GIUSEPPE UNGARETTI: sentimento di un uomo

Poesie di Giuseppe Ungaretti - 08/02/1888 – 01/06/1970

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  1. Lottovolante
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    Semantica
    da Un grido e paesaggi
    a Jean Paulhan



    Come dovunque in Amazzonia, qua
    L'angìco abbonda, e già scoprirsi vedi
    Alcuni piedi di sapindo,
    Il libarò dei Guaranì;
    E, di rado, di qui o di là,
    I cautsciò si adunano in boschetti,
    Riposo all'ombra sospirata d'alberi
    Di fusto dritto ed alto,
    Di scorza come d'angue,
    Cari ai Cambebba.
    Di lontano li scorgi
    Mentre più torrido t'opprime il chiaro
    E più ti lega il tedio
    E gira moltitudine famelica
    Di moschine invisibili,
    Quando, di fitte foglie a tre per tre,
    Con luccichio ti svelano verdissimo
    D'un subito le cupole e la stanza,
    Tremuli fino al suolo.
    Sai che vi dondola per te un'amaca.
    I tronchi ne feriscono e, col succo,
    Zufoli ed otri plasmano quegli Indi;
    Oggetti il cui destino conviviale
    Nel Settecento nominare fa
    A Portoghesi lepidi
    Seringueira, l'appiccicosa pianta,
    E dirne la sostanza,
    Arcadi cocciuti, seringa,
    Chi la va raccogliendo, seringueiro,
    L'irrequieto boschetto, seringal,
    Con suoni ormai solo da clinica.

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