ABRUZZO: natura ed eremi nel Parco della Majella [FOTO]

Alla scoperta dello spettacolare e scosceso parco abruzzese

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    ABRUZZO:
    natura ed eremi nel Parco della Majella


    Alla scoperta dello spettacolare e scosceso parco abruzzese, delle sue tradizioni e dei suoi luoghi sacri, ricchi di spiritualità e di suggestione


    E' affascinante e selvaggia la Majella, la montagna madre d'Abruzzo dove, tra spettacolari cime rocciose e impervi sentieri, si respira un'antica sacralità. Amata dagli animali selvatici, che qui trovano sicuro rifugio, ha accolto nei secoli Papa Celestino V in fuga dagli intrighi romani e decine di eremiti in cerca di ispirazione. Oggi il massiccio montuoso è stato dichiarato Parco Nazionale con sede a Guardiagrele, cittadina che la leggenda vuole fondata da Spartaco e dai suoi gladiatori ribelli, in fuga da Roma. Nel centro storico, ricco di elementi medioevali, si ammirano alcuni importanti palazzi signorili dei secoli XVII-XIX, oltre alla cattedrale di Santa Maria Maggiore, con la facciata in pietra della Majella e l'alta torre campanaria. Cinque i musei di questo borgo aggrappato alla Majella, dedicati al Costume e alla Tradizione, all'Artigianato Artistico, all'Arte Sacra conservata nel Duomo, alle specialità enogastronomiche del territorio e all'archeologia (in particolare agli scavi nella vicina necropoli di Comino). Guardiagrele è anche una delle città del pane della Majella e dai suoi forni escono ancora il buon fragrante pane casereccio guardiese, la pizza scima con vino e olio extravergine di oliva, il pane nobile con farine di diversi cereali e una ciambella dolce o salata.



    Castello di Semivicoli


    Alla periferia della cittadina Villa Maiella, uno dei migliori ristoranti abruzzesi, dove la cucina della tradizione e i prodotti a km zero - alcuni provenienti direttamente dalla fattoria della famiglia Tinari - incontrano la creatività dello chef. E se Villa Maiella si può definire un piccolo tempio del gusto abruzzese, la montagna che la sovrasta conserva ancora è un vero e proprio scrigno che protegge e quasi cela al visitatore numerosi edifici religiosi, segnati da una fede antica. Nei pressi di Roccamorice, a 35 chilometri da Guardiagrele, si incontra l'Eremo di San Bartolomeo in Legio, che risale ai primi anni della presenza eremitica sulla Maiella. Restaurato intorno al 1250 è immerso in un ambiente naturale particolarmente arido, sotto un costone roccioso che lo mimetizza. Vi si accede attraverso la scala santa, percorsa solitamente in ginocchio dai fedeli, la chiesa ha per unico arredo un semplice altare e una cavità raccoglie una piccola sorgente d'acqua, ritenuta miracolosa da pellegrini e fedeli che qui si danno appuntamento il 25 agosto, per bagnarsi ripetendo un antichissimo rituale dalle origini pagane. Poco lontano, percorrendo la ripida strada che da Roccamorice conduce al vallone di Santo Spirito, si incontra l'Eremo Santo Spirito a Majella, costruito prima dell'anno Mille. Da vedere la scala santa interamente scavata nella roccia. A una decina di chilometri di distanza ecco il Santuario di Manoppello dove si trova un pezzo di stoffa che alcuni studiosi pensano essere la Veronica (la vera icona), ovvero il velo su cui sarebbe rimasto impresso il volto di Gesù Cristo. Una cinquantina di chilometri in direzione di Sulmona e si giunge all'Eremo di Sant'Onofrio del Morrone, dove si ritirò nel giugno del 1293 San Pietro Celestino, papa e confessore. Benché modificato nei secoli e in parte distrutto dai bombardamenti dell'ultima guerra, l'eremo conserva ancora l'originario aspetto severo e inaccessibile, in posizione dominante sulla Valle Peligna. Il viaggio tra gli eremi della Majella può concludersi nei pressi di Caramanico Terme, dove si trova, a oltre 1200 metri d'altezza, il suggestivo Eremo di San Giovanni all'Orfento. Costruito in gran parte all'interno di una cavità naturale è segnalato da una piccolissima croce sulla roccia, che indica l'inizio della breve scalinata d'accesso. Nessun eremo a Lama dei Peligni, conosciuto come il paese dei camosci perché sede dell'area faunistica che ospita un gruppo di camosci d'Abruzzo della Majella. Qui si trovano il Museo Naturalistico - Archeologico, un giardino botanico con oltre cinquecento specie di piante della zona e si visitano, a quota 1475 metri, le grotte del Cavallone, aperte al pubblico e raggiungibili in funivia. Sono tra le grotte di interesse turistico più alte d'Europa. A una quindicina di chilometri da questo gioiello naturalistico si incontra Gessopalena, il borgo di gesso. Il paese deve il nome al fatto che il suo centro storico era costruito interamente con il gesso proveniente dalla vicina miniera. Le vecchie case sono state distrutte durante la seconda guerra mondiale, ma a ricordo delle origini è stato aperto un Museo del Gesso, ospitato all'interno di suggestivi ambienti rupestri, scavati in gran parte proprio nel gesso. Semivicoli è infine un piccolo borgo in posizione panoramica, con lo sguardo che nelle belle giornate può spaziare dal mare Adriatico alla Majella. Qui si trova l'antico palazzo baronale del Castello di Semivicoli circondato da un ampio giardino e affascinanti vigneti. Nel castello è possibile alloggiare in accoglienti camere dove l'antica eleganza incontra pregevoli elementi di design. Nella bella stagione il giardino inoltre ospita aperitivi in jazz, accompagnati dall'ottimo vino delle Tenute Agricole Masciarelli.



    Lama dei Peligni. Piazza Umberto I



    Eremo di Santo Spirito a Majella





    Grotte del Cavallone



    Porticato dell'Eremo di Sant'Onofrio al Morrone



    Affreschi nell'oratorio dell'Eremo di Sant'Onofrio al Morrone



    Eremo di Sant'Onofrio al Morrone



    Grotta celestiniana nell'Eremo di Sant'Onofrio al Morrone

     
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