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Posts written by Milea

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    Come fare delle candele natalizie profumate



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    Una candela è un blocco di cera con stoppino incorporato che viene acceso per fornire luce e calore. Realizzare candele Natalizie profumate è un lavoro molto semplice, ma è necessario stare molto attenti a non far surriscaldare la cera durante la fusione (potrebbe andare in fiamme se si supera il punto di infiammabilità).

    Per prima cosa fate sciogliere la cera a bagnomaria in un tegame alto; nel caso in cui utilizzate la cera di paraffina, si devono aggiungere agenti indurenti (come la cera d'api), in modo da ottenere una combustione pulita (ad esempio se il 95% di cera è di paraffina, bisogna aggiungere il 5% di cera d'api). Preparate la muffa con lo stoppino, facendo passare lo stoppino attraverso lo stampo e lasciando due centimetri dalla superficie. Tagliate lo stoppino innescato in modo che sia di cinque centimetri più lungo dell'altezza della candela da realizzare e inseritelo nello stampo. Mantenete lo stoppino costantemente e fissatelo al perno che si trova nella parte superiore dello stampo, oppure legatelo attorno al perno.

    Qualora usiate uno stampo flessibile, aggiungete della stearina in proporzione al 10% della cera, per aiutare ad associare il profumo alla cera. Spruzzate lo stampo con un rilascio di muffa (ad esempio spray al silicone o vegetale) e utilizzate un agente di rilascio che aiuta a rimuovere la candela dallo stampo. Aggiungete il colorante alla cera quando la temperatura raggiunge circa i 150° e versate qualche goccia di olio profumato (a patto che non contenga acqua) alla cera fusa. Ponete la cera in uno stampo (versandola in modo rapido, per ridurre al minimo le perdite e le bolle d'aria) e attendete che si raffreddi (fate molta attenzione a non bruciarvi). Appena la cera si raffredda, fate dei buchi intorno allo stoppino con uno stuzzicadenti per scaricare la tensione (in caso contrario si potrebbe creare una sezione concava sul lato esterno della candela).

    Fate trascorrere quattro o cinque ore e rimuovete la candela dallo stampo (verificate però che la cera sia completamente dura). Utilizzate una padella calda per uniformare accuratamente il fondo della candela e per creare una base perfettamente piana. Dopo aver terminato la candela, ricordate che sarà necessario far passare un giorno prima di accenderla. Fonte


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    Come preparare candele natalizie



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    In questa pratica guida, vedremo come preparare facilmente delle candele natalizie utilizzando delle vecchie candele usate. In questo modo, potrete creare delle candele in modo molto economico. Per formare la candela vera e propria potreste utilizzare degli stampini, facilmente reperibili anche in casa. Guardatevi intorno, moltissimi oggetti della nostra casa possono essere sfruttati come stampino: i classici stampini per biscotti, una lattina di una bibita, la scatola del latte (ottima perché si sfila la cera quando è fredda), le confezioni delle uova, e tutto ciò che può resistere al calore della cera. Anche mezza arancia svuotata può essere uno stampino, cocchi e tutta la frutta svuotata.

    Assicurati di avere a portata di mano:
    candele
    pastelli a cera
    olio d'oliva per ungere gli stampini
    2 pentolini di diversa dimensione
    stampini.

    Prima di versare la cera nello stampo dovete preparare lo stoppino: è fondamentale che sia proporzionato alla larghezza della candela. Utilizzate lo stoppino delle candele bianche oppure comperate dei rocchetti di stoppino: sono in vendita nei colorifici. Per fermare lo stoppino, si possono comperare appositi ferma-stoppino di metallo.

    Il passo seguente consiste nell'ungere lo stampino scelto e nel versare la cera all'interno. Si consiglia di non scegliere forme larghe sotto e strette sopra perché poi non riuscirete più ad estrarre la vostra candela. Un effetto carino si può realizzare in questo modo: tagliate a cubetti gli avanzi di altre candele colorate e metteteli nello stampo, poi versate sopra la cera liquida che avrete preparato per ottenere l'effetto marmo. Se volete ottenere l'effetto stropicciato-roccia, mettete della stagnola lungo le pareti dello stampo.

    L'ultimo step consiste nel fare raffreddare. La candela diminuirà di volume, ma non mettetela in freezer perché si potrebbe rompere. Infine, potete decorarla passando del vinavil sui lati per aumentarne la brillantezza; se al vinavil attaccate dei brillantini (rotolandola in un letto di brillantini) l'effetto sarà ancora più sorprendente. Potete anche dipingerle, colorarle ed inciderle. Usate solo colori acrilici. La vostra candela è pronta per essere regalata oppure per abbellire la vostra casa con un tocco di originalità. Fonte


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    L'Icona Akathist



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    L'icona della Madre di Dio detta "Akathist" si trova nella iconostasi del katholicon del monastero di Hilander. Questa icona è nota con il termine di "Akathist" perchè durante l'incendio del katholikon del 1837 di fronte all'icona sacra fu cantato l'inno dell'Akathistos.
    L'icona rimase intatta, malgrado attorno rimanessero solo ceneri e tizzoni ardenti.

    Otto secoli fa, l'imperatore di Bisanzio Alessio III concesse nelle mani di san Saba e del padre San Simeone attraverso un suo atto di donazione "hrisovulja" il monastero abbandonato di Hilandar e la regione circostante come un "eterno regalo ai serbi".Da questo momento, il monastero di Hilandar è stato per secoli a venire, la casa dei popoli d i cultura e religione serba.

    Il Monastero di Hilandar è il primo che si incontra scendendo lungo la costa est della penisola athonita. Occupa il quarto posto nell'ordine gerarchico dei Monasteri ed ospita attualmente una cinquantina di monaci che stanno vivendo un periodo di transizione tra l'idiorritmia, regola che privilegia l’attività singola e individuale, ed il cenobitismo, regola fondata sull’attività comunitaria.

    È consacrato alla Presentazione della Vergine al Tempio
    , la cui ricorrenza cade il 21 novembre. Il Monastero è il più vicino al confine settentrionale della Repubblica monastica e si adagia su di una bellissima valle verdeggiante. Gli edifici dominati da un'alta torre si addossano alle alte mura, disposti in forma di rombo attorno al Katholikón dal caratteristico esterno, non intonacato ma con bella alternanza di mattoni rossi e bruni e decorazioni in ceramica attorno alle finestre. Pur non essendo dei più grandi, questo Monastero è tra i più belli dell'Athos.

    Il nome, che sembra significare "mille uomini" (χílioi άndres), è stato diversamente spiegato: mille sarebbero stati i Monaci del convento; mille, anzi mille e tre, i saraceni che un giorno assalirono il Monastero, ma per un miracolo della Madonna, trovandosi improvvisamente all'oscuro, si uccisero combattendo tra di loro: i tre scampati abbracciarono la fede cristiana, furono battezzati e divennero santi monaci. Più probabilmente il nome si deve a un certo monaco Chilandários che aveva iniziato una residenza monastica in quel luogo poco prima della fondazione del Monastero.


    monastero

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    Fonte




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    L'icona Kasperov della Madre di Dio



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    La tradizione vuole che questa santa icona sia stata portata da un serbo, dalla Transilvania, a Olviopolsk nella provincia di Kherson alla fine del sedicesimo secolo. L'icona è poi passata in eredità da generazione in generazione fino a giungere nel 1809 nelle mani di una certa signora Kasperova che viveva nel villaggio di Novo-Ivanovo, posto sul lato destro del fiume Dniepr. In una fredda notte del Febbraio del 1840 la signora Kasperova stava pregando la Santissima Vergine per ottenere consolazione per i suoi molti dolori.

    Contemplando l'icona la signora di accorse che la patina di antichità che sia era via via accumulata nel tempo, improvvisamente era scomparsa e che l'icona era divenuta brillante più che se fosse nuova, di fronte a tale prodigio la signora Kasperova guarì improvvisamente dai tutti i suoi malanni. Presto la voce del miracolo si sparse nei dintorni, attirando curiosi da ogni dove. Copiosi furono i miracoli, accertati dalle autorità eclesiastiche, che la Santissima Vergine concesse attraverso la venerazione della Sua santa Immagine.

    Nel 1852 un folto numero di cittadini del Kherson chiesero ed ottennero il permesso di poter portare in processione, durante la festa dell'Ascensione, oltre alla croce la Santa Icona.
    Durante la guerra di Crimea (1853-1856) la città di Odessa era assediata dalle forze nemiche, fin tanto che ne giorno del Venerdì Santo fu portata in processione la Sacra Immagine lungo le mura della città. Miracolosamente le forze nemiche si dispersero e la città fu salva! Da quel momento in poi, in ringraziamento della speciale protezione concessa dalla Vergine alla Città, nella cattedrale della Dormizione di Odessa ogni venerdì viene intonato l'inno Akathistos.

    Ogni anno l'icona viene portata in processione da Kasperovka fino a Odessa, dove rimane dal primo ottobre fino al quarto giorno di Pasqua. dalla festa dell'Ascenzione fino al 29 Luglio l'icona rimane nel Kherson, e dal 1 luglio fino al 1 agosto a Nikolaev. In ciascuna di queste città ogni venerdi viene intonato in onore della Santa Vergine l'inno Akathistos

    L'icona è dipinta ad olio su tela poi montata su legno. Su un lato dell'icona è dipinto San Giovanni Battista, sull'altro Santa Tatiana. Questi erano molto probabilmente i santi patroni del primo proprietario dell'icona. L'icona è incorniciata con una lamina d'oro tempestata di perle, diamanti grezzi e tagliati e smeraldi. Fonte


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    Copia dell'icona Kasperov della Madre di Dio raffigurante l'immagine sottostante





    Edited by Milea - 15/7/2014, 10:30
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    Un pistola col fucile...


    Edited by Lottovolante - 11/7/2014, 22:54
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    OROLOGIO CON FIORI E FRUTTA



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    OROLOGIO CON LE ROSE


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    OROLOGIO COI GIRASOLI


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    OROLOGIO CON ROSE E GIGLI



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    OROLOGIO CON ROSELLINE


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    Dopo aver terminato di ricamare l' orologio da muro, inserire sul retro il meccanismo (reperibile nei negozi di bricolage) e fissare le due lancette sul davanti.




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    Gli highlights della partita.

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    CITAZIONE (SueMebitch @ 22/4/2014, 21:35) 


    Solo per capire...quando dice "un compagno" non vuol dire un comunista, giusto? :huh:


    Non ne incontra molti di "compagni" nella cerchia che frequenta...

    Edited by Ilbastonedidio - 24/4/2014, 00:34
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    SIRIA: l'aereo abbattuto dai turchi [FOTO]

    Il premier Erdogan avverte: "Risposta forte se si viola il nostro spazio aereo"



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    La contraerea turca ha abbattuto un aereo da caccia della Siria "in missione per colpire postazioni dei terroristi in territorio siriano". Lo ha detto una fonte militare di Damasco citata dall'agenzia governativa Sana. Il ministero degli Esteri siriano ha accusato Ankara di una "aggressione militare ingiustificata e senza precedenti". La fonte militare ha inoltre sottolineato che l'abbattimento è avvenuto nell'area di Kassab, nel nord della provincia di Latakia, vicino al confine con la Turchia, dove negli ultimi giorni ribelli jihadisti avevano lanciato un'offensiva contro le forze lealiste. Il pilota si è salvato lanciandosi con il paracadute. Il ministero degli Esteri di Damasco ha denunciato in un comunicato quello che ha definito "il coinvolgimento della Turchia in Siria fin dall'inizio degli eventi", cioè del conflitto civile. Turchia: "Risposta forte se si viola lo spazio aereo". Il premier turco Erdogan, durante un comizio elettorale, ha elogiato l'armata turca per aver abbattuto l'aereo siriano al confine e ha detto: "La nostra risposta sarà forte se si viola il nostro spazio aereo".



    Edited by Lottovolante - 23/3/2014, 20:08
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    Personaggi



    Abate di Clignì, X, 2
    Abraam (ebreo), I, 2
    Adalieta, X, 9
    Agnesa, V, 5
    Agnolella, V, 3
    Agolante, II, 3
    Alatiel, II, 7
    Alberto da Bologna, I, 10
    Alessandro Chiarmontesi, IX, 1
    Alessandro, II, 3
    Alfonso re d’Ispagna, X, 1
    Altarisi VIII, 9
    Amante di Isabetta, IX, 2
    Ambruogia, VIII, 1
    Ambruogiuolo da Piacenza, II, 9
    Amerigo abbate da Trapani, V, 7
    Andreuccio, II, 5
    Ansaldo Gradente, X, 5
    Antigono di Famagosta, II, 7
    Antioco, II, 7
    Antonio D’orso, VI, 3
    Aristippo, V, 1
    Arrighetto Capece di Napoli, II, 6
    Barnabuccio V, 5
    Baronci, VI, 6
    Bartolomea Gualandi, II, 10
    Belcolore VIII, 2
    Benedetto I, 4
    Bengodi VIII, 3
    Bentivegna del Mazzo VIII, 2
    Berlinzone VIII, 3
    Bernabò Lomellin di Genova, II, 9
    Betto Brunelleschi, VI, 9
    Biluzza VIII, 2
    Binguccio del Poggio VIII, 2
    Bonaccori da Ginestro VIII, 2
    Bonifazio VIII, 1
    Borgogna I, 1
    Bragonieri, VI, 10
    Bruno IX, 3
    Bruno IX, 5
    Bruno VIII, 3
    Buffalmacco IX, 3
    Buffalmacco IX, 5
    Buffalmacco VIII, 3
    Buietto VIII, 2
    Calandrino IX, 3
    Calandrino IX, 5
    Calandrino VIII, 3
    Cane della Scala I, 7
    Carapresa V, 2
    Carlo I X, 6
    Carlo Senza terra I, 1
    Cassandrea V, 1
    Caterina V, 4
    Cecco Angiolieri IX, 4
    Cecco Fortarrigo IX, 4
    Cesca, VI, 8
    Chichibio, VI, 4
    Ciappello Ciappelletto I, 1
    Cinciglione I, 6
    Cipri I, 9
    Cipseo V, 1
    Cisti, VI, 2
    Ciutazza VIII, 4
    Clignì (Abate di) I, 7
    Contadina, II, 4
    Coppo di Borghese Domeniche V, 9
    Cortesia I, 8
    Crivello V, 5
    Currado dei Marchesi di Malaspina, II, 6
    Currado Gianfigliazzi, VI, 4
    Dego Della Ratta, VI, 3
    Dianora X, 5
    Dioneo I, 4-5;VIII, 9-10
    Domenedio I, 1-4-5; VIII, 2
    Donna Catalina X, 4
    Donna, II, 5
    Efigenia V, 1
    Elena VIII, 7-8
    Elissa I, 9-10; VIII, 3-4-5
    Emilia I, 6-7; VIII, 4-5
    Ercolano V, 10
    Ermino Grimaldi I, 8
    Ermino Grimaldi I, 8
    Fante V, 5
    Federico II d’Aragona V, 6
    Federigo di messer Filippo Alberighi V, 9
    Fiammetta I, 5-6; VIII, 8
    Fiesole VIII, 4
    Figlia del Re d’Inghilterra, II, 3
    Figlia di messer Paolo Traversaro V, 8
    Figlio di Monna Giovanna V, 9
    Filippa VIII, 1
    Filippa, VI, 7
    Filippo IX, 5
    Filomena I, 3-4; VIII, 6
    Filostrato I, 7-8; VIII, 1-5-6
    Fineo V, 7
    Forese Da Rabatta, VI, 5
    Fra' Cipolla, VI, 10
    Fresco Da Celatico, VI, 8
    Galeso V, 1
    Gentile de’ Carisendi X, 4
    Geri Spina, VI, 2
    Ghino di Tacco X, 2
    Giacomin da Pavia V, 5
    Gianni V, 6
    Giannol di Severino V, 5
    Giannotto (cristiano) I, 2
    Gigliuzzo Saulo V, 3
    Gilberto X, 5
    Ginevra la bella X, 6
    Ginevra, II, 9
    Giochetto, II, 8
    Giotto, VI, 5
    Giovani siciliani V, 6
    Gisippo X, 8
    Giuffredi, II, 6
    Gostanza V, 2
    Grassa VIII, 5
    Griselda X, 10
    Gualtieri X, 10
    Guascogna I, 9
    Guasparuolo da Saliceto VIII, 9
    Guccio Imbratta o Guccio Porco, VI, 10
    Guglielmo da Medicina V, 5
    Guglielmo Forziere I, 8
    Guido Cavalcanti, VI, 9
    Guido degli Anastagi V, 8
    Guidotto da Cremona V, 5
    Gulfardo VIII, 1
    I due contadini, II, 5
    I due fratelli navigatori genovesi, II, 7
    Iancofiore VIII, 10
    Il conte d’Anversa Gualtieri, II, 8
    Il Duca d’Atene, II, 7
    Il principe dell’Acaia, II, 7
    Il sergente marinaio En Cararh, II, 9
    Il sultano di Alessandria, II, 9
    Ipocrasso VIII, 9
    Isabetta IX, 2
    Isotta la bionda X, 6
    La balia, II, 6
    La ricca signora di Londra e suo marito maresciallo, II, 8
    La vedova, II, 2
    Lamberti, VI, 6
    Lamberto, II, 3
    Landolfo di Procida V, 6
    Landolfo Rufolo, II, 4
    Lapuccio VIII, 2
    Laterino VIII, 9
    Lauretta I, 8-9; VIII, 1
    Liello di Campo di fiore V, 2
    Lisa X, 7
    Lisabetta da Messina IV, 5
    Lisimaco V, 1
    Lizio da Valbona V, 4
    Lorenzo IV, 5
    Luigi, II, 8
    Madama Beritola Caracciola, II, 6
    Madonna Giacomina V, 4
    Madonna Oretta, VI, 1
    Madre badessa IX, 2
    Maestro Simone IX, 3
    Manovello, II, 7
    Marato, II, 7
    Marchese di Saluzzo X, 10
    Marchese, II, 1
    Marco Marrone X, 8
    Marin Bulgaro V, 6
    Martellino, II, 1
    Martuccio Comito V, 2
    Maso del Saggio VIII, 3
    Matteuzzo VIII, 5
    Meriabdela V, 2
    Messer Currado V, 6
    Messer Gian di Procida V, 6
    Messer Neri X, 6
    Messer Paolo Traversaro V, 8
    Messer Torello X, 9
    Michele Scalza, VI, 6
    Michele Scotto VIII, 9
    Minghino di Mingole V, 5
    Minuccio X, 7
    Mitridanes X, 2
    Moglie di Pietro V, 10
    Monna Giovanna V, 9
    Mugnone VIII, 3
    Naldino VIII, 2
    Narzia VIII, 9
    Nastagio degli onesti V, 8
    Natan, X, 2
    Nello IX, 3
    Nello IX, 5
    Neri Mannini, VI, 6
    Niccolò da Cignano VIII, 10
    Niccolò IX, 5
    Niccolosa IX, 5
    Niccoluccio caccianimico, X, 4
    Nonmiscocciate Seavoipiace, VI, 10
    Nonna De’pulci, VI, 3
    Nuto Buietti VIII, 2
    Ormisda V, 1
    Osbech VIII, 9
    Ottaviano, X, 8
    Paganino da Monaco, II, 10
    Pampinea I-VIII, 7-8-9
    Panfilo I, 2; VIII, 2
    Papa (Bonifacio VIII), X, 2
    Pasignano VIII, 9
    Pasimunda V, 1
    Pericon da Risalgo, II, 7
    Piccarda VIII, 4
    Pietro Boccamazza III, 5
    Pietro Canigiano VIII, 10
    Pietro di Vinciolo V, 10
    Pizzini, VI, 10
    Presto Giovanni VIII, 9
    Prete, II, 5
    Re Guglielmo (Guglielmo il Buono) V, 7
    Re Pietro X, 7
    Restituta V, 6
    Ribi VIII, 5
    Ricciardo di Chinzica, II, 10
    Ricciardo Manardi V, 4
    Rigneri VIII, 7
    Rinaldo d’Asti, II, 2
    Rinaldo Dei Pugliesi, VI, 7
    Rinuccio Palermini IX, 1
    Ruggieri De’Figiovanni X, 1
    Ruggire De Loira V, 6
    Saladino I, 3
    Saladino X, 9
    Salomone, VI, 8
    Santa Verdiana V, 10
    Scacciato, II, 6
    Settignano VIII, 3
    Sofronia X, 8
    Spina dei Marchesi di Malaspina, II, 6
    Spinelloccio Tavena VIII, 8
    Stecchi, II, 1
    Tedaldo, II, 3
    Teodoro o Pietro V, 7
    Tessa IX, 3
    Tessa IX, 5
    Tessa VIII, 3
    Tito X, 8
    Uberti, VI, 6
    Violante V, 7
    Violante, II, 8 Francesca de’ Lazzari (madonna) IX, 1


    Versione Integrale Del Decamerone Di Giovanni Boccaccio

    Raccolta Dei Riassunti In Un Unico Documento

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    PRIMA NOVELLA (FILOMENA)
    Rinuccio Palermini e Alessandro Chiarmontesi erano due esiliati da Firenze che dimoravano a Pistoia. Entrambi erano innamorati della stessa donna, madonna Francesca che però non ricambiava il loro amore, anzi, disturbata dal loro corteggiamento, se ne voleva liberare. Per questo, il giorno della morte di un uomo di nome Scannadio, conosciuto ovunque per le sue malefatte, gli venne in mente un modo per liberarsi dei suoi spasimanti. Inviò la sua servetta dai due uomini in momenti diversi, con l’ordine di affidare a loro un compito e nel caso lo avessero eseguito , lei avrebbe accettato il loro amore. ad Alessandro, fa dire di andare quella stessa notte dal defunto, disseppellirlo, mettersi i suoi vestiti, mettersi nella bara e aspettare senza dire mai una parola. Nonostante molta titubanza Alessandro fa come richiesto. A Rinuccio fa dire di andare sempre quel giorno a mezzanotte a prendere il cadavere del defunto e portarglielo a casa. Anche lui fa come ordinato e una volta arrivato a casa di madonna Francesca con Alessandro in spalla, trovò la famiglia di una signoria appostata per la cattura di un bandito. Vedendoli arrivare li attaccarono e Rinuccio si scrollò da dosso Alessandro e scappò. Mentre scappava, non si accorse che anche Alessandro, da lui creduto morto, fuggiva. Tornando indietro per terminare il compito assegnato, non trovò Alessandro. Entrambi, inconsapevoli l’uno dell’altro, rientrarono a casa. La mattina seguente spiegarono alla donna quanto accaduto chiedendo il suo perdono, ma la donna rifiutò liberandosene.

    SECONDA NOVELLA (ELISSA)
    In un convento lombardo vive Isabetta,bella e giovane suora, che un giorno conosce un giovane di cui si innamora,un amore che viene ricambiato dall’uomo. Cosi tra loro nasce una relazione, il giovane infatti spesso, tramite un passaggio nascosto, si introduce nel convento fino alla camera di Isabetta. Uno sfortunato giorno però la giovane suora viene vista dalle altre suore, che però non si fanno notare, esse decidono di chiamare la badessa e di cogliere Isabetta in fallo. Bussano alla porta della badessa che,”ospitando” anche lei nella camera un prete, si veste in fretta e per sbaglio si mette il cappello da prete, esce ma le altre suore prese dalla foga non notano l’errore, dopo aver colto Isabetta la vogliono punire ma essa fa notare alla badessa del suo cappello che messa alle corde non solo non la punisce ma rende possibili le visite notturne nell’invidia delle altre suore che non avevano nessuno da invitare.

    TERZA NOVELLA (FILOSTRATO)
    In questa novella si parla di Calandrino, il quale eredita da una sua zia defunta una piccola somma di denaro che vuole spendere per acquistare un podere, nonostante gli amici, Bruno e Buffalmacco, vedendo la esigua somma, gli suggeriscono di spenderla festeggiando con loro ma Calandrino rifiuta. Per punire la sua avarizia, con l’aiuto di un altro amico Nello e di un dottore Simone di star male o meglio di essere gravido, Calandrino si dispera ma il dottore gli propone un rimedio, un infuso, che lo farà guarire ma che gli costerà molto, non curante di ciò Calandrino accetta. Per tre giorni beve la bevanda e si sente cosi guarito e uscendo comincia a lodare tutti. Intanto gli autori dello scherzo sono soddisfatti di averlo schernito.

    QUARTA NOVELLA (NEIFILE)
    Due uomini maturi, entrambi di nome Cecco, il primo della famiglia Angiolieri e il secondo della famiglia Fortarrigo, diventarono amici uniti dall’odio verso i loro padri. Un giorno Angiolieri decise di andare per sei mesi da un suo amico cardinale e chiese a suo padre il denaro necessario. Saputo ciò, Fortarrigo gli propose di accompagnarlo come aiutante. Nonostante un iniziale rifiuto, Angiolieri accettò. Partirono e, arrivati alla prima località di sosta, Angiolieri andò a riposare in una locanda. Invece Fortarrigo durante la notte si ubriacò e perse al gioco denaro e vestiti. Volendo riguadagnarlo, Fortarrigo prelevò furtivamente il denaro di Angiolieri, ma perse al gioco anche quello. La mattina seguente, Angiolieri scoprì di essere stato derubato da Fortarrigo. andò su tutte le furie e decise di ripartire da solo. Vedendo ciò, Fortarrigo decise di inseguirlo. Arrivati ad un campo dove stavano lavorando dei contadini, Fortarrigo fece credere loro di essere stato derubato da Angiolieri. Inteso il fatto, i contadini si scagliarono contro l’accusato e lo catturarono. Per estrema beffa, Fortarrigo privò Angiolieri dei suoi vestiti e lo abbandonò là.

    QUINTA NOVELLA (FIAMMETTA)
    Niccolò Cornacchini era un uomo ricco, proprietario di un bel possedimento. Suo figlio Filippo, giovane e scapolo, aveva l’abitudine di portare in tale possedimento le donne per suo divertimento. Un giorno Niccolosa, una di tali donne di piacere, mentre prendeva l’acqua dal pozzo incontrò Calandrino e più per curiosità che per altro lo guardò. Calandrino, ricambiando lo sguardo, se ne innamorò. Tornato a casa raccontò il fatto al suo amico Bruno, che poi a sua volta di nascosto lo raccontò ad altri due amici Nello e Buffalmacco. I tre uomini decisero di prendersi gioco di Calandrino e dopo essersi accordati con la stessa Niccolosa e con Filippo, fecero suonare a Calandrino delle serenate mentre Niccolosa gli inviava lettere d’amore. Dopo ciò, Bruno promise a Calandrino che ella avrebbe fatto tutto ciò che voleva se le avesse toccato il cuore con una pozione preparata da Bruno stesso. Gli ingredienti della pozione erano assai strani: carta, pipistrelli,incenso,ecc. e Calandrino fece molta fatica per trovarli. Intanto Nello andò da Tessa, moglie di Calandrino, per raccontare quanto stava accadendo. La donna infuriata andò a cercare Calandrino. Contemporaneamente Filippo si nascose non lontano, facendo credere a Calandrino di andare via. Quest’ultimo, credendolo partito, andò incontro a Niccolosa e la toccò con la pozione. Fece per andarsene, ma Niccolosa lo seguì dicendogli parole amorose. Anche Bruno e Buffalmacco si erano appostati con Filippo per seguire la scena. Calandrino cercò di baciare Niccolosa, ma nel mentre sopraggiunse la moglie Tessa che lo insulta e lo malmena infuriata. Calandrino rimase impietrito ed iniziò a supplicare la moglie, mentre tutti gli altri ridevano alle sue spalle. Quando la moglie si acquietò, tutti consigliarono a Calandrino di andarsene e non tornare più.

    SESTA NOVELLA (PANFILO)
    In questa novella si racconta di una singolare storia avvenuta nella piana del Mugnone. Lì possedeva una casa un buon uomo che aveva anche una bellissima moglie e due figli: una ragazza e un bambino ancora in fasce . Egli non era povero, ma in caso di necessità ospitava viandanti in cambio di denaro. Pinuccio, un giovane del paese, già da molto tempo si era innamorato della figlia del brav’uomo e volendo giacere con lei per una notte, uscì da Firenze con dei ronzini presi in affitto e, insieme al suo amico Adriano, si diresse verso la casa della sua amata. Facendo finta di non poter tornare a casa essi furono ospitati da quest’uomo. Dopo aver cenato si divisero nei tre letti a disposizione. Adriano si coricò con Pinuccio, l’oste con la moglie e la fanciulla da sola. Trascorso un po’ di tempo, Pinuccio andò dalla ragazza. Improvvisamente però una gatta svegliò la moglie dell’oste che, spostata la culla accanto al suo letto, cercò ciò che pensava fosse caduto. Nel frattempo Adriano, che ancora non dormiva, trascinò la culla vicino al suo letto. Così la donna scambiò il letto del marito con quello del suo ospite. Accadde però che Pinuccio, ritornando nel suo letto, non trovò la culla e si mise per errore a dormire con l’oste, al quale raccontò le sue peripezie. L’uomo si infuriò e iniziò a rincorrere Pinuccio. Nel frattempo la moglie si accorse del suo sbaglio e, per rimediare al suo errore, convinse il marito che Pinuccio stava farneticando nel sogno e che lei aveva dormito con la figlia. Pinuccio stette al gioco e finse di svegliarsi. In questo modo non accadde alcuno scandalo.

    SETTIMA NOVELLA (PAMPINEA)
    La settima novella dimostra come a volte i sogni possono diventare realtà. Protagonista di questa storia è Talamo d’Imolese, che da giovane aveva sposato Margherita, una giovane molto bella ma sgarbata e scontrosa. Una notte Talamo sognò che la moglie il giorno seguente passeggiando per il bosco sarebbe stata aggredita da un lupo. Il mattino dopo Talamo, dopo aver raccontato il sogno alla moglie, la pregò di non andare nel bosco, ma lei non si preoccupò del triste presagio. Pensava anzi che quella fosse solo una scusa per incontrare nel bosco un’altra donna indisturbato. Così, entrata nel bosco per spiare il marito, venne sorpresa da un lupo che la attaccò e le sfigurò il viso. Fortunatamente dei pastori che si trovavano nelle vicinanze la riconobbero e la salvarono. Purtroppo però la sua bellezza andò perduta e non osò mai più farsi vedere in giro.

    OTTAVA NOVELLA (LAURETTA)
    Ciacco un uomo molto ghiotto, non potendo sostenere le spese della sua ingordigia si mise a fare il cortigiano per mangiare a spese degli altri. Un giorno incontrò al mercato del pesce Biondello che come lui si industriava per mangiare. Incuriosito dalle due lamprede che stava comprando, Ciacco gli chiese per chi fossero ed egli rispose che quel pesce era per la cena che Corso Donati avrebbe offerto quella stessa sera ad alcuni suoi nobili amici. Così Ciacco si diresse verso la casa di quest’ultimo e incontrandolo prima del desinare si autoinvitò a cena. Si accorse però della beffa di Biondello dal momento che il pesce non era di ottima qualità come lui aveva pensato. Decise allora di fargliela pagare e chiese quindi ad un vagabondo di recarsi da messer Filippo Argenti, uomo scontroso e irascibile, con un fiasco vuoto. Gli raccomanda inoltre di chiedere del buon vino rosso per rallegrare la compagnia di Biondello. Filippo Donati sentendosi preso in giro lo cacciò via. Il giorno seguente Ciacco incontrò Biondello e gli dice che Filippo Argenti lo stava cercando. Accadde poi che Biondello salutasse Filippo il quale però ricordatosi della beffa del giorno precedente lo picchiò in malo modo. Biondello intuì la vendetta di Ciacco e decise che mai più si sarebbe beffato di lui.

    OTTAVA NOVELLA (EMILIA)
    La novella racconta delle grandissime doti di Salomone al quale molta gente chiedeva consiglio per risolvere i propri problemi. Così un giorno sulla strada per Gerusalemme si incontrarono Giosefo e Melisso; il primo non sapeva come comportarsi con la moglie mentre il secondo non riusciva a farsi amare. Una volta al cospetto di Salomone a Giosefo venne detto di andare al ponte dell’Oca, mentre a Melisso viene detto di amare. Al momento i due non capirono il senso di ciò che Salomone aveva detto loro. Sulla strada del ritorno i due si imbatterono con una carovana di muli che doveva attraversare un ponte. Mentre attendevano il passaggio di questi avvenne che una delle bestie si fermasse sul ponte e non intendeva proseguire. Allorché il pastore per spronare il mulo lo incominciò a prendere a bastonate. I due amici però lo ammonirono, ma il pastore per tutta risposta gli disse di pensare ai loro cavalli e riuscì così facendo a spostare il mulo dal ponte. Giosefo e Melisso gli chiesero quindi di quale ponte si trattasse e il pastore rispose loro che si trattava del ponte dell’Oca. I due infine giunsero a casa di Giosefo in Antiocia il quale ordinò alla moglie di preparare la cena e , al rifiuto di costei, la bastonò come il pastore aveva fatto con il mulo. La donna alloro eseguì i suoi ordini. Melisso quindi dopo alcuni giorni torna a casa sua e confidandosi con un uomo savio su ciò che Salomone gli aveva detto capì che tutto ciò che aveva fatto per essere amato era in realtà un atto di vanagloria e l’unico modo per essere amato era che lui stesso amasse gli altri.

    DECIMA NOVELLA (DIONEO)
    La decima novella narra delle imprese di Donno Gianni di Barolo un prete di Barletta che viaggiava per la Puglia vendendo la sua mercanzia per racimolare qualche soldo. Durante uno dei suoi viaggi incontra Pietro da Tresanti con il quale diventa amico.Volendo questi ripagare l’ospitalità di Donno Gianni lo invita nella propria casa ma non avendo posto per dormire decide di mandare la moglie da una sua vicina. Donno Gianni però all’offerta risponde che preferisce rimanere a dormire nella stalla con la sua cavalla dicendo che la può trasformare in una bella zitella. La moglie meravigliata per questo fatto chiede al marito di far si che donno Gianni trasformi anche lei in una cavalla per guadagnare così più soldi. Donno Gianni accetta la proposta e ordina ai due sposi di fare tutto ciò che lui avrebbe ordinato. Raccomanda inoltre a Pietro di non pronunciare parola durante il rito altrimenti sarebbe andato tutto a monte. Durante però la messa in scena, nel momento in cui Donno Gianni “attacca la coda”, Pietro si lamenta di non volere una cavalla con la coda; così sia la moglie sia Donno Gianni si arrabbiano con Pietro accusandolo di aver mandato tutto all’aria. Tuttavia il giorno seguente riprendono a viaggiare in cerca di nuove fiere.



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