland in attacco va a corrente alternata anche nella terza frazione. I Mavs, con la produzione di Nowitzki e Parsons, tornano al vantaggio in doppia cifra ma agli ospiti bastano un paio di minuti del loro basket per riprendere Dallas. A cavallo tra la fine del terzo periodo e l’inizio del quarto, così, i Cavs con le triple di Irving e di Dellavedova, agganciano la squadra texana. L’ultimo quarto diventa intenso e divertente. Si gioca punto a punto con Matthews e Williams che rispondono colpo su colpo alle giocate di LeBron e Irving. L’ex Nets riporta Dallas al +2 a 28’’ dalla fine ma la perentoria schiacciata di James, il quale chiede anche un fischio che non arriva, otto secondi più tardi pareggia i conti. Rick Carlisle consegna l’ultimo tiro nelle mani di Dirk sul quale però difende alla grande Iman Shumpert che gli strappa il pallone a tre secondi dalla sirena e prova perfino a far partire il contropiede. Smith chiama timeout ma Cleveland fa confusione con l’ultimo possesso e non riesce a trovare la conclusione prima della sirena. Si va al supplementare e a decidere il match ci pensa proprio Kyrie Irving. Parsons a 1’09’’ dalla fine riporta davanti i Mavs, il solito LeBron buca la difesa di Dallas e da sotto regala ai Cavs il +1 nel possesso successivo. Il ferro poi sputa la potenziale tripla di Deron Williams, Cleveland così manda al tappeto i padroni di casa con la conclusione dalla lunga, anzi lunghissima, distanza di Irving proprio allo scadere del cronometro dei 24’’. I Dallas Mavericks alzano bandiera bianca.

    Dallas: Parsons 25 (7/8, 3/6), Nowitzki 17, Williams 16. Rimbalzi: Pachulia 12, Nowitzki 11. Assist: Williams 10.
    Cleveland: James 27 (6/11, 3/6), Irving 22, Love 15. Rimbalzi: Love 11, James 10. Assist: Irving 9.


    Detroit Pistons-San Antonio Spurs 99-109

    Anche lontano dalla città dell'Alamo la storia non cambia. Ancora vittoria per gli Spurs (34-6), nona consecutiva, arrivata questa volta al Palace of Auburn Hills contro i Pistons (21-17). A trascinare gli speroni questa volta ci ha pensato un super Tony Parker, che mette a tabellino una prestazione da 31 punti. Detroit parte bene e mette subito il naso avanti. +8 a metà 1° quarto, ma, all'ingresso delle seconde linee, arriva il primo momento della svolta. Ginobili (15) e Diaw (12) non lasciano scappare gli avversari e combinando un 1° quarto da 19 punti iniziano a costruire il 1° vantaggio, che arriva nel 2° periodo. Drummond fatica a passare l'esame contro la coppia di professori Duncan-Aldridge e si carica di falli. Col loro centro in panchina Detroit inizia a faticare, ma rimane in scia. Caldwell-Pope (25) è il migliore dei suoi su entrambi i lati del campo, ed ha il compito di sorvegliare a vista Parker quando nel 2° tempo decide di salire definitivamente in cattedra. Il francese segna 14 punti nei primi 5 minuti della terza frazione, e ne aggiunge altri 9, fondamentali, nel 4° regalando agli Spurs la doppia cifra di vantaggio che spezza le gambe alle speranze della Mo-Town.

    Detroit: Caldwell-Pope 25 (5/8, 4/6 da 3, 3/4 tl), Drummond 17, Baynes 15. Rimbalzi: Drummond 10. Assist: Jackson 11
    San Antonio: Parker 31 (12/18, 1/1 da 3, 4/5 tl), Adridge 22, Ginboli 15. Rimbalzi: Aldridge 13. Assist: Green 5

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    Indiana Pacers-Phoenix Suns 116-97

    Indiana: George 21 (5/6, 1/6 da 3, 8/8 tl), George 20, Miles 19. Assist: Ellis 7. Rimbalzi: Miles 8
    Phoenix: Teletovic 19 (2/5, 5/8 da 3), Booker 19 (7/10, 1/2 da 3, 2/3 tl), Morris 16. Rimbalzi: Tucker 10. Assist: Tucker, Brown 5


    New York Knicks-Boston Celtics 120-114

    New York: Porzingis 26 (7/11, 3/9 da 3, 3/4 tl), Afflalo 24, Anthony 17. Rimbalzi: Williams 10. Assist: Grant 8
    Boston: Thomas 34 (10/15, 1/8 da 3, 11/12 tl), Crowder 21, Sullinger 14. Rimbalzi: Crowder 8. Assist: Thomas 8


    Memphis Grizzlies-Houston Rockets 91-107

    Memphis: Gasol 20 (8/15, 4/5), Allen 17, Lee 16. Rimbalzi: Randolph 9. Assist: Chalmers 9
    Houston: Harden 25 (2/4, 4/9 da 3, 9/10 tl), Jones 20, Howard 17. Rimbalzi: Howard 14. Assist: Terry 6

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    Milwaukee Bucks-Chicago Bulls 106-101

    Milwaukee: Antetokounmpo 29 (10/13, 0/1, 9/14 tl), Monroe 17, Parker e Middleton 16, Carter-Williams 11. Rimbalzi: Monroe 12. Assist: Middleton 9.
    Chicago: Butler 30 (7/16, 2/5, 10/12 tl), Snell e Mirotic 17, Gasol 10. Rimbalzi: Gasol 14. Assist: Butler 6.


    Minnesota Timberwolves-Oklahoma City Thunder 96-101

    Minnesota: Wiggins 22 (8/17, 0/2, 6/8 tl), LaVine 21, Muhammad 20, Towns 14. Rimbalzi: Towns 10. Assist: Rubio 6.
    Oklahoma City: Durant 30 (9/16, 2/9, 6/6 tl), Westbrook 22, Kanter 18. Rimbalzi: Ibaka 8. Assist: Westbrook 11.

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    Los Angeles Lakers-New Orleans Pelicans 95-91

    LA Lakers: Williams 19 (3/6, 1/8, 10/10 tl), Clarkson 18, Russell 13. Rimbalzi: Randle 11. Assist: Williams 8.
    New Orleans: Evans 21 (5/10, 3/7, 2/4 tl), Anderson 15, Gordon e Holiday 14, Cole 11, Ajinca 10. Rimbalzi: Asik 13. Assist: tre con 4.
     
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    GALLO, UN FURTO CHE VALE ORO
    Ruba palla a Curry e vince la partita


    Clippers inarrestabili. Durant salva i Thunder

    I Clippers non si fermano più e allungano la striscia vincente a dieci successi di fila, battendo Miami nonostante l’assenza anche di DeAndre Jordan, oltre a quella di Griffin. Cinque, massimo stagionale, sono i successi consecutivi invece di Houston, che festeggia i 10.000 punti in carriera di Harden graziata dalla tripla dell’overtime sbagliata all’ultimo secondo da Martin. Washington festeggia il rientro di Bradley Beal e, resistendo alla rimonta dei Bucks, su aggiudica la terza vittoria consecutiva. I Celtics, trascinati dal solito Thomas e da un Crowder da career-high (25 punti) tornano a sorridere, ai danni dei Pacers. Bene Charlotte che asfalta degli strani Hawks, che chiudono con il solo Millsap in doppia cifra. Nonostante l’espulsione di Westbrook, i Thunder dominano Dallas che ha lasciato a riposo tutti e cinque i propri titolari. Damian Lillard guida Portland contro gli Utah Jazz.

    Denver Nuggets-Golden State Warriors 112-110

    Con 28 punti e una palla rubata a Steph Curry a 8” dalla fine Danilo Gallinari continua il proprio momento d'oro e costringe i Warriors al 3° stop stagionale. Dall'inizio del 2016 e dopo l'infortunio alla caviglia, Gallinari ha segnato 26.1 punti a partita andando per 6 gare consecutive oltre quota 20, con 39/43 dalla lunetta nelle ultime tre gare. Per i Warriors, privi di Draymond Green (per lui la prima di due gare di riposo), il “Gallo” è stato un incubo su qualsiasi cambio difensivo: i suoi 17 tiri liberi segnati (su 19 tentati) sono il massimo per un avversario dei campioni in carica quest'anno. “Durante il suo stop ne abbiamo parlato a lungo: se lui è sempre aggressivo nell'attaccare il ferro, non dipende dal suo tiro, e i compagni lo seguono. Se continua così, merita l'All-Star Game” ha detto coach Michael Malone, che ha definito quella di Denver (15-24) una “vittoria di qualità”. Difficile dargli torto, visto che spezzare la striscia di 7 vittorie in fila di Golden State (36-3), nei primi tre quarti la difesa dei Nuggets ha tenuto il miglior attacco Nba al 44%, lasciando appena 49” di leadership ai Warriors, con 6 punti in 32” di Curry (52-51 a 1:24) a valorizzare il 2° quarto di Barnes (14 punti). Meglio anche rimbalzo (49-39), Denver nella ripresa, scivolata a -6, ha trovato le giocate importanti di Gary Harris e del duo Barton-Arthur (39 punti dalla panchina), chiudendo con un break di 23-7 un 3° quarto da 0/6 da 3 per i Warriors. Ai campioni in carica, per riaprila dal -11 a 7 minuti e mezzo dalla fine, è servito il “solito” Steph Curry, 20 punti con 7/8 dal campo nel 4° periodo, compresa la tripla del -2 a 37”. Inarrestabile, fino a 8", quando un attimo di esitazione, gli è costato caro sul possesso del possibile sorpasso: con la palla fuori dalle sue mani, il recupero in tuffo di Danilo Gallinari è valso il possesso del +4. Decisivo, perché delle ultime due triple di Kaley Thompson entra solo la prima, mentre la seconda si spegne sul primo ferro.

    Denver: GALLINARI 28 (4/12, 1/2, 17/19 tl), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 recupero; Barton 21, Harris 19, Arthur 18. Rimbalzi: Arthur 11. Assist: Nelson 9.
    Golden State: Curry 38 (8/13, 5/12, 7/7 tl), Barnes 18, Thompson 17, Bogut 15. Rimbalzi: Bogut 7. Assist: Curry 9.

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    Los Angeles Clippers-Miami Heat 104-90

    La decima vittoria di fila dei Los Angeles Clippers (26-13), tanto più senza la coppia di lunghi titolari, è una prova di forza su Miami (22-17), che era andata a Los Angeles a fare la partita, avanti anche 41-52 prima dell’intervallo. E’ a cavallo del riposo che i californiani infilano il 17-0 che ribalta la partita attorno alle giocate di Chris Paul (15 punti con 17 tiri ma 12 assist e 3 recuperi), Redick (ordinaria amministrazione) e Aldrich, top scorer con 19 punti e 7 rimbalzi (4 d’attacco) in 24’ da titolare al posto di DeAndre Jordan: la sua striscia di 350 partite giocate di fila, la più lunga tra i giocatori in attività, si interrompe per polmonite. I rimbalzi (9) li porta giù Pierce, 15 punti con tre triple in 22’ da finto lungo, il resto lo fanno i 15 punti dalla panchina con Jamal Crawford, perché dopo aver ribaltato la partita i Clippers rilanciano con un break di 13-1 a cavallo degli ultimi due quarti portando il divari sull’87-69 con 9’30” da giocare, per un parziale complessivo di 46-17 in 18’ tra fine secondo e inizio quarto periodo. Miami era priva di Dragic per una risonanza magnetica al polpaccio sinistro infortunato e ha fatto partire dalla panchina per la prima volta in stagione (non aveva giocato coi Warriors per un ginocchio destro dolorante) Hassan Whiteside, 10 punti e 11 rimbalzi in 27’. Dalla panchina arrivano anche i 19 punti con 4 triple di Green, mentre di fianco a Dwyane Wade (7 perse, su 23 di squadra, quasi quanto le 8 di tutti i Clippers) Bosh (appunto da centro) ci prova con 12 rimbalzi e 7 assist ma in una giornata da 3/11 al tiro e 0/4 da tre che interrompe a 13 la sua striscia di gare con almeno una tripla segnata.

    LA Clippers: Aldrich 19 (7/14, 5/7 tl), Crawford Pierce e Paul 15, Redick 12. Rimbalzi: Pierce 9. Assist: Paul 12.
    Miami: Green 19 (3/6, 4/8, 1/2 tl), Wade 16, Bosh 11, Whiteside 10. Rimbalzi: Bosh 12. Assist: Bosh 7.

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    Sacramento Kings-New Orleans Pelicans 97-109

    Sacramento: Belinelli 2 pt (1/6) in 20’. Cousins 32, Rondo 17. Rimbalzi: Cousins 12. Assist: Rondo 10.
    New Orleans: Davis e Gordon 24, Cole e Anderson 18. Rimbalzi: Asik 13. Assist: Holiday 10.

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    Brooklyn Nets-New York Knicks 110-104

    Brooklyn: BARGNANI 4 (2/5 da due, 0/1 da tre) con un rimbalzo in 14’. Lopez 20 (8/13), Young 19, Larkin 17. Rimbalzi: Young 11. Assist: Johnson 6.
    New York: Williams 31 (11/14, 0/3), Afflalo 18, Calderon 16. Rimbalzi: Lopez 12, Porzingis 10. Assist: Galloway 5.


    Washington Wizards-Milwaukee Bucks 106-101

    Washington: Wall 19 (5/11, 1/3 da 3, 6/8 tl), Sessions 15, Dudely 13. Rimbalzi: Dudley 6. Assist: Wall 8.
    Milwaukee: Middleton 25 (8/12, 1/5 da 3, 6/7 tl), Parker 22, Monroe 21. Rimbalzi: Monroe 12. Assist: Antetokounmpo, Carter-Williams 6.

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    Boston Celtics-Indiana Pacers 103-94

    Boston: Thomas 28 (5/12, 4/6 da 3, 6/7 tl), Crowder 25, Johnson 14. Rimbalzi: Johnson 18. Assist: Johnson, Bradley 6.
    Indiana: George 23 (4/12, 3/8 da 3, 6/8 tl), G.Hill 13, Ellis 12. Rimbalzi: Mahinmi 10. Assist: George, Ellis 4.

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    Charlotte Hornets-Atlanta Hawks 107-84

    Charlotte: Walker (5/7, 4/6 da 3, 1/1 tl), Zeller, Lin 19, Williams 8. Rimbalzi: Zeller 10. Assist: Batum 10.
    Atlanta: Millsap 20 (6/10, 1/2 da 3, 5/5 tl), Bazemore, Teague 9, Korver 7. Rimbalzi: Millsap, Muscala 5. Assist: Schroder 6.


    Houston Rockets-Minnesota Timberwolves 107-104

    Houston: Harden 27 (6/12, 2/10, 9/11 tl), Jones 16, Howard 15, Ariza e Terry 10. Rimbalzi: Howard 10. Assist: Harden 11.
    Minnesota: Wiggins 28 (7/13, 2/3, 8/9 tl), Martin 22, Towns 12. Rimbalzi: Towns 16. Assist: Rubio 12.

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    Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks 108-89

    Oklahoma City
    : Durant 29 (5/6, 4/8, 7/9 tl), Ibaka 20, Waiters 18, Payne 10. Rimbalzi: Ibaka 11. Assist: Westbrook 8.
    Dallas: Barea 18 (4/8, 3/7, 1/3 tl), Mejri 17, Felton 14, McGee 10. Rimbalzi: Mejri e Powell 9. Assist: Barea 6.

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    Portland Trail Blazers-Utah Jazz 99-85

    Portland: Lillard 21 (4/7, 4/7, 1/1 tl), McCollum 15, Leonard e Henderson 12, Crabbe 11, Aminu 10. Rimbalzi: Davis 12. Assist: Lillard 10.
    Utah: Hood 19 (4/9, 3/5, 2/2 tl), Hayward 19 (5/8, 1/4, 6/7 tl), Lyles 16, Burke 15. Rimbalzi: Gobert 8. Assist: Hayward 9.
     
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    IRRESISTIBILE SAN ANTONIO
    Anche King James si inchina


    Butler, mostruoso, ne fa 53 e i Bulls passano a Philadelphia. I Warriors si riscattano contro i Lakers

    Tony Parker e Kawhi Leonard guidano gli Spurs alla 10a vittoria in fila (la 32esima in casa) contro LeBron James e i Cavaliers. Un clamoroso Jimmy Butler da 53 punti trascina i Chicago Bulls a Philadelphia dopo il -24 del 1° tempo, pronto riscatto per Steph Curry e i Warriors, che battono i Lakers. Mario Chalmers segna il canestro decisivo per Memphis: i Detroit Pistons ancora k.o. a fil di sirena. I Raptors riscattano la doppia sconfitta del 2011 in Inghilterra e al supplementare infliggono agli Orlando Magic la sesta sconfitta nelle ultime sette partite. Le magie di Victor Oladipo non bastano. Psicodramma Kings che a +8 a 56" dalla fine si fanno raggiungere dai Jazz: serve un canestro di Rudy Gay per spuntarla e avvicinarsi alla zona playoff.

    San Antonio Spurs-Cleveland Cavaliers 99-95

    Parker prima, Leonard poi, il gran finale per Duncan e Ginobili: niente di nuovo sotto il sole Spurs, ma sempre da lasciar a bocca aperta. San Antonio (35-6) batte Cleveland (27-10) e centra la 10a vittoria consecutiva, la 32a in casa, vendicando l'ultimo k.o. all'AT&T Center, datato 12 marzo 2015 proprio contro James e compagni e restando imbattuta in stagione (23-0). Partiti da un 1° quarto sontuoso, da 32 punti con il 59% dal campo, i Cavs si sono spenti pian piano, con LeBron tenuto a 22 punti (gli Spurs sono la squadra contro cui segna meno negli ultimi tre anni...) con 9/17 dall'ottimo lavoro di Leonard, e vedono così interrompersi la propria striscia di 8 vittorie in fila. Un po' ad intermittenza nel 1° quarto, l'attacco di Pop viene preso in mano da Parker, suoi gli ultimi 12 punti del 1° tempo e i primi meriti di un break di 19-5 che ribalta il -15 del 1° quarto fino alla tripla di Leonard del sorpasso, sul 57-55. "Tony ci ha trascinato diverse volte quest'anno, non solo per i punti che fa, vedi il gran lavoro difensivo contro Irving" ha detto Popovich. Con l'inerzia dalla loro, gli Spurs volano fino al +10 con il parziale di 13-2 di inizio 4° periodo firmato dalla second unit (West, Green e Mills, per 35 punti contro i 12 della panchina Cavs), e quando nell'ultimo minuto Cleveland torna due volte a -5 ci pensano Tim Duncan (fade-away appoggiato al tabellone) e Manu Ginobili (penetrazione mancina) a mettere al sicuro il successo che mantiene l'imbattilità casalinga in stagione (23-0).

    San Antonio: Parker 24 (11/16, 0/2, 2/4 tl), Leonard 20, West 13. Rimbalzi: Leonard 10. Assist: Leonard 5.
    Cleveland: James 22 (8/14, 1/3, 3/4 tl), Thompson 18, Smith 17. Rimbalzi: Thompson 14. Assist: James 5.

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    Philadelphia 76ers-ChicagoBulls 111-115 dts

    Senza Derrick Rose e Paul Gasol, un mostruoso Jimmy Butler si carica sulle proprie i Bulls e con una prova da 53 punti li porta al successo contro i Sixers dal -24 del 1° tempo. Nessun altro aveva segnato così tanto, a Philly, se non Michael Jordan e Wilt Chamberlain, ed era dal 2004, quando ci riuscì Jamal Crawford, che nessun giocatore dei Bulls passava quota 50. Chicago (23-15) rialza così la testa battendo Philadelphia (4-37) dopo aver inseguito praticamente tutta la partita, scivolata fino al 50-26 Sixers. Apice di un 1° tempo dove la squadra di Brown trova subito ritmo (4/5 da 3 nel primo quarto) e un Okafor concreto, costruendo una prima metà di gara da 62 punti e il 54.5%. Jimmy Butler (25 all'intervallo) è Chicago dal punto di vista offensivo, ma i Chicago Bulls come squadra salgono di colpi con il passare dei minuti, mettendo le basi per 28 punti da 23 perse dei Sixers e 17 da seconda chance con 17 rimbalzi d'attacco. La prima tripla di un super 4° periodo di Covington (4/4 da 3) tiene i Philadelphia Sixers a +10, ma ormai Butler ha invertito la rotta, e nel finale è Ish Smith a dover salvare il salvabile, segnando gli ultimi 9 punti dei Sixers e replicando alla tripla di Moore per il 104 pari che vale l'overtime. "Ha fatto canestri importanti, merita credibilità. Questa è una vittoria di squadra" ha detto Jimmy Butler, che dopo aver perso l'ultimo pallone, nel supplementare cattura il rimbalzo lungo sull'errore in tap-in di Noel per sigillare la vittoria Bulls in contropiede.

    Philadelphia: Covington 25 (2/6, 6/10, 3/4 tl), Smith 24, Okafor e Stauskas 12. Rimbalzi: Noel e Covington 6. Assist: Smith 8.
    Chicago: Butler 53 (13/26, 2/4, 21/25 tl), McDermott 17, Moore 14. Rimbalzi: Noah 16. Assist: Noah 8.

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    Memphis Grizzlies-Detroit Pistons 103-101

    Memphis: Chalmers 25 (7/9, 2/6, 5/6 tl), Gasol 19, Barnes 18. Rimbalzi: Allen 7. Assist: Chalmers 8.
    Detroit: Johnson 19 (2/5, 5/9, Ilyasova 17, Morris e Jackson 12. Rimbalzi: Drummond 11. Assist: Jackson 6.


    Golden State Warriors-Los Angeles Lakers 116-98

    Golden State: Curry 26 (1/2, 8/16), Livingston 17, Barbosa 15. Rimbalzi: Green 9. Assist: Green 5.
    Los Angeles: Clarkson 22 (9/14, 1/3, 1/3 tl), Williams 21, Russell e Randle 14. Rimbalzi: Randle 9. Assist: Bryant, Williams, Russell e Randle 3.


    Orlando Magic-Toronto Raptors 103-106 d.t.s

    Orlando: Oladipo 27, Fournier 21, Vucevic 17. Rimbalzi: Vucevic 11. Assist: Oladipo 6.
    Toronto: Lowry 24, Joseph 19, DeRozan 13, Valanciunas 13. Rimbalzi: DeRozan 11. Assist: Lowry 7.


    Utah Jazz-Sacramento Kings 101-103

    Utah: Hayward 21 pt, Lyles, 19, Burke 17. Rimbalzi: Gobert 13. Assist: Neto 4.
    Sacramento: Belinelli 11 pt (3/6) in 21’. Cousins 36, Gay 24. Rimbalzi: Cousins 17. Assist: Rondo 13.

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    GALLINARI, STAVOLTA NIENTE SHOW
    Bargnani ne fa 12, ma i Nets vanno k.o.


    Danilo e Denver battuti da Miami e dalla tripla doppia con 11 stoppate di Hassan Whiteside

    Doppia sconfitta casalinga per gli azzurri impegnati nella notte NBA. Danilo Gallinari (11 punti) e Denver sbattono contro i Miami Heats, lanciata dalla tripla doppia di Hassan Whiteside. Andrea Bargnani (12) e i suoi Brooklyn Nets si inchinano a Portland, trascinata dai 33 punti di Damian Lillard.

    Denver Nuggets-Miami Heat 95-98

    Chiamatelo semplicemente Mr. Block, il signor Stoppata. Hassan Whiteside è una furia scatenata a Denver, dove con una spettacolare tripla doppia da 19 punti, 17 rimbalzi e 11 stoppate (nessuno ne ha messe a referto tante quest’anno in NBA) regala a Miami la vittoria dopo 3 sconfitte consecutive. Chris Bosh ha fatto male ai Nuggets con 24 punti, ma è stato Whiteside il segreto del successo degli Heat (23-17) orfani di Dwyane Wade (oltre che di Goran Dragic): nel secondo tempo in difesa è stato così dominante da entrare nella testa dei Nuggets, tanto che Danilo Gallinari e compagni hanno tirato col 28,6% dal campo dopo la ripresa, infilando appena 33 punti dopo i 62 del primo. E hanno chiuso con appena 22 punti in area. Per il Gallo è stata la peggior partita del 2016, la prima in gennaio con meno di 20 punti: ne ha messi a referto 11, sparacchiando 2/10 dal campo e non riuscendo per tutta la ripresa a guadagnarsi un solo tiro libero dopo averne infilati 6 (su 6 tentati) nel primo tempo. Il primo passo falso di un mese da All Star, come riconosciuto anche da coach Spoelstra prima del match. C’è quasi solo Denver (15-25) nel primo tempo. I Nuggets strappano quando dalla panchina si alza Mudiay, che con 8 punti consecutivi (chiuderà con 16) avvia il parziale di 17-5 su cui Denver costruisce il 31-20 di fine primo quarto. Il vantaggio si dilata fino al 57-39 firmato Faried a 3’29” dalla pausa lunga, dove i Nuggets arrivano avanti 62-46, il loro miglior vantaggio a fine primo tempo del 2015-16, nonostante Whiteside sia salito di tono in difesa (3 stoppate nel secondo quarto). E’ solo il prologo dello spettacolo del terzo periodo, inaugurato dal 64-46 dell’ottimo Arthur. Bosh ritrova il feeling col canestro, mettendo 10 punti nel quarto dopo gli 8 del primo tempo. Ma è Whiteside a fare la differenza: in difesa, dove le sue stoppate fanno male sia fisicamente che psicologicamente. Ma in attacco, visto che con 9 punti contribuisce al ritorno di Miami sul 78-76 quando suona la sirena, con i Nuggets tenuti a 5/21 al tiro. Winslow da tre regala agli Heat il sorpasso sul 85-82 con 9’09” da giocare, ma Denver tiene duro grazie ad Arthur e l’ultimo minuto comincia da 95 pari. Bosh colpisce subito dalla media battendo la difesa di Gallinari, che a 7” dalla fine, dopo una difesa che su Bosh che quasi finisce come quella contro Steph Curry nella vittoria su Golden State.

    Denver: GALLINARI 11 (1/5 da due, 1/5 da tre, 6/6 tiri liberi), 4 rimbalzi, 2 assist, 3 perse, 2 falli in 37’32”. Arthur 18 (8/12, 2/2 tl), Mudiay 16, Faried 14. Rimbalzi: Arthur 8, Barton 8. Assist: Jokic 5.
    Miami: Bosh 24 (8/11, 1/2, 5/6 tl), Whiteside 19, Johnson 15. Rimbalzi: Whiteside 17. Assist: Udrih 11.

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    Brooklyn Nets-Portland Trail Blazers 104-116

    Troppo Damian Lillard. I Nets provano a trovare un minimo di continuità di risultati, dopo il successo di mercoledì sui Knicks, ma devono fare i conti con il fenomeno di Portland il quale nell’ultimo quarto prende per mano i Blazers e li trascina al successo al Barclays Center. Buona prova di Andrea Bargnani il quale si fa sentire soprattutto in apertura di quarto periodo e alla fine chiude con 12 punti (4/6 da due e 1/1 da tre) in 14’ di gioco. Brooklyn parte bene con Brook Lopez che fa subito male alla difesa di Portland nella zona pitturata. Arrivano però le giocate di Lillard e le triple di Allen Crabbe, i Blazers così riprendono contatto con i padroni di casa. Dalla lunga distanza Bargnani, in chiusura di primo quarto, regala ai Nets il +6 ma le riserve di Brooklyn non riescono a tenere il passo della panchina di Portland in apertura di secondo quarto e la gara si complica. I Blazers provano a scappare con un parziale di 24-6 a cavallo tra la fine del primo periodo e l’inizio del secondo, Lopez resta in panchina un po’ troppo ma quando rientra riesce a riportare in scia la compagine newyorchese. I canestri di Sloan nel finale aiutano parecchio, i Nets comunque riposo in ritardo di sette lunghezze. I Blazers provano a prendere il largo in apertura di ripresa ma devono fare i conti con Joe Johnson. Il veterano di Brooklyn con tre triple consecutive in poco più di 90’’ riporta in scia la squadra di casa. All’inizio del quarto periodo poi sale in cattedra Andrea Bargnani e i Nets tornano davanti. L’azzurro firma otto punti nei primi 3’30’’ dell’ultimo quarto, l’aggressività di Thomas Robinson fa il resto e Brooklyn con un parziale di 13-3 cambia rotta alla gara, arrivando al +6. Tutto molto bello ma ci pensa Lillard a scombussolare i piani di Tony Brown. Il fenomeno di Portland trova una serie di canestri da cinema, la distratta difesa dei Nets non aiuta e i Blazers così rispondono con un contro break da ko: 19-2. Lillard fa quello che vuole in attacco nell’ultimo quarto, la tripla di Crabbe a 2’31’’ dalla sirena riporta poi gli ospiti al +9 e mette Brooklyn con le spalle al muro.

    Brooklyn: BARGNANI 12 (4/6 da dye, 1/1 da tre e 3/4 ai liberi) con un rimbalzo e un recuero in 14’. Lopez 25 (9/17), Johnson, Sloan 15. Rimbalzi: Robinson 10. Assist: Sloan 9.
    Portland: Lillard 33 (8/14, 5/10), Crabbe 19. Rimbalzi: Davis 10. Assist: Lillard 10.

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    CLEVELAND RIPRENDE LA MARCIA
    Nowitzki affonda i Bulls. Disastro Suns


    I Cavs di LeBron sbancano Houston. Quarta tripla doppia stagionale per Westbrook nella vittoria su Minnesota

    Cleveland riprende la marcia da nove vittorie nelle ultime dieci gare andando a vincere a Houston con soli 77 punti subiti, pronta adesso a tornare a casa per ricevere lunedì Golden State. Successo fuori casa anche per Dallas che, trascinata dalla coppia Nowitzki-Williams, vince allo United Center di Chicago sui Bulls. La quarta tripla doppia della stagione di Westbrook arriva nel match vinto dai suoi Thunder contro i Timberwolves. New Orleans batte Charlotte con l’alley-oop decisivo di Anthony Davis, mentre Antetokounmpo trascina al supplementare i Bucks per sorprendere Atlanta. Bene anche Washington che passa a Indianapolis sui Pacers, e Boston che getta sempre più i Phoenix Suns in un incubo da 12 sconfitte nelle ultime 13 gare.

    Houston Rockets-Cleveland Cavaliers 77-91

    Cleveland (28-10) chiude il giro in trasferta di sei partite con cinque vittorie, dandosi la forza dopo 24 ore dalla sconfitta a San Antonio - l’unica nelle ultime dieci gare giocate - di andare a Houston a fermare la serie di cinque successi di fila dei Rockets (21-20). Ci riesce, tenendo i texani al 35% al tiro con 18 perse, giocando una partita aggressiva e di quantità più che di brio, tenendo Harden a 2/10 con 0/5 da tre e 8 perse, Thornton a 1/10 e tutta Houston a 6/25 da tre, a cui concorre anche l’1/12 complessivo dalla panchina di Terry, Jones, Brewer e appunto Thornton. Kyrie Irving, 23 punti con 17 tiri, è insieme a LeBron James (19 punti con 14 tiri, 7 rimbalzi, 7 assist) il migliore dei Cavs che, stremati, a loro volta in attacco si fermano al 39% dal campo, il 23% da tre più il 65% dalla lunetta, sopperendo in parte coi 17 rimbalzi d’attacco, dove danno una mano Kevin Love (11 punti e 13 rimbalzi, 4/13 al tiro ma con tre triple), Thompson e Dellavedova, mentre Smith si perde in una serata da 2/12 da tre. È concedendo solo 30 punti nei quarti centrali che Cleveland soffoca Houston, con un 23-10 tra fine secondo e fine terzo quarto per volare 45-66 e da lì gestire il vantaggio attorno ai 20 punti. Adesso i Cavs tornano in Ohio per giocare in casa cinque delle prossime sei partite: e lunedì arriveranno i Warriors.

    Houston: Howard 14 (4/9, 6/10 tl), Beverley 13, Harden 11. RImbalzi: Howard 11. Assist: Harden 5.
    Cleveland: Irving 23 (8/12, 1/5, 4/5 tl), James 19, Smith 13, Love 11, Thompson 10. Rimbalzi: Love 13. Assist: James 7.

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    Chicago Bulls-Dallas Mavericks 77-83

    La solita coppia Dirk Nowitzki-Terrance Williams trascina, rispettivamente con 21 e 18 punti, i Dallas Mavericks (23-18) alla vittoria sui Chicago Bulls (23-16) che, alla quarta partita in cinque giorni, hanno accusato un po di stanchezza, soprattutto nell'ultimi periodo quando i Mavs hanno dato lo strappo decisivo alla gara. Ma è proprio Chicago ad iniziare meglio. Con Dallas che tira con un misero 28% dal campo i Chicago Bulls (che perdono ancora Noah per un nuovo infortunio alla spalla sinistra) ne approfittano e, guidati da Pau Gasol e Derrick Rose, arrivano al riposo sul + 10 (36-46). I Mavericks iniziano, però, il 2° tempo con un'energia difensiva diversa. Chicago, esausta, spegne la luce e, soffocata dall'aggressività degli avversari, segna solo 31 punti negli ultimi 2 periodi. Dallas inizia la terza frazione con un parziale di 15-2 che gli permette di mettere il naso avanti. Ma nonostante il break e le difficoltà dei Bulls la gara rimane in equilibrio, fino agli ultimi 3', quando Nowitzki e Williams salgono definitivamente in cattedra per scrivere a 4 mani, con una 2 triple decisive per il +7, la parola fine sul match. Dopo i 53 punti contro Philly Jimmy Butler si ferma a 4, con 2/11 al tiro.

    Chicago: Rose 18 (8/18, 2/2 tl), Gasol 17, Gibson 9. Rimbalzi: Gibson 11. Assist: Butler 6.
    Dallas: Nowitzki 21 (4/10, 2/5 da 3, 7/7 tl), Williams 18, Pachulia, Barea 9. Rimbalzi: Pachulia 10. Assist: Williams 6.


    Oklahoma City Thunder-Minnesota Timberwolves 113-93

    Oklahoma City: Durant 21 (6/9, 1/5 da 3, 6/7 tl), Ibaka 13, Westbrook, Adams 12. Rimbalzi: Westbrook 11. Assist: Westbrook 10.
    Minnesota: Wiggins 25 (10-22, 5/5 tl), Muhammad 15, LaVine 13. Rimbalzi: Lavine 5. Assist: Bjelica 4.

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    Indiana Pacers-Washington Wizards 104-118

    Indiana: George 21 (5/12, 1/7 da 3, 8/8 tl), G. Hill 19, Ellis 17, rimbalzi: G. Hill 8. Assist: George 7.
    Washington: Wall 28 (11/18, 1/3 da 3, 3/5 tl), Beal 22, Blair, Neal 12. Rimbalzi: Nene 8. Assist: Wall 8.


    Boston Celtics-Phoenix Suns 117-103

    Boston: Olynyk 21 (4/10, 4/6 da 3, 1/2 tl), Thomas 19, Braley, Crowder 17. Rimbalzi: Smart 11. Assist: Smart 11.
    Phoenix: Teletovic 22 (1/6, 4/7 da 3, 8/9 tl), Knight 16, Warren 13. Rimbalzi: Morris, Chandler 9. Assist: Weems 5.

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    New Orleans Pelicans-Charlotte Hornets 109-107

    New Orleans: Anderson 32 (6/11, 6/8, 2/2 tl), Davis 22, Holiday 13, Evans 12, Gordon 10. Rimbalzi: Gee 9. Assist: Holiday 10.
    Charlotte: Walker 25 (4/10, 5/7, 2/2 tl), Batum 25 (9/13, 2/9, 1/1 tl), Kaminsky 18, Williams 10. Rimbalzi: Zeller 8. Assist: Batum 8.


    Milwaukee Bucks-Atlanta Hawks 108-101 dts

    Milwaukee: Antetokounmpo 28 (9/16, 1/2, 7/9 tl), Middleton 26, Monroe e Carter-Williams 15, Parker e Henson 10.
    Atlanta: Millsap 23 (9/15, 1/4, 2/2 tl), Horford 18, Korver 17, Schroder 17. Rimbalzi: Millsap 10. Assist: Teague 10.
     
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    FENOMENO LILLARD
    A Portland la ricostruzione è già partita


    Il play è il segreto di una squadra che doveva ripartire da zero ma che grazie alle sue magie si ritrova in corsa per i playoff

    Con Damian Lillard come unico titolare superstite di una rifondazione estiva che ha visto partire l’All-Star LaMarcus Aldridge ma anche Batum, Lopez, Matthews e Afflalo, Portland dopo le ultime tre vittorie consecutive ha i playoff nel mirino, a mezza vittoria di distanza dall’ottavo posto dei Jazz, battuti nel cuore di questo filotto, aperto dalla grandinata di 8 triple, e 17 punti negli ultimi tre minuti, di Lillard coni Thunder. Un tris di successi i Blazers l’avevano già messo insieme a inizio stagione e, più recentemente, a fine dicembre. L’attuale 42.9% di successi, è certo distante dalla sbornia degli ultimi due anni di basket eccellente e ambizioni, ma per essere l’anno della ricostruzione è già meglio di quanto in Oregon avevano fatto nel 2013.


    Senza i compagni del passato attorno per tenere impegnate le difese avversarie, dunque sempre col mirino sulla schiena, Lillard ha aumentato il volume del proprio gioco senza far calare la propria qualità, come sarebbe stato umano e prevedibile. Pur passando da un roster di livello playoff a uno pieno di giocatori che in carriera erano stati usati poco o solo da specialisti, i Blazers pagano qualche buco difensivo eppure sono già il settimo miglior attacco Nba (103.7 punti ogni 100 possessi) dopo che l’anno scorso chiusero ottavi (anche se a 105.5). Coach Terry Stotts è ripartito da un playbook per l’80% uguale all’anno scorso, esplorando opzioni diverse attorno alla capacità di creare vantaggi di Damien Lillard e C.J. McCollum, l’altro grande segreto e sin dall’estate principale candidato al premio di giocatore più migliorato dell’anno, compagno di reparto ideale per alleggerire Dame con caratteristiche analoghe che rendono virtualmente impossibile concentrare la difesa su Fresco di quinquennale firmato in estate da 120 milioni, Damien Lillard è passato da 21 a 25 punti di media, sesto miglior realizzatore Nba, dietro solo a gente come Curry, Harden, Durant, Cousins e LeBron James. E’ salito da 16.6 a 20.1 tiri a partita, senza che la percentuale ne risentisse troppo (da 43.4% a 42.1%), anzi da tre è anche molto migliorata (da 34.3% a 38.3%) pur salendo da 7 a 8.3 tiri a partita. E accentrare non ha significato monopolizzare ma accrescere le opportunità di creare per i compagni, salendo da 6.2 a 7.2 assist di media. Dice di lui coach Terry Stotts: “E’ in un momento fantastico. Ha sempre segnato, ma mi piace molto che sia in doppia cifra di assist. Le sue capacità decisionali in campo sono di alto livello. Sappiamo tutti che sa segnare ma il suo gioco a tutto campo e la capacità di coinvolgere i compagni in questo periodo è stato al massimo livello”. Rientrato da una decina di giorni dalla fascite plantare al piede sinistro che gli ha fatto saltare le prime sette gare in carriera, nelle ultime quattro partite è salito a 31.3 punti con 9.8 assist e 23 triple, col 50% da oltre l’arco. La convocazione all’All Star Game non è una scienza esatta, basta chi ci è andato spesso e chi invece mai. Ma dopo la delusione della mancata chiamata dell’anno scorso (rimediata last minute dopo l’infortunio della stella dei Los Angeles Clippers Blake Griffin) che il play dei Portland Trail Blazers ha vissuto come “una mancanza di rispetto”, il rendimento attuale è molto più di un biglietto da visita per una chiamata alla partita delle stelle tra un mese a Toronto: “Parlano i fatti: dove è la nostra squadra e dove ho giocato. Sono a un punto in cui non ho bisogno di conferme. Sarebbe grande. Lo voglio. Ma non sarà come l’anno scorso”. Viene prima Portland. E prendendosela sulle spalle, ha già abbattuto i tempi della ricostruzione.

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    GOLDEN STATE CHE SUCCEDE?
    Boston all'ultimo respiro. Beli sbanca casa Clippers


    I Pistons battono i fenomeni californiani proprio nella notte in cui ritirano la maglia numero 3 di Big Ben Wallace

    Nella notte in cui Detroit omaggia, con il ritiro della storica numero 3, la carriera di Big Ben Wallace i Pistons passano su dei nervosi Warriors, alla seconda sconfitta nelle ultime 3 partite. Vince, invece, Philadelphia ai danni dei Blazers, trascinata dai 25 punti del gioiellino Okafor. Bene Milwaukee e Boston, entrambe alla seconda vittoria in 2 giorni. La gara contro i Knicks è stata monopolizzata dal Marc Gasol show che, con 37 punti, conduce i suoi Grizzlies al successo. Malissimo i Lakers, asfaltati dai Jazz di un Gobert da 18 punti e 18 rimbalzi. Belinelli contribuisce, con una partita solida, alla vittoria dei Kings sui Clippers. Bargnani rimane in campo solo 10', poi deve uscire per un problema alla caviglia: i suoi Nets finiscono k.o. ad Atlanta.

    Detroit Pistons-Golden State Warriors 113-95

    Non poteva esserci una cornice migliore per la vittoria casalinga dei Detroit Pistons (22-18) sui Golden State Warriors (37-4). I fenomeni della Baia perdono la loro seconda partita nelle ultime 3 gare proprio nella notte in cui Detroit rende il suo omaggio alla carriera di “Big” Ben Wallace, ritirando la storia numero 3 nella pausa di fine primo tempo. La squadra della Mo-Town inizia subito forte. Il trio Jackson, Caldwell-Pope, Drummond fa piazza pulita nel 1° quarto, trascinando i Pistons sul +10. La reazione di Golden State non si fa attendere. StephenCurry (autore di 38 punti) segna la tripla del -1, e, poco dopo, regala ai suoi il +3. Drummond (14+21) inizia il 2° quarto tornando a sedersi in panchina, a causa dei problemi di falli, ma, dalla stessa panchina, si alza Aron Baynes (12) che con 8 punti in 3' riporta avanti i Detroit Pistons. I Golden State Warriors sono nervosi. Green e Curry si beccano 2 tecnici nel giro di 30', mentre i padroni di casa volano sul +20. Stephen prova a ricucire lo svantaggio con un 3° periodo da 16 punti riportando lo svantaggio sul -11, appena prima di ricevere la mazzata finale. I Detroit Pistons aprono l'ultima frazione con un mega break di 16-2. La schiacciata di Tolliver, il sesto in doppia cifra per i Detroit Pistons (contro i 3 dei Warriors), per il +19 a 2'.54” alla sirena finale è il punto esclamativo.

    Detroit: Caldewell-Pope 20 (8/11, 1/5 da 3, 1/2 tl), Jackson 20 (8/16, 1/4 da 3, 1/ 4 tl), Morris 16; rimbalzi: Drummond 21; assist: Jackson 8.
    Golden State: Curry 38 (6/11, 7/15 da 3, 5/6 tl), Thompson 24, Ezeli 10; rimbalzi: Ezeli 10; assist: Green 9.

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    Washington Wizards-Boston Celtics 117-119

    Il layup di Crowder (22 punti) a 3"9 dalla sirena finale mette la parola fine alla striscia positiva di 4 vittorie consecutive dei Wizards (19-20) e regala la vittoria, la terza in fila, ai suoi Celtics (22-19). Con Bradley Beal tenuto preventivamente a riposo, John Wall si è scatenato, ma a nulla è servita la sua prestazione da 36 punti (season high), 13 assist e 7 palle rubate. Proprio l'ex prodotto di Kentucky University ha sbagliato, sulla sirena, il sottomano sinistro che avrebbe pareggiato nuovamente le cose. Alla super partita del play della squadra capitolina ha risposto, però, Isaiah Thomas, che, con 32 punti scritti a referto, ha guidato la rimonta dei Boston Celtics dai -10 punti del 3° quarto, operazione completata col sorpasso a 2' dalla sirena finale.

    Washington: Wall (11/23, 1/2 da 3, 11/13 tl), Gortat 18, Dudley 15; rimbalzi: Gortat 11; assist: Wall 13.
    Boston: Thomas 32 (1/7, 5/7 da 3, 15/16 tl), Crowder 22, Sullinger 14; rimbalzi: Sullinger 9; assist: Crowder 6.

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    Charlotte Hornets-Milwaukee Bucks 92-105

    Charlotte: Lin 15 (6/13, 3/4 tl), Williams 14, Walker, Kaminsky 12; rimbalzi: Hawes 9; assist: Batum 9.
    Milwaukee: Middleton 24 (11/16, 2/2 tl), Monroe 19, Parker 15; rimbalzi: Antetokounmpo 11; assist: Bayless 6.

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    Philadelphia 76ers-Portland Trail Blazers 114-89

    Philadelphia: Okafor 25 (12/16, 1/4 tl), Holmes 17, Smith, Covington 16; rimbalzi: Okafor 10; assist: McConnell 7.
    Portland: Lillard 14 (3/12, 1/6 da 3, 5/6 tl), Leonard 14 (4/5, 2/6 da 3), McCollum 13; rimbalzi: Leonard 7; assist: Frazier 5.

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    Memphis Grizzlies-New York Knicks 103-95

    Memphis: Gasol 37 (15/29, 7/8 tl), Green 18, Randolph 14; rimbalzi: Barnes 9; assist: Chalmers 9.
    New York: Porzingis 17 (6/9, 1/3 da 3, 2/3 tl), O'Quinn 15, Williams 13; rimbalzi: Galloway 11; assist: Calderon 5.

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    Utah Jazz-Los Angeles Lakers 109-82

    Utah: Gobert 18 (6/8, 6/7 tl), Lyles 17, Burke 16; rimbalzi: Gobert 18; assist: Hayward 5.
    LA Lakers: Williams 20 (2/12, 3/4 da 3, 7/8 tl), Russell 13, Clarkson 10; rimbalzi: Brown 7; assist: Russell 4.

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    Los Angeles Clippers-Sacramento Kings 103-110

    LA Clippers: Redick 22, Crawford 20, Aldrich 19. Rimbalzi: Aldrich 10. Assist: Paul 7.
    Sacramento: BELINELLI 7 (2/6 da 2, 1/2 da 3, 4 rimbalzi, 4 assist) Cousins 19, Gay 18. Rimbalzi: Cousins 13. Assist: Rondo 10.

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    Atlanta Hawks-Brooklyn Nets 114-86

    Atlanta: Millsap 21 (7/11, 1/2), Schroder, Bazemore 15. Rimbalzi: Schroder, Millsap 6. Assist: Schroder 10.
    Brooklyn: BARGNANI 6 (3/4 da due e 0/1 da tre) e un assist in 10’. Young 18 (8/12). Rimbalzi: Young 7. Assist: Sloan 12.

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    SAN ANTONIO CANCELLA DALLAS
    Thunder, niente regalo a Wade


    Aldridge prende sulle spalle gli Spurs, nel derby texano che non ha storia. Durant e Westbrook travolgono Miami

    Durant e Westbrook travolgono Miami, col minimo stagionale di punti subiti per i Thunder contro gli Heat, in difficoltà per risultati e defezioni. Aldridge prende sulle spalle San Antonio, nella sfida texana con Dallas che non ha storia. James Harden passeggia sui Lakers nel giorno in cui Bryant diventa secondo assistman di sempre nella storia gialloviola superando Jerry West. Minnesota a valanga su Phoenix: i Timberwolves tornano così a vincere.

    San Antonio Spurs-Dallas Mavericks 112-83

    Palla a LaMarcus Aldridge, che ripaga con 23 punti con 15 tiri e 7 rimbalzi, e San Antonio (36-6) prosegue la striscia di 33 successi casalinghi consecutivi, 24-0 in questo inizio di stagione che continua a eguagliare quello del 2010/11 come il migliore della storia degli Spurs. Ma contro Dallas (23-19) ci sono anche le cattive notizie a turbare l’undicesima vittoria consecutiva dei nero-argento, che a fine terzo quarto a gara ormai ampiamente in ghiaccio (sul +16) perdono Tony Parker per un dolore allo stesso fianco destro che gli aveva fatto saltare un paio di partite a inizio mese: lui e Duncan insieme chiudono la partita a 0/8 dal campo. In 15’ dalla panchina Simmons fa 5/7 con due triple, altre due le porta Diaw coi suoi 16 punti in 16’, il resto degli Spurs da oltre l’arco fanno 1/13 (con lo 0/7 in coppia di Green e Ginobili). Non abbastanza per impensierire San Antonio, se Dallas tira col 35.8% e Nowitzki (4 punti in 24’ con 2/10) finisce col minimo di punti segnati in quasi quattro anni, più Pachulia da 1/7, Parsons chiude a soli 5 punti..

    San Antonio: Aldridge 23 (9/15, 5/5 tl), Diaw 16, Leonard 15, Simmons 14. Rimbalzi: Aldridge 7. Assist: Parker 7.
    Dallas: Powell 15 (2/5, 2/3, 5/5 tl), Matthews 12, Felton 9. Rimbalzi: McGee 10. Assist: Barea 4.


    Oklahoma City Thunder-Miami Heat 99-74

    Miami (23-18) sparisce dal campo nel secondo tempo a Oklahoma City (30-12), segnando solo 26 punti negli ultimi 21’ e affondando al minimo stagionale di punti segnati, 74, contro la ritrovata indole difensiva dei Thunder, che al quarto successo di fila stanno tenendo gli avversari al 41% dal campo e 29% da tre durante la striscia vincente. Gli Heat chiudono col 41.7%, perdendo anche la battaglia dei possessi (19 perse, 13 rimbalzi d’attacco concessi) e lasciando solo Wade (9/15) nel giorno del 34° compleanno: Bosh chiude a 5/16, Deng 0/5 e - con le rotazioni accorciate dalle assenze di Dragic, Udrih e McRoberts - è mortificante il 2/15 al tiro che arriva dalla panchina. Oklahoma City scappa con un 17-2 per toccare il +14 nel cuore del terzo quarto con Ibaka (19 punti e 7 rimbalzi) e Roberson. Ma di fianco alla serata in ufficio di Durant, 24 punti con 24 tiri, con 5 perse ma anche 10 rimbalzi, Westbrook non fa mancare la sua quantità, chiudendo quasi con più assist (15) che tiri (5/16), ma anche con 10 rimbalzi 83 in attacco) per la quinta tripla doppia stagionale, la numero 24 in carriera. Per Miami, scesa al quinto a Est, è la quarta sconfitta nelle ultime cinque gare.

    Oklahoma City: Durant 24 (5/12, 3/8, 5/5 tl), Ibaka 19, Waiters 18, Westbrook 13. Rimbalzi: Durant e Westbrook 10. Assist: Westbrook 15.
    Miami: Wade 22 (9/14, 0/1, 4/4 tl), Johnson 16, Whiteside 14, Bosh 12. Rimbalzi: Whiteside 11. Assist: Johnson 4.

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    Los Angeles Lakers-Houston Rockets 95-112

    LA Lakers: Williams 20 (6/10, 1/2, 5/6 tl), Clarkson 16, Russell e Randle 12, Brown 10. Rimbalzi: Randle 11. Assist: Bryant 9.
    Houston: Harden 31 (6/10, 4/7, 7/10 tl), Capela e Howard 14, Ariza 13, Lawson 12, Harrell e Thornton 10. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Harden e Lawson 5.

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    Minnesota Timberwolves-Phoenix Suns 117-87

    Minnesota: Rubio, Wiggins 18, Dieng 15. Rimbalzi: Towns 8, Muhammad. Assist: Wiggins 4.
    Phoenix: Knight 20 (7/15, 2/5), Morris 17. Rimbalzi: Chandler 8. Assist: Tucker 5.


    Denver Nuggets-Indiana Pacers 129-126

    Denver: GALLINARI 23 (5/7 da due, 1/4 da 3, 10/10 tl), 4 rimbalzi, 2 assist, 2 palle rubate, 4 palle perse e 6 falli in 23 minuti, Barton 21, Harris 20; rimbalzi: Faried 9; assist: Mudiay, Foye 6
    Indiana: Turner 25 (11/13, 3/6 tl), Ellis 24, George 19; rimbalzi: S.Hill 6; assist: Young 7
     
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