GUMMY BEAR: il segreto degli orsetti gommosi Haribo [FOTO]

I Gummy Bear, i celebri orsetti gommosi della Haribo

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    GUMMY BEAR
    il segreto degli orsetti colorati Haribo


    Quando Mr Haribo-Hans Riegel ci ha lasciati, nell’ottobre scorso, la rete era diventata una Spoon River di orsetti colorati e gommosi in segno di lutto. Sono le caramelle della celebre azienda di origini tedesche - Haribo è l’acronimo di Ha(ns) Ri(egel) Bo(nn) - e il simbolo di una golosità infantile che di più non si può. Si fa fatica ad immaginare qualcosa di più bambinesco di un dolcetto morbido a forma di goffo plantigrado. E infatti il famoso regista statunitense David Fincher che cosa ti va a inserire tra i numerosi dettagli simbolici del suo ultimo film Gone Girl – L’amore bugiardo, inno al teatro della finzione affettivo-familiare? Una manciata di orsetti Haribo, che l’avvocato butta addosso al povero Ben Affleck prima dell’intervista decisiva per la sua vita e per la sopravvivenza della sua dignità sentimentale. Come a dire: in fondo, davanti all’amore, siamo tutti bambini. Va da sé che di gommine dolci ne abbiamo mangiate a quintali. Insieme ai «ciuccetti» di gomma e alle frizzantine in forma di Coca Cola. Insieme alle Elah Paperon Dollars (alzi la mano subito chi se le ricorda) o agli spicchietti di frutta Caffarel. Ci siamo strafogati di orsetti gommosi della Haribo — e di altre marche. Spesso senza chiederci (figuriamoci) che cosa ci fosse dentro.


    L’azienda tedesca però lo dice chiaro: «Una miscela di sciroppo di glucosio, zucchero, destrosio e gelatina. Ci sono anche concentrati di frutta e piante, aroma, amido e acidificanti. Per la produzione di caramelle gommose, dagli anni ‘80 Haribo usa in genere come sostanza di base la gelatina di maiale al posto della gomma arabica». E dunque, a causa di questo «cuore gommoso», alcune di queste caramelle sono proibite a chi, per motivi religiosi, non mangia elementi ricavati dal maiale. Ma c’è una linea «kosher», che si può reperire tramite la catena Paskesz (paskesz.com). Oppure, si precisa, alcune caramelle vengono fatte con una sorta di alga tropicale, cosa che le renderebbe buone anche per chi segue dei credo particolari. I colori invece vengono da i concentrati di ribes nero, arancia, limone, bacca di sambuco, ribes rosso e così via. «Attualmente – si legge sempre sul sito dell’azienda – la maggior parte delle caramelle viene prodotta senza ricorrere a coloranti artificiali». C’è da dire che non ovunque hanno lo stesso colore o gusto: in Europa sono un po’ più consistenti che non negli Usa, perché la multinazionale nata negli anni Venti (in un piccolo e improvvisato scantinato-laboratorio della Germania dell’epoca) è presente ovunque con i suoi prodotti. Oggi la Haribo produce in 15 stabilimenti in Europa e dà lavoro a circa 6 mila persone. Il fatturato è sui 2 miliardi di euro l’anno. L’orsetto come lo conosciamo oggi nasce nel 1922, quando Hans si ispirò agli orsi ammaestrati ancora presenti fino alla metà del secolo scorso come costante del programma d’intrattenimento di fiere e sagre. Nel corso degli anni non sono mancati gli incidenti di percorso, come quando, nel 2014, in Svezia, l’azienda è stata costretta a ritirare dal mercato alcune caramelle considerate razziste: avevano infatti le sembianze di maschere tribali africane, asiatiche e dell’America del Sud. Dal Gummy Bear (o Gold Bear) è nata una serie cartoon e persino un abito d’alta moda: nel 2012, due stiliste giapponesi, Hissa Igarashi e Sayuri Makumi, hanno confezionato un abito fatto di 50 mila orsetti Haribo, in omaggio al genio di Alexander McQueen. Non solo le Haribo. Le caramelle gommose, negli anni Ottanta e Novanta, hanno assunto le più astute sembianze affinché i bambini (più o meno grandi) avessero la sensazione, mangiando, di continuare a giocare (un po’ come le Frizzi Pazzy o Scoppiettine, quei gommine in granuli vendute in bustina che frizzavano quando le masticavi). Chi ricorda la Tubble Gum, quella specie di tubetto modello dentifricio che conteneva una pasta rosa e dolce, gommosa e decisamente seducente? Gommose le classiche mou, che sopravvivono non ancora schiacciate dalla dimenticanza. Gommose le Fruit Joy, ma anche le Gnammy, un altro caposaldo dell’epoca dei camperos.

     
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  2. Tìnuviel
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    Che fame di orsetti! Anche se poi mi si incastrano nei denti... :rolleyes:

     
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    Io preferisco le "cocacoline"...che pure quelle si attaccano ai denti! :lol:

     
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2 replies since 14/1/2015, 20:33   69 views
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