CASALE DELLA CERVELLETTA: un tesoro dimenticato [FOTO]

Il complesso risalente al XII sec versa in condizione di abbandono

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    Casale della Cervelletta,
    un tesoro medievale dimenticato



    Il complesso, di grandissimo interesse storico e culturale, risale al XII secolo, è di proprietà del Comune ma versa in una condizione di abbandono.




    Un casale medievale e un borgo rurale a pochi metri da Tor Sapienza.

    Un frammento della memoria storica di Roma che dal 1200 ai giorni nostri ha resistito a vicissitudini, guerre, carestie, malattie e che ora rischia di crollare da un momento all’altro a causa dell’incuria delle Istituzioni. Si tratta del Casale della Cervelletta, inserito nella Riserva naturale Valle dell’Aniene. La struttura, fra le poche rimaste in Regione, si compone di una torre medievale, alta 27 metri, realizzata nel XIII secolo e di un casale gentilizio costruito fra il XVI e XVII secolo. L’area, che nel secondo dopoguerra è stata acquistata da due finanziarie edilizie, nel 2001 grazie a una delibera della Giunta Rutelli, è stata assegnata al patrimonio pubblico del Comune di Roma e affidata in custodia all’associazione Insieme per l’Aniene. «Da quel momento, ad eccezione di un intervento di messa in sicurezza disposto dalla Giunta Veltroni, il casale è stato abbandonato dal Comune – spiega Mimmo Pietrangeli di Insieme per l’Aniene -. Se le Istituzioni non intervengono presto, in cinque anni questa struttura rischia di scomparire».


    Le condizioni del casale

    Secoli di storia che si sovrappongono e stratificano.

    Attraversare il borgo significa immergersi nella Roma medievale, riscoprire le tradizioni dell’agro romano. Un fascino che ha attratto anche grandi produzioni cinematografiche, ultima in ordine di tempo quella del blockbuster delle feste «Ogni maledetto Natale», che ha deciso di ambientare nella struttura gran parte delle scene. La storia recente è, comunque, molto travagliata. Fino al 1951 l’area apparteneva alla famiglia Salviati che l’ha poi ceduta a due finanziarie: la Tirrena e la Magis. Nel 2001 il casale, in seguito alle richieste dei cittadini, è entrato a far parte del patrimonio del Comune di Roma. Oggi il potere storico ed evocativo di questo luogo rischia di frantumarsi a ogni intemperia. Gli interventi disposti dalla Giunta Veltroni comprendevano lo smantellamento di due ali dei tetti delle stalle e la predisposizione di teloni che avrebbero dovuto evitare le infiltrazioni. Opere che si sono rivelate un fallimento. L’area delle stalle nel corso del tempo è in parte collassata. Muffa e piante selvatiche hanno coperto i muri. Le voragini sui soffitti favoriscono le infiltrazioni e, in caso di acquazzoni, si verificano veri e propri allagamenti. Anche la parte destinata ad abitazioni, fra cui lo splendido salone delle feste al primo piano, inizia a cedere sotto il peso del tempo. La torre è inaccessibile da molti anni e anche lo spazio esterno versa in precarie condizioni. Le aree più pericolanti sono delimitate da nastri di sicurezza, ma l’ultimo intervento risale a quasi dieci anni fa. Per salvare la struttura Insieme per l’Aniene ha nel corso del tempo lanciato molte raccolte firme e di recente ha promosso una petizione su Change.org. Insieme per l’Aniene ha cercato di non far morire il Casale creando all’interno un museo della tradizione, una biblioteca e organizzando visite guidate. «A quest’area non è mancata l’attenzione dei cittadini, ma quella delle Istituzioni. Si tratta di un sito straordinario, quasi unico nel suo genere a Roma, che rischia di crollare a causa dell’incuria. Il Comune non ha mai mostrato un vero interesse a salvare questo patrimonio storico. Nessuno è mai venuto a controllare quello che sta succedendo. Noi saremmo favorevoli anche a un intervento privato purché avvenga nel rispetto di un complesso monumentale così importante». Le proposte dell’associazione Insieme per l’Aniene ha anche studiato una serie di progetti per il futuro utilizzo del Casale dopo il restauro. «L’area potrebbe essere trasformata in uno straordinario contenitore culturale multifunzionale per realizzare attività artistiche e non – dice Pietrangeli -. Inoltre, potrebbe essere il luogo adatto per accogliere una facoltà di Scienze economico-ambientali. Si tratta di proposte che vogliono far emergere il valore essenziale del complesso. La Cervelletta, per un’area di periferia come questa, ha un’importanza fondamentale. E’ essenziale perché rappresenta la memoria storica e culturale di questi luoghi. E se poi si perde la memoria resta ben poco di noi esseri umani».



     
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