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Lindoro di deserto
da Il Porto Sepolto
Cima Quattro il 22 dicembre 1915
Dondolo di ali in fumo
mozza il silenzio degli occhi
Col vento si spippola il corallo
di una sete di baci
Allibisco all'alba
Mi si travasa la vita
in un ghirigoro di nostalgie
Ora specchio i punti di mondo
che avevo compagni
e fiuto l'orientamento
Sino alla morte in balia del viaggio
Abbiamo le soste di sonno
Il sole spegne il pianto
Mi copro di un tiedipo manto
di lind'oro
Da questa terrazza di desolazione
i braccio mi sporgo
al buon tempo.. -
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Tramonto
da Il Porto Sepolto
Versa il 20 maggio 1916
Il carnato del cielo
sveglia oasi
al nomade d'amore. -
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Silenzio
da Il Porto Sepolto
Mariano il 27 giugno 1916
Conosco una città
che ogni giorno s'empie di sole
e tutto è rapito in quel momento
Me ne sono andato una sera
Nel cuore durava il limio
delle cicale
Dal bastimento
verniciato di bianco
ho visto
la mia città sparire
lasciando
un poco
un abbraccio di lumi nell'aria torbida
sospesi.. -
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C'era una volta
Quota Centoquarantuno l'1 agosto 1916
Bosco Cappuccio
ha un declivio
di velluto verde
come una dolce
poltrona
Appisolarmi là
solo
in un caffè remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna.. -
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Danni con fantasia
da Inni
1928
Perchè le apparenze non durano?
Se ti tocco, leggiadra, geli orrenda,
Nudi l'idea e, molto più crudele,
Nello stesso momento
Mi leghi non deluso ad altra pena.
Perché crei, mente, corrompendo?
Perchè t'ascolto?
Quale segreto eterno
Mi farà sempre gola in te?
T'inseguo, ti ricerco,
Rinnovo la salita, non riposo,
E ancora, non mai stanca, in tempesta
O a illanguidire scogli,
Danni con fantasia.
Silenzi trepidi, infiniti slanci,
Corsa, gelose arsure, titubanze,
E strazi, risa, inquiete labbra, fremito,
E delirio clamante
E abbandono schiumante
E gloria intollerante
E numerosa solitudine,
La vostra, lo so, non è vera luce,
Ma avremmo vita senza il tuo variare,
Felice colpa?. -
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Caino
da Inni
1928
Corre sopra le sabbie favolose
E il suo piede è leggero.
O pastore di lupi,
Hai i denti della luce breve
Che punge i nostri giorni.
Terrori, slanci,
Rantolo di foreste, quella mano
Che spezza come nulla vecchie querci,
Sei fatto a immagine del cuore.
E quando è l'ora molto buia,
Il corpo allegro
Sei tu fra gli alberi incantati?
E mentre scoppio di brama,
Cambia il tempo, t'aggiri ombroso,
Col mio passo mi fuggi.
Come una fonte nell'ombra, dormire!
Quando la mattina è ancora segreta,
Saresti accolta, anima,
Da un'onda riposata.
Anima, non saprò mai calmarti?
Mai non vedrò nella notte del sangue?
Figlia indiscreta della noia,
Memoria, memoria incessante,
Le nuvole della tua polvere,
Non c'è vento che se le porti via?
Gli occhi mi tornerebbero innocenti,
Vedrei la primavera eterna
E, finalmente nuova,
O memoria, saresti onesta.. -
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La preghiera
da Inni
1928
Come dolce prima dell'uomo
Doveva andare il mondo.
L'uomo ne cavò beffe di demòni,
La sua lussuria disse cielo,
La sua illusione decretò creatice,
Suppose immortale il momento.
La vita gli è di peso enorme
Come liggiù quell'ale d'ape morta
Alla formicola che la trascina.
Da ciò che dura a ciò che passa,
Signore, sogno fermo,
Fa' che torni a correre un patto.
Oh! rasserena questi figli.
Fa' che l'uomo torni a sentire
Che, uomo, fino a te salisti
Per l'infinita sofferenza.
Sii la misura, sii il mistero.
Purificante amore,
Fa' ancora che sia la scala di riscatto
La carne ingannatrice.
Vorrei di nuovo udirti dire
Che in te finalmente annullate
Le anime s'uniranno
E lassù formeranno,
Eterna umanità,
Il tuo sonno felice.
Edited by Lottovolante - 22/4/2012, 15:53. -
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Canto primo
da La Morte Meditata
1932
O sorella dell'ombra,
Notturna quanto più la luce ha forza,
M'insegui, morte.
In un giardino puro
Alla luce ti diè l'ingenua brama
e la pace fu persa,
Pensosa morte,
Sulla tua bocca.
Da quel momento
Ti odo nel fliure della mente
Approfondire lontananze,
Emula sofferente dell'eterno.
Madre velenosa degli evi
Nella paura del palpito
E della solitudine,
Bellezza punita e ridente,
Nell'assopirsi della carne
Sognatrice fuggente,
Atleta senza sonno
Della nostra grandezza,
Quando m'avrai domato, dimmi:
Nella malinconia dei vivi
Volerà a lungo la mia ombra?. -
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Canto quarto
da La Morte Meditata
1932
Mi presero per mano nuvole.
Brucio sul colle spazio e tempo,
Come un tuo messaggero,
Come il sogno, divina morte. -
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Canto sesto
da La Morte Meditata
1932
O bella preda,
Voce notturna,
Le tue movenze
Fomentano la febbre.
Solo tu, memoria demente,
La libertà potevi catturare.
Sulla tua carne inafferrabile
E vacillante dentro specchi torbidi,
Quali delitti, sogno,
Non m'insegnasti a consumare?
Con voi fantasmi, non ho mai riteggno,
E dei vostri rimorsi ho pieno il cuore
Quando fa giorno
Edited by Lottovolante - 22/4/2012, 15:53. -
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L'isola
da La fine di Crono
1925
A una proda ove sera era perenne
Di anziane selve assorte, scese,
E s'inoltrò
E lo richiamò rumore di penne
Ch'erasi sciolto dallo stridulo
Batticuore dell'acqua torrida,
E una larva (languiva
E rifioriva) vide;
Ritornato a salire vide
Ch'era una ninfa e dormiva
Ritta abbracciata a un olmo.
In sé da simulacro a fiamma vera
Errando, giunse a un prato ove
L'ombra negli occhi s'addensava
Delle vergini come
Sera appiè degli ulivi;
Distillavano i rami
Una pioggia pigra di dardi,
Qua pecore s'erano appisolate
Sotto il liscio tepore,
Altre brucavano
La coltre luminosa;
Le mani del pastore erano un vetro
Levigato da fioca febbre.
Edited by Lottovolante - 22/4/2012, 15:54. -
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Agonia
Morire come le allodole assetate
sul miraggio
O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia
Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato.. -
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Fratelli
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli. -
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Di luglio
Quando su ci si butta lei,
si fa d'un triste colore di rosa
il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
E' furia che s'ostina, è l'implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
E' l'estate e nei secoli
con i suoi occhi calcinanti
va della terra spogliando lo scheletro.. -
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Tutto ho perduto
Tutto ho perduto dell'infanzia
E non potrò mai più
Smemorarmi in un grido.
L'infanzia ho sotterrato
Nel fondo delle notti
E ora, spada invisibile,
Mi separa da tutto.
Di me rammento che esultavo amandoti,
Ed eccomi perduto
In infinito delle notti.
Disperazione che incessante aumenta
La vita non mi è più,
Arrestata in fondo alla gola,
Che una roccia di gridi.
Edited by Lottovolante - 27/4/2012, 23:41.