GIUSEPPE UNGARETTI: sentimento di un uomo

Poesie di Giuseppe Ungaretti - 08/02/1888 – 01/06/1970

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  1. Lottovolante
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    Defunti su montagne
    da Roma occupata



    Poche cose mi restano visibili
    E, per sempre, l'aprile
    Trascinante la nuvola insolubile,
    Ma d'improvviso splendido:
    Pallore, al Colosseo
    Su estremi fumi emerso,
    Col precipizio alle orbite
    D'un azzurro che sorte più non eccita
    Né turba.

    Come nelle distanze
    Le apparizioni incerte trascorrenti
    Il chiarore impegnando
    A limiti d'inganni,
    Da pochi passi apparsi
    I passanti alla base di quel muro
    Perdevano statura
    Dilatando il deserto dell'altezza,
    E la sorpresa se, ombre, parlavano.

    Agli echi fondi attento
    Dello strano tamburo,
    A quale ansia suprema rispondevo
    Di volontà, bruciante
    Quanto appariva esausta?
    Non, da remoti eventi sobbalzando,
    M'allettavano, ancora familiari
    Nel ricordo, i pensieri dell'orgoglio:
    Non era nostalgia, né delirio;
    Non invidia di quiete inalterabile.
    Allora fu che, entrato in San Clemente,
    Dalla crocefissione di Masaccio
    M'aécolsero, d'un alito staccati
    Mentre l'equestre rabbia
    Convertita giù in roccia ammutoliva,
    Desti dietro il biancore
    Delle tombe abolite,
    Defunti, su montagne
    Sbocciate lievi da leggere nuvole.
    Da pertinaci fiumi risalito
    Fu allora che intravidi
    Perchè m'accende ancora la speranza.

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