PREMIER LEAGUE 2014-15: la cronaca della stagione [FOTO]

I match clou: da Mou a Van Gaal è caccia al City

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    Il Liverpool strapazza il Tottenham:
    bene Balotelli.


    Secco 0-3 dei Reds a White Hart Lane. Segnano Sterling, Gerrard su rigore e Moreno.

    Bene Super Mario e bene il Liverpool, che reagisce alla pesante sconfitta col City della scorsa giornate e ne infligge una, altrettanto netta, al Tottenham di Pochettino. I Reds, con Sturridge (in versione Suarez) e Raheem Sterling ispiratissimi, hanno colpito ripetutamente gli Spurs, che al primo vero confronto con una “grande” sono crollati. Balotelli ha giocato un’ora, mettendosi a disposizione completa di Rodgers. I ritmi del Liverpool sono sempre alti, frenetici e l’attaccante del Milan dovrà sempre dare il massimo per rendere negli schemi offensivi del club inglese. Va anche detto che i problemi dei Reds non sono e non saranno mai quelli offensivi, ma è la retroguardia a convincere sempre poco. Oggi il Tottenham davanti ha prodotto poco, ma la coppia Lovren-Sakho non garantisce sicurezze. Certo, se dietro Rodgers trova la quadratura e Balotelli mostra la disponibilità di questo esordio, questa squadra può ambire tranquillamente al titolo, cosa che, per limiti tecnici, sembra impensabile per il gruppo di Pochettino.


    LA CRONACA

    Il Liverpool gioca meglio del Tottenham nel primo tempo, rendendosi spesso pericoloso grazie ai soliti ritmati contropiedi. Al 7’ la squadra di Rodgers è già in vantaggio con un’azione meravigliosa: magia con l'esterno dell’ispirato Sturridge, tocco per Henderson, cross perfetto e facile piatto destro di Sterling, al 2° centro in Premier. Mario Balotelli gioca un gran primo tempo: disponibile, determinato, concentrato, bravo nelle sponde per i compagni e a sacrificarsi in fase difensiva. Lloris gli nega un gol con una splendida parata e altre due volte di testa sbaglia di poco il bersaglio. Sturridge fa il Suarez e permette all’ex Milan di giocare in posizione più centrale, con ottimi risultati. I Reds, però, concretizzano poco e così, dopo un pallonetto di Adebayor di poco alto, nel finale di prima frazione è Chadli ad avere la grande occasione del pareggio per il Tottenham: Mignolet vola e blinda lo 0-1 all’intervallo. Lo 0-2, però, arriva appena iniziata la ripresa. Sciocco intervento in area di Eric Dier su Allen e calcio di rigore netto, che capitan Gerrard trasforma. Sulle ali dell’entusiasmo, i Reds, segnano anche il 3-0 al 60’: Moreno recupera palla e si avvia in una volata sublime, conclusa con un diagonale di sinistro che bacia il palo ed entra. Goleada ottenuta e cambio meritato per Balotelli, che esce tra gli applausi dei suoi nuovi tifosi. Nel finale il Tottenham tenta di accorciare il passivo, ma si scopre ai contropiedi velenosi del Liverpool, che però non trova la quarta rete. Finisce così, 0-3.

    IL TABELLINO

    Tottenham (4-2-3-1): Lloris, Dier, Kaboul, Vertonghen, Rose (dal 72’ Davies), Bentaleb (dal 59’ Dembele), Capoue, Chadli, Eriksen (dal 59’ Townsend), Lamela, Adebayor. All. Pochettino

    Liverpool (4-3-3): Mignolet, Manquillo, Moreno, Lovren, Sakho, Gerrard, Allen (dal 61’ Can 6), Henderson, Sterling (dal 86’ Josè Henrique), Sturridge, Balotelli (dal 61’ Markovic). All. Rodgers

    Gol: 7’ Sterling (L), 49’ rig. Gerrard (L), 60’ Moreno (L)

    Arbitro: Dowd

    Ammoniti: Allen, Manquillo, Sterling, Moreno

     
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    Sanchez-gol:
    ma l'Arsenal impatta col Leicester.


    Finisce 1-1 l'ultimo match della terza giornata di Premier League tra Arsenal e Leicester.

    No Giroud, no party. Wenger lo ha capito quest'oggi quando la sua squadra ha impattato contro il buon Leicester. La neopromossa tiene benissimo il campo, andando più volte vicino al colpaccio. Per la squadra di Londra, senza il suo attaccante principale fuori per oltre quattro mesi, è notte fonda li davanti. Sanogo non è ancora in grado di tenere reparto da solo e l'Arsenal diventa alquanto sterile in attacco. E così il Chelsea scappa a nove punti a punteggio pieno, mentre i Gunners si fermano a cinque. Oggi la squadra di Wenger non gioca male, facendo praticamente la partita per tutti i 90'. Ma, come detto, manca qualcuno in grado di metterla dentro, di fare reparto da solo e tenere impegnata la difesa ospite. Sanogo si danna l'anima, ma sbaglia tutto ciò che può sbagliare. Cazorla, Sanchez e Ramsey fanno quel che possono, ma la vittoria non arriva. Dall'altra parte il Leicester gioca una partita dignitosissima. Ulloa pareggia subito il gol del vantaggio di Sanchez, mentre De Laet sulla destra semina il panico lungo tutta la fascia. I padroni di casa si coprono bene e, soprattutto nella ripresa, fanno paura in ripartenza. Szczesny salva più volte il risultato, risultato uno dei migliore dei suoi.


    LA CRONACA

    L'Arsenal quando attacca sembra poter far male da un momento all'altro, mentre per il Leicester si mette in luce Mahrez, autore di ottime giocate. Momenti di paura quando Schlupp e Koscielny sbattono violentemente la testa. Ha la peggio il giocatore dell'Arsenal, che deve abbandonare il campo. Al 19' i Gunners passano: Sanogo davanti al portiere si mangia l'impossibile, ma sulla respinta Sanchez ribadisce in rete. Sembra sia l'inizio della festa ospite, ma nel cambio di fronte Schlupp si invola sulla fascia, mette in mezzo per Ulloa che di testa riporta il match in parità. Da qui in poi l'Arsenal fatica enormemente: il gol sembrava aver spianato la strada, ma il Leicester tiene benissimo il campo e forse gioca meglio degli ospiti. Dopo ben 4 mniuti di recupero l'arbitro manda le squadre negli spogliatoi. Ripresa con gli ospiti che si buttano in avanti a testa bassa, ma il Leicester non sbaglia un colpo e riparte con gran velocità. Moore e Hammond dietro chiudono tutti gli spazi con le buone e con le cattive, mentre Mahrez quando corre è una costante spina nel fianco per la difesa dei Gunners. Finisce 1-1, con Szczesny che salva negli ultimi minuti un tiro a botta sicura di Vardy.

    TABELLINO

    Leicester (4-2-3-1): Schmeichel, De Laet, Morgan, Moore, Konchesky, Mahrez (dal 63' Albrighton), King, Hammond, Schlupp (dal 70 VArdy), Nugent, Ulloa (dal 77' Drinkwater). All: Pearson

    Arsenal (4-2-3-1): Szczesny, Debuchy, Mertesacker, Koscielny (dal 26' Chambers), Monreal, Flamini, Ramsey, Cazorla (dal 76' Oxlade-Chamberlain), Ozil, Alexis, Sanogo (dal 77'Podolski). All: Wenger

    Gol: Sanchez (A), Ulloa (L).

    Arbitro: Taylor

    Ammoniti: Hammond (L), Albrighton (L), Szczesny (A), Moore (L).
     
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    Grande colpo dello United:
    preso Falcao!


    Manca solamente l'ufficialità, poi verrà annunciato l'acquisto dei Red Devils in prestito dal club francese.

    Era il sogno di questo mercato, forse il trasferimento più rumoroso di quest’estate che volge al termine. Radamel Falcao è stato accostato a diverse società, desiderato in Inghilterra, in Spagna, persino in Italia dalla Juventus, ma alla fine il colombiano è stato acquisito dal Manchester United. Un mercato condotto a suon di investimenti e cifre da record si chiude col botto per i Red Devils. Trattativa chiusa nella notte, con la società che approfitta dei limiti del Fair Play finanziario imposti al City e affonda il colpo, raggiunge l’intesa con il club del Principato e si assicura un top player assoluto per salutare la cessione al Real Madrid del Chicharito Hernandez. L’indiscrezione viene riprortata dall’edizione online di “AS” che riporta appunto dell’accordo e della presenza all’aereoporto di Nizza di un aereo privato in attesa di Radamel Falcao da Montecarlo per poterlo trasferire nella meno soleggiata Inghilterra. Assenza pesante per la Colombia nell’ultimo Mondiale brasiliano e sogno impraticabile anche della Juventus, “El Tigre” Falcao arriva a Manchester United con la formula del prestito del valore di 12 milioni di euro, con il riscatto fissato a 65 milioni. Forse già convinto del suo imminente trasferimento, il colombiano era rimasto in tribuna durante la sfida da Monaco e Lille e adesso si appresta a tornare in campo con un’altra casacca, per affiancare il nuovo capitano della Nazionale inglese Wayne Rooney e Robin Van Persie, per un tridente a dir poco convincente.

     
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    Manchester United:
    come gestire una campagna da 200 milioni.


    L’arrivo di Radamel Falcao con un prestito da 16 milioni di sterline non ha fatto altro che gonfiare ancor di più le spese complessive sostenute dal Manchester United in questa sessione di calciomercato estivo. Considerando anche gli inserimenti di Angel di Maria, Ander Herrera, Luke Shaw, Marcos Rojo, Vanja Milinkovic e Daley Blind, i Red Devils hanno sborsato circa 160 millioni di sterline (poco più di 200 milioni di euro), certo una cifra leggermente riducibile considerando le circa 40 milioni di sterline incassate dalle cessioni di Buttner, Bebe e Kagawa. Nonostante all’occhio inesperto possano sembrare numeri colossali, in realtà il Manchester United ha la capacità economica per sostenere spese simili: nel 2012-13, i Red Devils hanno incamerato 363 milioni di sterline (quasi 460 milioni di euro), con un margine pari a 146 milioni di sterline, mentre, nella passata stagione, gli incassi sono schizzati a 430 milioni di sterline (543 milioni di euro), nonostante i risultati ottenuti sul campo fossero ben lontani dalle aspettative della società. Quest’anno, si stima che il Manchester United possa incassare più di 500 milioni di sterline, sulla falsariga di Real Madrid e Barcellona. Le tre maggiori fonti di reddito della squadra (incassi relativi alle partite, merchandising e diritti televisivi) continuano a crescere, e permettono allo United di presentarsi in modo molto aggressivo sul mercato: i nuovi accordi siglati con Adidas e Chevrolet hanno portato nelle casse del club ben 80 milioni di sterline (100 milioni di euro), pronti per essere investiti. E il Manchester United ha una spiccata capacità per riuscire a monetizzare su tutto.


    Chiaro, lo United non ha le possibilità per poter reggere ogni estate una campagna acquisti da 160 milioni di sterline: quest’anno si può considerare un caso particolare, vista la spending-review delle ultime stagioni e la necessità di tornare a giocare la Champions League, che porterebbe altri 50 milioni di sterline nelle casse della società. Se il denaro abbonda, quello che sembra mancare, invece, è un serio piano che starebbe alla base della campagna acquisti e della strutturazione della nuova squadra, anche considerando le affermazioni di Sir Alex Ferguson del maggio 2012, poco dopo la conquista del titolo da parte dei rivali del Manchester City: “La nostra filosofia è investire nei giovani giocatori, e siamo bravi in questo – aveva detto lo storico allenatore dei Red Devils -. Non siamo come le altre squadre, che scialacquano fortune per comprare giocatori già affermati. Sappiamo che il City spende e spande in modo stupido, pagando stipendi assurdi. Noi non agiamo così: ci concentriamo nel comprare e inserire giocatori con una ragione ben precisa. Investiamo su elementi che possano far parte della squadra a lungo, che possano forgiare il carattere della squadra ed esaltare i nostri tifosi. Siamo orgogliosi di quanto facciamo e continueremo così”. Al posto di Ferguson ora c’è Louis van Gaal sulla panchina dello United, grande fautore del 3-5-2, un modulo che intendere mantenere nonostante la grandissima quantità di talento ammassata in estate nella metacampo offensiva (a scapito di grosse lacune rimaste nella retroguardia…) che crea un sovraffollamento molto difficile da sbrogliare. Falcao andrebbe così a fare coppia con van Persie, Angel Di Maria giocherebbe largo a sinistra, Blind interno di centrocampo, con il giovane Luke Shaw, pagato 27 milioni di sterline (34 milioni di euro) ad accomodarsi in panchina… probabilmente assieme a Juan Mata, che non sta particolarmente convincendo, sempre che Wayne Rooney vada a occupare un ruolo alle spalle delle due punte.
     
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    "Calcio a un avversario"
    Balotelli sostituito in amichevole.


    Stando a quanto riporta l'Huffington Post UK Super Mario avrebbe colpito con un calcio alla testa un giocatore del Wolverhampton, avversario delle riserve del Liverpool in un'amichevole giocata a porte chiuse. L'attaccante sarebbe stato sostituito immediatamente. Sui social è rimbalzato immediatamente il presunto colpo dell'ex rossonero, escluso dalle recenti convocazioni del nuovo ct della nazionale Antonio Conte, ma c'è più di un dubbio sulla dinamica del "contatto". Il Mirror nega l'accaduto e scrive di un "normale contrasto di gioco", pubblicando un'immagine a sostegno della sue fonti. Il Daily Mail aggiunge: "Il calciatore è stato allontanato dopo un duro diverbio con l'arbitro dell'incontro, il fischietto della Premier Chris Foy".

     
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    Anticipo coi fiocchi:
    2-2 tra Arsenal e City.


    Agüero illude i Citizens segnando in avvio, Wilshere e Sanchez ribaltano il risultato prima del pareggio di Demichelis a 7' dalla fine.

    Da una parte la prima di Welbeck da titolare con la maglia dell’Arsenal, dall’altra la prima in assoluto di Lampard con quella del City e quel light-blue così distante dal blu scuro con cui siamo sempre stati abituati a vederlo giocare in carriera al Chelsea: i protagonisti potrebbero e vorrebbero essere loro, ma il primo si fa ricordare soltanto per un’occasione clamorosa stampata sul palo in avvio e il secondo per una triste uscita di scena all’intervallo dopo un primo tempo incolore. Nessun timore, però, perché è stata comunque una delle partite più belle, divertenti, aperte e avvincenti di questo inizio stagionale di Premier League. Il pareggio finale è forse giusto, nonostante le numerose occasioni del City costruite proprio negli ultimi minuti, e indicatore di una squadra che deve ancora ritrovarsi dopo lo scivolone contro lo Stoke per tornare a insidiare la vetta della classifica (il City) e di un’altra (l’Arsenal) che, di contro, dimostra di potersela ancora giocare, contro le migliori della piazza. Anzi, di poter anche sognare se il gol-meraviglia realizzato da Sanchez all’incrocio dei pali non fosse stato vanificato da una disattenzione difensiva su un corner punita da Demichelis nel finale.


    LA CRONACA

    Pronti, via, e i ritmi sono favolosamente alti, e resteranno tali per l’intera partita. La prima grande vera occasione capita sui piedi di Welbeck, al 12’, ma il neo-attaccante dell’Arsenal viene fermato dal legno dopo aver scavalcato Hart in uscita con un pallonetto preciso. Il City è duro, solido, compatto, e non lesina interventi rudi e fisici, ma quando riparte, con Jesus Navas sempre pronto a scattare sulla destra, crea sempre pericoli: ed è proprio da un’invenzione dello spagnolo che nasce il gol di Aguero che apre le marcature al 28’: l’argentino si inserisce centralmente, prende il tempo a Mertesacker e mette in fondo al sacco. Nonostante qualche sofferenza di troppo, ma limitata da spaziature non particolarmente geniali dell’Arsenal, il City sembra poter controllare il match, quando un errore sulla trequarti di Silva spiana la strada per il pareggio dei Gunners: Ramsey pennella un pallone delizioso per Wilshere che batte Hart in uscita. L’inerzia della partita cambia, e ancora da una situazione di palla sporca arriva il secondo gol dell’Arsenal: Kompany rinvia, ancora Wilshere rimette in mezzo di testa per Sanchez, che si coordina in maniera favolosa per centrare l’incrocio dei pali e timbrare il 2-1 al 74’. Nel finale il City si getta all’assalto all’arma bianca, premiato da una disattenzione della difesa che lascia Demichelis libero di staccare di testa in mezzo all’area sugli sviluppi di un corner: l’argentino non perdona e fa 2-2 all’83’. Poi succede di tutto: palo di Kolarov, palo di Edin Dzeko sull’ennesima dormita di Mertesacker e gol annullato a Nasri per fuorigioco nel lungo recupero concesso per l'infortunio a Debuchy.

    IL TABELLINO

    Manchester City (4-2-3-1): Hart, Zabaleta, Kompany, Demichelis, Clichy, Fernandinho (dal 78’ Kolarov), Lampard (dal 46’ Nasri), Navas, Silva, Milner, Agüero (dal 67’ Dzeko). All.: Pellegrini

    Arsenal (4-3-3): Szczesny, Debuchy (dall’81’ Chambers), Mertesacker, Koscielny, Monreal, Flamini (dal 90’+4 Arteta), Wilshere, Ramsey, Alexis, Oezil, Welbeck (dall’88’ Chamberlain). All.: Wenger.

    Gol: Agüero (MC) 28’, Wilshere (A) 63’, Sanchez (A) 74’, Demichelis (MC) 83’.

    Arbitro: Clattenburg

     
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    Triplo Costa:
    il Chelsea stende lo Swansea.


    La squadra di Mou strapazza l'ex capoclassifica con un super Diego Costa (7 reti stagionali).

    Il Chelsea batte 4-2 lo Swansea e si porta solo al comando della classifica di Premier League, a punteggio pieno. Andata in svantaggio dopo 12', causa autogol di Terry, la squadra di Mourinho manda per tre volte in gol Diego Costa, prima nel recupero del primo tempo e poi per due volte nella ripresa. Nel finale arrivano anche le reti di Remy e Shelvey, utili solo a rimpinguare il tabellino. Blues in vetta con tre punti di vantaggio sullo Swansea.


    LA CRONACA

    Lo Swansea si presenta a Stamford Bridge a punteggio pieno, esattamente come il Chelsea e non ha alcuna intenzione di fare da sparring partner. Per capirlo bastano 12 minuti, necessari agli ospiti per prendere le misure e andare in vantaggio . Taylor scende bene sulla sinistra e, servito alla perfezione in profondità, mette al centro un pallone insidioso che Terry infila nella propria porta. Il Chelsea accusa il colpo per qualche minuto poi, nel finale di tempo, si rende pericoloso: prima con una punizione di Schurrle, deviata in angolo da Fabianski; poi con Oscar, che si vede parare un bel destro rasoterra dal portiere avversario. Ma il pareggio arriva nel tempo di recupero: è il 46' quando Diego Costa svetta in area su corner dalla destra e fa 1-1. Nella ripresa il Chelsea parte con altro piglio e al 56' passa in vantaggio. Azione meravigliosa orchestrata da Fabregas e Hazard con lo spagnolo che rifinisce per Costa il quale, letale sotto porta, realizza la propria doppietta personale e il sesto gol in quattro partite. Lo show dello spagnolo però non è finito perché al 68' arriva anche la terza rete (settima stagionale): sul tiro di Ramires l'attaccante si fa trovare pronto alle spalle dei difensori dello Swansea e fa secco Fabianski per la terza volta. La girandola di gol però non è ancora finita: all'81' Remy, entrato al posto di Costa, segna la rete del 4-2 con un bel destro rasoterra dopo magia in area di Eden Hazard e 6' più tardi Shelvey chiude i conti approfittando di uno svarione difensivo dei padroni di casa. Il Chelsea porta a casa tre punti strameritati, soprattutto per quanto visto nella ripresa, e guarda tutti dall'alto in basso della classifica.

    IL TABELLINO

    Chelsea (4-2-3-1): Courtois; Ivanovic, Cahill, Terry, Azpilicueta; Fabregas (dall'82' Salah), Matic; Schurrle (dal 46' Ramires), Oscar, Hazard; Costa (dal 72' Remy. All. Mourinho

    Swansea (4-2-3-1): Fabianski; Rangel, Amat (dal 46' Fernandez), Williams, Taylor; Shelvey, Sung-Yueng; Dyer, Sigurdsson, Routledge (dal 66' Montero); Gomis (dal 76' Bony). All. Monk

    Arbitro: Kevin Friend

    Ammoniti: Amat (S), Shelvey (S).

    Gol: autogol Terry (C) al 12', Costa (C) al 45+1, Costa (C) al 56', Costa (C) al 68', Remy (C) all'81', Shelvey (S) all'87. Note: ammoniti Amat (S), Shelvey (S)
     
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    Balotelli non segna:
    i Villans passano a Liverpool.


    Ospiti tatticamente ordinati e sistematici sulle palle alte: all'Aston Villa basta una rete di Manuel Agbonlahor al nono.

    Prima sconfitta in casa per il Liverpool.

    Aston Villa imbattuto in stagione e secondo dopo quattro giornate: sono questi i verdetti imprevisti del pomeriggio di Anfield Road. Perché i Reds vanno in tilt a partire dalla linea difensiva e perché i Villans invece, nonostante l’assenza di Vlaar, dietro sono praticamente impenetrabili grazie a Senderos, il protagonista che non ti aspetti fra astuzie, chiusure perfette e un gol sprecato sotto porta. E Balotelli? Il lato positivo è che, schierato titolare, non risponde alle scorrettezze dello svizzero, quello meno concreto è una sola conclusione di Mario in settanta minuti, sostituito da Borini.


    LA CRONACA

    Che per il Liverpool non sarà un pomeriggio facilissimo, si capisce dopo pochi secondi quando Alberto Moreno pasticcia in disimpegno a sinistra e Hutton, il migliore del primo tempo, crossa subito per Richardson anticipato da Lovren. I Reds rispondono con due conclusioni di Markovic, ma i Villans passano al nono con Gabriel Agbonlahor da corner: prima Senderos di testa, in anticipo su Lovren, poi il tocco dell’attaccante in area piccola prima di Sakho. E le difficoltà del Liverpool, dai calci piazzati sulle palle alte, saranno sistematiche per tutto il primo tempo con Senderos pericoloso a ripetizione e due volte vicinissimo al raddoppio. Per Balotelli intanto, molto movimento, un assist per Lallana e un bel tiro dall’angolo destro dell'area a ridosso dell'intervallo. Ma la marcatura a uomo di Senderos, due gomitate e due sgambetti a Mario lontano dall’azione, è davvero spietata. Il Liverpool inizia la ripresa in pressione, ma dopo due corner l'Aston Villa si riordina in difesa e prima dell'ottantesimo, quando Lovren spaventa Guzan di testa ma ancora senza target, per i Reds la porta avversaria resta un miraggio. E sarà Coutinho, brasiliano splendido in dribbling su Hutton e a giro dal limite, a centrare il palo pieno prima del finale inesorabile: i Villans decollano sulle polveri bagnate, e non solo di Balotelli, della batteria di Brendan Rodgers.

    IL TABELLINO

    Liverpool (4-2-3-1) Mignolet; Manquillo, Moreno, Lovren, Sakho; Gerrard, Henderson; Coutinho, Markovic (dal 70’ Lambert), Lallana (dal 60’ Sterling); Balotelli (dal 70’ Borini) (Jones, Enrique, Lucas, Touré). All.: Rodgers

    Aston Villa (4-3-3) Guzan; Hutton, Baker, Senderos, Cissokho; Westwood, Delph, Cleverley (dall'85' Sanchez); Richardson, Agbonlahor (dal 90' Bent), Weimann (dal 70’ N’Zogbia) (Okore, Bacuna, Given, Grealish). All.: Lambert

    Gol: Agbonlahor 9’

    Arbitro: Lee Mason

    Ammoniti: Lallana, Moreno; Hutton

     
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    Di Maria show:
    prima vittoria per lo United di van Gaal.


    Con un netto 4-0 il Manchester United si sbarazza del QPR di Redknapp. A segno Di Maria su punizione, Herrera, Rooney e Mata.

    Finalmente si vede il Manchester United. Contro il Qpr c’è solo una squadra in campo, poco gioco in realtà, ma c’è la giusta voglia di fare che mancava nelle precedenti partite. L’uomo del giorno doveva essere Falcao visto il suo debutto in Premier League ma i titoli dei giornali saranno tutti per Di María che ha cambiato praticamente da solo il volto di questa gara. Show dell’argentino ex Real Madrid che nel ‘deserto’ dell’Old Trafford rianima i suoi compagni con una punizione che porta il Manchester United in vantaggio. È lui che cambia marcia, è lui che cerca di collegare centrocampo ed attacco. Ottima prova anche di Blind che in pochi giorni riesce subito a stabilirsi nel 3-5-2 di Louis van Gaal nella posizione di regista. Alcune, forse troppe, lacune difensive ma era lampante che al tecnico olandese serva molto tempo per costruire anche tatticamente una squadra competitiva.


    LA CRONACA

    Si gioca subito in un’unica metà campo ma lo United - nella prima mezz’ora di gioco - si limita solo a crossare il pallone da destra e da sinistra, rispettivamente con Rafael e Di María. I giocatori di casa non riescono a scardinare la difesa di Redknapp e non ci sono palloni giocabili per la coppia Rooney-van Persie. Lo United trova comunque il gol del vantaggio con la punizione calciata da Di María che beffa Green con una traiettoria molto particolare. I padroni di casa rischiano subito di prendere il gol del pari, a causa di una disattenzione difensiva, ma ci pensa Evans a salvare tutto a porta sguarnita. Prima della fine del primo tempo lo United riesce ad allungare e Herrera e Rooney fissano il risultato sul 3-0 grazie a due bombe dalla distanza. Nella ripresa Redknapp inserisce Traoré e Edu Vargas ma Mata piazza il 4-0 davanti al portiere dopo il perfetto assist di un Di María sempre più uomo partita. Al 67’ scatta l’ora Falcao ma il colombiano ha poche chance per farsi vedere, al contrario è molto attivo Edu Vargas per l’attacco dei londinesi: il cileno sfiora il gol della bandiera con un buon diagonale dal limite dell’area che finisce di poco a lato dal palo alla destra di de Gea. Standing ovation per Di María mentre Falcao manca la chance del 5-0 calciando addosso a Green dopo una corta deviazione dello stesso portiere.

    IL TABELLINO

    Manchester United (3-5-2): de Gea; J.Evans, Rojo, Blackett; Rafael (67’ A.Valencia 6), Ander Herrera, Blind, Mata (67’ Falcao), Di María (83’ Januzaj); Rooney, van Persie. All: van Gaal 6,

    Qpr (4-3-3): R.Green; Isla, R.Ferdinand, Caulker, Hill (46’ A.Traoré); Kranjčar, Sandro (74’ K.Henry), Fer; Hoilett, M.Phillips, C.Austin (59’ Edu Vargas). All: Redknapp

    Gol: 24’ Di María (M), 36’ Ander Herrera (M), 45’ Rooney (M), 58’ Mata (M)

    Arbitro: Phil Dowd

    Ammoniti: 33’ van Persie

     
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    L'Inghilterra scopre Pellè:
    ''Il mio lavoro è fare gol''.


    L'attaccante italiano del Southampton sta conquistando tutti a suon di gol. "All'inizio della stagione non è stato facile, perché ho avuto bisogno di tempo per trovare la forma ideale. Adesso comincio a farmi conoscere, sono una persona positiva. Il mio lavoro è segnare".

    La Premier League parla sempre più italiano. Non quello di Mario Balotelli, ma quello di Graziano Pellè che, pur non riscuotendo l’attenzione mediatica dell’ex milanista, si sta conquistando la fiducia del Southampton a suon di gol. Già tre nelle prime quattro giornate, durante le quali ha sempre giocato, da titolare. Il primo gol, alla terza giornata, che ha suggellato il successo del suo Southampton sul campo del West Ham Utd, sabato la doppietta che ha spianato la strada alla larga vittoria contro il Newcastle. Due successi che hanno proiettato i Saints nei quartieri alti della classifica, nonostante l’impressionante esodo (di giocatori e dell’allenatore) avvenuto in estate. Tantissime cessioni, altrettanti arrivi, tra i quali appunto Pellè 29 anni, fortemente voluto dal nuovo tecnico Roland Koeman che conosce molto bene l’attaccante italiano per averlo allenato prima all’AZ Alkmaar, quindi nell’ultimo biennio al Feyenoord. Insolita la carriera di Pellè, scartato dal calcio italiano, nonostante gli exploit in Eredivise, il campionato olandese dove nell’ultimo biennio ha messo a segno la bellezza di 50 gol. Nato calcisticamente a Lecce, dopo una parentesi sfortunata a Cesena, a 22 anni emigra in Olanda. Le quattro stagioni con la maglia dell’AZ gli valgono la chiamata del Parma che, però la stagione successiva lo cede in prestito alla Sampdoria retrocessa in B. Di ritorno al Tardini totalizza solo 9 presenze con gli emiliani, abbastanza per consigliargli di rifare le valigie, destinazione Rotterdam. Dove trova la definitiva consacrazione, con conseguente chiamata in Premier League. “Nemo propheta in patria”, per Graziano Pellè è un marchio di fabbrica: semisconosciuto per il grande pubblico nostrano, già una stellina del campionato più ricco al mondo. Dove è stato notato anche dai tabloid grazie al fidanzamento con la modella ungherese Viktoria Varga, una bellezza che non passa certo inosservata per la gioia della curiosità guardona della stampa scandalistica. Non poteva iniziare meglio la sua avventura Oltremanica, come ammette lo stesso Graziano Pellè: “All’inizio della stagione non è stato facile, perché ho avuto bisogno di tempo per trovare la forma ideale. E poi ho cambiato campionato, un calcio completamente diverso. Adesso comincio a farmi conoscere, sono una persona positiva. Il mio lavoro è segnare, ma so che posso e devo migliorare”.

     
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    Dramma Gutierrez:
    “Ho un tumore a un testicolo”.


    Rivelazione shock da parte del centrocampista argentino del Newcastle: ora si sta curando in Argentina.

    "Mi hanno diagnosticato un tumore a un testicolo. Quando me lo hanno detto sono tornato a casa piangendo. Questa è la partita più difficile che devo giocare". Lo rivela, nel corso di una drammatica intervista a una tv argentina, Jonas Gutierrez, esterno del Newcastle e dell'Albiceleste. "Sono venuto qui in Argentina a curarmi assumendomi i costi, nonostante io abbia un contratto con il Newcastle. Ma i soldi non sono importanti. Ciò che conta è la salute e io dovevo cominciare la chemioterapia - aggiunge Gutierrez, che non gioca dal 5 aprile -. Ho rimosso il testicolo sinistro. Sono tornato in Inghilterra e il Newcastle mi ha detto di andarmene”. “E' stata dura vedere i miei capelli che cadevano. Non volevo tagliarli. Lottare contro un cancro rende insignificanti tutti gli altri problemi. Ho deciso di raccontare la mia storia perché forse aiuterà altre persone che vivono la mia stessa situazione”.

     
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    Tre minuti, tre gol:
    l'Arsenal inchioda l'Aston Villa.


    Con tre lampi tra il 32' e il 36' la squadra di Wenger ridimensiona il buon avvio di stagione dell'Aston Villa ed espugna il Villa Park.

    Centonovantadue secondi. Storia di attimi, di passaggi a vuoto… e l’Aston Villa sorprendente delle prime quattro giornate – due clean sheets e 10 punti, miglior partenza dal 1998 – in un attimo non c’è più. Autore del colpaccio è l’Arsenal di Wenger che in poco meno di 4 minuti – dal 32’ e spicci al 36’ e qualche secondo –infila la tripletta che indirizza la gara del Villa Park e scaccia i primi fantasmi dopo il pesante ko – dal punto di vista del gioco e del risultato –subito in Champions League dal Borussia Dortmund. Gunners che salgono così a nove punti e rosicchiano qualcosa alle due favorite Chelsea o Manchester City – in teoria le dirette concorrenti al titolo -, quest’ultime impegnate una contro l’altra nel big match di domenica.


    LA CRONACA

    Eppure il pomeriggio dei Gunners non si era aperto benissimo. Anzi, c’era stata una discreta bomba: la scelta tecnica di Sanchez out per lasciare spazio alla velocità di Oxlade-Chamberlain. Una decisione che per più di mezz’ora non aveva portato dei gran risultati se non quelli di rendere ancora più prevedibile un Arsenal decisamente troppo orizzontale nel suo ormai fisso 4-1-4-1. Ha preso però ancor più importanza al minuto 32’ la parata fondamentale di Szczesny sul colpo di testa di Clark qualche istante prima, e alla prima reale – e veloce – verticalizzazione Ozil ha aperto le danze. Il tedesco, scappato alla spalle proprio di Clark e Senderos, è prefetto nel cogliere l’assist di Welbeck. Fuori uno. Passano un minuti e sedici secondi e i ruoli si invertono: dalla sinista Ozil mette dentro per il primo gol di Welbeck – libero sul secondo palo – in maglia Gunners. Fuori due. Altri due minuti e il tiro cross di Gibbs dalla sinistra è deviato in porta da Cissokho nel tentativo proprio di anticipare nuovamente Welbeck. Fuori tre. Partita finita. Da lì in poi è pura accademia dei Gunners che sfiorano il 4-0 sul finale di primo tempo di nuovo con Ozil e, nella ripresa, gestiscono un noioso giro palla conclusosi con l’80% di possesso nei secondi 45 minuti. Risparmiare le forze in una stagione da 50 partite è saggio, oltre che fondamentale.

    IL TABELLINO

    Aston Villa (4-5-1): Guzan; Hutton, Senderos, Clark, Cissokho; Weimann (46’Grealish), Delph, Westwood, Cleverley, Richardson (77’ N’Zombia); Agbonlahor. All. Lambert

    Arsenal (4-1-4-1): Szczesny; Chambers, Mertesacker, Koscielny, Gibbs; Arteta; Ramsey (77’ Wilshere), Cazorla, Ozil, Chamberlain (77’ Rosicky); Welbeck (77’Podolski). All. Wenger

    Gol: 32’Ozil, 34’ Welbeck, 36’ aut. Cissokho.

    Arbitro: Jones

    Ammoniti: Chambers, Ramsey, Wilshere; Clark. Espulsi: nessuno.

     
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    Il Liverpool non brilla più:
    altro ko, 3-1 per il West Ham.


    Seconda sconfitta consecutiva per i ragazzi di Rodgers che cadono anche a Upton Park: 3-1 West Ham firmato Reid, Sakho, Amalfitano.

    La sensazione, guardando questo Liverpool, è quella di essere tornati indietro nel tempo. Tre stagioni fa per la precisione, quando in arrivo dallo Swansea Brendan Rodgers provava a insegnare ai suoi Reds concetti nuovi dopo il passaggio di consegne ricevuto da Kenny Dalglish. Ora è ufficiale: dopo lo stop con l’Aston Villa, dopo le fatiche di Champions League contro il Ludogorets, quella del Liverpool è un’autentica involuzione. La seconda sconfitta consecutiva in Premier League sbatte in faccia all’allenatore nordirlandese la realtà dei fatti: i Reds sono da ricostruire. Poco incisivi in attacco e piuttosto lenti nella manovra, gli uomini di Brendan Rodgers non creano quasi mai pericoli a un West Ham tanto tosto quanto onesto, dimostrando altresì la modestia di un reparto difensivo già conosciuta lo scorso anno, ma ben nascosta dai 101 gol stagionali complessivi di un reparto offensivo guidato da Sturridge e Luis Suarez. E con uno ancora ai box e l’altro a Barcellona, al buon Brendan Rodgers toccherà iniziare tutto da capo.


    LA CRONACA

    Non un granché da raccontare nel pomeriggio del Liverpool. I Reds partono male e finiscono peggiore. Dopo due minuti Reid punisce di testa dagli sviluppi di un corner; dopo 7 minuti Sakho raddoppia dopo una palla persa da Balotelli in mediana che lascia campo a un West Ham in grado di mettere in luce tutte le lacune difensive di un reparto modesto. Skrtel si addormenta, Lovren sembra il fratello scarso del giocatore visto al Southampton e gli spagnoli sulle fasce coprono male. Rodgers, sotto 2-0, decide così di levare proprio Manquillo per inserire Sakho e passare a una difesa a tre. Le cose non cambieranno in meglio. Forte di un doppio vantaggio quasi inaspettato il West Ham passa così il pomeriggio a gestire una gara partita con un handicap positivo di +2, e gli uomini di big Sam Allardyce ci riescono alla grande. Il gol della sveglia di Sterling a metà primo tempo riporta sì il Liverpool in partita, ma da lì alla fine i Reds non creeranno un autentico pericolo dalle parti di Adiran. Anzi, nel finale, sono proprio gli Hammers a chiudere un contropiede con Amalfitano dopo una brutta palla persa da Sakho. Per i Reds è notte fonda. E Rodgers avrà da lavorare

    IL TABELLINO

    West Ham (4-3-3): Adrian; Demel (61’ Jenkinson), Reid, Tomkins, Cresswell; Noble, Kouyate, Song (68’ Amalfitano); Downing, Sakho, Enner Valencia (76’Collins). All. Allardyce

    Liverpool (4-3-3): Mignolet; Manquillo (22’ Sakho), Lovren, Skrtel, Moreno; Henderosn, Gerrard, Lucas (46’ Lallana); Sterling, Balotelli, Borini (76’Lambert). All. Rodgers

    Gol: 2’ Reid, 7’ Sakho, 88’ Amalfitano; 26’ Sterling.

    Arbitro: Pawson

    Ammoniti: Reid. Adrian, Kouyate; Balotelli.
     
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    E' uno United insostenibile.
    il Leicester lo umilia.


    Con Falcao, Di Maria, Rooney e van Persie in campo, lo United è rimontato dal Leicester City da 1-3 a 5-3. Un attacco atomico quello dei Red Devils, ma una difesa a 3 insostenibile e che fa acqua da tutte le parti. Mancheter United quindi che resta ancora alla caccia della prima vittoria esterna. Leicester che vola spinto da bomber Ulloa - 5 gol in 5 partite - e da Cambiasso, anche lui in gol oggi.

    Insostenibile. Non c’è poi molto altro da aggiungere...

    Il Manchester United è semplicemente una squadra squilibrata, e l’ottimo Leicester City di Pearson l’ha messo in luce agli occhi del mondo. Figurine e football vanno d’accordo infatti solo negli album dei bambini sognanti, ma quando c’è da fare calciomercato bisognerebbe agire in maniera ponderata. Moyes spese male. Van Gaal ha speso male. Giocare infatti con Di Maria, Rooney, van Persie e Falcao tutti insieme lascia il tempo che trova quando dietro, la difesa, è formata dai soliti modestissimi Evans, Rafael, Smalling, Blackett e compagnia danzante. Il 3-4-3 (con un rigore inesistente rimette in partita il Leicester) e dalla grinta e spirito di un Leicester che ha avuto il ruolo del coltello nel burro dello scheletro United. La prima vittoria esterna è ancora rimandata… ma il problema non sarà tanto lì, quanto trovare una quadratura a una squadra semplicemente costruita male.


    LA CRONACA

    Certo, non si può dire che tutto ciò non sia stato divertente. Anzi. E’ stato un vero spettacolo. Subito avanti con la zuccata di Van Persie – ben imbeccato da Falcao – e con la magia di uno splendido pallonetto di Di Maria, il pomeriggio sembrava mettersi bene per lo United. Una sensazione durata però meno di un minuto perché dalla gran giocata di Vardy bomber Ulloa riportava subito a contatto il Leicester con uno splendido colpo di testa. Andato a riposo forte di un primo tempo di controllo e buon possesso palla – giusto dirlo – lo United trovava nuovamente il gol dell’allungo sicuro – 1-3 – con il tacco in area di Herrera, che legittimava così anche un buon inizio secondo tempo. Il leitmotif però di una difesa ballerina era evidente ogni qualvolta il Leicester riuscisse a trovare verticalità e velocità, e dopo il rigore – invenzione – di Rafael sul solito Vardy trasformato poi da Nugent il Manchester United crollava in maniera clamorosa. Cambiasso dal limite per il 3-3, Vardy in contropiede 2 contro 2 per suggellare un pomeriggio da sogno e di nuovo Uolla, su rigore, dopo la nuova fuga di Vardy in campo aperto costata il rosso a Blackett. Un crollo clamoroso.

    IL TABELLINO

    Leicester City (4-5-1): Schmeichel; De Laet, Morgan, Moore, Konchesky; Hammond, Cambiasso (71’ King), Nugent (75’ James), Drinkwater; Vardy, Ulloa. All: Paerson

    Manchester United (3-4-3): De Gea; Evans (30’ Smalling), Blackett, Rojo; Rafael, Blind, Herrera, Di Maria (77’ Mata); Falcao (71’ Januzaj), Rooney, van Persie. All: van Gaal

    Gol: 13’ van Persie, 16’ Di Maria, 56’ Herrera; 18’ e 83’ rig. Ulloa, 63’ rig. Nugent, 64’Cambiasso. 79’ Vardy.

    Arbitro: Clattenburg

    Ammoniti: Da Laet; Rooney. Espulso Blackett.

     
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    Mario Balotelli
    irride United su Twitter e riceve insulti razzisti.


    In Premier League il Manchester United viene strapazzato da un avversario non proprio irresistibile, il Leicester City, e Mario Balotelli se la ride su Twitter. "Man utd...LOL" scrive l'attaccante italiano sul social network, utilizzando la sigla che spopola tra i giovani e che indica "lot of laughs", "sto ridendo molto" appunto. Il riferimento, chiaramente, è al punteggio: 5-3 per i padroni di casa del Leicester, grazie a una rimonta memorabile (il Manchester vinceva per 1-3). I tifosi dello United non prendono bene lo sfottò di Mario Balotelli, che è da poco passato ai rivali storici del Liverpool. E tra i tanti commenti al suo tweet ne spuntano alcuni vergognosamente razzisti. "Sei una scimmia", scrive un utente, e un altro fa di peggio: "ti auguro di mangiare banane e contrarre Ebola". Alcuni insulti sono stati poi cancellati, ma non sono sfuggiti ai media inglesi che li hanno prontamente salvati e riproposti ai loro lettori. "Se qualcuno denuncia insulti razzisti, avvieremo un'indagine. Ma al momento, a quanto risulta, non c'è stata nessuna segnalazione", ha detto un portavoce della polizia del Merseyside.

     
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