FONTANELLATO (Pr): il labirinto più grande del mondo [FOTO]

Apre a giugno dopo sei anni di lavori con una mostra su Ligabue

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    A Fontanellato, nel cuore del Labirinto più grande del mondo

    Apre a giugno dopo sei anni di lavori con una mostra su Ligabue, la creazione di Franco Maria Ricci.

    Un giardino, un museo, una biblioteca, una casa editrice, una sala delle feste e dei balli, la piazza di un borgo con la sua chiesa, un labirinto di bambù, una torre belvedere, una collezione d’arte. E tanti altri sogni ancora. Franco Maria Ricci li ha sognati tutti, nella sua lunga vita. E alla fine li ha riuniti in un Labirinto. Il più grande esistente al mondo. Se ne parlava da almeno sei anni, da quando il raffinato editore parmense mise a punto il progetto di questa impresa degna di un principe del Rinascimento e cominciò a delimitare con flessuose piante di bambù i sentieri di un dedalo lungo circa tre chilometri. «È stata l’età a farmi innamorare di questa pianta meravigliosa. La pianta tradizionale dei labirinti è il bosso. L’avrei usato, fossi stato più giovane. Ma il bosso cresce lentamente, il bambù è velocissimo» racconta Franco Maria Ricci. E velocemente ha formato siepi alte quasi cinque metri.


    Fine maggio l’inaugurazione

    Altrettanto svelta è cresciuta, al centro di questo dedalo verde, la cittadella che ospiterà gli altri sogni di Ricci. Si inaugura alla fine di maggio. Dai primi di giugno sarà aperta al pubblico. Una squadra di architetti, decoratori, giardinieri, muratori, falegnami è affaccendata a dare gli ultimi ritocchi agli ambienti interni, a riprodurre sulle pareti i motivi floreali dei damaschi, a trasferire nelle sale destinate al museo i 400 pezzi della collezione d’arte che Ricci cominciò a raccogliere più di cinquant’anni fa. Con le opere di grandi artisti, come Jacopo Ligozzi, Ludovico Carracci, Lorenzo Bernini, e di altri meno famosi, ma che rispecchiano il gusto eclettico del padrone di casa. Si mescolano i manieristi e i neoclassici, i contemporanei Corcos, Savinio, Erté, e le crisoelefantine, piccole statue da salotto di Chiparus e altri artisti Déco. Nel cuore del Labirinto, si è sopraffatti dallo stupore per la fuga di cortili abbracciati da edifici bassi e movimentati da torrette, lesene, colonne, piramidi, logge, porticati, sfere di pietra bianca sul margine dei tetti. Appare una veduta a quinte che richiama la Città Proibita degli imperatori cinesi, ma che qui è dominata dalle forme classiche dell’architettura italiana in mattoncini rosati, usciti dalle vecchie fornaci della zona, gli stessi che gli Estensi usarono per i loro palazzi. A chiudere la prospettiva, una piramide dalla cuspide stretta e alta, con l’interno destinato alla cappella, il cui pavimento riproduce in marmi il disegno del labirinto di bambù. Ricci continua a sorvegliare i lavori centimetro per centimetro. Insieme con la moglie Laura Casalis, all’architetto Davide Dutto per la geometria dei percorsi in bambù, a Pier Carlo Bontempi che ha seguito le opere murarie, a Maddalena Casalis che ha messo a punto le decorazioni, allo chef Massimo Spigaroli, incaricato di creare ricette della tradizione parmense. Si attraversa la biblioteca che ospiterà i 1.200 libri stampati da Giambattista Bodoni oltre a 15 mila volumi di storia dell’arte. Si percorrono le sale riservate alle mostre temporanee, come quella dell’inaugurazione, dedicata a Ligabue, il pittore di Gualtieri protagonista nel 1967 del primo libro edito da Ricci, e a Pietro Ghizzardi, altro naïf delle rive del Po. Il salone destinato al bistrot, con il bianco soffitto a botte decorato a cassettoni e le pareti tappezzate di libri; la sala Bodoni, perfetta per le serate di gala sul parquet di bambù; il bookshop che ospita la fontana del ‘700 in breccia grigia accanto alla Jaguar degli anni 70; le due suite per gli ospiti d’onore. Per finanziare il progetto a due passi da Parma, Ricci vendette nel 2004 la sua casa editrice, che ora ha ricomprato e che fa rinascere al centro del Labirinto. La redazione, coordinata da Edoardo Pepino, è al lavoro. A gennaio 2016 riprenderà anche l’uscita della rivista FMR , definita da Federico Fellini «la Perla nera».

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    Nel labirinto dove si è perso anche Franco Maria Ricci

    È riuscito perfino lui a perdersi nel suo stesso labirinto. Franco Maria Ricci, tra i bambù in spaesamento minotauresco, ha tirato fuori l'iPhone che lo fa dannare ("È perfetto per fare tutto tranne che per telefonare") e ha chiamato la moglie Laura Casalis, che è saltata a bordo della Smart, ha caricato i due fedeli cagnolini Bibi e Bambù - che la strada ormai la conoscono a memoria - lo ha raggiunto e tratto in salvo. "Il progetto riesce comunque anche se uno non si perde. Perdendosi, poi, siamo più sicuri che sia un labirinto", dice oggi Ricci se si gli ricorda l'episodio che comprova il successo della sua creatura: il labirinto più grande del mondo, che siamo tornati a percorrere in una visita in anteprima a distanza di qualche anno da quando l'avevamo visitato a lavori e scavi appena iniziati. Tra poco sarà pronto, aperto e visitabile, a Masone, nella campagna attorno a Fontanellato. "Il labirinto però non è solo un sistema per perdersi, ma per ritrovarsi - precisa sempre l'editore e designer, oggi settantasettenne - solo nel Settecento il labirinto è diventato qualcosa per i nobili, che li realizzavano nelle loro ville, soprattutto per avere qualcosa di cui discutere con le persone e magari dare qualche pizzicotto di nascosto…". Il cantiere ferve, ci sono diversi lavori da completare. La neve caduta nei mesi scorsi ha danneggiato i bambù. Laura - factotum e "guardiana" dell'enorme foresta di otto ettari - si aggira tra i sentieri con un paio di forbici da giardino per potare i rametti che non ce l'hanno fatta. Mentre fa da guida ai primi gruppi di persone in cerca della sensazione di scomparire in quei tre chilometri di intricati percorsi realizzati con trenta specie diverse di bambù. "Ci sarà una segnaletica lungo il percorso", tranquillizza così i primi visitatori. Il ventotto maggio è la prima data da ricordare: ci sarà l'inaugurazione di una mostra di Ligabue - nel cinquantesimo anniversario della morte - allestita nello spazio museale. Dove poi verranno collocate le opere d'arte della collezione personale di Franco Maria Ricci che sono oggi imballate in tante casse, dentro le stanze che profumano di vernice fresca e legno appena trattato. Una ricchissima collezione artistica e bibliografica. E ricordi personali: nelle casse blu, smontata, c'è la Jaguar che Franco Maria Ricci guidava da ragazzo. La sua Jaguar: quella della mitica fotografia di Mulas in bianco e nero dove lui si sporge e saluta dal finestrino. I visitatori avranno accesso libero fino alla prima corte - dove verranno realizzati un ristorante, un bar, uno spazio che venderà prodotti tipici locali, un bookshop - e da qui decideranno se visitare il museo o perdersi nel labirinto, alla ricerca della seconda corte, proprio nel cuore dell'enorme parco. A settembre, invece, dopo qualche mese di rodaggio, ci sarà l'apertura ufficiale. Anche se Franco Maria Ricci il concetto di inaugurazione non lo approva. "Lo comunicheremo ai giornali, e senz'altro diremo quando apre - ci anticipa - se uno fa l'inaugurazione, trovo che sia sbagliatissimo: magari non tutti ricevono gli inviti e ci si fa dei nemici invece che degli amici. Invece con un avviso che oggi apre il labirinto, uno sa che può venire e pagare il biglietto. Come andare a una partita di calcio o a teatro: se uno vuole andarci, ci va". Ci sono già mesi di prenotazioni da tutto il mondo.

     
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    Anche il genio di Ligabue e Ghizzardi nel labirinto più grande del mondo

    Labirinto, museo, utopia realizzata, piccolo albergo , ristorante dello chef stellato Spigaroli.

    Duecento mila piante di bambù alte sino a cinque metri, otto ettari di superficie totali per tre chilometri di percorsi interni. Sono questi i numeri del labirinto più grande del mondo che apre il 29 maggio a Fontanellato, in provincia di Parma, da un'idea dell'editore, designer, collezionista d'arte e bibliofilo Franco Maria Ricci. Il progetto è nato da una promessa fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, offrirà non solo un unicum mondiale dal punto di vista dell'architettura e della botanica ma anche sotto il profilo artistico. Il labirinto è infatti un atelier aperto: ospita, oltre alla sede della casa editrice Franco Maria Ricci, cinquecento opere fra pitture, sculture e oggetti d'arte che spaziano dal '500 al '900 passando dal Bernini al Ligabue sino a Carracci e ad oggetti unici di design come una Jaguar degli anni '60. Nella ricca biblioteca saranno poi custoditi ben 15.000 volumi di storia dell'arte e troverà posto l'intera collezione di volumi stampati da Bodoni: oltre 1.200 libri con preziosissime legature, raccolti negli anni da Franco Maria Ricci. Inoltre, nel Labirinto saranno esposte tutte le edizioni dell'editore parmigiano e quelle di un altro importante esponente della bibliofilia italiana, Alberto Tallone. Alla presenza del critico d'arte Vittorio Sgarbi inaugurata anche una mostra con molte opere di Ligabue e Pietro Ghizzardi.



     
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2 replies since 20/4/2015, 20:14   137 views
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