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Posts written by Sad Calipso

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    L’ultimo abbraccio dal suo compagno: così muore il canguro

    Immagini struggenti, che evocano tele del passato dove è dipinta la pietà e la sacralità della morte...

    Nelle fotografie scattate nel Queensland dal fotografo australiano Evan Switzer una femmina di canguro deceduta viene sollevata e sostenuta dal compagno sotto gli occhi del loro piccolo. Una scena tragica che evoca in tutti noi tristezza e che induce a trasferire su quei canguri tutta la nostra sofferenza. Ma è così? Intendo: è corretto attribuire un così pieno senso della morte agli animali? Non operiamo forse su di loro un transfer della nostra consapevolezza della morte unitamente all’emotività che essa suscita? Se guardiamo ai canguri, non può sfuggire come nei loro sguardi e nelle loro facce sia difficile cogliere un’espressività. E non è un’opinione, bensì un aspetto preciso della loro biologia e del loro sviluppo. Sono molto ridotti infatti i loro muscoli facciali, quelli che si sviluppano grazie all’atto di suggere il latte materno. Nei canguri il latte defluisce direttamente nella bocca del piccolo nel marsupio grazie alla contrazione del muscolo materno compressor mammae. Di conseguenza la mimica facciale è pressoché inesistente e con essa l’espressività emotiva. Gli atteggiamenti e le posture di quegli individui in queste toccanti fototografie richiamano indubbiamente il dolore, ma, ancora una volta, forse, li antropomorfizziamo. La morte di quella femmina di canguro produce più verosimilmente sorpresa, sconcerto e anche, forse, tragica curiosità per quel corpo inanimato. Con questo, come è noto, non è unica la nostra specie ad avere consapevolezza della morte. Gli elefanti, ad esempio, hanno evoluto il senso della morte come perdita e ne mantengono memoria. Moltissime ricerche lo hanno dimostrato portando alla luce anche loro speciali riti. Una certa consapevolezza della morte sembra essere presente anche nei leoni, ma nei canguri, fino ad oggi, non esiste alcuna evidenza.



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    Potrebbe essere un qualcosa inerente a questa sua recente scoperta...

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    Bowie, una malattia tenuta nascosta
    "Aveva un cancro al pancreas"



    Aveva obbligato medici e collaboratori alla consegna del silenzio sul suo tumore

    Indiscrezioni da Londra: sarà sepolto negli Usa. Un patrimonio da 230 milioni di dollari


    David Bowie è scomparso, lunga vita alla sua leggenda. Dopo l’annuncio via twitter della morte, milioni di fan attendono con il fiato sospeso i funerali dell’«uomo che cadde sulla Terra». Le indiscrezioni si rincorrevano in rete e sui giornali britannici. Lo scandalistico ma ben informato The Sun sostiene che il Camaleonte del rock dovrebbe essere sepolto con una cerimonia privata negli Stati Uniti, dove sarebbe morto e dove viveva, in un attico a Manhattan, con la seconda moglie, la modella Iman e la figlia quindicenne Alexandria. A loro - e al figlio maggiore Duncan - andrà un’eredità di tutto rispetto: il cantante avrebbe accumulato una fortuna pari a 230 milioni di dollari (212 milioni di euro, ma per il tabloid britannico Sun arriva a 800 milioni di euro), e le vendite dell’ultimo album «Blackstar», decimo della sua caleidoscopica carriera, non faranno che aumentarla. La voce di David Bowie da martedì domina la Top di iTunes e il canale di musica in streaming Spotify ha registrato un aumento esponenziale dei fan del Duca bianco, che in vita ha venduto oltre 140 milioni di dischi. Imprenditore del suo talento, nel 1997 emise, prima rock star al mondo, le obbligazioni «Bowie Bond» sui diritti d’autore dei suoi album. All’inizio avevano tassi del 7,9%, poi le royalties furono bruciate da internet e i bond liquidati. Ma tant’è: a lui l’operazione fruttò decine di milioni. «Vengo dalla classe operaia, ho sempre l’ansia di non lasciare abbastanza alla mia famiglia», confessò lui anni fa.


    Tutti ormai sanno chi è Ziggy, l’alieno dagli occhi di ghiaccio cui oggi qualcuno vorrebbe dedicare un pianeta (una petizione online invita l’Unione astronomica internazionale a cambiare il nome di Marte in Bowie). Pochissimi però sanno chi era David Jones (suo vero nome), quali i segreti della sua vita e della sua sofferenza. Ieri qualche notizia è filtrata, oltre l’invisibile barriera che i suoi familiari hanno saputo costruirgli intorno. David Bowie aveva obbligato amici, medici e collaboratori alla consegna del silenzio sulla sua malattia, un cancro al pancreas diagnosticato nel 2014, le cui cellule si erano diffuse rapidamente al fegato. E nulla è trapelato sui sei infarti che, a detta della biografa Wendy Leigh, lo avrebbero colpito negli anni recenti. La verità forse non uscirà mai dalle mura della sua Penthouse newyorchese da 3 milioni di sterline, nel quartiere trendy di Soho. Il mondo della musica, però, continuerà ad idolatrare il suo alieno. I Brit Awards, il prossimo 24 febbraio a Londra, si trasformeranno in un mega-tributo per «una delle più grandi icone inglesi». E già si va formando la coda di star e starlettes che vogliono cantare (o sfilare) in suo onore, il 31 marzo, alla Carnegie Hall di New York: il concerto con Cindy Lauper e altre voci del brit-pop era stato annunciato la scorsa settimana ma ora si fanno i nomi dei baronetti musicali Sir Elton John, Sir Mick Jagger, Sir Paul McCartney. Nel dubbio di quel che sarà, David ha provveduto per sé. «Aveva molta fretta di finire l’album “Blackstar”», dice il suo produttore Tony Visconti. Un Requiem, come quello di Mozart, che lui però è riuscito a finire. «Look up, I’m in Heaven».
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    Il mistero delle foto di Hawking (e dei numeri) apparsi a Times Square


    Mistero. Al momento fitto quanto il destino della materia inghiottita da un buco nero...




    Un paragone non azzardato se riguarda proprio chi dei buchi neri è il massimo esperto mondiale, ovvero il fisico Stephen Hawking, settantaquattro anni, a cui nel lontano 1963 fu diagnosticata la malattia del motoneurone (per intenderci la sclerosi laterale amiotrofica o sla è dello stesso tipo) che lo ha messo su una sedia a rotelle e distrutto gradualmente il suo corpo (ma non la sua mente). Tutto è cominciato martedì mattina poco dopo le 9 di mattina quando su tutti gli schermi di Times Square a New York appare all’improvviso una foto di Stephen Hawking. Con un' eccezione di un unico schermo sul quale, con una grafia volutamente simile a quella manuale, compare un criptico messaggio composto da tre numeri: 48, 16, 11. Nient’altro.


    Le immagini restano visibili per poco più di un minuto. Poi scompaiono. Gli spettatori presenti nella piazza e poi i navigatori del web appaiono sconcertati. Cosa vuole dire il messaggio? E perché è stato reso pubblico in questo modo? Si tratta di una campagna pubblicitaria? O i numeri indicano una data? La prima ipotesi è che i numeri indichino un conto alla rovescia (48 giorni, 16 ore e 11 minuti) diretto ad un evento che si dovrà tenere il 29 febbraio, ma i conti non tornano. Il conto alla rovescia terminerebbe il giorno dopo. Qualcun altro ipotizza che siano numeri correlati all’articolo appena uscito di Hawking che prospetta una nuova soluzione per il paradosso dell’informazione nel buco nero (secondo quanto ipotizzato in passato da Hawking e Bekenstein l’informazione fisica potrebbe «sparire» in un buco nero, permettendo a molti stati fisici di evolvere nello stesso identico stato. Questo «violerebbe» una dottrina comunemente accettata, secondo la quale l’informazione totale riguardo a un sistema fisico in un punto temporale determinerebbe il suo stato in ogni altro tempo). Ma chi ha letto l’articolo esclude che sia questo il senso dei numeri oltre a far notare che non avrebbe senso spendere migliaia di dollari di pubblicità per un articolo scientifico destinato principalmente ad addetti ai lavori. C’è ovviamente chi ci scherza su e fa ipotesi fantasiose: «Sono i numeri per vincere al Powerball», «Ci vuole dire che David Bowie è vivo». A questo punto tutti aspettano che Stephen Hawking stesso chiarisca il mistero, mentre molti altri si sono lanciati in una corsa a svelare il significato del codice. Ammesso però che ne esista uno.

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    Uno dei momenti più alti dell'intera carriera di Bowie...

    Un album che lascerà tracce in innumerevoli suoi successori nel variegato panorama della new wave e del post punk...

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    In 280mila online per i funerali di "Lemmy": la diretta della cerimonia su Youtube

    Amici e familiari di "Lemmy", il frontman dei Motorhead morto il 28 dicembre, hanno dato il loro ultimo saluto alla rockstar con un funerale che da Los Angeles è stato trasmesso in streaming in tutto il mondo su YouTube, dando così la possibilità a migliaia di fan di seguire in diretta l'evento. Sono stati oltre 280mila a guardare lo streaming. La cerimonia si è svolta al Forest Lawn Memorial Cemetery nella città californiana. Il gruppo aveva invitato i fan a partecipare alla cerimonia attraverso un post su Facebook: "Chiediamo rispettosamente che non partecipiate al cimitero, perché lo spazio è molto limitato, ma vogliamo TUTTI voi partecipi di questa cosa, quindi istituiremo un live della cerimonia su internet. Andate nel vostro pub preferito, o club preferito, assicuratevi di avere una connessione internet e brindate con noi per celebrare la vita di Lemmy". Ian "Lemmy" Kilmister è morto all'età di 70 anni, poco dopo che gli era stato diagnosticato un cancro particolarmente aggressivo. Alla cerimonia, oltre ai parenti, sono intervenuti anche i principali esponenti del rock e del metal, come Lars Ulrich dei Metallica, David Grohl dei Foo Fighters, in lacrime, e Slash. Il figlio di Lemmy Kilmister, Paul, ha detto che il padre è sempre stato una persona autentica: "Ci amava, eravamo la sua famiglia allargata. Era l'uomo più leale che io abbia mai conosciuto e in cambio si è guadagnato la nostra fedeltà. Non era solo un musicista e un compositore: ci ha sempre mostrato come essere autentici con noi stessi".

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    Un capolavoro alla pari di "Tim"...

    La voce di Westerberg mi trasmette disagio, rabbia e nello stesso tempo calore umano...

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    Album storico, "Bastards of Young" tra i più grandi inni del rock, una "Smells Like Teen Spirit" giunta troppo presto...

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    La trovo affascinante, molto più di certe ragazzette tutte omologate e senza personalità...

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    Lemmy Kilmister nello spot postumo

    A dieci giorni di distanza dalla sua scomparsa Lemmy Kilmister torna ad emozionare i fan con uno spot pubblicitario girato appena un mese prima della sua morte. Nelle immagini il bassista esce da un locale e, fissando l'obiettivo della telecamera scherza: "Non ho mai bevuto latte e mai lo farò, stron***". L'agenzia finlandese Hasan&Partners era nel pieno della post produzione dello spot girato per un'azienda di latte quando è arrivata la notizia della morte del musicista. I produttori hanno deciso di mandare comunque lo spot in onda come un tributo a Lemmy e, d'accordo con la famiglia, al termine della pubblicità hanno aggiunto la data di nascita e di morte del leader dei Motorhead, accompagnata dalla scritta "Brindiamo a te".


    Lemmy Kilmister kuvasi kanssamme viime itsenäisyyspäivänä ikonisen maitomainoksen uudestaan. Lopputuloksena on kunnianosoitus suurelle miehelle. Kiitos, Lemmy.

    Posted by Valio on Giovedì 7 gennaio 2016


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    Che vita! Neppure Jack London avrebbe saputo scrivere un racconto così...

    Ma la cosa bella è che non è un romanzo ma la vita di "una persona vera".

    Con tutto quell'alcol e droghe, con tutta quella "vita spericolata" non capisco come lo smilzo Keith possa essere ancora fra noi...

    Molti se ne sono andati per molto meno. ma questo è uno dei tanti misteri degli Stones...

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    Peccato aver distrutto sogni e illusioni...

    Ora c'è un mucchio di gente che ama tornare alle dittature senza mai averle vissute...

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    Bellezza di altri tempi...senza alcuna correzione estetica...

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    Chimica, i quattri nuovi metalli che completano la tavola degli elementi

    Ununtrio (113), ununpentio (115), ununseptio (117) e ununoctio (118). Sono i nomi, ancora provvisori, dei metalli pesanti scoperti da ricercatori in Giappone, Russia e Stati Uniti, aggiunti dall'Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC) nella settima riga della tavola periodica degli elementi di Mendeleev. Si tratta di metalli sintetici, che esistono solo per qualche frazione di secondo nel decadimento radioattivo di altri elementi. La scoperta dei metalli 115, 117 e 118 è stata effettuata da un team di scienziati dell'Istituto Unito per la ricerca nucleare di Dubna (Russia) e del laboratorio Lawrence Livermore National della California. Per la prima volta un elemento, l'ununtrium 113, è stato individuato in Asia, nel Riken Institute, in Giappone. ''Siamo entusiasti - ha spiegato il presidente IUPAC Dr.Mark C.Cesa - ringraziamo gli scienziati per il loro lavoro meticoloso''. I nomi definitivi potrammo essere attribuiti dal gruppo di ricercatori che li hanno scoperti, scegliendo tra minerali, luoghi oppure personaggi mitologici.






    La tavola periodica ideata da Mendeleev nel 1869.

    Ordina gli elementi in righe e colonne in base al numero atomico e al numero di elettroni presenti nell'orbitale atomico più energetico.



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    Questa è lucida follia...

    Per certi versi, uno dei dischi più duri di sempre. Meraviglioso e immortale...

1100 replies since 13/4/2010
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