BRUCE NAUMAN: una giostra di ossessioni [FOTO]

Amore e odio, piacere e dolore, vita e morte

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    BRUCE NAUMAN
    UNA GIOSTRA DI OSSESSIONI


    Gli ultimi vent'anni del più influente artista americano che pone domande su amore e odio, piacere e dolore, vita e morte.


    A oltre quindici anni di distanza dalla grande antologica del Centre Pompidou, Bruce Nauman torna ad esporre a Parigi negli spazi della Foundation Cartier. Bruce è probabilmente l'artista americano più influente dell'ultimo mezzo secolo. Il suo lavoro pone domande esistenziali sulla vita e la morte, l'amore e l'odio, il piacere e il dolore. Da sempre la sua ricerca è incentrata su problematiche legate al corpo e all'identità, al ruolo del linguaggio, all'idea dell'arte come processo in cui è contemplata la presenza attiva dello spettattore. In ossequio alla politica espositiva della fondazione, che promuove nuove promesse o aspetti meno indagati nell'opera di artisti già consacrati, la mostra non si concentra sui primi pionieristici anni della sua attività, ma sugli ultimi vent'anni della sua eclettica, evidenziandone i motivi di continuità e divergenza, gli assilli tematicio. Ne consegue un percorso sinestetico tra installazioni e sculture monumentali, denso di suggestioni, in cui l'aspirazione ambientale dei suoi lavori crea un cortocircuito col contenitore che li ospita e propone un'esperienza immersiva per il pubblico. Nella "Gran Galleria" della Foundation Cartier si accampa uno degli ultimi suoi lavori: Pencil lift/Mr. Rogers (2013), un video che rimanda, come sempre nell'opera di Nauman , semplici azioni quotidiane, riprese nel suo studio. Alcuni trucchi e giochi di mani, realizzati con l'ausilio di matite, sono trasformati, complici le dimensioni imponenti, in segni ambigui, in illusioni ottiche, che permettono alle immagini di galleggiare nello spazio, giocando con le sensazioni di tensione ed equilibrio della percezione. Questo video, inoltre, prosegue la ricerca dell'artista sul linguaggio dei segni, apparentandosi ad altre opere recenti, come For beginners datato 2010 in cui le mani di Nauman proiettate su due schermi eseguono una serie di istruzioni vocali.


    Carousel, Stainless steel version


    IL PROBLEMA DEL CORPO

    Nelle gallerie al piano di sotto, l'atmosfera si fa improvvisamente più viscerale. Anthro/Socio (Rinde facing camera, 1991) è una videoinstallazione incombente, composta da sei monitor e tre proiezioni che rimandano ossessivamente il viso del performer e il cantante Rinde Eckert, posto come indica il titolo, "di fronte alla telecamera", mentre recita come un mantra ossessivo sempre le stesse parole ad alta voce: "Feed me/eat me/anthropology", "Help me/hurt me/sociology", "Feed me/help me/eat me/hurt me...". Percepite da diverse direzioni, queste frasi concise rimandano ai bisogni fisici primari dell'essere umano, problemizzandoli. La ripetizione e la moltiplicazione dell'immagine crea una sensazione di angoscia che coinvolge lo spettatore, spingendolo a riconsiderare il rapporto fra soggetto e oggetto, tra uomo e società. Quest'opera ribadisce il ruolo del linguaggio come agente catalizzatore altro motivo da sempre nella poetica di Nauman, in cui la figura appare intrappolata e combattuta fra stati esistenziali contrapposti: corpo antropologico e corpo sociale, corpo fenomenologico e corpo culturale, corpo astratto e corpo materiale. Come dovrebbe considerare il corpo umano sembra voler suggerire l'artista, un fenomeno biologico neutrale, una forma naturale che non è cambiata nel corso della storia, o della stregua di un ricettacolo di significati culturali e linguistici, legati a questioni sociale, culturali, politiche, economiche, razziali, religiose?


    Anthro/Socio (Rinde facing camera)


    RITORNO AL REALE

    Carousel, Stainless steel version, opera datata 1988, amplifica la sensazione straniante:; è un'opera che rinvia la fascinazione dell'artista, risalente alla fine degli anni '80, per la fusione e la scultura, riprese dopo una pausa di vent'anni. Gli anni '90 coincidono con il brusco ritorno al reale (dal testo omonimo di Hal Foster), in cui l'artista inizia a usare calchi da imbalsamatore, fondendoli talvolta in acciaio e alluminio come in questo caso. Carousel è un'installazione disturbata, una giostra macabra, composta da lacerti di animali smembrati che sembrano rubati dalla vetrina di un macellaio, alternati a carcasse impiccate alle travi o trascinate lentamente sul pavimento dallo stesso meccanismo. Il corpo umano cede qui il passo al cadavere animale che diviene abiezione, presenza nvisibile e riproposta nell'ostensione di frammenti, allusioni e varie tracce sparse, tese a rivelare il lato oscuro della realtà.


    Pencil lift/Mr Rogers


    LA PAROLA E IL TEMPO

    La ricerca di Nauman è oggi considerata tra le prime più radicali espressioni della pratica artistica postminimalista, nata in contrasto sia con la patinata spettacolarità della Pop art che con lo stile pacatamente raffinato del Minimalismo. In un periodo di attivismo politico e di grandi cambiamenti sociali, Nauman mette in relazione le proprie attività quotidiane e i sottoprodotti di queste stesse attività. Nei suoi primi lavori si concentra sul significato della parola, soprattutto attraverso l'utilizzo privilegiato del neon e del proprio corpo, fissandone le immagini ramite fotografie e videoregistrazioni (il celebre Self portrait as a fountain, 1968), che ripropongono simbolicamente gesti desunti dalla quotidianità, defunzionalizzati a mero codice comportamentale). L'ambiguità spaziale e il senso di instabilità si coniugano con la riflessione sul tempo, destrutturata e ricondotta a un continuo, incoercibile presente. Le sue ricerche pionieristiche sui significati e le potenzialità della scultura dei video, della performance e dell'arte ambientale hanno infuenzato intere generazioni d'artisti già dagli anni '70. Le grandi installazioni che animano il percorso espositivo pensato per gli spazi della Foundation Cartier, enfatizzano l'attenzione a suscitare reazioni contrastanti nello spettatore alle sollecitazioni ambientali da lui create, la sua attenzione verso le forme di controllo e l'utilizzo del corpo e delle sue potenzialità, sospese tra dubbi etici e assilli tecnologici più presenti all'interno della società contemporanea.

    BRUCE NAUMAN, Parigi, Fondation Cartier, dal 13 marxo al 21 giugno

    Fonte: Arte
     
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