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Posts written by Milea

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    Oltre l’ermetismo


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    Per certi aspetti l’attività e la figura di Pavese possono essere accostate a quelle di Vittorini: anch’egli contribuì con le sue traduzioni a creare verso gli anni ’30, il mito della letteratura americana; anche lui, lavorando nell’editoria, svolse un’opera di organizzazione di cultura meno vistosa di quella di Vittorini, ma non meno importante; anche lui con le poesie di Lavorare stanca, sembrò indicare vie diverse da quelle battute in quegli anni; anche lui con la militanza nel PCI cercò uno sbocco, sul piano dell’azione concreta, ai problemi culturali. Ma sul piano artistico vero e proprio la sua importanza è assai più notevole di quella di Vittorini: l’interesse di critica e di pubblico per la sua opera, sempre vivo, dimostra che il Pavese scrittore e il “testimone” più suggestive di quegli anni.

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    In un periodo di pieno culto ermetico quando, come egli stesso scrisse, la prosa italiana era un colloquio estenuato con se stessa e la poesia un sofferto silenzio, Pavese imbocca una strada perfettamente antitetica: quella della poesia-racconto che si distenda in ampi ritmi narrative, adotti toni del parlato, faccia posto ad un mondo brulicante e vivo - le osterie, la campagna, le vie della città, la squallida periferia - contenga una certa component di polemica politica e definitivamente rompa col rarefatto solipsismo di tanta poesia contemporanea.


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    Ma queste solide realtà che sembrano dare una concretezza realistica e nuova alla poesia di Pavese ( la luce beffarda/ dei lampioni sul gran scalpiccio…; La collina di terra e di foglie…; Si va alla vendemmia/ e si mangia e sic anta: si va a spannocchiare / e si balla e si beve…) sono però fa prendere con molta cautela.

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    C’è nella raccolta una notevole disparità di risultati dovuta all’accanito lavoro di ricerca, di sondaggio delle proprie possibilità cui Pavese si sottoponeva, ma una conclusione ci sembra legittima e cioè: nelle liriche più riuscite Pavese va oltre il dato naturalistico che sembra pur così evidente e la collina e la campagna e le strade della periferia sono assunte strumentalmente come spunti, come punti di partenza per un discorso che ritorna all’io che man mano che Pavese procede nella composizione, “ riafferma sempre più le sue ragioni” (L.Mondo). lo stesso autore dichiarò fra l’altro che quelle liriche esprimevano l’avventura dell’adolescente che, orgoglioso della sua campagna, immagina consimile la città. E così sono già sufficientemente presenti nella raccolta due temi di fondo che domineranno tutta la posteriore produzione di Pavese, cioè quello della solitudine e quello del mito. (Milea)


    Libri







    Edited by Milea - 10/5/2014, 09:02
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    Cesare Pavese nacque il 9 settembre 1908 a Santo Stefano Belbo, un piccolo paese nelle Langhe, in provincia di Cuneo; qui il padre Eugenio, cancelliere presso il Palazzo di Giustizia di Torino, ha un piccolo podere, il cascinale di San Sebastiano, che per tutta la sua infanzia sarà per Pavese la sede, mitizzata poi nel ricordo, delle sue vacanze estive. La madre, Consolina Mesturini, era figlia di commercianti benestanti di Ticineto: la primogenita Maria era nata nel 1902.

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    Malgrado l'agiatezza economica, l'infanzia di Pavese non fu felice: una sorellina e altri due fratelli, nati prima di lui, erano morti prematuramente. La madre, fragile di salute, dovette affidare il bambino subito dopo la nascita a una balia. Suo padre morì il 2 gennaio 1914 di un cancro al cervello, quando Cesare aveva solamente cinque anni. La madre di carattere autoritario, dovette così allevare da sola i due figli impartendo loro un'educazione molto rigorosa, contribuendo indirettamente ad accentuare il carattere introverso di Cesare.

    Nell'autunno dello stesso anno in cui morì il padre, la sorella si ammalò di tifo e la famiglia fu costretta a rimanere a Santo Stefano Belbo dove Cesare frequentò la prima elementare; le altre quattro classi del ciclo le finì a Torino.

    Nel 1916 Consolina, non riuscendo più a sostenere la gestione dei mezzadri e soprattutto le spese, prese la decisione di vendere la cascina di San Sebastiano e di andare a vivere con i figli in una piccola villa che aveva comprato in collina a Reaglie, frazione del Comune di Torino.

    Pavese si iscrisse al liceo D'Azeglio nell'ottobre del 1923 e scoprì l'opera di Alfieri. Passò gli anni di liceo tra i primi amori adolescenziali e le amicizie con un gruppo di compagni, tra i quali Tullio Pinelli, amico al quale Pavese farà leggere per primo il dattiloscritto di Paesi tuoi e invierà una lettera di addio prima del suicidio.

    Nel 1926, conseguita la maturità liceale si iscrisse intanto alla Facoltà di lettere dell'Università di Torino e continuò a scrivere e a studiare con grande fervore l'inglese, appassionandosi alla lettura di Walt Whitman. Nel 1930 presentò la sua tesi di laurea "Sulla interpretazione della poesia di Walt Whitman" con 108/110.


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    Nel 1931 gli muore la madre; Pavese continua a vivere nella stessa casa con la famiglia della sorella Maria, sempre estraniato in se stesso, riluttante ad ogni confidente abbandono. Per guadagnare iniziò l'attività di traduttore in modo sistematico alternandola all'insegnamento della lingua inglese, nelle scuole serali.

    Iniziò a lavorare saltuariamente in vari istituti medi statali, ma poiché non era iscritto al partito fascista, dovette ripiegare sugli istituti privati. Per un compenso di 1000 lire tradusse Moby Dick di Herman Melville e Riso nero di Anderson. Risale a questo stesso anno la prima poesia di Lavorare stanca.

    Nel 1932, per poter insegnare nelle scuole pubbliche si arrese, malvolentieri, alle insistenze della sorella e di suo marito e si iscrisse al partito nazionale fascista, cosa che rimprovererà più tardi alla sorella Maria in una lettera del 29 luglio 1935 scritta dal carcere di Regina Coeli: "A seguire i vostri consigli, e l'avvenire e la carriera e la pace ecc., ho fatto una prima cosa contro la mia coscienza".


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    Continuava intanto l'attività di traduttore, che terminò solamente nel 1947. Nel 1933 tradusse Il 42º parallelo di John Dos Passos e Ritratto dell'artista da giovane di James Joyce. Ebbe inizio in questo periodo un tormentato rapporto sentimentale con Tina Pizzardo, la "donna dalla voce rauca" alla quale dedicherà i versi di Incontro nella raccolta Lavorare stanca.

    Nel 1933 iniziò a lavorare, insieme a Carlo Levi, Massimo Mila, Leone Ginzburg e altri, alla casa editrice Einaudi. Nel 1934, grazie alla raccomandazione di Ginzburg, riuscì ad inviare ad Alberto Carocci, direttore della rivista Solaria, le poesie di Lavorare stanca che vennero lette da Elio Vittorini con parere positivo tanto che Carocci ne decise la pubblicazione.



    Nel 1935 venne arrestato poiché coinvolto in attività antifasciste: riceveva al proprio indirizzo lettere politicamente compromettenti, indirizzate ad una militante del partito comunista clandestino, con la quale aveva avviato una relazione. Condannato a tre anni di confino a Brancaleone, vi resta fino al marzo 1936. Pavese, in realtà, era innocente, poiché le missive trovate erano rivolte a Tina Pizzardo, la "donna dalla voce rauca" della quale era innamorato. Tina era però politicamente impegnata e continuava ad avere contatti epistolari con il precedente fidanzato; le lettere pervenivano a casa di Pavese che, per accontentarla e senza valutare le conseguenze, le aveva permesso di utilizzare il suo indirizzo.


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    Il 4 agosto 1935 Pavese giunse quindi in Calabria, e qui scrisse ad Augusto Monti
    "Qui i paesani mi hanno accolto umanamente, spiegandomi che, del resto, si tratta di una loro tradizione e che fanno così con tutti. Il giorno lo passo "dando volta", leggicchio, ristudio per la terza volta il greco, fumo la pipa, faccio venir notte; ogni volta indignandomi che, con tante invenzioni solenni, il genio italico non abbia ancora escogitato una droga che propini il letargo a volontà, nel mio caso per tre anni. Per tre anni! Studiare è una parola; non si può niente che valga in questa incertezza di vita, se non assaporare in tutte le sue qualità e quantità più luride la noia, il tedio, la seccaggine, la sgonfia, lo spleen e il mal di pancia. Esercito il più squallido dei passatempi. Acchiappo le mosche, traduco dal greco, mi astengo dal guardare il mare, giro i campi, fumo, tengo lo zibaldone, rileggo la corrispondenza dalla patria, serbo un'inutile castità.

    Nell'ottobre di quell'anno iniziò a tenere quello che definì lo "zibaldone", un diario che diventerà in seguito Il mestiere di vivere ( pubblicato postumo) le sue inquietudini che cominciano ad accentuarsi. Avendo presentato domanda di grazia, ottenne il condono di due anni.

    Nel 1936, durante il suo confino, venne pubblicata la prima edizione della raccolta poetica Lavorare stanca (nell’edizione di Solaria) che, malgrado la forma fortemente innovativa, passò quasi inosservata.

    Al ritorno dal confino, trovò che le sue poesie erano state ignorate e inoltre che la donna amata si era sposata: ne ricavò una delusione così cocente da fargli sfiorare il suicidio; questa esperienza sentimentale “traccerà nella sua esistenza un solco di incolmabile dolore, di disperata frustazione”. (L.Mondo).
    Per guadagnarsi da vivere riprese il lavoro di traduttore e nel 1937 accettò di collaborare, con un lavoro stabile e per lo stipendio di mille lire al mese, con la Einaudi per le collane "Narratori stranieri tradotti".


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    Dal 3 giugno al 16 agosto scrisse Paesi tuoi che verrà pubblicato nel 1941 e sarà la prima opera di narrativa dello scrittore data alle stampe.
    Nel 1943, dopo l'8 settembre, Torino venne occupata dai tedeschi e anche la casa editrice venne occupata da un commissario della Repubblica sociale italiana. Pavese, a differenza di molti suoi amici che si preparavano alla lotta clandestina, si rifugiò a Serralunga di Crea, un piccolo paese del Monferrato, dove la sorella Maria era sfollata: solitudine, esame di coscienza, dissidio tra desiderio e incapacità di legarsi agli altri (cfr. La casa in collina).

    Nel 1946 scriverà: Certo avere una donna che ti aspetta, che dormirà con te, è come il tepore di qualcosa che dovrai dire, e ti scalda e t’accompagna (8 febbraio). Ogni sera, finito l’ufficio, finita l’osteria, andate le compagnie – torna le feroce gioia, il refrigerio d’essere solo. E’ l’unico bene quotidiano (25 aprile). (da Il mestiere di vivere)


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    Ritornato a Torino dopo la liberazione, venne subito a sapere che tanti amici erano morti: Giaime Pintor era stato dilaniato da una mina sul fronte dell'avanzata americana; Luigi Capriolo era stato impiccato a Torino dai fascisti e Gaspare Pajetta, un suo ex allievo di soli diciotto anni, era morto combattendo nella Val d'Ossola. Colpito indubbiamente da un certo rimorso, che ben espresse nei versi del poemetto La terra e la morte e in tante pagine dei suoi romanzi, egli cercò di isolarsi dagli amici rimasti e poco dopo decise di iscriversi al Partito comunista iniziando a collaborare al quotidiano l'Unità, dove conobbe Italo Calvino, che lo seguì alla Einaudi e ne divenne da quel momento uno dei più stimati collaboratori.

    Scriverà nel suo diario, il 1º gennaio del 1946, come consuntivo dell'anno trascorso:
    Anche questa è finita. Le colline, Torino, Roma. Bruciato quattro donne, stampato un libro, scritte poesie belle, scoperta una nuova forma che sintetizza molti filoni (il dialogo di Circe). Sei felice? Sì, sei felice. Hai la forza, hai il genio, hai da fare. Sei solo. Hai due volte sfiorato il suicidio quest'anno. Tutti ti ammirano, ti complimentano, ti ballano intorno. Ebbene? Non hai mai combattuto, ricordalo. Non combatterai mai. Conti qualcosa per qualcuno?




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    Nel 1947 “Il compagno” vince il premio Strega: Pavese appare come un autore “impegnato”. Tra il settembre del 1947 e il febbraio del 1948, scrisse La casa in collina che uscì l'anno successivo insieme a Il carcere nel volume Prima che il gallo canti il cui titolo, ripreso dalla risposta di Cristo a Pietro, si riferisce, con tono palesemente autobiografico ai suoi tradimenti politici. Seguirà, tra il giugno e l'ottobre del 1948 Il diavolo sulle colline, La bella estate nel 1949 e nel 1950 La luna e i falò.

    Il 16 agosto aveva scritto sul diario: Questo il consuntivo dell'anno non finito, che non finirò . La mia parte pubblica l’ho fatta – ciò che potevo. Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti; al 18 agosto aveva chiuso il diario scrivendo: Tutto questo fa schifo . Non parole. Un gesto. Non scriverò più; da una lettera a Piero Calamandrei del 21 agosto: Quella “serena contemplazione del ricordo” che lei rivela nei miei libretti non è stata se non a prezzo di tali rinunzie della mia vita che oggi ne sono tramortito.


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    Il 17 agosto si suicidò in una camera d’albergo a Torino. Venne trovato disteso sul letto dopo aver ingerito più di dieci bustine di sonnifero. Sulla prima pagina dei Dialoghi con Leucò che si trovava sul tavolino aveva scritto: «Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi». All'interno del libro era inserito un foglietto con tre frasi vergate da lui: una citazione dal libro, ”L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia” , una dal proprio diario, “Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti”, e “Ho cercato me stesso” . Qualche giorno dopo si svolsero i funerali civili, senza commemorazioni religiose poiché suicida e ate



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    Edited by Milea - 10/5/2014, 09:00
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    Villa Arconati secondo

    Philippe Daverio






    Philippe Daverio è uno dei numerosi fan di Villa Arconati. L’ha conosciuta quando ancora era piena di vita, di mobili e di opere d’arte. L’ha vista svuotarsi improvvisamente e deperire. Ne ha seguito la lenta rinascita, con l’affermarsi del celebre Festival musicale che porta il suo nome. Ora guarda con grande interesse agli obiettivi e alle dinamiche del nuovo ‘Progetto Villa Arconati’, che ha lo scopo di recuperarla, valorizzarla e renderla un nuovo polo di produzione e confronto culturale, al servizio non solo del territorio circostante, ma di una dimensione nazionale e internazionale della cultura lombarda. Philippe Daverio ci regala un breve ma efficace audiovisivo, che ben rappresenta lo spirito del ‘Progetto Villa Arconati’. Fonte

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    IL PANNELLO DI HALLOWEEN


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    C’è aria di Halloween: zucche, gufi e gatti neri… tutti in fila sul pannello, con applicazioni di cotonina e una “manciata “ di ricami. Un’idea facile facile, all’insegna del divertimento.




    Occorrente
    Il pannello misura finito cm. 67x73. Un quadrato di cm. 53x53 di tela di lino grezza (cornice); 4 strisce di cm. 53x10 e 4 strisce di cm. 14x18 (passanti – finiti cm. 6x8) di cotonina verde; 4 quadrati di cm. 10x10 (cornice) di cotonina in due diverse fantasie; 1 rettangolo di cm. 69 x 75 di cotonina color écru (retro); scampoli di diverse cotonine fantasia per le applicazioni; fliselina adesiva; spolette di cotone in tinta, carta grafitata e matita; tondino di legno di cm. 68 con un diametro di cm. 1,5; per il ricamo cotone Moulinè DMC.



    Esecuzione
    1. Ricamare a punto filza con il cotone Moulinè n.720, nel centro del quadrato di tela di lino grezza, un rettangolo di cm. 39x41 e dividerlo (sempre a punto filza) in 4 parti uguali.

    2. Riportare, con l’aiuto della carta grafitata i vari motivi delle cotonine e rinforzarli sul retro con la fliselina adesiva. Imbastirli in posizione (rispettando l’ordine di sovrapposizione) nel centro dei riquadri a punto filza. Fissarli al tessuto, lungo il contorno con uno zig-zag realizzato con la macchina da cucire oppure un giro di pinto festone con il cotone in tinta. Rifinire i particolari ricamando a punto erba le volute delle zucche; a punto festone il contorno degli occhi, le zampe del gufo e il contorno esterno del cuore; a punto lanciato i baffi e la bocca del gatto; a punto pieno gli occhi, il naso del gatto e gli occhi del gufo; a punto lanciato trattenuto le divisioni all’interno delle zucche. Riportare con la carta grafitata lungo ogni lato del riquadro a punto filza la scritta “benvenuto autunno” e ricamare a punto erba.


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    3. Confezione: cucire ai lati corti di 2 delle strisce di cotonina verde i 4 quadrati di cotonina fantasia della cornice. Unire perpendicolarmente le altre 2 strisce di cotonina verde, formando la cornice esterna del pannello. Cucire la cornice, diritto contro diritto, al riquadro ricamato. Piegare le strisce dei passanti a metà, nel senso della lunghezza e cucire a cm.1 dal margine.

    4. Rivoltare i passanti sul diritto e piegarli a metà (cm. 6x8). Imbastirli in posizione lungo il margine superiore del pannello a distanza regolare l’uno dall’altro. Sovrapporre, diritto contro diritto, il davanti al retro e cucire tutt’attorno a cm. 1 dal margine, lasciando una piccola apertura per rovesciare il lavoro. Rivoltare e chiudere l’apertura con piccoli punti nascosti. Inserire il tondino di legno nei passanti. (Milea)




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    “Tramonto a Montmajour”: scoperto
    ad Amsterdam un nuovo Van Gogh


    Lo ha svelato il Museo dedicato all'artista. Il "Tramonto a Montmajour" risale al 1888, l'apogeo della carriera del grande post-impressionista olandese


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    Scoperto un nuovo Van Gogh.
    L'annuncio proviene dal celebre Museo di Amsterdam dedicato al grande artista e a lui intestato. La tela si chiama "Tramonto a Montmajour" e risale al 1888, il periodo in cui il geniale postimpressionista olandese si trovava ad Arles. Riproduce, appunto, un'atmosfera crepuscolare nella campagna della Provenza, con i classici vigneti, la rocca e l'abbazia benedettina di Montmajour sullo sfondo.



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    E' la prima tela dell'autore dei Girasoli scoperta "ex novo" dal 1928. Il direttore del museo, Axel Rüger, l'ha descritta come "esperienza che si vive una sola volta nella vita". "E' già una rarità il fatto stesso di poter aggiungere un nuovo pezzo all'opera dell'artista - ha aggiunto Rüger -. Ma quel che rende la scoperta ancor più eccezionale è che siamo di fronte a un lavoro di transizione, a un dipinto di grandi dimensioni, del periodo in cui l'artista era al culmine della carriera. Un evento di simile portata non s'era mai avuto nella storia del Van Gogh Museum".

    Il Tramonto ha trascorso gli ultimi anni in un attico norvegese, acquistato da un privato cui era stato venduto come opera d'altri. I ricercatori dell'Istituto hanno spiegato di essere arrivati alla conclusione, grazie all'identificazione dei pigmenti utilizzati nel dipinto, che corrispondono alla palette, alla tavolozza che Vincent utilizzava nel periodo di Arles.

    Ancora, il quadro è stato dipinto nello stesso tipo di tela e con lo stesso fondo utilizzati in almeno un'altra opera "Arles, le rocce", che si trova al Museum of Fine Arts di Houston, e che guarda caso risale al 1888 e riproduce la stessa area geografica immortalata in questo "Tramonto".

    Opera, le "Rocce", già catalogata nella collezione di Van Gogh nel 1890, alla morte del tormentato artista, conseguenza di una ferita da arma da fuoco autoinflitta, e venduta nel 1901. Citazioni di questa tela si trovano nella sua corrispondenza epistolare. Un'opera ambiziosa, in origine, come dimostrano le misure - 93,3 x 73,3 centimetri - ma poi messa in disparte dall'autore, che l'aveva considerata "un fallimento".

    Il museo aveva già visionato e "rigettato" l'autenticità dell'opera. Ma oggi, grazie anche alle nuove tecnologie di riconoscimento dei materiali, il grande passo è diventato possibile. Particolare decisivo: sulla tela è stato rinvenuto il numero - 180 - con il quale il Tramonto era stato a sua volta registrato nel catalogo ufficiale del pittore originario di Zundert, nel 1891, dove appare come "Sole al tramonto ad Arles".


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    Il quadro "Arles, le rocce", dipinto nel 1888 da Van Gogh, utilizzando la stessa tela
    e lo stesso fondo. Ha aiutato gli studiosi nell'attribuzione del "Tramonto"



    Da lì prende corpo una vicenda ultracentenaria, compendio di distrazione e abbandono. Il quadro fu venduto nel 1901 al commerciante Maurice Fabre, che mai registrò ulteriori passaggi di proprietà. Di fatto, il dipinto scomparve dalla scena fino al 1970, quando tornò alla luce, alla morte di Nicolai Christian Mustad, parte di una nota dinastia norvegese che ha creato la più grande industria di articoli da pesca al mondo. Secondo quanto appurato e/o dichiarato dagli eredi, l'uomo d'affari aveva acquistato il dipinto nel 1908.


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    I primi esperti che videro l'opera pensarono a un falso, o, in alternativa, a un lavoro di un artista minore tedesco. Nel 1991 il Van Gogh Museum non volle autenticare il dipinto, al quale mancava la firma. "Un ammissione dolorosa, oggi - dicono gli esperti dell'istituto - ma comprensible, anche perché mancavano descrizioni dettagliate dell'originale". Theo Meedendorp, uno dei tre esperti che oggi hanno ribaltato la prima sentenza spiega che uno degli elementi fuorvianti potrebbe essere stato il carattere "di transizione" dell'opera. "Da quel momento - spiega Meedendorp - l'artista sentì sempre più l'esigenza di dipingere a impasto e di sovrapporre più strati".


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    Il "Raccolto a La Crau - Montmajour sullo sfondo",
    altra opera coeva che ha contribuito all'identificazione


    Van Gogh si era trasferito nella cittadina provenzale - oggi celebrato buen retiro di artisti contemporanei di tutto il mondo, anche per merito suo - nel febbraio di quel magico 1888. Trascorse lunghi periodi di tempo esplorando il paesaggio provenzale e lavorando all'aperto, in mezzo alla natura. Pare fosse particolarmente affascinato dal paesaggio di Montmajour, con i suoi contrasti tra il pianoro sottostante e lo spuntone roccioso, e coloratissimo. Numerosi i suoi dipinti delle rovine che ritraggono le rovine del monastero, gli uliveti, le rocce che sbucano dalla collina.


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    Il Tramonto (primissmo piano)


    In una lettera, del luglio di quello stesso anno scrisse di essere stato a Montmajour almeno 50 volte, per godere la vista sul pianoro. "E' un enorme tratto di campagna piatta, di cui si può avere una 'vista da uccello' dalla cima di una collina - scriveva all'amico e collega Emile Bernard -. Vigneti e campi di grano appena raccolto, il tutto che si moltiplica all'infinito, estendendosi fino all'orizzonte come la superficie di un mare, limitato dalle piccole colline della Crau". Un altro famoso quadro del 1888, infatti, è il "Raccolto a La Crau - con Montmajour sullo sfondo".

    Il capolavoro restituito al suo creatore sarà visibile nel museo dal prossimo 24 settembre, parte della mostra in corso su "Van Gogh al lavoro", incentrata su altre nuove scoperte sull'opera e sulla poetica del grandissimo Vincent. Dove tra l'altro è possibile ammirare 2 delle 3 versioni esistenti di un altro celebre capolavoro datato 1888 (almeno nella prima versione): la "Stanza di Arles".


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    SAMSUNG GALAXY GEAR smartwatch:
    la vita digitale tutta intorno al polso


    Il colosso coreano ha presentato a Berlino il suo orologio 2.0.

    E' un'estensione dello smartphone, si possono ricevere chiamate, farle, scattare foto, vedere e registrare video e audio. E ci dice anche a quanto il batte cuore. Così potrebbero cambiare le nostre abitudini



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    Come un agente segreto in una strada trafficata. Avvicinare l'orologio da polso alla bocca e parlare. Magari guardandosi attorno. Ecco, questa potrebbe presto diventare una scena abbastanza comune. Sempre se gli smartwatch, ultima innovazione del mondo digitale, conquisteranno il grande pubblico. Samsung ci crede e stasera ha presentato il suo gadget con il quale spera di imporre la sua visione. Il nome lo si conosceva già, Galaxy Gear, non si sapeva invece quali fossero le sue caratteristiche nel dettaglio. E qui non mancano le sorprese, sottolineate dagli applausi dei duemila acccorsi alla presentazione di Berlino, alla vigilia dell'IFA, la maggiore fiera europea della tecnologia di consumo.

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    Il Gear, ha detto JK Shi, il Ceo e presidente mondiale della divisione mobile di Samsung, "libera gli utenti dalla necessità di controllare continuamento il loro smartphone" visto che è "il compagno perfetto del Galaxy Note 3" anch'esso presentato nella capitale tedesca insieme al nuovo Note 10.1. Ecco, questo è il primo dato dirimente: lo smartwatch di casa Samsung non vive da solo, è una sorta di estensione del dispositivo mobile sia esso uno smartphone, un phablet o un tablet di punta del colosso coreano. Il gear dispone della connettività bluetooth.

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    A vederlo, in fondo, sembra uno dei primi orologi digitali che negli anni '70 provarono a mandare in pensione quadranti e lancette: linea squadrata, un mix di metallo e plastica. Poi le specifiche sono da dispositivo mobile di tutto rispetto: scherno piatto da 1,63 pollici (320 per 320 pixel), cinturino con videocamera da 1,9 megapixel piazzata in posizione strategica sul cinturino, il tutto animato da un processore da 800 mhz, con 4 gigabyte di memoria e per 512 di ram, peso di poco inferiore ai 74 grammi. Due microfoni, un mini altoparlante e naturalmente accelerometro e giroscopio. La cassa dell'orologio ha un tasto per accendere e spegnere il dispositivo, che funziona anche da tasto "Home": premendolo appare l'ora aggiornata sul display.Attraverso i tastini sulla sinistra o destra dello schermo si può accedere alle varie funzioni.


    Sono già numerose le applicazioni specificamente disegnate per questo dispositivo. Lo si comanda a voce, per fare una chiamata e per rispondere, aggiornare il calendario degli appuntamenti, non serve toccarlo. Ci notifica l'arrivo di mail, gli alert, le chiamate perse i messaggi sms e tutto viene veicolato sulla "nave madre" il dispositivo dal quale dipende. Grazie al microfono è un ottimo strumento per i memo vocali, grazie alla telecamera e al programma Momogrpher può registrare "i momenti più significativi della nostra vita" che spesso rischiano di essere perduti. Per mezzo dei suoi sensori, il pedometro registra la nostra attività fisica le elabora come fanno gli smartphone. Ci rivela il nostro battito cardiaco e calcola anche quante calorie abbiamo consumato nella nostra attività fisica. Il Galaxy Gear è compatibile al momento con il Galaxy Note 3, Note 10.1 Edition 2014, il Galxy S4, il Galaxy S3 e il Note 2. Infine l'autonomia: 25 ore con una sola ricarica.


    Sarà venduto dal 25 di settembre in 149 paesi, tra cui naturalmente l'Italia.

    Il prezzo non lo si conosce ancora: secondo alcuni rumors in rete si pensa possa essere poco al di sotto dei 300 euro. Resta da capire quanto e come impatterà coi gusti del pubblico. Altri smartwatch sono già sul mercato. Quello di Sony, nel quale all'IFA è previsto un aggiornamento, non ha avuto finora molta fortuna. Altri non hanno la fortuna di avere un colosso come Samsung alle spalle, che ha i mezzi per rendere di massa un oggetto del quale si parla da un paio d'anni ma che fino ad oggi aveva visto i big della tecnologia restare alla finestra. Dopo la mossa di Samsung, che ha anticipato tutti, si attendono quella di Apple (con i suo iWatch, sempre a caccia di uno schermo curvo), di Google. Senza contare possibili sorprese in arrivo da Microsoft che ha appena acquisito la divisione mobile di Nokia. La posta in gioco è altissima: la possibilità di dettare uno standard, indicando la via da seguire. "Crediamo molto nella 'weareble techonology'", spiega Carlo Carollo, sales e marketing director della divisione telefonia di Samsung in Italia. "Crediamo in questa forma di smartwatch, ovvero un dispositivo che in qualche modo rimane legato al telefono. Del resto se dovesser essere indipendente finirebbe per consumare molta batteria, e non potrebbe fare quello che fa. In questo gadget vediamo il comportamente dei nativi digitali del futuro prossimo, che poi, a ben guardare, è già presente".

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    Dello stesso parere anche molti degli analisti, anche se le cifre del 2012 (330 smartwatch consegnati, soprattutto da Sony e Motorola) e dell'anno in corso (la stima è di 500 mila) non sono da urlo. A detta di molti addetti ai lavori sarà il 2014 l'anno del boom per questi dispositivi, quando Canalys prevede 5 milioni di pezzi venduti. E non è la sola: secondo una stima di Credit Suisse, siamo dinanzi a un mercato che entro il 2017 potrebbe raggiungere i 50 miliardi di dollari. All'IFA di Berlino Samsung ha lanciato altri due dispositivi. Il primo è il Galaxy Note 3, la versione aggiornata del suo phablet di punta, una via di mezzo tra lo smartphone e il tablet. Decisamente più sottile e leggero del suo predecessore, monta un display Full Hd, super Amoled da 5,7 pollici, un pennino più avanzato del precedente. Versione 2014 per il Galaxy Note 10.1, un tablet con schermo ad altissima risoluzione e processore octacore. Migliorata anche la fotocamera posteriore, da 8 megapixel. Sia il Note 3 che il Note 10.1 possono hanno a disposizione una ram di 3 GB. Fonte

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    Edited by Lottovolante - 4/9/2013, 22:53
  7. .



    Semplicemente fantastico!

    (devo avere l'anima di un piromane)








    Edited by Costantine Rose - 2/9/2013, 13:33
  8. .

    Moda Autunno - Inverno 2013/14:
    le tendenze e i nuovi trend



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    Ci siamo, una nuova stagione sta per cominciare e per ovviare alla fine dell'estate e al rientro in ufficio non ci resta che consolarci con nuovi trend e nuovo shopping! Tante sono le nuove tendenze che ci aspettano, e tante anche le conferme che si ripropongono stagione dopo stagione più forti che mai. Abbiamo voluto giocare con sfilate, street-style e lettere per creare un divertente alfabeto, da consultare e studiare prima di Settembre. Scoprite dunque cosa troverete nei negozi e scegliete i trend che fanno al caso vostro nel nostro ABC della moda.


    01-ANARCHY_hg_temp2_m_full_l


    A: Anarchy. Grazie alla celebre mostra del Metropolitan Museum , il punk sta vivendo una seconda giovinezza tanto che molte collezioni per l'autunno-inverno 2013-14 ,tra cui quelle di Chanel e Ver-sace, ne riflettono l'influenza. Pelle, stivali e borchie incontrano poi dettagli più grunge nella sfilata di Saint Laurent, ma il messaggio è sempre e solo uno: I am an Anarchist!


    02-BLACK-LEATHER_hg_temp2_m_full_l


    B: Black Leather. Lucida e avvolgente la pelle nera diventa morbida sotto le mani sapienti dei de-signer che la trasformano in eleganti trench come quello di Calvin Klein, abiti sensuali come quello di Jo No Fui o cappe come quella di Sonia Rykiel. Da indossare rigorosamente in total look.


    03-CAPPOTTO-PASTELLO_hg_temp2_m_full_l


    C: Cappotto Pastello. Cappotti come caramelle, questo inverno diventa soft grazie alle delicate to-nalità dei coat dalle spalle arrotondate. Rosa come quello di Carven stretto in vita a vestaglia, verde come quello di Gimabattista Valli con tanto di appliques preziose e azzurro come l'elegante cappotto dal collo in pelliccia di Gucci. Welcome to the candy store


    04-DARK-FLOWERS_hg_temp2_m_full_l


    D: Dark Flowers. I motivi floreali brillano sullo sfondo scuro e misterioso, donando un effetto qua-si mistico ai nuovi abiti ricoperti di stampe dark. Da Antonio Marras a Angelo Marani fino a Given-chy by Riccardo Tisci, che addirittura li immagina come una pettinatura per le modelle, questi fiori "gotici" saranno protagonisti delle nostre serate invernali.


    05-ECCENTRICO_hg_temp2_m_full_l


    E: Eccentrico. Il nuovo eccentrico si traduce in abiti futuristici, realizzati in tessuti materici per strutture architettoniche che giocano sull'alternarsi di vuoti e pieni, trasparenze e textures coprenti. Christopher Kane veste la sua donna di un complesso ricamo metallico, mentre Sarah Burton per Alexander McQueen si ispira a una moderna Regina Elisabetta, con tanto di calze traforate preziose.


    06-FURRY_hg_temp2_m_full_l


    F: Furry. Le pellicce in passerella sono sempre di più e sempre più selvagge. Lo sa bene Fendi che le sfrutta come decoro per scarpe e borse e ricavandone veri e propri abiti mélange, colorati e origina-lissimi, mentre Hermès preferisce colori tenui e delicati come il grigio e cipria.


    07-GESSATO-RELOADED_hg_temp2_m_full_l


    G: Gessato Reloaded. Tornano le righe e torna anche il gessato, questa volta non solo su giacche da completo come quella di Tommy Hilfiger, ma anche sui cappotti, oversize come quello di Stella McCartney, e sul moderno bomber di Maison Martin Margiela. Uno dei trend da non perdere della prossima stagione.


    08-HAIL-TO-SCOTLAND_hg_temp2_m_full_l


    H: Hail To Scotland. Se quest'estate abbiamo assistito al ritorno del tartan , questo inverno vedremo la classica texture scozzese trionfare su gonne, cappotti e camicie. Da Blugirl, che presenta un'adole-scente alle prese con il ritorno a scuola, fino a Marc by Marc Jacobs e Moschino, la fantasia a base rossa o verde ha dominato le passerelle della prossima stagione in tutte le sue varianti. Voi la indos-serete per un look più grunge o preppy?


    09-INTO-THE-GRAY_hg_temp2_m_full_l


    I: Into The Grey. Le "50 sfumature di grigio" continuano a far parlare di sè questa volta nelle colle-zioni invernali. Il colore non colore torna infatti come total look in abiti come quello dal taglio mo-derno di Alexander Wang, in completi femminili e bon ton come quello di Dolce&Gabbana e nei lunghi cappotti eleganti come quello di Ermanno Scervino. Da avere.


    10-LADY-VINTAGE_hg_temp2_m_full_l


    L: Lady Vintage. Gonne ampie che arrivano sotto il ginocchio, handbags e capelli raccolti, proprio come le protagoniste di Mad Men che continuano a dettare legge in tv così come sulle passerelle. Connubio perfetto tra vintage e nuovo sono i look di Philosophy by Natalie Ratabesi con i suoi cal-zettoni rossi e gonna a ruota, di Prada con spolverino a scacchi e gonna in pelle e di Tory Burch con abito lavorato in pelle morbida blu.


    11-MENLIKE_hg_temp2_m_full_l


    M: Menlike. Rubare abiti dall'armadio maschile è uno dei nostri sport preferiti e questa stagione non fa eccezione. Dai completi a doppio petto di Dsquared2 a quelli più rilassati di Missoni fino al look chic&cool di N°21 con pantalone a sigaretta e maglione annodato in vita, non vediamo l'ora di ve-stirci come il nostro lui.


    12-NEW-NEW-LOOK_hg_temp2_m_full_l


    N: New New Look. Dopo il trend maschile non può mancare l'opposto femminile. Tra abiti da so-gno come quelli strapless con gonna ampia di Christian Dior e Lanvin, perfetti per serate di gala, Phoebe Philo per Céline riesce ancora una volta a creare la divisa ideale per la donna che lavora: co-modi stivaletti, abito longuette all day long e pochette ampia al braccio, tutto rigorosamente total white.


    13-PIGIAMA_hg_temp2_m_full_l


    P: Pigiama. La tendenza perfetta per chi vuole portare la comodità della propria camera da letto an-che fuori, alterna colori accesi e fantasie oprtical come quelle di Diane Von Furstenberg all'effetto lucente di raso e seta come nei casi di Marc Jacobs e Louis Vuitton, che ha fatto della sottoveste e del pigiama da notte la nuova uniforme da sera, ovviamente abbinati a una calda pelliccia.


    14-ROUND-SHOULDERS_hg_temp2_m_full_l


    R: Round Shoulders. Spalle a punta? Sì certo, ma il vero trend della prossima stagione sono quelle arrotondate e oversize di top, camicie e cappotti. Guardate ad esempio il completo futuristico di La-coste, il cappotto della donna aviatrice di Miu Miu e la golden jacket di Kenzo. Too cool to be true!


    15-SPORTY_hg_temp2_m_full_l


    S: Sporty. Non c'è niente di meglio di una felpa per sentirsi comode ovunque. Bene, ora con le nuo-ve tenute sporty chic è facile essere anche glam. Il look di Jil Sander è perfetto nella sua semplicità, Alexander Wang punta sull'effetto trapuntato mentre Michael Kors sul leggings rivisitato sotto l'abi-to/cappa blu elettrico.


    16-THE-GREAT-GATSBY_hg_temp2_m_full_l


    T: The Great Gatsby. Una delle ispirazioni più forti della scorsa stagione continua il suo percorso tra le piume bicolor di Dries Van Noten e quelle sensuali di Dsquared2, tra i cappelini pastello di Emporio Armani e le sottovesti di Louis Vuitton, in perfetto styling Daisy Buchanan.


    17-WINTER-GARDEN_hg_temp2_m_full_l


    W: Winter Garden. Stampe digitali che sembrano quadri naturalistici, tutte da indossare su abiti struttura affascinanti come quello di Marni, in una delle collezioni più dark e intimiste di Consuelo Castiglioni, di Mary Katranzou, maestra nel "dipingere" le sue tele tridimensionali, e come nel lungo abito con colletto di Preen by Thornton Bregazzi.


    18-ZOO_hg_temp2_m_full_l


    Z: Zoo. L'animalier non ha mai perso il suo smalto e il podio di trend più longevo, così quest'anno ha conquistato anche i trench di Burberry Prorsum, le giacche di DKNY e quelle di Trussardi. Anche gli accessori non sono stati risparmiati dall'ondata di maculato e zebrato. Noi d'altra parte non pos-siamo resistere a questa borsetta rotonda di Dolce&Gabbana. Roar. Fonte

  9. .






    Tempesta di fulmini su Genova
    si è abbattuta la notte scorsa su Genova, causando diversi blackout
    e piccoli allagamenti di garage e scantinati.


  10. .


    “FACE VALUE”: Bob Dylan
    ritrattista, la mostra a Londra






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    Si chiama “Face Value”. Nella lingua anglosassone, è il valore nominale delle monete: ma in questo caso la traduzione buona di quello che di regola potrebbe essere un tranello linguistico, un false friend (falso amico), è quella letterale. Infatti stiamo parlando di ritratti, e di ritratti d'autore, anche se un po' a sorpresa. L'autore dei 12 ritratti visibili nella National Portrait Gallery di Londra, da oggi fino al 5 gennaio, è nientemeno che Bob Dylan. Il menestrello del rock, che per decenni ha tenuto per sé o quasi questi sua seconda forma di espressione artistica sembra ormai aver cambiato idea. E dopo la prima apparizione milanese, perlopiù con riproduzioni fotografiche dei suoi dipinti, ecco una nuova esposizione.

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    Edited by oeufcoque - 24/8/2013, 19:44
  11. .

    La cattedrale sommersa

    (La Cathedrale engloutie)



    La cattedrale sommersa è un preludio; con questo termine si indica un brano musicale generalmente destinato a uno strumento solista, caratterizzato da una forma molto libera e che, nel passato poteva essere utilizzato come introduzione di una composizione più ampia. Proprio a causa della sua forma libera, non costretta entra schemi prefissati e rigidi, il preludio fu molto sfruttato nel periodo romantico perché in esso il compositore poteva esprimersi più liberamente che in altre forme musicali.
    Famosi per esempio i numerosi preludi di Chopin, alcuni dei quali sono in realtà brevissimi frammenti musicali, composti solo da poche battute.
    Anche Debussy compose due raccolte di preludi per pianoforte, contenenti brevi brani di carattere descrittivo; “La cattedrale sommersa” appartiene alla prima raccolta.

    Questo brano pare che prenda spunto dalla leggenda che narra di un’inondazione che sommerse un intero paese e la chiesa, evento attribuito dalla credenza popolare alla cattiveria dell’umanità. Da allora la chiesa si poteva ammirare all’alba fra le nebbie mattutine e se ne poteva udire il suono della campana, molto lento e calmo. L'inizio del preludio vuole suggerire l’immagine di una cattedrale sommersa da una gigantesca quantità di acqua; coglie quindi innanzitutto l’elemento più tipicamente musicale di una cattedrale: i rintocchi delle campane.

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    E non sono forse dei rintocchi gli accordi che vediamo scritti all’inizio della prima e della terza battuta? E quello che c’è in mezzo? Provate a immaginare come può essere sentito un rintocco sott’acqua… Questi accordi leggeri, quasi sfumati e un po’ a eco vogliono dare l’impressione delle risonanze create dalla strana situazione in cui Debussy immagina di trovarsi. Il tempo del brano è “profondamente lento” e caratterizzato da accordi consecutivi sul piano o sul pianissimo, che creano un’atmosfera indefinita e misteriosa.
    La seconda parte, un po’ meno lenta, è caratterizzata da una melodia accompagnata da lunghe note basse:

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    Anche qui il suono è molto debole e le note sono tutte nel registro grave del pianoforte allo scopo di creare un’atmosfera cupa e indefinita, rotta ogni tanto dai soliti rintocchi che malinconicamente ritornano a ricordarci l’immagine della cattedrale.

    Un brontolio sommesso introduce la terza parte; questa ripropone con la mano destra (cioè nel registro acuto) gli accordi dell’inizio, mentre con la mano sinistra ( cioè del registro grave) presenta un arpeggio fluttuante e sordo che va a toccare le note più basse del pianoforte. Il brano termina con una coda che , riproponendo una volta ancora lo schema iniziale, pian piano svanisce nel nulla, a simboleggiare la nebbia fitta e scura che torna ad avvolgere il tutto. (M.@rt)

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    Claude Debussy






    Claude Achille Debussy, considerato l'iniziatore della musica moderna, nasce a Saint Germain en Laye il 22 agosto 1862. Nel 1869 inizia lo studio del pianoforte con l’italiano Cerutti e a soli 10 anni entra al Conservatorio di Parigi dove studia pianoforte e composizione. Durante il periodo giovanile si interessa alla musica di Wagner ed è affascinato dalle orchestre dell’isola di Giava che ebbe occasione di ascoltare all’esposizione internazionale di Parigi. Il loro linguaggio musicale lo entusiasma a tal punto che spesso Debussy introdurrà nelle sue opere elementi tratti dalla musica orientale, come la scala esatonale (formata da sei suoni tutti a distanza di tono) che conferisce alle sue composizioni il tipico carattere evanescente.

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    Dopo due tentativi, nel 1884 il giovane Claude Debussy ottiene il "Prix de Rome" con la Cantata "L'Enfant Prodigue", premio che gli permette di venire in Italia.

    L’opera giovanile di Claude Debussy portano nella musica europea, fluidità e colori nuovi. Famosi restano “La damoiselle élue” (1888) e “Cinq poèmes de Baudelaire” (1889), dove si avverte l’influenza di Richard Wagner, i “Nocturnes”, “Quartetto d’archi” (1893) e molte canzoni e pezzi che si ispirano alle liriche di Verlain.
    Nel 1894 Debussy ottiene il suo primo grande successo con il poema sinfonico “Prélude à l’aprés-midi d’un faune” (Preludio al pomeriggio di un fauno – 1892), ispirato a un poema di Mallarmé) e considerato il primo grande lavoro impressionista musicale. La musica di Debussy, per il suo carattere indefinito, sfumato, è stata spesso messa in relazione con la pittura impressionista, che traduceva in immagini l’immediata sensazione visiva senza definire i contorni, con rapidi e vivi tocchi di colore.

    Il 19 ottobre 1899 Debussy sposa Rosalie Texier, che abbandona nel 1904 per andare a vivere con Emma Bardac e nel 1905 nasce la figlia Chou-chou.
    Al 1902 risale la prima rappresentazione dell’unica opera teatrale di Debussy, “Pelléas et Mélisande”, che fece scalpore perché completamente diversa dallo stile operistico alla Wagner o alla Puccini, allora tanto di moda.

    Nel 1905 compone i tre movimenti sinfonici del famosissimo “La mer”, “De l’aube à midi sur la mer” (Dall’alba al meriggio sul mare), “Jeux des vagues” (Giochi d’onde) e “Dialogue du vent e de la mer” (dialogo del vento e del mare), sempre di carattere impressionista.
    Nel 1911 viene rappresentato il mistero “Le Martyre de Saint Sebastien” il cui testo è opera del poeta Gabriele D’Annunzio.

    Tra il 1910 e il 1913 scrive due libri di preludi per pianoforte; questi preludi (brevi brani pianistici) posseggono tutti un titolo che vuol richiamare l’attenzione di chi ascolta sul soggetto che il musicista ha voluto rievocare attraverso i suoni.

    Debussy scrisse molta musica per pianoforte, per orchestra e per balletto utilizzando un suo stile particolarmente vario e fantasioso, leggero e sereno o veloce e incalzante, seguendo le emozioni ed immagini espresse; egli interpretò a meraviglia il clima poetico, raffinato e decadente, della Belle Epoque, conclusosi con la prima guerra mondiale e che in Francia si era sviluppato verso la fine del secolo scorso, da Baudelaire in poi.

    Il 7 dicembre 1915 Claude Debussy viene operato di un tumore intestinale ed il 25 marzo 1918 muore a Parigi. Claude Debussy, considerato l'iniziatore della musica moderna e amatissimo dai suoi concittadini, venne sepolto nel Cimitero di Passy, mentre Parigi era sotto il tiro dei cannoni dell'esercito prussiano. (M.@rt)

  13. .


    Qualsiasi cosa curi... io ce l'ho. Sono malatissima!!!!!!!!! :P :D :P


    Edited by Ilbastonedidio - 21/8/2013, 22:13
  14. .


    Flora, il tuo gatto va bene così secondo me...

    Gedeone. il gatto bianconero!!!!! :P


    Edited by Milea - 16/8/2013, 23:42
  15. .

    LE CONTRADE DEL PALIO DI SIENA


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    CONTRADA DELLA CHIOCCIOLA


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    Stemma d'argento con una chiocciola al naturale strisciante in campo d'argento, tempestato dalle iniziali U e M (Umberto I e Margherita di Savoia) intercalate da rose di rosso Imperiale

    Colori: Rosso e giallo listati di turchino
    Motto: Con lento passo e grave nel campo a trionfar Chiocciola scende
    Simboleggia: Prudenza
    Antiche Compagnie Militari: San Marco, San Quirico in Castelvecchio, Monistero
    Arte o mestiere: Cuoiai
    Terzo: Terzo di Città
    Sede: Via San Marco, 31
    Società di Contrada: "San Marco"
    Santo Patrono: Santi Apostoli Pietro e Paolo
    Festa Titolare: 29 giugno

    Oratorio:
    Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, già trecentesco monastero delle monache di San Paolo. Fu costruito su disegni di Flaminio del Turco e concesso alla Contrada nel 1814
    Fontanina Battesimale: opera dello scultore Fulvio Corsini, fu la prima ad essere installata (1947), si trova davanti all'Oratorio della Contrada. Sul basamento sta la scritta augurale: "Quando alla Chiocciola vittoria arriderà / questa fontana buon vino getterà"
    Contrade Alleate:
    Istrice, Pantera, Selva
    Contrada avversaria: Tartuca
    Gemellaggi: Venezia
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 54 - per il Comune 51
    Ultima vittoria: 16 agosto 1999 - Massimo Coghe detto Massimino su Votta Votta
    Priore: Senio Corsi
    Capitano: Claudio Villani
    Sito internet: www.contradadellachiocciola.it


    CONTRADA DELLA PANTERA


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    Stemma d'argento, una pantera rampante al naturale, con un quarto di bianco e di azzurro recante l'iniziale U (Umberto I) nell'angolo superiore sinistro

    Colori: Rosso e celeste con liste bianche
    Motti: La Pantera ruggì ed il popolo si scosse / Il mio slancio ogni ostacolo abbatte
    Simboleggia: Audacia
    Antiche Compagnie Militari: Stalloreggi di Dentro, Stalloreggi di Fuori
    Arte o mestiere: Speziali
    Terzo: Terzo di Città
    Sede: Via San Quirico, 26
    Società di Contrada: "Due Porte"
    Santo Patrono: San Giovanni decollato
    Festa Titolare: 29 Agosto

    Oratorio: Attualmente usa la chiesa del Carmine in Pian de' Mantellini, officiata dai carmelitani e annessa al loro convento
    Fontanina Battesimale: Opera in bronzo dello scultore Giulio Corsini, realizzata nel 1977. Sulla base di travertino è inciso il motto della Contrada. E' situata in piazza del Conte
    Contrade Alleate: Chiocciola, Civetta, Giraffa, Leocorno
    Contrada avversaria: Aquila
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 29 - per il Comune 26
    Ultima vittoria: 2 luglio 2006 - Andrea Mari detto Brio su Choci
    Priore: Stefano Morandini
    Capitano: Riccardo Lenzi
    Sito internet: www.contradadellapantera.it


    NOBILE CONTRADA DELL'AQUILA


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    Stemma giallo dorato con un'aquila bicipite imperiale nera coronata di antico, recante negli artigli scettro, spada e globo Imperiale, caricata di un sole radioso d'oro recante le iniziali U.I (Umberto I) in azzurro.

    Colori:
    Giallo oro listato di nero e turchino
    Motto: Dell'Aquila il rostro, l'ugna e l'ala - Unguibus et Rostris
    Titolo: La Contrada si fregia del titolo di "Nobile" per concessione di Carlo V d'Asburgo per la magnifica accoglienza in occasione della sua visita a Siena nel 1536
    Simboleggia: Combattività
    Antiche Compagnie Militari: San Pietro in Castelvecchio, Casato di Sopra, Aldobrandino del Mancino
    Arte o mestiere: Notai
    Terzo: Terzo di Città
    Sede: Casato di Sotto 82-88
    Società di Contrada: "Il Rostro"
    Santo Patrono: Santissimo Nome di Maria
    Festa Titolare: 12 settembre

    Oratorio: Chiesa di San Giovanni Battista (Casato di Sotto), già della Congregazione dei tredicini, progettata da Flaminio del Turco e concessa alla Contrada dalla Curia nel 1788
    Fontanina Battesimale: opera dello scultore Bruno Buracchini (1963), si trova in Piazza Postierla. Sul basamento è il motto "Unguis et Rostris".
    Contrade Alleate: Civetta, Drago
    Contrada avversaria: Pantera
    Gemellaggi: L'Aquila, La Valletta (Malta)
    Vittorie ufficiali: 24
    Ultima vittoria: 3 luglio 1992 - Andrea de Gortes detto Aceto su Galleggiante
    Priore: Fiamma Cardini
    Capitano: Renato Romei
    Sito internet: www.contradadellaquila.com


    NOBILE CONTRADA DEL BRUCO


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    Stemma d'oro con un bruco al naturale passante su un ramoscello di rosa fogliato di verde, coronato alla granducale; il capo dello stemma è formato da una croce sabauda inquartata di argento e rosso


    Colori: Giallo e verde listati di turchino
    Motto: Come rivoluzion sóna il mio nome
    Titolo: La Contrada si fregia del titolo di "Nobile" per aver posto il Monte del Popolo al potere nella sommossa capeggiata da Francesco d'Agnolo detto Barbicone (1371) e per il valore delle sue milizie nello scontro alla Croce del Travaglio contro Carlo IV di Boemia (1369)
    Simboleggia: Industriosità
    Antiche Compagnie Militari: San Pietro a Ovile di Sotto
    Arte o mestiere:Setaioli
    Terzo: Terzo di Camollia
    Sede: Via del Comune, 44
    Società di Contrada: "L'Alba"
    Santo Patrono: Visitazione di Maria Vergine
    Festa Titolare: 2 luglio

    Oratorio: Oratorio del Santissimo nome di Gesù costruito nel 1680 in via del Comune
    Fontanina Battesimale: antica fonte di San Francesco restaurata ad opera dello scultore Lorenzo Borgogni (1978), è situata di fronte al Vicolo degli Orbachi; ne fa parte una scultura di Angelo Canevari che ritrae Barbicone, il leggendario capopopolo del Bruco
    Contrade Alleate: Istrice, Nicchio, Torre
    Contrada avversaria: nessuna
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 42 - per il Comune 37
    Ultima vittoria: 16 agosto 2008 - Giuseppe Zedde detto Gingillo su Elisir Logudoro
    Rettore: Fabio Pacciani
    Capitano: Luca Turchi
    Sito internet: www.nobilcontradadelbruco.it


    CONTRADA DELLA TORRE


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    Stemma d'oro, un elefante su base erbosa recante una gualdrappa rossa con croce bianca e una torre cintata con un pennoncello rosso crociato d'argento

    Colori:
    Rosso cremisi con liste bianche e blu
    Motto: Oltre la forza, la potenza
    Simboleggia: Acutezza
    Antiche Compagnie Militari: Salicotto di Sopra, Salicotto di Sotto, Rialto, San Giusto
    Arte o mestiere: Battilana
    Terzo: Terzo di San Martino
    Sede: Via Salicotto, 78
    Società di Contrada: "L'Elefante"
    Santo Patrono: San Giacomo Maggiore Apostolo e Sant'Anna
    Festa Titolare: 25 luglio. Si festeggia l'ultima domenica di luglio

    Oratorio:
    Fu eretto in Via Salicotto dalla repubblica senese e dagli abitanti come ex-voto per la vittoria conseguita contro le truppe medicee e pontificie a Porta Camollia nel 1526.
    L'edificio fu iniziato del 1531 e offiziato dal 1536
    Fontanina Battesimale: Opera dello scultore Mario Berrettini (1984), sostituisce quella di Fausto Corsini (1954). Reca il motto e l'iscrizione "VICTORIA", è situata in via Salicotto
    Contrade Alleate: Bruco
    Contrada avversaria: Oca
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 50 - per il Comune 44
    Ultima vittoria: 16 Agosto 2005 - Luigi Bruschelli detto Trecciolino su Berio
    Priore: Luca Bruni
    Capitano: Paolo Capelli
    Sito internet: www.contradadellatorre.it


    CONTRADA DELLA SELVA


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    Stemma d'argento, un rinoceronte al piede d'una quercia fogliata al cui tronco figurano trofei di caccia, sormontata da un sole radioso d'oro, recante l'iniziale U (Umberto I) in campo azzurro

    Colori: Verde e arancio con liste bianche
    Motto: Prima Selvalta in Campo
    Simboleggia: Potenza
    Antiche Compagnie Militari: Vallepiatta, San Giovanni, Porta Salaia
    Arte o mestiere: Tessitori
    Terzo: Terzo di Città
    Sede: Piazzetta della Selva, 5
    Società di Contrada: "Società Rinoceronte"
    Santo Patrono: Assunzione della Beata Vergine
    Festa Titolare: 15 agosto. Si festeggia la quarta domenica di agosto

    Oratorio:
    La Chiesa cinquecentesca di San Sebastiano, già delle monache Gesuate in Via Franciosa
    Fontanina Battesimale:
    Opera di Vinicio Guastatori (1965), è sormontata da un rinoceronte. Reca il motto della Contrada. Si trova in Piazza della Selva davanti alla Sede
    Contrade Alleate: Chiocciola, Tartuca
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 37 - per il Comune 37
    Ultima vittoria: 2 Luglio 2010 - Silvano Mulas detto Voglia su Fedora Saura
    Priore: Francesco Rinaldi
    Capitano: Luca Targetti
    Sito internet: www.contradadellaselva.it


    IMPERIALE CONTRADA DELLA GIRAFFA


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    giraffa300

    Stemma d'argento, una giraffa tenuta da un moro vestito alla turca sotto un nastro azzurro recante il motto: UMBERTUS I DEDIT

    Colori:
    Rosso e bianco
    Motto: Altius caput maior gloria
    Titolo: La Contrada ha il titolo di "Imperiale" per decreto di Vittorio Emanuele III, avendo vinto il Palio del luglio 1936 dedicato all'Impero
    Simboleggia: Eleganza
    Antiche Compagnie Militari: San Pietro a Ovile di Sopra
    Arte o mestiere: Pittori
    Terzo: Terzo di Camollia
    Sede: Piazzatta della Giraffa, 2
    Società di Contrada: "Società della Giraffa"
    Santo Patrono: Maria SS. della Visitazione
    Festa Titolare: prima domenica di giugno

    Oratorio:
    Chiesa del Suffragio, nella cripta della Collegiata di Provenzano. Nel 1969 la Giraffa è stata dichiarata ente morale di diritto canonico
    Fontanina Battesimale: Opera di Salvatore Bocci. Ne fa parte un bronzo di Pier Luigi Olla. E' situata in Piazzetta della Giraffa
    Contrade Alleate: Civetta, Istrice, Pantera
    Contrada avversaria: nessuna
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 40 - per il Comune 34
    Ultima vittoria: 16 agosto 2011 - Andrea Mari detto Brio su Fedora Saura
    Priore: Laura Dinelli Sensi
    Capitano: Maurizio Vanni
    Sito internet: www.contradadellagiraffa.it


    CONTRADA DELLA LUPA


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    lupa300

    Stemma d'argento, una lupa romana bigemina su una campana erbosa, coronata all'antica. Bordura di argento e rosso caricata di croci rosso e argento

    Colori:
    Bianco e nero con liste arancio
    Motto: Et Urbis et Senarum Signum et Decus
    Simboleggia: Fedeltà
    Antiche Compagnie Militari: San Donato allato alla chiesa, Sant'Andrea
    Arte o mestiere: Fornai
    Terzo: Terzo di Camollia
    Sede: Via Vallerozzi, 63
    Società di Contrada: "Romolo e Remo"
    Santo Patrono: San Rocco confessore
    Festa Titolare: 16 agosto

    Oratorio:
    In via Vallerozzi, la cinquecentesca chiesa che fu già della Confraternita di San Rocco. Al suo lato vi è una colonna lupata offerta dal Comune di Roma
    Fontanina Battesimale: Opera dell'architetto Giovanni Barsacchi, con una lupa in bronzo di Emilio Montagnani (1962)
    Contrada avversaria: Istrice
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 34 - per il Comune 34
    Ultima vittoria: 2 luglio 1989 - Dario Colagè detto Il Bufera su Vipera
    Priore: Andrea Viviani
    Capitano: Guido Burrini
    Sito internet: www.contradadellalupa.it


    CONTRADA DEL DRAGO


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    drago300

    Stemma d'argento con un drago spiegato di verde, coronato all'antica recante un pennoncello azzurro con l'iniziale U d'oro (Umberto I) sormontato da corona reale

    Colori: Rosa antico e verde con liste gialle
    Motto: Il cor che m'arde divien fiamma in bocca
    Simboleggia: Ardore
    Antiche Compagnie Militari: Sant'Egidio, San Donato ai Montanini
    Arte o mestiere: Banchieri
    Terzo: Terzo di Camollia
    Sede: Piazza Matteotti, 18
    Società di Contrada: "Camporegio"
    Santo Patrono: Santa Caterina da Siena
    Festa Titolare: ultima domenica di maggio

    Oratorio:
    La Chiesa di Santa Caterina che fu delle monache del Paradiso e passò alla Contrada con decreto Granducale nel 1787. Si trova in Piazza Matteotti
    Fontanina Battesimale: Opera dello scultore Vico Consorti. Realizzata nel 1977, porta la scritta: "L'amore di Contrada per l'arte di Vico Consorti affida ai dragaioli che nasceranno il ricordo dei grandi Priori Mario Calamati e Alberto Rossi" ed è situata in Piazza Matteotti davanti alla sede. Dal 1970 il Drago è stato riconosciuto ente morale di diritto canonico
    Contrade Alleate: Aquila
    Contrada avversaria: nessuna
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 36 - per il Comune 36
    Ultima vittoria: 16 agosto 2001 - Luca Minisini detto Dè su Zodiach
    Priore: Laura Bonelli
    Capitano: Mario Toti
    Sito internet: www.contradadeldrago.it


    CONTRADA CAPITANA DELL'ONDA


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    onda300

    Stemma d'argento, un delfino, coronato alla reale, natante nel mare azzurro

    Colori: Bianco e celeste
    Motto: Il colore del cielo, la forza del mare
    Titolo: La Contrada ha il titolo di "Capitana" perchè le sue milizie montavano la guardia al Palazzo del Comune
    Simboleggia: Letizia
    Antiche Compagnie Militari: Casato di Sotto, San Salvadore
    Arte o mestiere: Falegnami
    Terzo: Terzo di Città
    Sede: Via Giovanni Duprè, 111
    Società di Contrada: "Giovanni Duprè"
    Santo Patrono: Visitazione di Maria Vergine
    Festa Titolare: 2 luglio

    Oratorio: La chiesa, il cui impianto cinquecentesco è attribuito a Baldassarre Peruzzi, sorge all'Arco di San Giuseppe e fu concessa con un Rescritto del granduca Pietro Leopoldo II nel 1787.
    Fontanina Battesimale:
    Progetto di Algero Rosi. Gli stemmi sono opera di Vittorio Conti. I bronzi sono di Alfonso Buoninsegni (1972). E' situata davanti all'Oratorio, all'inizio di via Fontanella
    Contrade Alleate:
    Nicchio, Tartuca, Valdimontone
    Contrada avversaria: Torre
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 44 1/2 - per il Comune 39
    Ultima vittoria: 2 luglio 2012 - Gigi Bruschelli detto Trecciolino su Ivanov
    Priore: Massimo Castagnini
    Capitano: Riccardo Coppini
    Sito internet: www.contradacapitanadellonda.com


    CONTRADA DI VALDIMONTONE


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    valdimontone300

    Stemma d'oro, un montone rampante al naturale coronato all'antica. Nell'angolo superiore sinistro la lettera U (Umberto I) d'oro coronata alla reale su campo azzurro

    Colori: Rosso e giallo con liste bianche
    Motto: Sotto il mio colpo la muraglia crolla
    Simboleggia: Perseveranza
    Antiche Compagnie Militari: Borgo S. Maria, Sant'Angelo a Montone, Samoreci (San Maurizio)
    Arte o mestiere: Ligrittieri (Mercanti di seta)
    Terzo: Terzo di San Martino
    Sede: Via di Valdimontone
    Società di Contrada: "Castelmontorio"
    Santo Patrono: Madonna del Buon Consiglio
    Festa Titolare: 26 aprile

    Oratorio:
    Chiesa della SS: Trinità, in uso perpetuo alla Contrada che la fa offiziare tutte le domeniche
    Fontanina Battesimale:
    Il battesimo contradaiolo ha luogo nell'Oratorio il giorno della festa titolare
    Contrade Alleate:
    Onda
    Contrada avversaria: Nicchio
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 48 - per il Comune 44
    Ultima vittoria: 16 Agosto 2012 - Jonathan Bartoletti detto Scompiglio su Lo Specialista
    Priore: Gianfranco Indrizzi
    Capitano: Francesco Palazzi
    Sito internet: www.valdimontone.it


    NOBILE CONTRADA DELL'OCA


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    oca300

    Stemma d'oro, un'oca coronata alla reale su di una zolla erbosa, con al collo un nastro azzurro da cui pende la croce di Savoia

    Colori: Bianco e verde con liste rosse
    Motto: Clangit ad arma
    Titolo: La Contrada ha il titolo di "Nobile" per il valore dei suoi soldati nella battaglia di Montemaggio (1145), in quella di Montaperti (1260), dopo la quale ebbe il titolo di "governatora", e nella guerra di Siena (1552-1555), inoltre, per aver costruito a proprie spese l'acquedotto dei "bottini"
    Simboleggia: Avvedutezza
    Antiche Compagnie Militari: Sant'Antonio, San Pellegrino
    Arte o mestiere: Tintori
    Terzo: Terzo di Camollia
    Sede: Vicolo del Tiratoio, 13
    Società di Contrada: "Trieste"
    Santo Patrono: Santa Caterina da Siena
    Festa Titolare: 29 aprile - la Contrada la festeggia in maggio

    Oratorio:
    Costruito fra il 1464 e il 1474 dagli abitanti di Fontebranda, al piano terreno della casa ove nel 1347 nacque Santa Caterina
    Fontanina Battesimale: il battesimo contradaiolo ha luogo alle fonti di Fontebranda (XII-XIII sec.) nella via omonima
    Contrada avversaria: Torre
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 66 - per il Comune 65
    Ultima vittoria: 2 Luglio 2013 - Giovanni Atzeni detto Tittia su Guess
    Governatore: Fulvio Bruni
    Capitano: Claudio Cocchia
    Sito internet: www.contradadelloca.it


    CONTRADA DEL LEOCORNO


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    leocorno300

    Stemma d'argento, un leocorno inalberato al naturale, su base erbosa. Nella bordura azzurra sta il motto in oro HUMBERTI REGIS GRATIA

    Colori:
    Bianco e arancio con liste azzurre
    Motto: Fiede e risana al par l'arma ch'ho in fronte
    Simboleggia: Scienza
    Antiche Compagnie Militari: San Giorgio, Pantaneto, Spadaforte
    Arte o mestiere: Orafi
    Terzo: Terzo di San Martino
    Sede: Piazzetta Grassi, 6
    Società di Contrada: "Il Cavallino"
    Santo Patrono: San Giovanni Battista
    Festa Titolare: 24 giugno

    Oratorio:
    San Giovannino della Staffa in Piazzatta Grassi
    Fontanina Battesimale: Opera dell'Architetto Carlo Nepi. Realizzata nel 1997 è situata in Via Pantaneto
    Contrade Alleate: Pantera, Tartuca
    Contrada avversaria: Civetta
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 32 - per il Comune 30
    Ultima vittoria: 16 Agosto 2007 - Jonatan Bartoletti detto Scompiglio su Brento
    Priore: Paolo Leoncini
    Capitano: Marco Gualtieri
    Sito internet: www.contradaleocorno.it


    CONTRADA SOVRANA DELL'ISTRICE


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    istrice300

    Stemma d'argento, un istrice armato, su base erbosa, coronato all'antica, caricato di due rose di Cipro rosso, un nodo di Savoia azzurro e la croce ottagona del Sovrano Militare Ordine di Malta d'argento sul campo di rosso


    Colori: Bianco con arabeschi rossi, neri e blu in parti uguali
    Motto: Sol per difesa io pungo
    Titolo: La Contrada ha il titolo di "Sovrana" concesso nel 1980 dal Sovrano Militare Ordine di Malta, che ebbe sede dal XIV secolo nel rione di Camollia
    Simboleggia: Acutezza
    Antiche Compagnie Militari: Santo Stefano, San Vincenti, la Magione, San Bartolomeo
    Arte o mestiere: Fabbri
    Terzo: Terzo di Camollia
    Sede: Via Camollia, 89
    Società di Contrada: "Il Leone"
    Santo Patrono: San Bartolomeo
    Festa Titolare: 24 agosto

    Oratorio:
    in Via Camollia, fu originariamente la Chiesa dei Santi Vincenti e Anastasio, che si fa risalire al 1144. Dopo numerosi restauri e modifiche, la Chiesa fu concessa in uso perpetuo agli istriciaioli nel 1849
    Fontanina Battesimale: opera di Vico Consorti, realizzata nel 1962, reca il motto della Contrada ed è situata in Via Malta
    Contrade Alleate: Bruco, Chiocciola, Civetta, Giraffa
    Contrada avversaria: Lupa
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 42 - per il Comune 41
    Ultima vittoria: 2 luglio 2008 - Luigi Bruschelli detto Trecciolino su Già del Menhir
    Priore: Nicoletta Fabio
    Capitano: Stefano Berrettini
    Sito internet: www.istrice.org


    NOBILE CONTRADA DEL NICCHIO


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    nicchio300

    Stemma azzurro, una conchiglia d'argento, coronata alla granducale tra due rami di corallo rosso, tre nodi di Savoia e due rosette di Cipro, l'una rossa e l'altra argento

    Colori: Azzurro con liste gialle e rosse
    Motto: E' il rosso del corallo che m'arde in cor
    Titolo: La Contrada ha il titolo di "Nobile" per il valore delle sue milizie a Montaperti (1260) e a Porta Pispini (1527); per aver portato l'acqua nel rione nel 1469 e alla fonte dei Pispini nel 1534
    Simboleggia: Riservatezza
    Antiche Compagnie Militari: Abbadia nuova di sopra, Abbadia nuova di Sotto
    Arte o mestiere: Vasai
    Terzo: Terzo di San Martino
    Sede: Via dei Pispini, 68/70
    Società di Contrada: "La Pania"
    Santo Patrono: San Gaetano da Thiene
    Festa Titolare: 7 agosto

    Oratorio:
    Tra Via dei Pispini e Via dell'Oliviera, costruito nel 1680 dai contradaioli e dedicato al loro Patrono
    Fontanina Battesimale: Fonte dei Pispini (XVI secolo)
    Contrade Alleate: Bruco, Onda Tartuca
    Contrada avversaria: Valdimontone
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 47 - per il Comune 42
    Ultima vittoria: 16 Agosto 1998 - Dario Colagè detto Il Bufera su Re Artù
    Priore: Paolo Neri
    Capitano: Mario Corbelli
    Sito internet: www.nobilecontradadelnicchio.it


    CONTRADA PRIORA DELLA CIVETTA


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    civetta300

    Stemma partito di nero e rosso, una civetta in maestà con due scudetti azzurri caricati con le lettere U e M (Umberto I e Margherita di Savoia)


    Colori:
    Nero e rosso con liste bianche
    Motto: Vedo nella notte
    Titolo: La Contrada ha il titolo di "Priora" per aver ospitato la prima riunione del Magistrato delle Contrade, l'organismo che riunisce i Priori delle diciassette Contrade per deliberare sulle questioni di interesse comune
    Simboleggia: Astuzia
    Antiche Compagnie Militari: San Vigilio, San Pietro in Banchi, San Cristoforo
    Arte o mestiere: Calzolai
    Terzo: Terzo di San Martino
    Sede: Castellare degli Ugurgieri, 5
    Società di Contrada: "Cecco Angiolieri"
    Santo Patrono: Sant'Antonio da Padova e San Bernardo Tolomei
    Festa Titolare: 13 giugno

    Oratorio:
    Costruito nel 1930 entro la struttura del Castellare degli Ugurgieri, (Via Cecco Angiolieri), è stato consacrato nel dopoguerra
    Fontanina Battesimale: Fusione in bronzo, opera di Fabio Belleschi, si trova all'interno del Castellare degli Ugurgeri
    Contrade Alleate: Aquila, Istrice, Giraffa, Pantera
    Contrada avversaria: Leocorno
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 36 - per il Comune 33
    Ultima vittoria: 16 agosto 2009 - Andrea Mari detto Brio su Istriceddu
    Priore: Riccardo Cerpi
    Capitano: Francesco Ricci
    Sito internet: www.contradadellacivetta.it


    CONTRADA DELLA TARTUCA


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    tartuca300

    Stemma d'oro, una tartaruga in un campo d'oro seminato di nodi di Savoia azzurri alternati con margherite

    Colori: Giallo e turchino
    Motto: Forza e costanza albergo
    Simboleggia: Saldezza
    Antiche Compagnie Militari: Porta all'Arco, Sant'Agata
    Arte o mestiere: Maestri di pietra
    Terzo: Terzo di Città
    Sede: Via Tommaso Pendola, 21
    Società di Contrada: "Castelsenio"
    Santo Patrono: Sant'Antonio da Padova
    Festa Titolare: 13 giugno

    Oratorio: in Via Tommaso Pendola. Fu edificato dalla Contrada nel XVII sec. e dedicato al patrono Sant'Antonio da Padova
    Fontanina Battesimale: Opera dello scultore Bruno Buracchini (1951), è situata in via Tommaso Pendola
    Contrade Alleate: Leocorno, Onda, Nicchio, Selva
    Contrada avversaria: Chiocciola
    Vittorie ufficiali: per la Contrada 53 1/2 - per il Comune 47 1/2
    Ultima vittoria: 16 agosto 2010 - Luigi Bruschelli detto Trecciolino su Istriceddu
    Priore: Simone Ciotti
    Capitano: Vinicio Capitani
    Sito internet: www.tartuca.it


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    Fonte



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