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Posts written by Sad Calipso

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    You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one...

    Le sue canzoni sono una forza vincente e lo resteranno per sempre...

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    Cosa non farebbe Bono per non mettersi in mostra...

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    Ultimi sprazzi di genialità in un mondo musicale ormai popolato dal nulla...

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    New York: all'asta la Porsche "psichedelica" di Janis Joplin

    Asta di auto di lusso da Sotheby's, a New York: il pezzo più pregiato è la Porsche 356 SC Cabriolet appartenuta (a assolutamente "modificata") dalla celebre cantante americana Janis Joplin, icona della musica anni '60. La casa d'asta prevede di venderla per una cifra tra i 400.000 e i 600.000 dollari.

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    Geminidi e Ursidi, due piogge di stelle cadenti prima di Natale

    Due sciami di stelle cadenti illumineranno le notti da qui a Natale.

    Il primo e più spettacolare sarà quello delle Geminidi, così chiamate perché il radiante (la zona di cielo dal quale sembrano avere origine) è situato nei pressi della costellazione dei Gemelli. Come luminosità e frequenza fanno 'concorrenza' alle Perseidi, le famose "lacrime di San Lorenzo" di agosto. Il picco delle Geminidi è previsto tra il 10 e il 15 dicembre. In particolare, nella seconda parte della notte tra il 13 e il 14 (nuvole permettendo) lo spettacolo dovrebbe essere assicurato, anche grazie all'assenza della Luna già tramontata. Per osservarle bisognerà voltare lo sguardo verso Est e individuare (subito a sinistra di Orione) le due stelle più luminose dei Gemelli: Castore e Polluce. Le Ursidi sono invece uno sciame dovuto all'attraversamento dei detriti lasciati probabilmente dalla cometa 1790 II Tuttle. La loro osservazione (il periodo va dal 16 al 28 dicembre) sarà però disturbata da una Luna molto luminosa, durante il picco di frequenza, che dovrebbe verificarsi il 22 dicembre. Saranno comunque meglio osservabili nella seconda parte della notte alzando gli occhi al cielo in direzione dell'Orsa minore (o Piccolo carro), la costellazione che ospita la Stella polare



    La porzione di cielo con la costellazione dei Gemelli, nella quale si ha più possibilità di osservare lo sciame meteorico delle Geminidi.

    Le due stelle più brillanti sono Castore e Polluce - Immagine ottenuta con il software Stellarium







    Per osservare lo sciame delle Ursidi bisogna guardare a nord, in corrispondenza dell'Orsa minore (o Piccolo carro), la costellazione della Stella polare




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    Il migliore degli Stones assieme a Exile on Main Street. Brown Sugar è uno dei più grandi pezzi rock di sempre...

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    Si faranno del male da soli. Putin non gioca alla guerra, la fa...

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    All'asta i 'tesori' di Ringo Starr: c'è anche copia n° 0000001 del "White Album"

    E' sicuramente il pezzo forte dell'asta che si terrà a Los Angeles dal 3 al 5 dicembre: la copia n 0000001 del 'White Album'. Il valore è inestimabile, basti pensare che la copia n° 0000005 è stata venduta nel 2008 a circa 30mila dollari. La copia in questione dovrebbe essere di John Lennon che, a quanto dichiarato da Paul McCartney, è stato il membro della band che ha “urlato di più” nel momento dell’assegnazione. Ma non c'è solo questo, molto altro. Dalla batteria utilizzata per il video di 'Hello Goodbye' alle chitarre di George Harrison e John Lennon, passando per un anello o il disco d'oro assegnato per il single "I Want To Hold Your Hand". Ringo Starr, assieme alla storica moglie Barbara Bach, vende i cimeli dei Beatles all'asta, prevista dal 3 al 5 dicembre al Julien's Auction di Los Angeles. Tra gli oggetti più 'economici' c'è il pannello posteriore prelevato dal caravan dei Beatles con il logo 'Stg Peppers Lonely Hearts Club Band': stimato tra i seimila e gli ottomila dollari, con un prezzo base di solamente tremila dollari.



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    La copia n.0000001 del 'White Album'




    La batteria a tre pezzi Ludwig Oyster Black Pearl 3 di Ringo Starr de 1963.

    Utilizzata per oltre 200 esibizioni dal vivo e 180 registrazioni in studio dal 12 maggio 1963 al 4 febbraio 1964, ultima data in cui si è vista in pubblico




    Batteria Ludwig argentodi Ringo Starr utilizzata nel video "Hello, Goodbye" del 1967 realizzata per l' "Ed Sullivan Show"




    Regalata a Ringo dalla famiglia di George Harrison subito dopo il concerto per l'anniversario della sua morte




    Rose-Morris Rickenbacker, modello 1996, del 1964.

    Soprannominata "The Beatle Backer" di proprietà di John Lennon e successivamente regalata a Ringo Starr




    Orologio "Computer Time LED" al quarzo digitale, Omega 1973.
    (quadrante rettangolare nero collegato a un bracciale in acciaio inossidabile affusolato).

    E' stato il primo orologio a LED mai prodotto da Omega e fu il primo disponibile in Europa.

    Questo orologio è stato dato a Ringo Starr dal suo amico e collega batterista Keith Moon.




    Copia personale di Ringo Starr, sceneggiatura del film 'Help'. .

    Lo script non datato è di 122 pagine con annotazioni scritte a mano a matita.




    Uno degli anelli storici di Ringo. Indossato per la prima volta dal musicista nel 1961.

    Ringo Starr lo terrà costantemente al mignolo in tutte le sue apparizioni.




    Mercedes-Benz di proprietà di Ringo Starr e George Harrison di due Beatles.

    Acquistata da Harrison e in seguito da Ringo dopo la sua scomparsa nel 2001. Chilometraggio: 10.729.




    Il tavolo di John Lennon e Yoko Ono




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    Onore eterno a questa stupenda donna che ha "sfanculato" i Salvini dell' epoca... ))

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    ROSA PARKS, 60 ANNI FA IL GESTO SIMBOLO DELLA LOTTA AL RAZZISMO

    "Non devi avere paura di ciò che fai
    se sai che è la cosa giusta"

    (Rosa Parks)

    Sono passati sessant' anni dal primo dicembre 1955, quando su un autobus dell'Alabama una donna, Rosa Parks, si rifiutò di alzarsi dal posto riservato ai bianchi e per questo venne denunciata e arrestata. Quel gesto, immortalato in una fotografia che è divenuta celebre, ha cambiato la storia dei diritti civili. "Non potevo immaginare che in quel momento si stesse facendo la Storia, ero solo stanca di arrendermi sempre", disse Rosa Parks. Da quel giorno sono stati compiuti molti progressi, come l'elezione del primo presidente di colore negli Stati Uniti. Per ricordare Rosa Parks, il ministero dei Beni culturali ha lanciato l'iniziativa #AlPostoGiusto. Tra il primo e il 6 dicembre molte città italiane saranno attraversate da autobus e tram dedicati che sul display avranno ben visibile la scritta "60 Rosa Parks". Alcuni di questi ospiteranno al loro interno artisti, attori, scrittori stranieri, migranti di prima o di seconda generazione che parleranno di discriminazione e racconteranno ai passeggeri la figura di una donna che, grazie al suo rifiuto, è divenuta la figura-simbolo del movimento per i diritti civili. (Di seguito la foto-simbolo dove si vede Rosa Parks seduta su un autobus nel posto riservato ai bianchi)


    IL MONDO DI ROSA PARKS PRIMA E DOPO IL GIORNO DEL BUS

    Quando si domanda chi era Rosa Parks, la risposta più comune, la più sbrigativa ed essenziale è: “Quella sarta di colore che si era rifiutata di alzarsi nell’autobus riservato ai bianchi ed era stata messa in prigione”. Vero, ma intorno alla figura della donna che nel 1955, con un gesto semplicissimo, diede il via alla reazione di massa dei neri a Montgomery con il conseguente boicottaggio (per un anno) dei mezzi di trasporto, sono nate e si sono sviluppate molte altre realtà sociali e politiche. Rosa Parks fu la scintilla e poi la bandiera della protesta afroamericana negli stati del Sud, un personaggio chiave che da oltre mezzo secolo ispira la letteratura mondiale. In Italia, uno dei massimi esperti in materia è Nadia Venturini, professore associato di Storia del Nord America presso l’Università di Torino. Autrice di testi quali «Neri e Italiani ad Harlem» e «Con gli occhi fissi alla meta», la docente ha appena pubblicato «La strada per Selma La mobilitazione afroamericana e il Voting Rights Act del 1965». Ecco un ricco approfondimento.



    Le impronte digitali di Rosa Parks subito dopo esser stata arrestata


    IL SUD CINQUANT'ANNI FA

    E’ difficile crederlo, guardando Obama e Michelle, ammirando gente dello spettacolo come Oprah Winfrey e Denzel Washington. Eppure la segregazione esisteva davvero negli undici stati che avevano fatto parte della Confederazione durante la Guerra Civile. Era un sistema rigido che teneva i neri separati dai bianchi nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto. Relegava i neri in scuole di livello inferiore, li escludeva da molte occupazioni e prevedeva salari più bassi. Ma soprattutto ogni stato elaborava stratagemmi legali per impedire ai neri di registrarsi per votare, come ha descritto molto bene la regista Ava DuVernay nel film Selma. La segregazione conteneva un paradosso: la legislazione del sud obbligava a mantenere ad uso esclusivo dei neri una serie di spazi pubblici molto eterogenei (chiese, bar, associazioni ricreative e beauty shop) e quindi permetteva agli afroamericani di avere luoghi in cui potersi nascondere e organizzare all’insaputa dei bianchi, senza dover ricorrere a stratagemmi. Un fenomeno che riguardava in modo particolare le donne, spesso escluse dai livelli dirigenti delle organizzazioni per i diritti civili. Perfino nel memorabile giorno della Marcia su Washington, nessuna donna parlò sul palco. Per questo motivo, la vicenda di Rosa Parks ci consente di scoprire un risvolto ancora poco conosciuto di quella che fu la lotta per i diritti civili per tutti gli afroamericani.


    CHI ERA ROSA PARKS PRIMA DI DIVENTARE FAMOSA

    Non era né anziana, né stanca: però si era stancata di subire. Aveva 42 anni, faceva la sarta, era attiva nel volontariato della sua chiesa e da vent’anni attivista della NAACP di cui, a Montgomery, era segretaria del responsabile locale E.D. Nixon. Rosa McCauley Parks aveva accumulato esperienze come attivista per i diritti civili, fin da quando negli Anni 30 aveva partecipato col marito Raymond Parks alla campagna per la liberazione dei 9 ragazzi di Scottsboro, ingiustamente accusati di stupro. Dopo la fine del boicottaggio di Montgomery era diventata un’icona nazionale, ma sia lei che il marito avevano perso il lavoro. Dovettero trasferirsi a Detroit e ripartire da zero. Rosa veniva invitata a convegni e manifestazioni, ma non le offrirono mai un impiego adeguato alla sua esperienza di attivista. Continuò come volontaria ad impegnarsi sul tema della giustizia criminale e del trattamento dei neri nel sistema giudiziario. Quando venne arrestata a Montgomery nel 1955, non si era seduta nella parte bianca del bus, ma in quella intermedia di separazione delle razze, che veniva occupata solo quando il bus era molto affollato. L’autista le ordinò comunque di alzarsi per cedere il posto a un uomo bianco, Rosa rifiutò, venne imprigionata e liberata la sera stessa grazie alla cauzione pagata dall’avvocato bianco antirazzista Clifford Durr. E.D. Nixon progettò la causa giudiziaria che avrebbe portato la Corte Suprema, un anno dopo, a decretare l’incostituzionalità della segregazione sui mezzi di trasporto. Intorno alla vicenda si creò una mobilitazione della comunità nera: 40mila persone fra chiese, associazioni, donne di ogni estrazione sociale.


    L’INTERVENTO DI MARTIN LUTHER KING E IL BOICOTTAGGIO DEI BUS A MONTGOMERY

    Il 5 dicembre, giorno del processo, in un’affollata assemblea tenuta in chiesa, alla Parks non venne data la parola ma fu Martin Luther King a sottolineare la sua reputazione di buona cittadina. Una rispettabilità inattaccabile, quella più compatibile con la definizione della femminilità nel dopoguerra, in cui la maggior parte degli afroamericani tentavano di aderire ai valori della società dominante per ritagliarsi uno spazio personale e professionale anche nel mondo segregato del sud. Parks divenne così una sorta di bandiera della causa per la desegregazione dei mezzi pubblici di Montgomery e poi un’icona del movimento. Nel 1955 Rosa Parks era un’attivista molto consapevole, cosciente che la scandalosa situazione dei bus di Montgomery non era dovuta solo alla segregazione , ma ai deliberati maltrattamenti degli autisti bianchi verso la prevalente utenza nera . Rosa e Nixon avevano partecipato ad una Leadership Training Conference della NAACP, organizzata da Ella Baker , che aveva contribuito a rafforzare i progetti di azioni legali contro la segregazione. Inoltre durante l’estate la Parks aveva partecipato ad un seminario presso Highlander Folk School (link) dove aveva conosciuto Septima Clark e Bernice Robinson : un incontro fra donne formidabili. Il boicottaggio degli autobus di Montgomery iniziò il 5 dicembre 1955 e si concluse un anno dopo il 21 dicembre 1956: fu una delle più straordinarie dimostrazioni di resistenza non violenta che si ricordino.

    Migliaia di afroamericani rinunciarono al trasporto pubblico per un anno intero.


    JO ANN ROBINSON: FU LEI A IDEARE IL BOICOTTAGGIO DEI BUS

    Ma quel boicottaggio non fu progettato da Rosa Parks o da Martin Luther King o dai leader afroamericani. Fu ideato da Jo Ann Robinson, presidente del Women’s Political Council, un’associazione femminile afroamericana. Occorre spiegare che tre quarti dei passeggeri degli autobus erano neri e subivano vari abusi. Il regolamento prevedeva che dopo aver pagato la propria tariffa, gli utenti neri scendessero per risalire dalla porta posteriore, ma talvolta venivano lasciati a terra, e le donne spesso subivano maltrattamenti. Molte lamentele arrivavano al WPC della Robinson la quale già nel 1954 aveva avvisato il sindaco che 25 organizzazioni locali erano pronte ad avviare un boicottaggio degli autobus. Quando seppe dell’arresto di Rosa Parks, Robinson agì con prontezza e segretezza. Nella notte fra il 1° e il 2 dicembre 1955, stilò un breve comunicato anonimo, nel quale riferiva che «un’altra donna negra è stata arrestata e gettata in carcere perché ha rifiutato di alzarsi e cedere il posto ad una persona bianca sull’autobus». Invitava quindi i cittadini neri a non prendere gli autobus il 5 dicembre, giorno del processo. Il volantino era però anonimo, conciso e privo di retorica. Fu stampato nella notte in diecimila copie. La Robinson, con l’aiuto di studenti e colleghi, utilizzò di nascosto il centro stampa del college e all’alba venne organizzata la distribuzione presso scuole, negozi, birrerie, saloni di bellezza e barbieri. Alle due del pomeriggio ogni volantino era stato passato più volte di mano: «Praticamente ogni uomo, donna o ragazzo nero a Montgomery conosceva il progetto e faceva passaparola. Nessuno sapeva da dove fossero venuti i volantini o chi li avesse fatti circolare, e a nessuno importava. Nel profondo del cuore di ogni persona nera vi era una gioia che non osava rivelare». raccontava tempo dopo Jo Ann Robinson. Insomma, era stato un gruppo di donne che, con furtiva abilità, aveva innescato la protesta. Il che testimonia ancora una volta come negli Anni Cinquanta per i neri dissenzienti del sud la dissimulazione della protesta fosse considerata vitale. Le domestiche, ad esempio, che lavoravano fino a tardi presso le famiglie dei bianchi, quel giorno lessero di corsa e di nascosto il volantino per poi distruggerlo subito dopo e continuare a lavorare di buon umore, per non fare trapelare nulla. I volantini del boicottaggio di Montgomery venivano lasciati soprattutto nei saloni di bellezza. Già, perché molte parrucchiere ed estetiste erano attiviste dei diritti civili, ormai da decenni. Parecchie di loro erano aderenti alla NAACP e diffondevano fra le loro clienti i materiali per potersi registrare e votare. Le beauticians nere erano professioniste indipendenti, mediamente più colte di altre donne che svolgevano lavori umili. Talvolta disponevano di un negozio attrezzato, talvolta esercitavano nelle proprie case, ma erano tutte piccole imprenditrici libere dal controllo bianco, che potevano affermare una leadership riconosciuta nelle loro comunità. L’importanza di questa professione traeva origine da uno dei tratti distintivi delle donne nere, disprezzato dal razzismo bianco e invece esaltato dalla cultura del Black Power: i capelli ricci, difficili da trattare, che richiedevano l’uso di prodotti specifici e l’abilità di professioniste specializzate. Fino agli Anni 60 prevaleva lo stile conformista che imitava le acconciature delle donne bianche: poi emerse la scelta ribelle di portare i capelli afro, come Angela Davis. Le «beauticians» nere controllavano uno spazio fisico, il beauty shop, che era nel contempo pubblico e privato: forniva uno spazio intimo riservato alle donne, in cui le estetiste potevano parlare liberamente con altre donne per incoraggiarle all’attivismo o alla registrazione elettorale . La specificità professionale e l’indipendenza economica le portavano a sostenere diverse forme di attivismo politico. Highlander aveva organizzato alcuni seminari di formazione dedicati proprio a queste professioniste all’inizio degli Anni 50: essendo in contatto con tutti i settori della popolazione afroamericana, con donne di classi e formazione diverse, le beauticians erano in grado di raccogliere inf ormazioni di ogni tipo e diffonderle fra le clienti.


    SEPTIMA POINSETTE CLARK, INSEGNANTE E RIVOLUZIONARIA

    Bernice Robinson venne coinvolta in questi contesti nel 1955 dalla cugina Septima Poinsette Clark. Insegnante elementare a Charleston, nel 1956 venne licenziata perchè non aveva voluto dimettersi dalla NAACP. Bernice Robinson aveva vissuto a lungo a New York, dove aveva appreso il mestiere di estetista e di sarta: quando dovette tornare a vivere a Charleston, trovò difficile abituarsi nuovamente alle restrizioni della segregazione. Divenne attiva nella NAACP locale, e costruì a lato della sua casa un laboratorio da estetista. Mentre faceva una messa in piega, incitava le clienti a registrarsi per votare. Septima Clark condusse sua cugina Berenice Robinson al centro culturale Highlander, dove incontrarono Rosa Parks. Ognuna di loro nell’estate del 1955 prese decisioni che avrebbero sconvolto le loro vite. Bernice Robinson si fece convincere da Septima ad organizzare una scuola di cittadinanza nelle zone rurali più povere della South Carolina. Gli afroamericani erano in gran parte analfabeti, per cui non potevano registrarsi. La scuola di cittadinanza doveva dare un’alfabetizzazione primaria e un’educazione civica per conseguire questo obiettivo. Il modello di scuola popolare che aveva creato ebbe successo, molti afroamericani riuscirono a registrarsi, e vennero aperte scuole analoghe in tutto il sud. Dopo tre lunghi anni, Bernice Robinson lasciò il suo beauty shop, perché ottenne il ruolo di coordinatrice della formazione in tutto il sud. Viaggiava continuamente ed era in contatto con tutti i leader afroamericani. Nel 1965 andò con Septima a Selma per alcuni mesi, per insegnare ai neri locali a scrivere la propria firma. Il Voting Rights Act del 1965 coronò gli sforzi di migliaia di donne afroamericane che avevano lottato per superare gli ostacoli posti dagli stati del sud al diritto di voto. Avevano creato oltre novecento scuole popolari, permettendo la registrazione di centinaia di migliaia di afroamericani. Erano donne determinate e coraggiose, venivano spesso dalle classi popolari, e alcune di loro avevano anche cominciato pettinando e truccando altre donne.


    Edited by Sad Calipso - 1/12/2015, 21:09
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    Rumore inquietante a Manchester: c'è vento e il grattacielo suona

    Dal 2005, anno della sua costruzione, la Beetham Tower di Manchester emette un rumore inquietante ogni volta che c'è vento forte in città, come dimostra questo video amatoriale girato da un cittadino che abita nelle sue vicinanze. Più volte gli ingegneri hanno cercato di "correggere" il problema di questo edificio costato 150 milioni di sterline, senza risultati. Nel 2012 l'architetto responsabile della sua progettazione, Ian Simpson, ha fornito pubblicamente le sue personali scuse per il suono che affligge i cittadini. Simpson abita nel grattacielo, in uno degli ultimi dei suoi quarantasette piani.

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    Le coordinate aggiornate danno l'epicentro a Gavarno di Nembro a una profondità di 11 km e non ad Aviatico come indicato in serata...

    Praticamente sotto i nostri letti...

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    Il loro disco più completo, più torrenziale, più trascinante...e al tempo nessuno se ne accorse...

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    Ha un'espressione piu' intelligente di molte persone che conosco...

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    In cielo c'è uno "Stregatto cosmico" disegnato da antiche galassie



    Due grandi occhi, un naso e un sorriso beffardo...

    Uno "stregatto cosmico" è apparso dall'oscurità ai telescopi spaziali Hubble, gestito da Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa), e Chandra della Nasa. Si tratta di un effetto ottico dato da un gruppo di antichissime galassie dovuto alla lente gravitazionale prevista dalla teoria della relatività di Albert Einstein. Secondo la storica scoperta, la materia con la sua forza di gravità deforma lo spazio-tempo, e quindi un corpo celeste molto grande devia la luce degli altri corpi celesti che si trovano alle sue spalle, funzionando come la lente di un telescopio. Questo fenomeno ha generato un'immagine deformata e ingrandita delle galassie, simile al volto di un gatto. Il naso è formato da una singola galassia, mentre gli archi che disegnano il volto e il sorriso sono generati da quattro galassie poste sullo sfondo. A formare gli occhi sono invece due galassie che stanno correndo l'una verso l'altra a quasi 500.000 chilometri l'ora e destinate a scontrarsi fra circa un miliardo di anni. Dalla collisione nascerà una gigantesca galassia ellittica circondata da altre galassie più piccole. L'immagine dello Stregatto, pubblicata nell'Astrophysical Journal, è anche un omaggio ai 100 anni della teoria di Albert Einstein.

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