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Posts written by Costantine Rose

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    TERREMOTO
    LE MACERIE DOPO IL SISMA CHE HA COLPITO IL CENTRO ITALIA





    Nella gallery le immagini di alcune località del Centro Italia fortemente colpite dal sisma. Le più colpite sono Accumuli, Amatrice e Arquata del Tronto






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    TERREMOTO
    NEL CUORE DELLE CASE DILANIATE DAL SISMA




    Dopo il terremoto che ha raso al suolo Amatrice e Pescara del Tronto, di molte case è rimasto solo il ricordo.

    Le pareti crollate lasciano sotto gli occhi di abitanti e soccorritori le testimonianze di un'intimità strappata via dal sisma






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    AMATRICE DALL'ALTO
    IL PAESE E' UNA DISTESA DI MACERIE




    E' uno dei centri più colpiti dal sisma che nella notte ha sconvolto l'area tra Lazio, Marche e Umbria e che ha causato numerose vittime

    Visto dall'elicottero dei soccorritori, Amatrice è un paese distrutto, con il grigio della polvere e dei detriti che ne stravolge l'orizzonte






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    PEACE VALLEY
    IL PIÚ GRANDE CIMITERO DEL MONDO IN IRAQ


    È il cimitero sciita più grande ed esteso del mondo e si trova nella città sacra di Najaf, a sud di Baghdad in Iraq. Si sta espandendo il doppio nell’ultimo periodo, da quando l’esercito seppellisce lì suoi soldati caduti nella guerra contro lo Stato Islamico. I mussulmani sciiti si contrappongono appunto ai sunniti. Non a caso il cimitero di Wadi al-Salam, termine arabo per «Peace valley» (in italiano Valle della pace) ha un posto speciale nei cuori dei musulmani Sciiti. Al centro del campo santo sorge anche il mausoleo del loro primo imam Ali Bin Abi Talib, cugino del profeta Maometto. (Reuters)





    Un uomo legge dei versi del Corano nel cimitero di Wadi al-Salam




    Un uomo prega sulla tomba dell’Imam Mahdi




    Un uomo in lutto sulla tomba di un suo parente






    Persone in fila per l’acqua santa all’interno del santuario dell’Imam Mahadi









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    COLOMBIA
    UNA BANCONOTA PER GARCIA MÁRQUEZ



    Una nuova banconota da 50mila pesos (18 euro) con il volto di Gabriel García Márquez. A metterla in circolazione la Banca Centrale della Colombia che ha scelto così di omaggiare lo scrittore premio Nobel nel 1982, scomparso il 17 aprile 2014. Sulla parte frontale della banconota campeggia il ritratto di Gabo circondato dalle farfalle gialle, che nel romanzo ''Cent'anni di solitudine'' precedevano l'arrivo del personaggio Mauricio Babilonia. Sul lato opposto è stata scelta una rappresentazione degli Arhuacos, abitanti indigeni del dipartimento di Magdalena, a pochi chilometri dal villaggio natale



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    HUASCARAN
    TREKKING RACCONTA IL GLOBAL WARMING


    Perù. Un cammino didattico tra i ghiacciai che si sciolgono


    Un cammino che racconta e spiega i cambiamenti climatici in uno dei luoghi dove questi sono più drammatici e allo stesso tempo evidenti. Lo si può esplorare in Perù, nella Cordillera Blanca, una catena andina situata nel nord del Paese - e spesso tralasciata dai grandi tour, che puntano sulle destinazioni più celebrate della terra degli Incas, da Machu Picchu a Nazca, fino a Cuzco e al Titicata, tutte a sud di Lima - che è famosa perché ospita il 70 per cento dei ghiacciai tropicali del pianeta. Un luogo magico, con vette che si elevano fino ai 6768 del Cerro Huascaràn, la montagna che dà il nome al parco nazionale che la circonda, Il tutto circondato da paesaggio unico, dove si cammina ad altitudini impossibili, dell'ordine dei 5mila metri, superiori anche a quelle himalaiane, circondati da vette, da (finchè dura), ghiacci, il tutto in un paesaggio da steppa di montagna, popolato da piante come la puya raimondii, la bromelacea alta come un albero che fiorisce ogni dodici anni. Un ambiente dove, però, i ghiacci si sono quasi dimezzati dagli anni Settanta del ventesimo secolo agli anni dieci del ventunesimo, riducendosi da un'area complessiva di oltre 2000 km quadrati a poco più di 1300.


    Uno di questi, il Pastoruri, che era un'attrattiva da 100mila visitatiori l'anno - numero non irrilevante per una destinazione tanto poco accessibile situata in un Paese dell'America Latina - ha visto scendere le visite di pari passo con lo sciogliersi dei ghiacci, tanto che nei primi anni del 2010, con un'estensione che ormai è ridotta a 0,9 chilometri quadrati, riceve appena trentamila visitatori l'anno. Da lì l'idea di elevarlo ad "esempio" vivente del riscaldamento globale (con tanto di Forum del clima che si tiene nella vicina Huarez), promuovendolo come attrattiva principale di un itinerario percorribile a piedi o a cavallo. Del pacchetto fanno parte un immancabile "viewpoint" che consente di constatare la differenza tra ieri e oggi, ma anche un giro attraverso i laghi di recente formazione glaciale, che secondo i dati locali avrebbero aumentato la loro estensione complessiva di quarantaquattro volte nel periodo recente, nonché nel sito dove non molto fa esisteva una celebrata cueva de hielo (grotta di ghiaccio). La presenza di resti fossili dell'era dei dinosauri contribuisce a inquadrare il tema degli sconvolgimenti climatici in una prospettiva ancora più ampia. Il tutto è preceduto da un'introduzione che si svolge in una sorta di visitor centre a tema. I ghiacciai tropicali sono assieme a eccezioni come i ghiacciai, in certe aree temperate come la Nuova Zelanda arrivano fino a poche centinaia di metri dal mare tra le eccezioni destinate a soccombere presto alla tendenza in atto

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    TAHITI
    LA STAGIONE DEL WHALE WATCHING


    Fino agli inizi di novembre l'arcipelago della Polinesia Francese e la sua isola principale Tahiti, sono il campo base ideale per gli amanti dell'avvistamento delle balene, megattere in particolare. Una particolare ragione in più per scoprire quel magnifico ambiente...

    Nelle isole Australi, l'arcipelago più meridionale della Polinesia Francese, è fiorito l’Atae, chiamato anche “l'albero delle balene”. Annuncia l'inizio della stagione che vede l’arrivo di questi grandi cetacei nelle acque che bagnano le 118 tra isole e atolli che compongono le Isole di Tahiti. Le balene si trattengono fino agli inizi di novembre nel mare delle selvagge isole Australi, situate a 600 chilometri a sud di Tahiti, prima di iniziare la loro lunga migrazione verso il Polo Sud. L'arcipelago, scoperto dal capitano inglese James Cook nel 1769, è composto da 7 isole, 5 delle quali abitate e raggiungibili in aereo o in nave. Grazie al suo isolamento vanta ancora un ambiente naturale quasi incontaminato, con i piccoli centri abitati dalle allegre abitazioni color pastello abitati da poche migliaia di abitanti. Un luogo unico e di grande fascino, dove immergersi in un mondo in gran parte ancora legato alle antiche tradizioni e osservare in tutta tranquillità e nel pieno rispetto dei grandi mammiferi marini il passaggio delle balene, che si avvicinano all'arcipelago per dare alla luce i loro cuccioli. I cetacei si possono ammirare mentre si trovano molto vicino alla riva, sia dall'alto delle scogliere delle isole che partecipando ai numerosi tour in barca organizzati dai piccoli operatori turistici locali. I più intraprendenti possono anche provare l'emozione di immergersi in acqua per vedere da molto vicino i grandi cetacei e ascoltare il tipico canto dei maschi che richiamano gli esemplari femmina, sempre nella massima sicurezza e nel totale rispetto della natura. Queste acque sono state dichiarate Santuario dei mammiferi e marini e, dal 1986, sono chiuse all'odiosa caccia alla balena, ancora praticata in altri mari. Oltre alla possibilità di osservare da vicino le balene, le incontaminate isole Australi affascinano il visitatore con la loro natura rigogliosa – percorrendo a piedi i sentieri che le attraversano - e gli antichi riti religiosi della popolazione nativa, accompagnati da canti rituali. Gli artigiani locali si dedicano in gran parte alla lavorazione delle foglie di cocco e di altri vegetali, per produrre artigianalmente cappelli, borse e tappeti. L'isola più difficile da visitare, e quindi più caratteristica, è Rapa Iti , raggiungibile solo dopo un lungo viaggio su una nave cargo. Si tratta della cima di un antico vulcano, è abitata da circa 500 persone e conserva ancora le suggestive rovine di alcuni antichi fortini...



    Cetacei al largo di Rurutu









    Scogliera a Ruruti



    Isole di Raviavae




    Le grotte di Rurutu




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    QUATTROCENTO ANNI E NON SENTIRLI
    E' LO SQUALO DELLA GROENLANDIA IL VERTEBRATO PIÚ LONGEVO


    Trovata una femmina nata nel 1624, ai tempi del Re Sole



    E' un vero e proprio record di longevità in grado di far impallidire tutti gli altri registrati finora nel mondo animale: gli squali della Groenlandia riescono a raggiungere un'età di quattrocento anni. In altre parole, alcuni esemplari del Somniosus microcephalus (questo è il suo nome scientifico) studiati da un'equipe con a capo Julius Nielsen e composta da svariati membri dell'Università di Copenaghen, dell'Università Norvegese Dell'Artico, dell'Istituto di risorse naturali della Groenlandia e dell'Acquario Nazionale della Danimarca, nati nel lontano 1600.


    A stupire non è solo tale data, ma anche il luogo in cui questi animali crescono e vivono. Sono, infatti, diffusi in tutte le acque del Nord Atlantico, popolando mari che nessuna altra specie di squalo visita. L'oceano è un luogo pericoloso perché i rischi per la salute e la difficoltà nel reperire il cibo sono sempre dietro l'angolo. Eppure il Somniosus microcephalus, che riesce a raggiungere i 5 metri di lunghezza, sfida le avversità della sua casa biologica sviluppandosi con dei ritmi lentissimi (circa 1 cm l'anno). Tali tempistiche, scoperte peraltro nel 1930, avevano già lasciato intendere una vita particolarmente lunga e con ogni probabilità è proprio questo tasso di crescita il segreto di una straordinaria longevità. In ogni caso, per risolvere il mistero dell'età dello squalo della Groenlandia, inizialmente i ricercatori avevano raccolto un pezzo di spina dorsale di uno di questi animali. Dopo aver verificato l'assenza di anelli di crescita con cui poter effettuare una stima, è stata utilizzata la tecnica di datazione al radiocarbonio per misurarla. In particolare è stato analizzato il cristallino degli occhi di 28 femmine, giungendo alla conclusione che la più anziana era nata ben 392 anni fa, prima di Luigi XIV (1638). Ovviamente, considerata l'eccezionale longevità, ogni aspetto della vita risulta posticipato rispetto ai tempi comunemente accertati in altre specie e, per esempio, le femmine sono pronte a riprodursi solo dopo aver compiuto i 150 anni. In conclusione, la sorpresa legata all'età che riesce a raggiungere lo squalo della Groenlandia è doppia, poiché si tratta di una specie poco studiata, di cui abbiamo notizie limitate e che è purtroppo scarsamente tutelata, tanto da essere spesso vittima non desiderata durante le battute di pesca a strascico che puntano alla cattura di tutt'altri animali. E se finora il Somniosus microcephalus era conosciuto anche perché tra le sue caratteristiche vanta quella di possedere delle carni velenose, ora la sua notorietà sarà indissolubilmente legata alla longevità che lo contraddistingue, soprattutto se si pensa al fatto che il vertebrato più vecchio conosciuto finora, la balena artica, raggiunge "appena" i duecento anni (bisogna ricordare la vongola oceanica che supera i cinquecento anni).



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    FILIPPINE
    VIAGGIO NELL'INFERNO DI QUEZON, LA PRIGIONE PIÚ AFFOLLATA DEL MONDO


    Dormono sul pavimento del campo da basket, lo fanno organizzandosi in turni perché tutti, nel carcere di Quezon City, non entrano. La struttura carceraria, una delle più fatiscenti delle Filippine, è stata costruita 60 anni fa per ospitare 800 persone. Attualmente sono 3800 i detenuti che ci vivono. Il fotografo Afp Noel Celis ha varcato le porte dell'inferno di Quezon per denunciare il dramma dei tantissimi detenuti




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    AUSCHWITZ
    PAPA FRANCESCO PREGA IN SILENZIO


    Papa Francesco è arrivato nel campo di concentramento di Auschwitz, ad Oswiecim, a circa settanta chilometri da Cracovia, dove si svolge la Gmg. Il Pontefice ha attraversato a piedi da solo l'arco d'ingresso del campo, sotto la scritta 'Arbeit macht frei' ("Il lavoro rende liberi") e ha pregato in silenzio per diversi minuti nella piazza dell'appello, dove avveniva l'impiccagione di tutti i prigionieri, accanto al muro della morte, dove venivano fucilati...



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    Traspare spiritualità dai loro volti...

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    EVERYTHING SHE SAYS MEANS EVERYTHING

    Cleveland, cento donne nude contro Trump: l'installazione per la convention dei repubblicani

    Cento corpi femminili, nudi e in posa per accogliere Donald Trump. Si chiama "Everything She Says Means Everything (Tutto quello che dice vuol dire tutto)" ed è la nuova opera fotografica di Spencer Tunick. Un'installazione dal chiaro significato politico, perché realizzata a Cleveland, Stati Uniti, in occasione della convention nazionale dei repubblicani. Nell'immagine, i soggetti reggono uno specchio di forma circolare: "Per indicare che le donne sono l'incarnazione della natura, del sole, del cielo e della terra", si legge sul sito internet dell'artista, che sottolinea: "bisogna fare affidamento sulla forza, sull'intuizione e sulla saggezza delle donne progressiste e illuminate". Un lavoro che mira a far riflettere sul candidato repubblicano alla Casa bianca Donald Trump per i suoi commenti sul gentil sesso. "L'opera è pensata per le mie figlie, per il loro futuro: devono crescere in una società senza odio, con meno violenza e più opportunità per le donne", ha spiegato il fotografo. Le cento protagoniste degli scatti sono tutte volontarie e hanno risposto a un annuncio di selezione diffuso da Spencer Tunick. L'artista è conosciuto per le sue installazioni su larga scala, raffiguranti centinaia di corpi nudi...















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    DEMON CITY
    Elysia Crampton


    2016 (BreakWord Records)


    Apocalittici scenari post-coloniali nel lavoro "comunitario" di Elysia Crampton

    In una serie di notevoli interventi e pubblicazioni, Leela Gandhi - acuta autrice nonché bis-nipote di quel Gandhi - ha lanciato un'idea rivoluzionaria nel campo degli studi post-coloniali, in stato di stagnazione nel reiterare narrative derivative di négritude. Per uscire una volta per tutte dal tunnel dell'essenzialismo cronico, quello cioè alla base di ogni tentazione imperialista, sottostante qualunque discorso di "autenticità", differenze strutturali e opposizioni binarie, è necessario, per la Gandhi, (ri?)abbracciare un certo spirito cosmopolitano, votato alla non-violenza, alla non-sovranità e a una visione fluida dell'identità, mantenendo però allerta allo stesso tempo una coscienza militante e politicizzata. Quello che viene fuori, in questa visione dell'uomo post-nazionale, è una rete di "comunità affettive", in cui colonizzato e colonizzatore si scoprono camerati alle prese con affermazioni collettive d'esistenza e demoni comuni da esorcizzare. La storia di Elysia Crampton è l'esempio più tangibile, nello spazio di un solo corpo, di commilitone incastrato in un incredibile traffico di sovrastrutture all'americana. Immigrata, latino, mestizo, transgender. "How the hell do I make sense of it?", si chiedeva la Crampton tra le righe del personalissimo e influente capolavoro "American Drift", uscito giusto un anno fa. Con "Demon City", la ricerca si fa collettiva, l'autorialità si diluisce e de-centra in un'opera che di "politiche dell'amicizia" si erge a manifesto.


    Ma andiamo con ordine. Di chi/cosa stiamo parlando nella comune in oggetto? La rete di artisti e producer che viene a galla in "Demon City" è un'affiatata cerchia accomunata da una precisa visione artistica, in cui dominano i giochi di referenze e in cui il dancefloor e l'industria sono trascesi in un'estetica ibrida fino quasi ad annullarsi a vicenda e riattivare, a sorpresa, selvagge pulsioni pre- e post-moderne. Why Be e Chino Amobi sono, oltre alla Crampton, le altre due firme che in questa visione post-coloniale, in cui il personale è politico e in cui razza e genere si scoprono problematici, stanno scrivendo capitoli fondamentali (Amobi ha rilasciato sempre quest'anno "Airport Music For Black Folk", "Izlamic Europe" e "Beyonce's Hammock", Why Be lo scorso anno l'eccellente "Snipestreet") e che non potevano mancare alla proposta della collega, Rabit e Lexxi raccolgono la chiamata dalle "strade sbagliate" di Houston e da Londra rispettivamente, completando il palinsesto dell'opera. "Demon City" si legge, su indicazione della Crampton, come un poema epico - un poemetto, forse, vista la durata contenuta - omaggio e testimone dello stile "severo", definito come quel processo che ha ispirato e sostenuto la ricerca di una giustizia trasformativa, reso possibile solo dalla comunità, dall'esistere insieme. L'introduzione è riservata quindi a un duetto con Why Be, "Irreducible Horizon", che ha effettivamente i toni da ouverture, incluso sample pianistico e tensione pseudo-orchestrale, salvo liberare spasmi ritmici asfissianti in odor di kuduro e i proverbiali "snip" digitali a mo' di firma della bravissima Elysia Crampton. La potenza evocativa del poema si schiude tutta con "After Woman", tragica suite queer, composta con Rabit - riconoscibile nei synth a tempesta acida - dedicata a Bartolina Sisa, l'eroina indigena massacrata e vivisezionata dalle truppe coloniali spagnole. È un passaggio sismico pieno di enfasi, dramma, forse il più vicino al magma di "American Drift", dove il tono epico-apocalittico è contrappuntato da frantumi di beat e campionamenti di risate e un loop degli African Head Charge che avanza sullo sfondo di tutto. Il richiamo della foresta si materializza infatti nell'atto successivo di "Dummy Track", ancora con Why Be in regia, che mette in piedi una grottesca danza electro-tribale, ma più che sorvolare una giungla urbana è in una indefinita condizione post-industriale, quella in cui ci troviamo, dove i cristalli liquidi dei monitor raccontano storie paleontologiche e l'identità esiste in un simile stato di eterna bastardaggine. "Children Of Hell" e soprattutto "Esposas 2013" sono gli altri numeri notevoli dell'opera, quest'ultima che giunge come il momentum del lavoro, con i synth a fare le veci di un ensemble d'archi che si dilegua però subito in un'estasi violenta, con spari, fuochi e astronavi ad assicurare quel tocco sci-fi caro all'artista boliviana. Il sipario cala infine con "Red Eyez", outro a cura del londinese Lexxi, a concludere con una spinta e direttissima marcia grime il complesso umore dell'opera e lasciandosi in coda una visione simbolicamente dinamica e tutt'altro che auto-compiaciuta delle intenzioni di questa città di demoni. In definitiva, il contenuto di "Demon City" è riassunto fin dallo splendido artwork in copertina. Una confusa formazione geologica che rivela, ingrandita alla lente del microscopio, un insieme di aggeggi tecnologici in obsolescenza che a loro volta, a uno sguardo ancora più attento, scoprono i profili stilizzati di una qualche divinità inca, attorno a una forma femminile vagamente censurata. Apocalisse, macchine, geofilia, politiche identitarie, la condizione di "colonizzato" che si apre a più livelli di interpretazione e una contigua storia postcoloniale ancora da riscrivere. Questi i temi roventi accumulati nei ventisei minuti scarsi di "Demon City" dalla "comunità affettiva" trans-nazionale messa insieme da Elysia Crampton, opera che ferma un'istantanea delle intuizioni e delle sperimentazioni del collettivo e che fornisce un piano d'azione nelle sue vedute irriducibilmente queer. Se è vero che "Demon City" è indubbiamente materia complessa e incompromissoria, ignorarlo significa nondimeno chiudere entrambi gli occhi su una delle scene più significative dell'elettronica post-club contemporanea, nonché perdere la rara occasione di fare i conti con l'impasto di colonizzatore e colonizzato, silenziosamente alberganti in ognuno. "Demon City" esce sulla "politicamente orientata" BreakWorld, per cui la cantautrice Elyisa Crampton ha in saccoccia un secondo lavoro entro l'anno prossimo. (Fonte recensione: Ondarock)

    Tracklist

    Why Be & Elysia Crampton - Irreducible Horizon
    Rabit & Elysia Crampton - After Woman
    Why Be, Elysia Crampton & Chino Amobi - Dummy Track
    Elysia Crampton & Rabit - The Demon City
    Chino Amobi & Elysia Crampton - Children Of Hell
    Lexxi & Elysia Crampton - Esposas 2013 (No Drums)
    Lexxi - Red Eyez
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    UN MARE DI NUDI
    IL NUOVO PROGETTO BLU DI SPENCER TUNICK


    Circa tremila persone hanno posato nude e completamente dipinte di blu nel centro di Hull, cittadina del nord del Regno Unito, per l'ultima installazione del controverso artista americano Spencer Tunick. Il progetto, dal titolo 'Mare di Hull', verrà svelato nel 2017, quando la città britannica sarà 'Città della Cultura'. Tutti i partecipanti sono stati 'colorati' con una speciale vernice di colore bluastro per ricordare le diverse tonalità presenti nel mare...



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    QUIGYUAN
    IL MISTERIOSO VILLAGGIO CINESE DEI GEMELLI


    Il villaggio cinese di Qingyuan è di recente balzato alle cronache per un singolare primato: è infatti la comunità con la maggiore concentrazione di bambini e adulti nati con un gemello. Situato a 1.100 metri sul livello del mare, questo piccolo villaggio è la casa di 367 persone delle quali ben 78 sono gemelli. Il fenomeno della “gemellarità” appare così radicato in questa remota località che persino le galline producono uova con due tuorli. I due gemelli più anziani della comunità hanno 89 anni ed esiste una famiglia di gemelli da tre generazioni. Normalmente per le donne la probabilità di portare avanti una gravidanza gemellare è all’incirca dell’1 per cento. E’ noto però che vi sono predisposizioni etniche che aumentano notevolmente questa possibilità. Nel Benin, per esempio, il 12 per cento della popolazione è di etnia Yoruba ( presente anche in Nigeria, Togo e Sierra Leone), nella quale la frequenza dei parti gemellari sale al 4.5 per cento. Non a caso proprio lo stato centro-africano risulta essere la nazione con il più alto tasso di gemelli al mondo, con 27.9 gemelli ogni 1000 abitanti. Un altro caso particolare è quello di Linha Sao Pedro, piccolo centro abitato all’interno della città di Candido Godoi, nel nord-est del Brasile. Qui la frequenza dei parti gemellari si attesta attorno al 10 per cento in una popolazione di prevalente discendenza tedesca e polacca. Alcuni hanno ipotizzato che questo fenomeno possa avere un legame con la sperimentazione condotta da Joseph Mengele su alcune donne locali (dopo essere fuggito dalla Germania nazista sconfitta dagli Alleati). Mengele infatti, noto anche come “l’angelo della morte”, condusse numerosi e spietati esperimenti proprio su coppie di gemelli nei campi di sterminio e qualcuno ipotizza che abbia continuato anche in Brasile. Ma a proposito del caso di Candido Godoi la comunità scientifica ritiene che la causa del boom di gemelli vada ricercata nel fatto che i suoi abitanti fanno parte di una comunità che vive in una sorta di isolamento genetico poiché sono molto frequenti le unioni tra consanguinei. Anche il villaggio indiano di Kodinhi, situato 30 km a sud di Calcutta, deve la sua fama ai parti gemellari. Infatti tra le 2000 famiglie residenti sono distribuite 204 coppie di gemelli e ben due sono stati i parti tripli. Malgrado i numerosi studi condotti non è ancora stato possibile determinare una causa di questo fenomeno, anche se c’è stato chi ha ipotizzato che sia da ascrivere a particolari sostanze chimiche contenute nell’acqua potabile. Infine la città di Igbo Ora, in Nigeria, nella quale risiedono molti Yoruba, con il suo 5 per cento di gemelli si autodefinisce la “Patria dei Gemelli”



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