PREMIER LEAGUE 2014-15: la cronaca della stagione [FOTO]

I match clou: da Mou a Van Gaal è caccia al City

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    Passa il Liverpool:
    fa tutto il QPR in un finale folle.


    Con due autogol e 4 reti negli ultimi 7 minuti di partita i Reds passano a Loftus Road pur incappando in una prestazione povera. Finisce 2-3 per il Liverpool grazie alle autoreti di Dunne, Caulker e al gol di Coutinho. Inutile la doppietta di Vargas. Malissimo Balotelli.

    Quel ‘fa tutto il Queens Park Rangers già di per sé dovrebbe suggerirvi qualcosa. Delude ancora – e parecchio – il Liverpool di Brendan Rodgers. Delude ancora– e parecchio – Mario Balotelli. Le settimana di lavoro non ha portato benefici ai Reds che, esattamente come prima della pausa, continuano a mostrare evidenti problemi sia in costruzione del gioco che in finalizzazione. Per più di un’ora a dominare il match di Loftus Road è infatti il fanalino di coda QPR che tradito però nel primo tempo da Fer e Austin e condannato nella ripresa da due ridicole autoreti e altrettanti contropiedi permette al Liverpool peggiore della stagione di passare in un finale folle. Con quattro gol tra 87’ e 95’ i Reds vengono raggiunti per 2 volte dalla doppietta del cileno Edu Vargas ma alla fine riescono comunque a trovare i tre punti che valgono al momento l’ultimo spot per la Champions League. Ma se il rendimento continuerà a essere questo ne siamo certi il Liverpool, il famoso inno, nella prossima stagione, lo sentirà dalla televisione.


    LA CRONACA

    Fa tutto il QPR. Di nuovo. Mettiamola così. I primi 4 tocchi consecutivi del Liverpool arrivano al 27’ del primo tempo. Nel frattempo Austin si addormenta davanti a Mignolet e Fer, per due volte, riesce nell’impresa di centrare la traversa a porta più o meno vuota: prima con il tocco di patto da un metro e mezzo e poi di testa dopo l’uscita a farfalle di Mignolet. Insomma, il Liverpool gioca un primo tempo imbarazzante e in balia del pressing dei Guardiani della Regina… che però, come avrete intuito, proprio non segnano. E nella ripresa la musica non cambia un granché. Mario Balotelli decide di far peggio di Fer sparando in tribuna un pallone da depositare in gol a porta vuota dopo la respinta di McArthur su Henderson… ma per sua fortuna pochi minuti più tardi Dunne conferma di essere una sciagura e sulla punizione battuta velocemente da Sterling infila nella sua porta un goffo tocco. Il regalo è tanto generoso quanto ingiusto e sembra poter concedere al Liverpool il massimo risultato con il minimo sforzo. Poi però entra Edu Vargas e si scatena un finale folle. L’ex Napoli propizia e chiude l’azione che all’87’ vale il gol dell’1-1. Il QPR prende coraggio ma 3 minuti dopo si fa beffare in contropiede – tutti avanti per la punizione – con il bel gol di Coutinho. Finita? Nemmeno per idea. Al 92’ ancora Vargas buca Mignolet sul primo palo con un colpo di testa dagli sviluppi da corner. La lezione di due minuti prima non è però ben appresa: QPR tutto avanti per una punizione, altro contropiede di Sterling e Caulker, sulla linea di passaggio di Balotelli, anticipa e mette dentro. Rodgers alla fine quasi chiede scusa a Redknapp.

    IL TABELLINO

    QPR (5-3-2): McCarthy; Isla, Onuoha (46’ Phillips), Dunne, Caulker, Suk-young; Sandro (59’ Traore), Fer, Henry; Austin, Zamora (77’ Vargas). All: Redknapp

    Liverpool (4-2-3-1): Mignolet; Johnson, Lovren, Skrtel, Enrique; Gerrard, Can (65’ Allen); Henderson, Lallana (65’ Coutinho), Sterling; Balotelli. All: Rodgers

    Gol: 67’ aut. Dunne, 90’ Coutinho, 95’ aut. Caulker; 87’ e 92’ Vargas.

    Arbitro: Mike Dean

    Ammoniti: Dunne, Henry; Johnson, Skrtel, Coutinho.
     
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    Il Sunderland perde 8-0:
    Mannone vuole risarcire i tifosi.


    Il portiere: "Non meritano questa umiliazione, organizzerò una colletta".

    La terribile sconfitta per 8-0 sul campo del Southampton, non dà pace a Vito Mannone...

    Il portiere del Sunderland vuole risarcire i 2500 tifosi che hanno assistito dal vivo alla trasferta del St. Mary's. Come? Organizzando una colletta con i compagni di squadra: "Gliene parlerò - ha detto l'italiano -. E' imbarazzante perdere in questo modo, i tifosi non lo meritano. Sono speciali. Io a una sconfitta simile avrei reagito in modo diverso...". Ha partecipato alla mattanza anche Graziano Pellè, che ha messo a segno una personale doppietta. Il Sunderland di Poyet è precipitato al quart'ultimo posto in classifica, ma ciò che conta, adesso, è la dignità di un gesto con pochissimi precedenti: "In campo abbiamo gettato la spugna, a partire da me - spiega ancora Vito Mannone -. Dobbiamo fare meglio e far sentire questa gente orgogliosa. Farò il possibile per organizzare una colletta e pagare ai tifosi le spese del viaggio e del biglietto della partita. Non è facile per noi, ma non sarà stato facile nemmeno per loro essere allo stadio in quel momento". I tifosi presenti in trasferta erano circa duemilacinquecento. Hanno percorso seicentosessanta miglia, ognuno ha speso mediamente 130 sterline. Ripagarli tutti non sarà facile e nemmeno così scontato. Mannone vuole provarci a tutti i costi.

     
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    2-2:
    lo United soffre e pareggia a West Bromwich.


    Sotto due volte per le reti di Sessegnon e "il solito" Berahino, già fatale ai Red Devils l'anno scorso a Old Trafford, il Manchester United di van Gaal risale nello score con il belga Fellaini, appena entrato a inizio ripresa, e l'olandese Daley Blind nel finale.

    Ritmi di gioco intermittenti, reparti slegati da un disegno tattico piuttosto indefinito, applicazione inesatta delle fasi e specialmente una difesa ancora impresentabile con due centrali adattati, Jones e Rojo, e Luke Shaw disastroso in chiusura diagonale oltre che abulico in termini offensivi. Non bastasse, Evans e Valencia sono ancora assenti per infortunio, Wayne Rooney è squalificato, Radamel Falcao, appesantito dalle "fatiche" colombiane, deve iniziare dalla panchina e Angel Di Maria, per netto distacco il migliore dei suoi, esce dall'Hawthorns con la borsa del ghiaccio: il Manchester United pareggia in rimonta a West Bromwich; il suo nuovo allenatore, Louis van Gaal, aveva chiesto di essere giudicato soltanto dopo tre mesi di lavoro: siamo a fine ottobre e lo United è a dieci lunghezze in classifica dal Chelsea capolista dopo 8 giornate di Premier in cui ha subito 12 gol.


    LA CRONACA

    Le prime operazioni offensive sono tutte di matrice Albion con un grande pressing sui portatori avversari da parte dell'undici di Alan Irvine che all’ottavo minuto è già in vantaggio: l’azione nasce direttamente dal rinvio di Myhill, Dorrans anticipa Shaw a centrocampo liberando la corsa a destra di Wisdom che crossa basso per la prima intenzione vincente di Stephane Sessegnon… Gran gol dal limite, leggera deviazione di Rojo sotto l'incrocio di De Gea e 1-0 Albion. Lo United reagisce subito alzando il baricentro con la profondità verticale di Blind e Ander Herrera, ma fino all’intervallo i tiri in porta saranno soltanto tre con un sinistro debole di van Persie, una bellissima girata, ma centrale, di Di Maria e ancora l’ispirato Fideo, unico fra i suoi, in diagonale dalla distanza. Van Gaal ricomincia con Marouane Fellaini al posto di Ander Herrera scarico in mediana, e ilbelga impiega meno di 3 minuti per pareggiare lo score raccogliendo in stop di petto al limite un cross di Shaw: Fellaini s’allarga quanto basta per mandare fuori tempo Morrison e Lescott (suo ex-compagno di squadra nell’Everton) e scarica un destro di potenza sotto l'incrocio di Myhill. E dopo il pari, il match diventa unidirezionale con corner a ripetizione e Dawson e Wisdom chiamati agli straordinari difensivi per murare Mata e Di Maria e disinnescare van Persie entro l’ora di gioco. È un assedio ed è solo questione di minuti… Sì, prima che la difesa dello United vada ancora in tilt e che il WBA torni avanti con il secondo tiro in porta: smarcato in verticale da Dorrans e liberissimo sulle zolle centrali, tenuto in gioco da Rafael, Berahino spiazza De Gea in uscita. United sciagurato, United sfortunato (palo di van Persie) e penalizzato dall'arbitro dopo un netto mani in area di Pocognoli in anticipo su Januzaj. I Red Devils poi, come già più volte instagione, calano fisicamente nel finale e per il WBA sembra fatta, ma a ridosso del novantesimo Daley Blind, con una grande esecuzione mancina dal limite, batte Myhall di prima intenzione rasoterra e angolatissimo dopo un tocco di Falcao su cross di Rafael. Tempo di altro assedio con Blind ancora due volte pericoloso dalla distanza nel recupero e i corner United in doppia cifra contro i zero a favore dell'Albion, ma 'stavolta c'è poco tempo e francamente non si capisce di chi sia stata la vera fortuna. A Manchester, sponda rossa, il cantiere è ancora aperto.

    IL TABELLINO

    West Bromwich Albion (4-2-3-1): Myhill; Wisdom, Lescott, Dawson, Pocognoli; Gardner, Morrison; Gardner, Dorrans, Sessegnon (86’ Mulumbu); Berahino (Daniels, Gamboa, McAuley, Blanco, Ideye, Anichebe). All: Irvine

    Manchester United (4-4-2): De Gea; Rafael, Jones, Rojo, Shaw; Blind, Herrera (45’ Fellaini), Mata (72’ Falcao), Di Maria (76’ Young); Januzaj, van Persie (Lindegaard, Smalling, Carrick, Fletcher). All: Van Gaal

    Arbitro: Mike Dean

    Gol: Sessegnon 8’, Berahino 65’; Fellaini 48’, Blind 87'

    Ammoniti: Morrison; Blind, Rojo

     
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    Stampa a Balotelli:
    "Sei il peggior attaccante in Premier".


    "SuperMario" Balotelli è ancora a digiuno di gol e contro il Queens Park Rangers ha avuto un paio di chiare occasioni da rete fallite clamorosamente. La stampa lo attacca in maniera impietosa e anche i tifosi del Liverpool si stanno iniziando a spazientire.

    Tempi duri per Mario Balotelli...

    L'attaccante ha perso la Nazionale e non riesce a esprimere il suo valore con la maglia del Liverpool, club che lo ha riportato in Premier dopo l'esperienza al Manchester City, vissuta prima di andare al Milan. In campionato è ancora a digiuno di gol e contro il Qpr ha avuto un paio di chiare occasioni da rete fallite clamorosamente. La stampa inglese ha contato le conclusioni verso la porta avversaria di Balotelli e i numeri sono impietosi: 30 tentativi, 0 gol. Anche i tifosi dei "Reds" sono contro l'attaccante italiano, arrivato ad Anfield Road dopo la partenza di Suarez e il paragone con l'uruguaiano non lo sta sicuramente aiutando. "Non colpirebbe neanche un camion", uno dei tanti commenti negativi dei tifosi, dopo gli errori con il Qpr dell'ex Milan. Secondo il "Daily Mirror" attualmente Balotelli è il peggior attaccante della Premier League. L'unico a difenderlo è Brendan Rodgers, il manager del Liverpool che continua a scommettere su Balo: "ha bisogno di tempo, la critica è ingiusta nei suoi confronti - dice il tecnico dei "Reds" -. Viene visto come sostituto di Luis ma, come ho gia' detto, Suarez e' insostituibile, è un talento di classe mondiale e noi non stiamo chiedendo a Mario di prenderne il posto. E' un bravo ragazzo, mi piace lavorare con lui. Vuole migliorare ma e' un giocatore completamente diverso da Luis Suarez".

     
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    Colpaccio West Ham:
    il Manchester City cade 2-1.


    Amalfitano e Sakho regalano 3 punti pesantissimi agli Hammers che restano ai piani altissimi della classifica. Il City concede più di un'ora agli avversari e si sveglia tardi con Silva, ma così è ancora il Chelsea di José Mourinho a sorridere che impegnato domenica contro il Manchester United sarà comunque certo di rimanere anche nel peggiore dei casi a +5 sui campioni d'Inghilterra.

    Colpaccio del West Ham e duro colpo alla Premier League.

    Se già prima di oggi eravamo quasi certi che il campionato di Sua Maestà avesse già un padrone, oggi probabilmente cadono anche gli ultimi dubbi. Dipendeva dal Chelsea e dipenderà tutto dal Chelsea. Il Manchester City non sembra infatti in grado di poter rispondere alla corazzata Mourinho e, per la prima volta in stagione, trascina i dubbi, le incertezze e le bruttezze di coppa anche in campionato. Il West Ham di Big Sam Allardyce domina infatti per quasi 70 minuti e alla fine, nonostante la miriade di occasioni sprecate e la sofferenza nel finale, vince meritatamente. Pellegrini resta così inchiodato a -5 dal Chelsea ma soprattutto sarà chiamato a tifare Manchester United domenica pomeriggio. Se i Blues dovessero infatti passare anche all’Old Trafford, visti i valori espressi e considerati a quel punto gli 8 punti di vantaggio, si giocherebbe probabilmente solo per il secondo posto.


    LA CRONACA

    Non un granché da raccontare se non una trama che per 70 minuti è sempre la stessa: il City prova a imbastire il suo possesso ma il pressing, la grinta, l’abnegazione, l’attenzione e la voglia del West Ham sono nettamente superiori. Il dato statistico del possesso palla si trasforma così nella solito numero inutile ai fini della partita, anche perché nel primo tempo gli Hammers dominano dal punto di vista delle occasioni. Ad aprirla è Amalfitano dopo la grande corsa di Valencia ben imbeccato da Song, ma sia Sakho che Downing avrebbero due chance pulite per raddoppiare. Una situazione che non cambia nemmeno a inizio ripresa. Il West Ham è totalmente calato nella trance agonistica ben trasmessa dal pubblico di Upton Park e dopo altre occasioni non sfruttate – e un brivido con la traversa di Aguero e il successivo mezzo-miracolo di Adrian su Toure – trova il raddoppio con il colpo di testa di Sakho. Il doppio vantaggio dura però pochissimo e la perla di Silva – splendido sinistro a giro sul secondo palo – regala un finale dove il City trova più con la rabbia che col gioco le occasioni migliori. Touré incappa nel secondo legno di giornata con un destro a giro che finisce sull’incrocio dei pali ma alla fine è il West Ham a portar via i 3 punti. Hammers al momento terzi a quota sedici, un punto in meno proprio rispetto al Manchester City.

    IL TABELLINO

    West Ham (4-4-2): Adrian; Jenkinson, Collins, Reid, Cresswell; Noble (c), Song, Amalfitano (67’ Kouyate), Downing; Valencia (76’ Cole), Sakho (89’ Nolan). All: Allardyce

    Manchester City (4-2-3-1): Hart; Zabaleta, Kompany (C), Mangala, Clichy (78’ Kolarov); Toure, Fernando (78’ Milner); Navas, Silva, Aguero; Dzeko (58’ Jovetic). All: Pellegrini

    Gol: 20’Amalfitano, 75’ Sakho; 77’ Silva.

    Arbitro: Atkinson

    Ammoniti: Amalfitano, Song; Kompany.
     
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    Arsenal ok 2-0:
    Sanchez scarta i regali del Sunderland.


    Le clamorose gaffe (una per tempo) di Brown e Mannone confezionano la vittoria dei gunners. Wenger raddrizza la propria classifica, che ora conta 14 punti. Preoccupante la situazione di retroguardia dei black cats: il tecnico Poyet deve assolutamente cercare un rimedio.

    Grazie a due autentici regali, uno per tempo, arrivati per gentile concessione prima da Wes Brown e poi da Mannone, e alla rapacità di un superlativo Alexis Sanchez, l’Arsenal di mister Wenger inizia a raddrizzare la propria situazione di graduatoria portandosi a casa una vittoria per 2-0 che in classifica lo fa salire a quota 14 punti. Una partita nella quale lo spettacolo è rimasto negli spogliatoi: c’era da aspettarselo vista la delicata situazione di entrambe le squadre, coi padroni di casa ancora scioccati dall’ottovolante indigesto della settimana scorsa imposto per mano del Southampton e gli ospiti – rimaneggiati – impegnati a dare una svolta ad una stagione partita in maniera decisamente opaca, almeno per quanto riguarda il campionato.


    LA CRONACA

    Il Sunderland prova a partire aggressivo quasi a scacciare i fantasmi che aleggiano dallo scorso turno di campionato ma ben presto è l’Arsenal a prendere il sopravvento potendo comunque far leva, nonostante le numerose assenze, su una qualità tecnica media decisamente superiore rispetto a quella degli avversari. Tutte le responsabilità poggiano sui percussionisti” della fase offensiva: da Welbeck all’ultrapolmonare Oxlade-Chamberlain, fino ad arrivare ad Alexis Sanchez, vero e proprio amministratore dello stabile londinese. E’ lui a sbloccare una gara fino a quel momento giocata più sui contrasti rudi e sulle immediate chiusure degli spazi. In questo senso, va decisamente controcorrente il gioco dell’ex Manchester United Wes Brown, che al 30’ nel tentativo di effettuare un retropassaggio per Mannone, cicca la sfera e viene borseggiato dal cileno ex Barcellona e Udinese, che scatta veloce e trafigge il portiere con un tocco morbido. Subito dopo il vantaggio, i gunners vanno vicini al raddoppio con un mancino velenoso (dalla distanza) di Cazorla, che sibila il palo più lontano. Il Sunderland continua a chiudersi, invece di attaccare, l’Arsenal dal canto suo controlla la situazione con una fittissima trama di passaggi orizzontali nella trequarti campo avversaria. Stesso copione nella ripresa: il Sunderland non è praticamente mai pericoloso: ci prova qualche volta dalla distanza Con Rodwell, Van Aanholt e Larsson, ma è troppo poco per spaventare un quasi inoperoso Szczesny. L’Arsenal, da par suo, non tradisce nulla del proprio canovaccio e raddoppia esattamente nello stesso modo in cui aveva trovato il vantaggio: a tempo scaduto (92’), sempre con Sanchez, che approfitta di calamity” Mannone e del suo liscio sul retropassaggio (anch’esso piuttosto avventato di Buckley in piena area piccola. La palla arriva così al cileno Alexis Sanchez - primo ad essere stupito di tanta grazia – che mette il risultato in ghiacciaia.

    IL TABELLINO

    Sunderland (4-1-4-1): Mannone, Vergini, van Aanholt, O’Shea (c), Brown, Cattermole, Larsson, Rodwell (74’ Jordi Gomes), Buckley, Johnson (74’ Altidore), Fletcher (51’ Wickham). All: Poyet.

    Arsenal (4-2-3-1): Szczesny, Chambers, Mertesacker, Monreal, Gibbs (74’ Ballerin), Arteta (87’ Ramsey), Flamini, Oxlade-Chamberlain (90’ Rosicky), Cazorla, Sanchez, Welbeck. All: Wenger

    Arbitro: Friend

    Reti: 30’ e 92’ Sanchez (A)

    Ammoniti: Gibbs, Larsson, Welbeck, Arteta, Cattermole, Wickham

     
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    Il Liverpool pareggia:
    Balotelli non si sblocca.


    I Reds faticano contro l'Hull City che strappa un prezioso 0-0. Prosegue l’astinenza dell’attaccante, finito nel tabellino del match solo per un cartellino giallo. Il Liverpool non si sblocca e perde una buona chance per ricucire la classifica dopo la sconfitta del City.

    Mentre una compagnia di scommesse fuori ad Anfield propone ai tifosi del Liverpool di restituire la propria maglia numero 9 di Mario Balotelli in cambio di quella del mitico Fowler, Balotelli gioca davanti a una Kop nel tentativo di sbloccarsi finalmente in Premier. Niente da fare. L’ex Milan s’impegna, fatica, aiuta in fase difensiva, ma non riesce proprio a segnare. Ancora zero il numero di gol in questa stagione nel massimo campionato inglese. Una maledizione. E il Liverpool non riesce a sfondare il fortino eretto ad Anfield da un Hull City che si difende per 90 e passa minuti portando a casa un punticino prezioso. Due, invece, i punti che il Liverpool lasciano per strada fallendo così un’ottima chance per ricucire la classifica.


    LA CRONACA

    Nemmeno il calore e i brividi del mitico “You’ll never walk alone” riescono a scaldare la squadra di Rodgers, imballata nelle gambe e forse ancora tramortita per la pesante sconfitta incassata in casa mercoledì sera contro il Real Madrid. Le ferite sono ancora ben evidenti nelle teste dei giocatori, anche di Balotelli che – gli va riconosciuto – non si risparmia e anzi cerca anche di aiutare in fase difensiva. Ma non basta. Il Liverpool, schierato con un secco 4-3-3 per esaltare proprio l’unica punta (Balotelli appunto), fatica però tremendamente a costruire palle gol. Sono solo due, infatti, i sussulti per la Kop nella prima frazione. Al 10’, Lovren indovina l’angolino giusto girando di testa un corner di Gerrard, ma Elmohamady respinge sulla linea; due minuti dopo, SuperMario guadagna la profondità in area, si decentra a destra e impegna severamente sul primo palo un attento Jakupovic. Stop. Perché fino al 42’, parata di Mignolet su Livermore, non succede nulla, mentre l’ultimo brivido è un tiro di Huddlestone sporcato da Skrtel che termina in angolo. La ripresa vede lo stesso copione del primo tempo, ma minuto dopo minuto il Liverpool alza sensibilmente il ritmo del match. Senza però mai trovare la giocata vincente. Decisivo gli ingressi di Coutinho, e di una prima punta vera come Lambert, che avvantaggiano almeno tatticamente Balotelli. I padroni di casa attaccano, con furia, ma non riescono – causa sfortuna e poca precisione – a trovare il gol. L’ultima chance è sul destro proprio di SuperMario che, a due passi dalla porta, si divora una rete fatta sparando addosso a un difensore. Balotelli non segna, il Liverpool non vince, ma la Kop applaude comunque i ragazzi di Brendan Rodgers e un SuperMario a secco ma decisamente in crescita rispetto alle ultime uscite.

    IL TABELLINO

    Liverpool (4-3-3) Mignolet; Manquillo, Lovren, Skrtel, Moreno; Gerrard, Allen (dal 61’ Coutinho), Can (dal 74’ Henderson), Lallana (dal 61’ Lambert); Sterling, Balotelli. All: Rodgers

    Hull City (4-4-2) Jakupovic, Bruce, Davies, Chester, Elmohamady, Huddlestone, Diamè (dall’86’ Diamè), Livermore, Brady, Ben Arfa (dal 70’ Ramirez), Hernandez (dal 70’ Aluko). All: Bruce

    Arbitro: Jonathan Moss

    Ammoniti: Huddlestone (H), Ben Arfa (H), Balotelli (L), Henderson (L)
     
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    Non c'è pace per Balotelli:
    i tifosi del Liverpool restituiscono la maglia.


    A metà tra la trovata pubblicitaria (chi l'ha organizzata è un bookmaker) e il momento difficile che sta attraversando uno degli attaccanti italiani considerato fino a qualche tempo fa, tra i migliori in circolazione. Non c'è pace per Mario Balotelli a Liverpool: l'ennesima prestazione opaca e senza gol ha complicato ancora di più i rapporti tra l'azzurro e i tifosi dei Reds. Ieri, in occasione dello 0-0 contro l'Hull City, i fan della squadra inglese, hanno avuto la possibilità ad Anfield di restituire la maglia dell'attaccante italiano per ottenere in cambio quella di uno dei grandi attaccanti del passato come Owen e Fowler. Lunga la fila alla bancarella - come si vede dalle foto pubblicate dai principali tabloid inglesi - posizionata nella curva Kop.

     
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    Man United vecchio spirito:
    col Chelsea è pari al 94'.


    Un gol di van Persie sull'ultima azione regala ai Red Devils un punto preziosissimo, soprattutto per il morale. Chelsea comunque super-positivo e punito solo da un'ingenuità di Ivanovic nel finale. Finisce 1-1, per i Blues - ora a +5 sul Manchester City il gol è di Drogba.

    E forse è giusto così, come se lo spirito ‘till we score’del mitico Sir Alex Ferguson avesse voluto premiare un Manchester United finalmente positivo. Pur tra mille difficoltà infatti – le defezioni all’ultimo di Jones e Falcao, l’assenza di Herrera, la squalifica di Rooney… – i Red Devils giocano una partita davvero gagliarda contro il Chelsea e la pareggiano all’ultimo respiro, all’ultima azione, all’ultimo pallone disperato con la bordata di rabbia di van Persie. Uno United che esce rinfrancato nello spirito e può da questo punticino costruire un nuovo corso, specie vista l’andatura delle concorrenti in zona Champions… e non solo. Ma il vero vincitore è paradossalmente comunque Josè Mourinho. Anche oggi il suo Chelsea ha fatto sfoggio di una prova di forza impressionante, e solo la più ingenua delle stupidaggini a 20 secondi dalla fine – la punizione concessa al Manchester United – ha privato i Blues di tre punti che li avrebbero mandati a +8 sui primi credibili rivali per la corsa al titolo: il Manchester City. Il portoghese non sarà certo contento, ma dai Citizens guadagna comunque un punto. Il Chelsea è fin qui superiore a tutti, e anche questa nona giornata l’ha chiaramente dimostrato.


    LA CRONACA

    La sorpresa United si palesa quasi sin da subito. I problemi in fase di impostazione da dietro sono compensati da un grande sacrificio degli avanti – Mata in primis – e da una aggressione ai portatori di palla del Chelsea che non permette a Fabregas di gestire al meglio le tempistiche dei Blues. Le occasioni sono così frutto di giocate personali o errori individuali: la prima grossa chance in casa Red Devils arriva dal gran filtrante di Januzaj che mette in porta Robin van Persie, ma in quel caso è bravissimo Courtois; la palla gol del Chelsea è invece un’ingenuità del Rojo riadattato centrale che sbaglia l’intervento aereo e permette a Oscar di servire il destro di Didier Drogba a rimorchio, ma anche in questo caso è il portiere a fare la differenza e De Gea salva tutto. I ritmi folli della prima frazione dove a dominare erano stati intensità e sacrificio di tutti si ripalesano anche al rientro in campo, ma è il Chelsea a crederci maggiormente. Eden Hazard incanta con i suoi tocchi, De Gea si supera in un miracolo, ma dal calcio d’angolo successivo Drogba anticipa sul primo palo con uno stacco ‘amarcord finale di Monaco’ e bucando l’incolpevole spagnolo per l'1-0. Da lì in poi il Chelsea è quasi impressionante. Lo United vorrebbe gettarsi in avanti ma i Blues incantano per la facilità di controllo degli spazi e la possibilità di punire in ripartenza. I Red Devils ci provano dalle fasce fino alla fine, ma è all’ultimo respiro che succede l’imprevisto. Mourinho di gioca il classico cambio perdi-tempo del ’93 e forse, paradossalmente, la squadra si distrae un po’ e perde la trance agonistica. Alla ripresa del gioco infatti i Blues di José Mourinho si fanno trovare scoperti a sinistra e Ivanovic spende il secondo giallo per fermare l’azione. Angel Di Maria mette un pallone perfetto, Fellaini sale di testa, Courtois respinge ancora ma sul pallone vagante Robin van Persie mette dentro. Minuto ’94. Triplice fischio e un punto a testa.

    IL TABELLINO

    Manchester United (4-2-3-1): De Gea; Rafael, Smalling, Rojo, Shaw; Blind, Fellaini; Januzaj, Mata (66’ Wilson), Di Maria; Van Persie. All: van Gaal

    Chelsea (4-2-3-1): Courtois; Ivanović, Terry, Cahill, Felipe Luís; Fabregas, Matić; Willian (93' Zouma), Oscar (66’ Mikel), Hazard (90’ Schurrle); Drogba. All: Mourinho

    Gol: 53’ Drogba; 94' van Persie.

    Arbitro: Dowd

    Ammoniti: Rafael, Fellaini; Drogba, Fabregas, Oscar, Matic, Hazar

    Espulso: Ivanovic.

     
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    Newcastle-Liverpool 1-0:
    Perez affonda i Reds di Balotelli.


    E' un gol di Perez nella ripresa a condannare nuovamente i Reds di Rodgers.

    Il Liverpool cade 1-0 a Newcastle: uno scivolone destinato a ravvivare le polemiche intorno ai Reds di Rodgers che, nelle ultime due uscite, hanno racimolato un solo punto. È la prima volta in questa Premier che il Liverpool non va in rete per due gare consecutive: facile immaginare un weekend poco tranquillo per Balotelli, in campo dal primo minuto. Mario si "sbatte", partecipa al gioco della squadra più che in altre circostanze, ma il gol in campionato ancora non arriva. Quella che arriva invece è la beffa firmata Ayoze Perez. Il 21enne spagnolo del Newcastle - 16 reti la scorsa stagione nella seconda serie spagnola con il Tenerife - sfrutta al 28' della ripresa un pasticcio in area di Moreno e spedisce i Reds a passeggiare sui carboni.


    LA CRONACA

    Brendan Rodgers affianca a Mario Balotelli Sterling e Coutinho, ma nel primo tempo si fa fatica a vedere occasioni da una parte e dall'altra. I padroni di casa protestano per un intervento sospetto in area di Allen su Sissoko, ma l'arbitro lascia proseguire. Emozioni in più nella ripresa. Coutinho di testa costringe Krul alla paratona, Fabio Borini (subentrato ad Allen) calcia di poco a lato una bella sponda di Sterling. Poi l'indecisione della difesa del Liverpool e il colpaccio di Ayoze Perez che fa volare il Newcastle. Newcastle che al 32' ha anche il contropiede buono per chiudere i conti, ma Cabella non finalizza (bravo Mignolet). I bianconeri resuscitano con la terza vittoria di fila dopo Leicester e Tottenham. Per il Liverpool arriva invece la quarta sconfitta in Premier su 10 gare. Troppe. Non il modo migliore per preparare le prossime sfide contro Real Madrid e Chelsea.

    IL TABELLINO

    Newcastle (4-3-3): Krul; Janmaat, S.Taylor, Coloccini (c), Dummett; Sissoko, Abeid, Colback; Obertan (25’ Aarons), Cisse (46’ Perez), Ameobi (66’ Cabella). All: Pardew

    Liverpool (4-3-3): Mignolet; Johnson, Lovren, Skrtel, Moreno; Gerrard, Allen (66’ Borini), Henderson; Coutinho (80’ Lambert), Balotelli, Sterling. All: Rodgers

    Gol: 73’ Perez.

    Arbitro: Marriner

    Ammoniti: Taylor, Sissoko, Janmaat, Colback; Skrtel, Henderson, Lovren.
     
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    Il Chelsea va:
    non brilla, ma continua a vincere.


    I Blues si specchiano un po' troppo e alla fine passano 2-1 sul QPR ma solo grazie a un rigore di Hazard. Ad aprire la gara era stata la perla di Oscar poi raggiunta dal colpo di astuzia di Austin. Chelsea comunque sempre primissimo e momentaneamente a +9 sul City.

    Se vince anche quando non è particolarmente cinico e cattivo, allora non ce n’è proprio per nessuno. Il Chelsea va e vola momentaneamente a +9 sul City, ma nel pomeriggio di Stamford Bridge una menzione d’onore se la merita il QPR. I Guardiani della Regina si spostano a sud di pochi chilometri per giocare una gara di sacrificio e attenzione e vengono puniti solo da una fesseria dell’ex napoletano Edu Vargas che, tornato per difendere fino alla sua area di rigore, mette giù Hazard con la più stupida delle spinte. Il Chelsea, che aveva fin lì stra-dominato ma non convertito con il solito spirito mourinhano di sempre, riesce così a scampare a un pomeriggio più complicato del previsto. Servono anche queste vittorie per la corsa al titolo.


    LA CRONACA

    58% di possesso palla; 8 tiri a 1; 7 chances a 1: il primo tempo è, come prevedibile, una sorta di monologo del Chelsea. I Blues partono infatti forte e consapevoli che, con il derby di Manchester ancora da giocare, anche la decima giornata può essere territorio di caccia. Redknapp prepara la classica gabbia in mezzo al campo e allora il Chelsea ci prova dalle fasce, ma nonostante il fortino regga una buona mezz’ora, alla fine i Blues passano meritatamente avanti grazie alla perla di Oscar: l’assist è tanto per cambiare di Fabregas e il brasiliano con un esterno destro balisticamente splendido buca Green sul palo lungo. Il dominio visto in campo sotto ogni aspetto del gioco non si traduce però in un punteggio da poter far dormire sonni tranquilli e così, nonostante l’intervallo e i presumibili rimproveri di Mourinho, il Chelsea esercita sterile controllo anche nella ripresa. Poco dopo lo scoccare dell’ora di gioca arriva però la beffa: al primo vero tiro verso lo specchio di Fer il caldissimo Austin mette il tacco che sorprende Courtois. Il Chelsea, che dominando aveva finito con il toppo specchiarsi, è sull’1-1. La reazione c’è ma è più confusa che rabbiosa, e solo la fesseria di Edu Vargas permette ai Blues di ritrovare quasi subito il gol: il cileno torna a difendere fino all’area e con un’ingenua spallata stende Hazard sulla corsa. Rigore e gol del belga. Da lì alla fine non ci sarà più spazio per nuovi svarioni ma anzi, sia Schurrle che Terry, troveranno un grande Green a dire di no. Insomma, pericolo scampato… ma più che gli avversari è sempre il Chelsea a dare la sensazione di fare tutto. Nel bene e nel male naturalmente.

    IL TABELLINO

    Chelsea (4-2-3-1): Courtois; Ivanovic, Cahill, Terry (c), Filipe Luis; Matic, Fabregas; Willian (65’ Drogba), Oscar, Hazard; Diego Costa (78’ Schurrle). All: Mourinho

    QPR (4-5-1): Green; Isla, Dunne, Caulker, Suk-Young; Vargas, Henry, Fer (84’ Traore), Sandro, Hoilett (62’ Zamora); Austin. All: Redknapp

    Arbitro: Dean

    Gol: 32’ Oscar, 76’ rig. Hazard; 63’ Austin.
     
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    L'Arsenal si sblocca nel finale:
    Southampton ancora 2°.


    Dopo 70 minuti di fatica i Gunners abbattono il muro del Burnely: finisce 3-0. Saints corsari anche ad Hull: è 0-1.

    Arsenal-Burnley 3-0
    (70’ e 90’ Sanchez, 72’ Chambers)

    Ci vogliono 70 minuti esatti per far crollare il muro del sempre più ultimo – e sempre a caccia della prima vittoria – Burnley. La squadra di Sean Dyche scende a Londra con la voglia di strappare un punticino che farebbe morale e per un’ora e dieci di gioco le sue barricate reggono. Quando Sanchez però sblocca la gara e Chambers allunga immediatamente i piani saltano e l’Arsenal chiude così per 3-0 una partita dove ha tirato 32 verso la porta degli avversari. Un pari che per i Gunners sarebbe stata un’autentica beffa e che invece permette a Wenger di agganciare a quota 17 il quarto posto.


    Hull City-Southampton 0-1
    (3’ Wanyama)

    Non accenna a volersi ferma la grande corsa del Southampton di Ronald Koeman che forte di un calendario alla portata potrebbe continuare a sognare almeno fino a metà novembre. Il campo dell’Hull non era comunque semplicissimo da espugnare ma il gol dopo 3 minuti di Wanyama arrivato con una conclusione da 40 metri dopo il rinvio sbagliato di Jakupovic ha messo subito il pomeriggio di discesa. Forti della miglior difesa della Premier League – 5 gol subiti dopo 10 giornate – i Saints hanno così mantenuto il clean sheet e portato via altri 3 punti che li tengono a -4 dal Chelsea.
     
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    City 1, United 0:
    Aguero punisce la follia di Smalling.


    Il derby di Manchester finisce ai ragazzi di Pellegrini che sfruttano la superiorità numerica dopo l'espulsione di Smalling: decide un gol di Aguero. Red Devils comunque molto positivi per l'atteggiamento nonostante la sconfitta; City che così risponde al Chelsea e torna a -6.

    Vince il City, ma vince un po’ anche lo United. Un ossimoro evidente, ma attenzione a quanto ci ha raccontato il campo. A portare a casa i 3 punti sono ovviamente solo gli uomini di Pellegrini che rispondono così al Chelsea di José Mourinho e restano a ‘solo’ 6 punti dalla vetta, ma per lo spirito visto in campo i Red Devils escono promossi dal doppio scontro Chelsea-City; e questo nonostante sia arrivato un solo punto. I problemi dei Red Devils in questo momento sono infatti riconducibili alla sciagurata gestione delle risorse sul mercato estivo più che ai risultati e al gioco, e aver dilapidato risorse in avanti trascurando un reparto difensivo che oggi ha visto nell’ordine schierare due ali (Valencia e Shaw), un esterno mancino come centrale (Rojo), un centrocampista (Carrick), un classe ’95 (McNair) e una sciagura (Smalling), alla fine è una scelta che non può passare impunita… e questo nonostante gli evidenti progressi dal punto di vista del gioco e dell’atteggiamento. A godere è così un City ancora non brillantissimo ma maturo e intelligente al punto giusto da punire i rivali cittadini. Per fare la guerra al Chelsea di Mourinho però servirà ancora un bel passo in avanti.


    LA CRONACA

    Rooney mezz’ala, Valencia esterno di difesa, Fellaini jolly. Come al solito con van Gaal c’è da divertirsi ma per un buon quarto d’ora è il Manchester United il migliore in campo. Il City parte infatti piuttosto lento e timoroso e, a differenza dei Red Devils, sembra quasi sentire il peso dell’occasione. Quando gli uomini in azzurro riescono però ad accelerare trovando lo United scoperto dietro, per i Red Devils sono guai: De Gea è così super prima su Navas e poi su Aguero. La partita vive così fasi di spinta dell’una e dell’altra squadra fino al momento chiave del pomeriggio: il doppio giallo in 10 minuti a Chris Smalling. Il centrale del ManU ha la geniale idea di prendersi il primo cartellino per andare a disturbare il rinvio di Hart e il secondo con un tackle folle su Milner (da rosso diretto). Lo United, senza un centrale di ruolo in panchina deve riadattare Fellaini, levare Januzaj e inserire Carrick. Sulla carta una sofferenza. Teoria e pratica si confermano sin da subito nella ripresa. Il City parte con l’aggressività di chi ha a quel punto tutto da guadagnare e nulla da perdere e dopo quasi un quarto d’ora d’assedio passa: l’assist di Toure taglia fuori Di Maria, Clichy mette al centro per Aguero che bruciando il giovane McNair – entrato qualche minuto prima a causa del ko di Rojo – mette dentro l’1-0. La squadra di Pellegrini capisce che è meglio non correre rischi e provare a chiuderla, ma i vari tentativi non risultato precisi e il finale, nonostante l’uomo in meno, è a marca United. Rooney è commovente nel suonare la carica, Van Persie e Di Maria provano a sorprendere Hart, ma alla fine il vantaggio minimo è gestito. United promosso per l’atteggiamento e per una gara che undici contro undici sarebbe senz’altro stata diversa; City bravo nello sfruttare il regalo e far suo il derby.

    IL TABELLINO

    Manchester City (4-4-2): Hart; Zabaleta, Demichelis, Kompany, Clichy; Navas, Fernando, Toure, Milner (70’ Nasri); Jovetic (72’ Dzeko), Aguero (84’Fernandinho). All: Pellegrini

    Manchester United (4-2-3-1): De Gea; Valencia, Smalling, Rojo (54’McNair), Shaw; Blind, Fellaini; Di Maria, Roonet, Januzaj (42’ Carrick); van Persie (82’ Wilson). All: van Gaal

    Gol: 63’ Aguero.

    Arbitro: Oliver

    Ammoniti: Blind; Demichelis, Zabaleta, Fernando.

    Espulso: Smalling.

     
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    Lo United "Mata" il Palace:
    ad Old Trafford è 1-0.


    Gara decisa al 67' dalla mezzapunta spagnola subentrata nella ripresa al posto di Januzaj. Padroni di casa però ancora molto contratti in fase offensiva. La strada che deve percorrere mister Louis Van Gaal per il rilancio vero e proprio dei Red Devils è ancora lunga.

    Dopo il derby perso di misura contro il City, doveva essere l'occasione di rilancio, per lo United, che ad Old Trafford ospitava la matricola Crystal Palace. Ma solo in parte è stato così: di veramente buono, per i Red Devils, ci sono i tre punti, conquistati tra l’altro da una pedina mai effettivamente rientrata nella scacchiera ideale del tecnico olandese, la mezzapunta Juan Manuel Mata. L’ex Chelsea, entrato al 63’ al posto di uno spento Januzaj, trova il gol vittoria con una conclusione dal limite non irresistibile, ma che incontra una deviazione, quella del difensore del Palace Delay, risultata fatale a Speroni . Mata che, poco dopo, colpisce anche un palo. A parte questo, tanto (sterile) possesso palla alla ricerca di uno spunto di fatto mai arrivato.


    LA CRONACA

    In verità, tra le cose da salvare per Van Gaal, ci sono anche le onorevoli prestazioni dei giovanissimi di McNair e Shaw, più quella del “trottolino” Wilson, entrato nella ripresa addirittura al posto di Di Maria. Un buon segnale, in ottica futura, per una società che ha sempre avuto un occhio di riguardo per i talenti del proprio vivaio e che in questo momento deve districarsi tra le tante assenze, tra cui quella di Radamel Falcao, ancora acciaccato. Tornando al match dell’Old Trafford, il Crystal Palace tiene bene durante la prima frazione di gioco: il 4-4-1-1 di mister Neil Warnock si trasforma spesso e volentieri, in ripiegamento, in un ultradifensivo 6-3-1, mentre i padroni di casa appaiono privi di un’idea che possa spaccare gli equilibri di gioco. Ci prova Januzaj dopo soli due minuti, ma la conclusione dal limite dell’area del giocatore di origini kosovare termina di poco alto nei pressi dell’incrocio dei pali. A parte un inguardabile tiro dalla distanza di Carrick, si passa - al 28’ – alla ben più credibile iniziativa di Shaw, straordinario nel percorrere in volata 50 metri, partendo dalla difesa, e a concludere basso (dal limite) sul primo palo, in cui però incontra l’ottimo intervento di Speroni in respinta. E’ il Crystal Palace ad avere l’occasione più ghiotta del primo tempo: lungo lancio di Ward, incomprensione tra i centrali Blind e McNair, e palla che capita sui piedi di Campbell – la punta di Manchester e tifoso dello United – il cui lob termina incredibilmente alto sopra la traversa della porta di De Gea. Stesso leitmotiv, ad ogni modo nella ripresa: United in possesso palla e Palace pronto a pungere in contropiede. Ci prova Rooney, al 54’, con cuna conclusione di destro a giro, che sibila il palo alla sinistra di Speroni. Ma, dopo un pericoloso tiro-cross di Mariappa su cui interviene bene De Gea, arriva la rete che decide l’incontro. Passano soli quattro minuti dall’ingresso in campo di Mata (al posto di JanuzaJ), che l’ex Chealsea, si insinua nella difesa londinese fraseggiando prima con Fellaini e poi con Di Maria, dopodiché scocca un tiro che incontra la deviazione di Delaney, decisiva per lo sfortunato intervento di Speroni. E’ 1-0. Lo stesso Mata sfiora il raddoppio poco più tardi: dopo un’incursione di Van Persie, la mezzapunta calcia a botta sicura dalle retrovie colpendo in pieno il palo a Speroni battuto. I minuti passano e le emozioni si affievoliscono. Il risultato, così, non cambierà più: una boccata d’ossigeno per lo United, ora balzato a quota 16 punti in classifica.

    IL TABELLINO

    Manchester United (4-1-4-1): De Gea, Valencia, McNair (90' Fletcher), Blind, Shaw, Fellaini, Carrick, Januzaj (63), Rooney, Di Maria (71' Di Maria), Van Persie. All. Van Gaal.

    Crystal Palace (4-4-1): Speroni, Mariappa, Delaney, Dann, Ward, Puncheon, Ledley, McArthur, Bolasie (81' Gayle), Chamakh (81' Bannan), Campbell (90' Doyle). All.: Warnock.

    Gol: 67' Mata (M)

    Arbitro: Chris Foy

    Ammoniti: Ward, Delaney, Bolasie, Valencia
     
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    Liverpool-Chelsea 1-2.
    Mourinho sbanca anche Anfield.


    I Reds partono forte e vanno avanti con Can, ma il Chelsea alla fine si dimostra superiore e piazza la rimonta firmata Cahill e Diego Costa. Blues ancora imbattuti quindi (9 vittorie e 2 pareggi!) e che volano sempre più in alto. Per il Liverpool si conferma il momento no.

    Chelsea, Chelsea e ancora Chelsea.

    Sta diventando un monologo. La squadra di Josè Mourinho è davvero troppo forte e tanto per non farsi mancare nulla espugna anche Anfield. Arriva in rimonta infatti il nono successo in campionato che coadiuvato a due soli pareggi proietta sempre più in vetta la corazzata di Mourinho, ma di novità non ce ne sono poi molte: i Blues confermano ancora una volta forza, compattezza, attenzione, fisicità e fame, e persino per il buon Liverpool della prima parte di gara c’è stato poco da fare. I Reds dal canto loro cadono ancora una volta e nonostante il discusso turnover di Rodgers in Champions League confermano come il momento sia decisamente no: la vittoria in Premier manca ormai dal fortunato successo di metà ottobre contro il QPR. Il Liverpool dovrà invertire la rotta al più presto perché per quanto dietro vadano piuttosto piano, così, davvero, la Champions League sarà un miraggio.


    LA CRONACA

    Per i primi 20 minuti quella del Liverpool è la migliore partenza della stagione: la mossa di Rodgers di piazzare Can alle calcagna di Matic blocca un po’ la manovra del Chelsea e il ritmo dei Reds – altissimo – unito all’effetto ‘arrivano i primi della classe’ restituisce ad Anfield retaggi di ciò che era stata questa la passata stagione. L’effetto simil-amarcord produce il vantaggio firmato proprio da Can (con la complicità della schiena di Gary Cahill), ma il Chelsea, come tutte le grandi squadra, ha dalla sua il cinismo. Alla prima vera occasione infatti i Blues pareggiano con una zuccata di Terry poi infilata definitivamente in porta – dopo il miracolo di Mignolet – da Cahill (e dalla goal-line technology), spegnendo così quasi subito gli incendiati Reds e trasformando tutta la seconda parte di tempo in una trama ormai consona in questa stagione: Chelsea alto e in controllo, Liverpool costretto a difendersi e in difficoltà nelle uscite. E per quanto l’avvio di ripresa regali un Liverpool nuovamente dinamico e grintoso, esattamente come il primo tempo è il lungo periodo a tradire i Reds. Il colpo che vale i 3 punti arriva infatti a metà tempo, quando una corsa di Azplicueta a sinistra beffa senza pietà le generosità difensiva di Coutinho: da vero ‘avanti’ il brasiliano si fa aggirare in maniera ingenua dallo spagnolo che, mettendo al centro e nonostante la deviazione di Mignolet, trova il puntualissimo Diego Costa per la bordata che vale i 3 punti. Da lì in poi infatti il Liverpool ci prova con discreta intensità, ma la solidità del Chelsea non permette ai Reds di creare reali occasioni da rete e Courtois dorme sonni relativamente tranquilli.

    IL TABELLINO

    Liverpool (4-3-3):Mignolet; Johnson, Lovren, Skrtel, Moreno; Can (71’ Allen), Gerrard, Henderson; Sterling, Balotelli (78’ Lambert), Coutinho (71’ Borini). All: Rodgers

    Chelsea (4-2-3-1):Courtois; Ivanovic, Cahill, Terry, Azpilicueta; Matic, Fabregas; Ramires (54’ Willian), Oscar, Hazard (95' F.Luis); Diego Costa (90’ Drogba). All: Mourinho

    Gol: 8’ Can; 14’ Cahill, 66’ Diego Costa.

    Arbitro: Taylor

    Ammoniti: Sterling, Balotelli; Oscar, Ivanovic, Matic, Diego Costa.

     
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