ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO - Camogli (Ge) [FOTO-STORIA]

Un luogo magico e mistico sul Mar Ligure

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    ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO
    Camogli



    Abbazia di San Fruttuoso
    Camogli (Genova)
    Tel 0185 772703 e Fax 0185 775883
    E-mail: [email protected]


    VIRTUAL TOUR [QUI]


    L'Abbazia di San Fruttuoso è situata a Capodimonte, in una profonda insenatura della frastagliata costa del Monte di Portofino. Un piccolo gioiello che ha una storia molto antica e che è stato generosamente donato al FAI da Frank e Orietta Pogson Doria Pamphilj. Ai notevoli valori naturalistici e paesistici, si affiancano quelli architettonici e storici dell'Abbazia: una mirabile fusione, dunque, dove all'opera della natura si è felicemente sovrapposta quella dell'uomo. Le origini del complesso sono ancora avvolte nel mistero. Una delle tradizioni più note fa risalire la costruzione dell'abbazia al secolo VIII, quando Prospero, vescovo di Terragona in fuga dalla Spagna invasa dagli Arabi, scelse la baia per rifugiarsi e costruire una chiesa dove conservare le reliquie del martire Fruttuoso. Il culto del santo si diffuse presto in tutta la Liguria, tanto che gli si attriburono speciali funzioni di protezione per i naviganti. Gran parte dell'attuale Abbazia è databile al X-XI secolo, epoca della ricostruzione voluta dall'imperatrice Adelaide di Borgogna, vedova di Ottone I. Nella nuova struttura, la cupola bizantina, sorta nel X secolo in corrispondenza di una sorgente perenne, fu inglobata nella Torre ottagonale. In questo periodo, il complesso di Capodimonte accrebbe il suo prestigio fino ad assumere la giurisdizione su tutto il promontorio di Portofino. Dal XIII secolo le sorti di San Fruttuoso si intrecciarono con quelle della famiglia Doria, che commissionò il rifacimento dell'edificio, facendo costruire il complesso abbaziale affacciato sul mare con il loggiato a due ordini di trifore. In riconoscenza dei numerosi interventi di restauro promossi dai Doria, i monaci concessero loro la cripta attigua al chiostro inferiore come sepolcreto di famiglia: ancora oggi sono visibili le tombe in marmo bianco e pietra grigia, databili tra il 1275 e il 1305. Nel 1467, morto l'ultimo abate regolare, la comunità di benedettini lasciò il monastero, dando inizio a un inesorabile declino dell'Abbazia, che verrà retta da abati commendatari, appartenenti quasi esclusivamente alla famiglia Doria. Numerosi lavori mutarono l'aspetto interno ed esterno della Chiesa, che perse le trifore gotiche (rimaste occultate sotto uno strato d'intonaco fino al 1933), mentre l'interno del monastero venne trasformato in abitazione per i nuovi coloni. Il chiostro superiore del XII secolo, ad esempio, venne ricostruito nel XVI secolo su commissione del noto ammiraglio genovese Andrea Doria. Nel 1915 un'alluvione provocò il crollo della prima campata della Chiesa e i detriti del torrente in piena portati a valle formarono la spiaggia antistante il complesso. Un restauro promosso dalla Soprintendenza ai monumenti della Liguria, nel 1933, tentò di rimediare ai danni dell'alluvione e ripristinò le trifore originarie della facciata verso il mare. Fu il primo segnale della rinascita di San Fruttuoso, che ebbe il suo compimento con la donazione del complesso al FAI, avvenuta nel 1983. I primi restauri, eseguiti tra il 1985 ed il 1989, consentirono il recupero dell'assetto originario del Chiostro, dell'Abbazia, delle tombe dei Doria e della Sala capitolare.


    IL CHIOSTRO

    Dal giardino si giunge al primo livello dell'abbazia dove si accede all'antico chiostro romanico i cui archi a tutto sesto e doppia ghiera richiamano per forma quelli della primitiva facciata. Le esili colonne vennero successivamente rinforzate inglobandole in robuste camicie di mattoni e malta per reggere il peso del chiostro superiore. Il Chiostro Superiore, costruito nel XII secolo, è stato quasi del tutto ricostruito nel Cinquecento per volontà dell'ammiraglio Andrea Doria, che ha dotato il livello superiore di copertura a crociera, con impiego di capitelli e colonne di varia provenienza. Il capitello in primo piano, ad esempio, è romano (fine II secolo d.C.), altri sono romanici. La bella loggia romanica sul fondo, del X secolo, chiusa durante i restauri del 1933, è stata ora riaperta e guarda il mare. Nei due piani del corpo abbaziale del XIII secolo il recente restauro ha rivelato le strutture romaniche più antiche. Qui è stato allestito il Museo, che raccoglie documenti della storia dell'Abbazia, del suo tempo e della vita dei monaci. In particolare, i tavoli-vetrina dei due piani accolgono ceramiche da tavola e da cucina usate dai monaci dal XIII al XV secolo. Le ceramiche hanno varia provenienza (Liguria, Italia meridionale e mondo islamico) e sono state rinvenute in un deposito scoperto all'interno dell'abbazia durante i lavori.


    TORRE DORIA - TOMBE DEI DORIA

    Alla Torre si accede tramite una ripida scalinata che si incontra percorrendo la strada che collega l’Abbazia al borgo dei pescatori. La torre di Andrea Doria è stata edificata nel 1562 dagli eredi dell'ammiraglio, Giovanni Andrea e Pagano, per difendere il borgo e la sorgente di acqua dolce, utilizzata dai monaci, dalle incursioni dei pirati. La torre presenta sulle due facciate rivolte al mare lo stemma della Famiglia Doria, l'aquila imperiale, altre decorazioni sono visibili sulle cornici e sulle mensole. Dal livello inferiore del chiostro si accede al profondo vano a volta concesso ai Doria dai monaci come sepolcreto. Le tombe in marmo bianco e pietra frigia alternati nella tipica bicromia, sono disposte a schiera sui tre vani del vano e sono costituite da arcate in muratura singole o a coppie, in gran parte con epigrafi, e sormontati da arcosoli a sesto acuto sorretti da colonnine marmoree con tettuccio a capanna. Qui riposano sette membri della famiglia Doria, si ignora l'identità dei personaggi tumulati e nei due sepolcri e nel sarcofago "del filosofo".




    LEGGENDE

    Il Drago - La leggenda vuole che prete Giustino, uno dei giovani che accompagnarono San Prospero nella fuga dalla Spagna verso la Liguria, portò con se le ceneri dei tre martiri: Vescovo Fruttuoso e i suoi Diaconi Eulogio ed Augurio. Durante la navigazione a Giustino apparve in sogno l'angelo del signore (in altre versioni San Fruttuoso stesso) svelando che li avrebbe condotti in un luogo sovrastato da un grande monte. In una caverna di questo monte, spiegò l'angelo, abitava un enorme drago, che non avrebbero dovuto temere, perché, grazie ai poteri dei tre martiri, avrebbe potuto scacciarlo Giustino stesso. L'angelo indicò ancora che sotto una roccia avrebbero trovato una sorgente di acqua sulla quale avrebbero dovuto costruire una chiesa. La "fama del drago" è una leggenda diffusa tra i marinai, forse per allontanare i possibili contendenti che volevano rifornirsi d'acqua nel luogo. Gli spiriti degli amanti - Un’ antica leggenda narra invece che durante la notte di San Giovanni (24 giugno) sul monte di Portofino, nel punto in cui si incrociano 4 sentieri, si radunino gli spiriti di tutti gli amanti che il destino non volle lasciar unire. Questa è anche l’unica notte in cui si può raccogliere il misterioso “olio di rovere”: uno speciale unguento che per essere efficace deve essere raccolto solo tra il primo e l’ultimo rintocco della mezzanotte.

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